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Orgia

Manuela

By 18 Dicembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Non era bella, anzi, direi che era sotto la media: bassa e un poco grassottella; ma si era sparsa la voce che fosse una ragazza da numeri incredibili e che non ponesse limiti alla provvidenza.

La conoscevo da sempre e non m’interessava da mai.

Ma la curiosità non &egrave solo femmina e questo alone che si era creato, attorno alla sua figura, cominciava a stuzzicarmi e non solo me.

Un mio amico di nome Paolo, era un tot di tempo che mi diceva d’organizzare una serata in piscina con lei al centro di tutta la serata; praticamente un’orgia a cielo aperto.

Ero sempre stato contrario ad ammucchiate e cose similari, non perché fossi un’educanda ma perché mi piaceva godermi i miei tempi nel sesso e, farlo in contemporanea con altri, sminuiva il mio desiderio.

Un giorno parlando con altri amici, venne di nuovo fuori il nome di Manuela e delle sue prestazioni e questa volta, mentre ascoltavo i racconti erotici che la vedevano protagonista, mi eccitai; così, cedetti alle richieste di Paolo e organizzai un festino a quattro; Paolo, un suo amico che si diceva fosse un gran porco, Manuela ed io.

Chiamai Manuela e le dissi senza mezzi termini quello che volevo fare.

Manuela trovò la mia richiesta interessante e disse che a lei piaceva la mia villa e la mia piscina, che avrebbe fatto volentieri un bagno e che non aveva problemi a divertirsi con più uomini.

Alla sera di un giorno di un mese caldo c’incontrammo.

Arrivò sorridente nel suo piccolo vestito nero che copriva praticamente niente.

Guardai Paolo e il suo amico andarle incontro e subito palparla; io, rimasi seduto, a guardare la scena.

– Fatemi fare una nuotata che voglio rinfrescarmi.

I ragazzi mi guardarono dubbiosi.

– Sono solo le dieci di sera, avete paura che finisca la notte?

Questa fu la mia risposta!

Con un broncio ben visibile si sedettero sulle poltroncine al mio fianco, sembrava che avessero rubato loro la nutella: evidentemente, i loro pensieri erano oltre le loro voglie.

Guardai Manuela spogliarsi per noi, era evidente che era uno spogliarello curato e l’effetto fu notevole: pur essendo robusta, riuscì a creare un’atmosfera frizzante.

Sotto, aveva un piccolo perizoma e giocò con esso per diversi minuti mimando rapporti intimi con le dita e succhiando le stesse in modo indecente mentre se lo toglieva, poi, una volta nuda, s’immerse nell’acqua della piscina.

Le luci della stessa davano la possibilità di seguirne le movenze che, in acqua, erano molto più aggraziate.

Avevo preparato della frutta insieme ad aperitivi, mi venne in mente di lanciargli una banana dicendo:

– Fammi vedere qualcosa di eccitante.

La prese al volo, un attimo solo per realizzare la situazione e pensare cosa fare, poi, cominciò la serata: strusciò la banana contro i capezzoli già duri e mimò una spagnola con ingoio finale; i ragazzi si avvicinarono al bordo piscina e si denudarono mettendosi con le gambe nell’acqua senza entrare, i loro sessi erano duri e pronti, Manuela scese con la banana a sfregare il suo pube e indecentemente lo profanò con la punta del frutto, restò ferma nell’acqua mimando una penetrazione completa, poi, tornò con la banana fuori dall’acqua e, sbucciatola, se la mise in bocca e sinuosamente fece un accurato pompino alla stessa.

Incredulo, mi trovavo eccitato a guardare quella ragazza masturbare una banana.

– Vieni qui…

Paolo le faceva cenno di andare verso di lui facendole capire cosa voleva, il suo respiro affannoso era evidente, il suo membro faceva bella mostra ed era all’altezza della banana appena mangiata da Manuela.

Manuela al centro della piscina sorrideva soddisfatta per quello che vedeva; vicino a Paolo, il suo amico si stava accarezzando le palle gonfie.

– Forza piccola…cambia banana e vieni a farci vedere se quello che si dice su di te &egrave vero.

Un lampo feroce nello sguardo della ragazza, il piacere di sentirsi al centro dell’ attenzione e la convinzione di se stessa fecero sì che piano cominciasse ad avvicinarsi ai due ragazzi.

Arrivò da Paolo e, senza salire, prese il suo membro tra le mani accarezzandolo, poi, mentre Paolo inarcava il bacino verso il cielo per il piacere, lei lasciò il cazzo e, poggiando le mani sul bordo della piscina, si sollevò quel tanto che bastava per essere all’altezza del sesso e improvvisamente, prendendoloo tra le labbra, si lasciò cadere di peso: l’effetto fu devastante per il mio eccitamento, vidi quel pezzo di carne sparire completamente nella sua bocca e poi lo vidi uscire e sparire di nuovo, le mani adesso libere, tornarono sulle palle di Paolo e poi andarono sui fianchi lasciando libero tutto il campo visivo.

Era un pompino da sballo, l’amico non resistette oltre, si tuffo in acqua e mettendosi dietro la ragazza cominciò a scoparla come un forsennato: le tette sotto le spinte sbattevano contro l’acqua facendo un rumore strano, illogico.

I gemiti si confusero con i rumori dell’acqua e tutto divenne frenetico, vidi i seni palpati violentemente dall’amico ed ebbi la netta sensazione che Paolo fosse vicino a scaldarle la bocca con il suo sperma.

Mi alzai e mi misi di fianco a lui e senza mai dire una parola misi una mano sulla nuca di Manuela e le diedi il ritmo proprio mentre Paolo esplodeva il suo fiotto caldo tra le sue labbra; continuai a spingere la testa verso il sesso di Paolo fino a che lui non smise di urlare il suo piacere, poi, la lasciai libera, mi tolsi il costume e le feci capire che tutto doveva continuare come prima, cambiava solo il sesso e le sue dimensioni.

Manuela non fece nessun problema, anzi, mise le mani dietro e appoggiandosi all’amico di Paolo, si fece alzare da lui e si buttò sul mio cazzo.

Era veramente brava.

Si adeguò alle spinte che riceveva da dietro e prese lo stesso ritmo sul mio sesso stringendolo allo spasmo.

Paolo ricambiò il mio favore e a sua volta quando feci cenno di essere vicino a venire, le prese la nuca e fece in modo che lei, anche se avesse voluto, non potesse sfuggire alla mia sborra.

Ma Manuela pensava a tutto meno che a scappare dal mio sesso, anzi, con la mano libera prese il nerbo di Paolo e cominciò a masturbarlo nel momento stesso che il suo amico le riempiva la fica del suo sperma ed io liberavo il mio seme in lei.

Era tutto un sospiro, un gemito continuo, frasi strozzate di piacere inneggianti a Manuela e alla sua bravura a fare sesso, a come fosse troia…

Paolo nel frattempo si era eccitato di nuovo, il suo amico le prese i fianchi e la sollevò facendola adagiare sul bordo dove Paolo lo aspettava fremente; la sollevò e la mise sopra e poi la lascio scivolare sul suo membro teso, io ero l a dieci centimetri che assistevo come in un film porno ed ebbi la netta sensazione del rumore che fece quell’entrata decisa nella sua vulva.

Guardavo Manuela salire e scendere da quel cazzo e vedevo la sua espressione di gioia: in quel momento lei era la padrona del gioco e il centro dell’universo, quel senso di potere la faceva sentire tronfia e felice.

E tutto questo lo trasmetteva nel suo modo di fare sesso.

L’amico era salito e le aveva messo il sesso davanti alle labbra facendole capire che anche lui voleva assaporare la sua bocca.

Il tempo di farlo arrivare a lei e subito era sparito tra le sue labbra con piena soddisfazione di entrambi.

Guardare quel mucchio selvaggio aveva risvegliato ancora una volta anche il mio sesso.

Feci cenno a Paolo di spostarsi in modo che io potessi avere lo spazio per potere stare dietro ai due e guardai Manuela che continuava a lavorare l’amico: ricambiò il mio sguardo facendomi capire che sapeva cosa volevo fare e mi diede il suo tacito consenso.

Era la prima volta che partecipavo a un simile rapporto.

Mi posi dietro di lei e la feci piegare facendole alzare le natiche in modo che io potessi farmi spazio senza interrompere gli altri, vidi subito che era abituata a quella pratica, il suo bocciolo rosa era piuttosto aperto e, anche se in quel momento il pertugio era più stretto causa la penetrazione di Paolo, capii che per lei non era la prima volta per una doppia penetrazione.

Quello fu il mio ultimo pensiero umano, poi, venne fuori la bestia del sesso.

Appoggiai il mio glande alla sua parete anale e spinsi deciso.

All’inizio trovai una certa difficoltà e il gemito di Manuela fu la conferma che anche lei doveva abituarsi, poi però, appena entrato con la cappella, tutto fu più facile: il tempo di prendere un ritmo consono agli altri due e tutto divenne sesso puro.

Sentivo il contatto con le palle di Paolo e mi eccitava la posizione.

L’amico la stava scopando oralmente come se fosse nella figa, le aveva preso la testa e si spingeva dentro senza pietà urlandole quanto fosse puttana.

Non so quanto durò il tutto, so solo che alla fine noi eravamo esausti mentre Manuela buttandosi in piscina disse:

– Bene ragazzi…mi &egrave venuta una certa fame, che ne dite di mangiare qualcosa e poi vedere come butta la serata…?

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