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114 – Laura fa la schiava puttana in autostrada

By 14 Gennaio 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

Io sono Laura, per intenderci Laura di Alex e con il mio uomo, circa dieci giorni or sono percorrevamo l’autostrada, io stavo al posto del passeggero e indossavo un vestito rosso cortissimo che mi lasciava completamente scoperte le cosce. Per via delle molte esperienze precedenti ero perfettamente cosciente di essere troia ma prima di quel giorno non avrei mai creduto di poter essere anche una troia così maiala e provocatrice. Ero praticamente sposata con il mio Alex e come già detto in precedenza, con lui avevo fatto diverse esperienze, ma sempre organizzate da lui e in qualche modo programmate. Quel giorno, all’insaputa del mio uomo, mi sono ritrovata a civettare con quattro uomini a bordo di un fuoristrada. Loro ci sorpassavano, salutavano e dall’alto del loro mezzo mi guardavano allupati le cosce, io, di nascosto, ricambiavo strizzando loro l’occhio. Mi accorsi che rallentavano apposta e aspettavano che Alex li superasse e poi ancora noi che li sorpassavamo e il ciclo si ripeté a lungo. Ad un certo punto, per fare rifornimento il mio compagno mise l’indicatore di direzione e ci infilammo in un autogrill; guardai nello specchietto laterale e mi accorsi che loro ci avevano seguiti. Scendemmo noi e la stessa cosa fecero loro, entrammo al bar e ancora i quattro che ci seguivano. Mentre Alex girava per gli scaffali, io feci la coda alla cassa, uno degli occupanti del Suv si mise dietro di me e sentii chiaramente che appoggiava il basso ventre contro il mio culo. Mi voltai e lui si scostò chiedendomi scusa, ma appena mi girai percepii la sua mano chiudersi a conchiglia sulla mia chiappa destra. Mi girai nuovamente e da vera zoccola che sono sfacciatamente gli sorrisi.
Nel frattempo al mio fianco era tornato il mio Alex. L’uomo tolse prudentemente la mano dal mio sedere e finse assoluta indifferenza. Poi uno degli altri con la scusa di chiedermi una informazione si affiancò al suo amico e mi domandò se conoscevo l’uscita per una certa località. Iniziai così a spiegare e a questo punto Alex mi disse di spostarmi dalla coda che ci avrebbe pensato lui.
Ci allontanammo un po’ io e tre di loro e quando fummo al fondo del bar ruppero decisamente gli indugi e mi chiesero il perché per parecchi chilometri io gli avessi fatto l’occhiolino. Spiegai che visto che mi salutavano e che mi guardavano spudoratamente io avevo semplicemente ricambiato. Uno di loro si rammaricò che non ero sola perché altrimenti ci saremmo potuti divertire. Risposi loro che forse saremmo riusciti a farlo ugualmente. Il più giovane mi disse che loro erano quattro amici ai quali, in amore piaceva comandare. Risposi che a me piaceva invece eseguire gli ordini. La cosa era vera, una delle mie fantasie più sfrenate era di essere trattata come una schiava. Sempre il giovane che si presentò come Nicola mi chiese se sarei stata disposta a fare tutto quello che mi avrebbero chiesto di fare.
Li guardai tutti con aria di sfida e gli risposi decisa di si, anzi per essere più chiara gli dissi che avrei fatto tutto quello che volevano loro. Ad un certo punto si aggregò a noi Alex e poi subito dopo il loro quarto amico. Ci avvicinammo separatamente al banco di mescita e sorbimmo i nostri caffè, poi, incuriosito dal dialogo fitto, fitto che c’era stato tra me e i tre uomini, Alex volle sapere ciò che ci eravamo detti. Glielo spiegai con la massima naturalezza e lui, maliziosamente sorrise.
I quattro dell’avemaria erano dietro di noi, bevvero anche loro le consumazioni ordinate e poi mi fecero cenno di seguirli. Poco dopo stavamo entrando nel parcheggio dell’attiguo motel. Mi chiesero il nome ed io glielo diedi, Quello che mi disse poi di chiamarsi Gianni mi fece intendere che tanto il nome non sarebbe servito che loro mi avrebbero chiamato con altri nomi. Io, invece chiesi loro i nomi e a parte Nicola e Gianni che già conoscevo gli altri due mi dissero di chiamarsi Lorenzo e Massimo. Entrammo in una grande stanza e vidi subito Alex farsi da parte sedendosi tranquillamente su una poltrona. Mi trovai in piedi davanti ai quattro maschi eccitati.

‘Senti troia, cosa vuoi esattamente eh????’

‘Voglio essere dominata, sottomessa e umiliata’

‘Lo fai forse per soldi’

‘Ma quali soldi, lo faccio perché piace a me e piace anche al mio uomo’

Stavo lì, ferma a guardare quei quattro uomini, non belli ma distinti, oltre i cinquant’anni, che mi avrebbero usata come un oggetto e cominciai a bagnarmi. A turno mi toccarono e palparono dappertutto, avevo l’impressione di essere una bestia da macello.
Massimo tastandomi il culo””’

‘Laura sei una bella troiona, sai? Non vediamo l’ora di ficcartelo dappertutto’.

‘Me lo volete mettere anche nel culo?’

‘Non è negli accordi che tu faccia richieste!!’.

Mi spogliarono completamente e poi mi fecero a quattro zampe sul pavimento e Gianni iniziò a mungermi le tette tirando fortissimamente i capezzoli, me li allungò tantissimo e io urlai per il dolore e il piacere che si univano dandomi sensazioni fantastiche. Lui mentre mi mungeva mi ordinò”..

‘Muggisci come una vacca, dillo forte che sei una vacca da monta!!!!

‘Siiii, sono una vacca mungimi e montami!!!!’

Mi stavano umiliando pesantemente, vidi con la coda dell’occhio il mio uomo con i calzoni e le mutande calati alle caviglie con il cazzone duro in mano che se lo menava eccitatissimo.

‘Ripetilo che sei una vacca!!!!!’

‘Sono una vacca!! . Sono una vacca!! Sono una vacca!! . Sono una vacca!!’

Loro ridevano, mi stavano umiliando e la cosa mi eccitava. Lorenzo iniziò a leccarmi la figa, mentre Massimo si sdraiò sotto le mie tette e mi mordeva i capezzoli dicendo”.

‘Dammi il tuo latte, vacca!!!!’.

Vidi quello che si chiamava Nicola, far scendere i pantaloni e poi le mutande, comparve duro e vibrante un cazzo simile a quello del mio Alex, sui ventidue, ventitre centimetri bello largo e scappellato.

Massimo si spostò e sempre sdraiato sotto di me si mise a leccarmi la figa, Nicola, con il suo grosso batacchio si inginocchiò dietro e me lo infilò dritto dritto nella figa. Pensai che mentre lui mi scopava il suo amico avrebbe potuto leccargli le palle. Difatti”.

‘Siii, mentre fotto la troia leccami i coglioni!!!!!!’

‘Ummmhhhhhhh’

Nicola durò poco e dopo pochi minuti estrasse il cazzone dalla mia figa e sborrò sul pavimento, poi prendendomi il capo dietro la nuca mi spinse in basso e”.

‘Zoccola schiava di merda lecca la sborra sul pavimento!!!!!!!’

‘Uuuummmmhhhhhhh’

‘Ti piace la sborra eh?????’

‘Siiiii, uummmhhhh, siiiii, mi’ pia’.ce la uuummmhhhhh sbo..rraaaaa’

Mi teneva il capo premuto sul freddo pavimento e dopo avermi fatto leccare tutta la sborra , incitata anche dagli altri gli leccai per bene il cazzo ripulendolo completamente. Gianni a questo punto si mise di fronte a me e”

‘Leccami i coglioni e fammi un succulento pompino, troia, porca maiala!!!!!’.

Comincia a leccare e a succhiare e mentre le dita di Massimo entravano nella mia figa ormai fradicia io continuavo a spompinare Lorenzo. Quest’ultimo mi prese la testa tra le mani e cominciò a scoparmi in bocca, lo faceva con violenza, affondando il suo cazzo fino a farmelo sbattere in fondo alla gola. Era un bel cazzone, piuttosto largo, di quelli che ti fanno mancare il respiro, io sentivo i conati arrivare, e lui continuava a pompare’…

‘Ti sborro in bocca, brutta puttana, sborrooooo, sborrooooo, sborrrooooo’..’

‘Uuuugggfffffff, uuuugggfffff’..’

Naturalmente da grande puttana che sono ingoiai tutto fino all’ultima goccia

Toccò poi a Massimo, che mi ha fece sdraiare supina e infilando il bel membro fra le mie tettone in pratica le usò per farsi una sega. Poi si sdraiò a sessantanove su di me e iniziò a leccarmi la figa scopandomi contemporaneamente in bocca. Ce l’aveva grosso pure lui e quando me lo spingeva tutto dentro a me sembrava di soffocare. Quando Massimo svuotò i suoi coglioni nella mia bocca, tutti tornarono a sedersi. In quel momento si alzò dalla poltrona il mio amore e rimanendo in piedi fra le mie cosce spalancate dall’alto mi omaggiò dei suoi abbondanti zampilli d sborra calda.

Nicola allora mi disse”.

‘Troia, adesso fatti un ditalino per noi!!!!!

Così io, ubbidiente mi girai verso di loro e tenendo le cosce divaricate e le ginocchia sollevate iniziai a sditalinarmi furiosamente, loro mi incitavano insultandomi pesantemente”’.

‘Troia, puttana, lo sai di essere veramente una gran baldracca? Mai vista una troia simile!!!! Ma quanto ti piace il cazzo?????’

‘Siiiiiiii, sono porca e troia e mi piace il cazzoooooooooo!!!!!! Vengooooo, vengooooo, vengooooo’

Non riuscii nemmeno a finire che Massimo mi aprì le gambe che avevo appena chiuso, si sedette sul mio addome, sbattendomi il culo quasi in faccia, prese il cazzo di Gianni in mano, lo segò per farlo indurire al massimo e poi aprendomi con le dita la figa guidò il pene dentro di me. Lorenzo inginocchiato dietro al mio capo mi strofinava l’uccello sul viso e tenendomi la bocca aperta con tutte e due le mani, mi sputava in bocca, io ripresi a gemere, sentendomi piena e felice.
Massimo si girò e mi ha infilò il cazzo in bocca: che meraviglia!! Un cazzo che Lorenzo mi sbatteva con forza sul viso, uno piantato in bocca e uno in figa. Da lì a poco altra sborra invase le mie cavità e anche Lorenzo mi riempì il viso di caldo e denso nettare.

A questo punto Nicola con il suo gigantesco batacchio duro””.

‘Mettiti a pecorina troia che ti rompo il culo!!!!!!’

‘Ohhhh siiiii, siiiiii, nel culo siiiiiiiiiiii’

Lorenzo appoggiò la sua cappella contro il buco, e gradatamente me lo spinse dentro. Io al cazzo in culo ci sono abituata ma quel pisellone era proprio molto largo e inizialmente mi fece parecchio male. Poi con un colpo secco, affondò in me. Lo sentii urlare”..

‘Ficcategli un cazzo in bocca’.

Massimo fu il primo ad arrivare e mi tappò la bocca e poi mentre Lorenzo mi sculacciava forte”.

‘Ma quanto ti piace troia?’.

Massimo mi sborrò in bocca e si ritirò e gli altri mi ordinarono che ad ogni sculacciata dovevo gridare forte”.

‘Godo con un cazzo in culo! Godo con un cazzo in culo!, Godo con un cazzo in culo! Godo con un cazzo in culo!!!! ‘

Sentivo il cazzo sfondarmi fino al ventre’e poi ho sentii il calore della sborra scivolare lungo le cosce. Senza mai spostarmi da quella posizione anche gli altri compreso il mio Alex mi incularono riempiendomi di sborra.
Alla fine, cavallerescamente mi accompagnarono in bagno, mi infilarono sotto la doccia dicendo’..

‘Lavati maiala che sei piena di sborra. paghiamo noi la stanza, tranquilla puttana!’

Strinsero la mano ad Alex e complimentandosi per la troia che ero se ne andarono.

Buon sesso a tutti da ombrachecammina
e-mail alexlaura2620@libero.it

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