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Racconti Erotici Etero

3. Dopo mezzanotte – Laura

By 21 Dicembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Live.
Una cosa diversa ogni tanto. Il capo ha deciso di chiamare i XXX, duo dance, per fare qualcosa di alternativo.
-Io li pago, per l’hospitality ci pensa Ana, per le cazzate tecniche fai tu-
Bon, numero di telefono dell’agente, tale Pino, ok arrivano alle 18, soundcheck, abbiamo il nostro tecnico per il palco, ci serve questa roba, in realtà ti do qualcosa in più se serve, un paio di battute per far capire che siamo easy ma professionali, ok ci vediamo.
Il pomeriggio prepariamo con i soci il palco, linee audio, puntamenti, arriva l’agente. Butta un occhio come chi &egrave abituato a lavorare su palchi tipo San Siro e si ritrova nella cantina del dopo lavoro ferroviario, gli vado incontro.
-Ciao Pino, sono XXX, ci siamo sentiti al telefono. Guarda, so già a cosa pensi, abbi pazienza, ma per gli standard di qui il posto &egrave il top, anche se sarete abituati a roba molto più figa-
Il tipo si rilassa, riguarda il locale più accondiscendente:
-L’impianto non &egrave male, dai, vediamo di fare qualcosa di carino-
-Perfetto, grazie. Lei &egrave Ana. Chiedetegli cosa e vi sarà data…- evidenzio il doppio senso che l’agente accoglie con un sorriso, Ana &egrave una sorta di sexy puffetta risolvi problemi, un pò la Kylie Minogue del locale, con un paio di tette deliziose e un bel culetto. Mi tira un buffetto facendo la finta offesa per la battuta, e subito si dedica all’organizzazione dell’hospitality con l’agente.
Dedicandomi a finire le ultime cose sul palco, sento una voce femminile alle mie spalle.
-Ciao, io sono Laura, il tecnico-
Mi giro e mi innamoro all’istante… 1,70 sui 25 anni viso perfetto capelli castani lisci occhi azzurri una terza di tette sode gambe e culo da ballerina, così, in sequenza tutto d’un fiato. Fa venire cattivi pensieri in jeans maglioncino e all star, pensa con altro…
Mi partono in testa una riga di battute per fare il simpaticone che resetto immediatamente, preferendo tenere un profilo un pò più pro.
-Ciao, io sono XXX-
-Il palco &egrave un pò piccolo e l’acustica non sembra un granch&egrave-
-No, l’acustica qui fa proprio cagare, ma quando si riempie migliora. In questi casi lavoriamo in remoto con il controller, facendo un check di massima a locale vuoto per poi lavorarci i primi minuti di live per compensare. Per il palco ho dovuto lottare con il capo perch&egrave toglie posti, &egrave stato il massimo che ho potuto fare
-Ok, bene- mi guarda un pò di traverso e sorride, probabile che siano rari quelli che la trattano da tecnico, e non da ragazzina stupida che gioca con i grandi…
Butta un occhio all’impianto e apprezza i monitor per i musicisti più potenti del richiesto, dicendo che il tastierista &egrave quasi sordo, e lanciandomi un sorriso ironico che &egrave una poesia.
Portiamo dentro consolle, tastiere, e sostegni, tiriamo le linee. Laura &egrave una scheggia senza paura di sporcarsi, mi viene da pensare che se dovessi averla come ragazza o come collega, la preferirei come collega…
Risolviamo un paio di grossi problemi a testa, e amplifichiamo la stima reciproca, nel mentre che entra il duo.
Si forma un capannello per selfie, foto e autografi, i tipi sono presi bene e di buon umore, salutano, ringraziano, salgono sul palco. Il tastierista sordo chiede di abbassare un pochino i monitor (Laura sorride sussurrandomi che &egrave la prima volta che capita), facciamo i livelli in fretta. Ci si beve qualcosa insieme con agente, musicisti e Laura e ci si saluta per il pre live.

L’1.00
B&egrave, il capo ha avuto ragione, il locale &egrave a tappo, il richiamo c’&egrave stato e alla grande. Salgo la scala alla consolle del dj per aspettare che arrivi il duo e Laura. Con la musica alta non mi accorgo che nel frattempo lei &egrave salita e mi mette una mano sulla spalla per farmi girare. E’ inguainata in un vestitino a collo alto che gli arriva a metà coscia, tacco, capelli raccolti e trucco preciso a sottolineare gli splendidi occhi. Il seno spinge da sotto il vestito come se volesse decollare. Mi crolla l’aria professionale e rimango un dieci secondi a guardarla come un ebete senza proferire parola. Laura mi perdona la caduta di stile con un sorrisone, prende il controller remoto dell’impianto chiedendomi se &egrave tutto a posto, gli faccio su e giù con la testa cercando di riprendere un minimo di contegno.

L’1.30
Comincia il live, il suono &egrave tutto da rifare. Ci piazziamo a centro pista per tenere tutto sotto controllo, ma &egrave un’impresa per la folla che spinge, in più Laura vestita in quel modo attira gli sguardi dei clienti come api il miele. Mi ritrovo quasi subito a fare da bodyguard a Laura, che sta litigando con i livelli, e domanda ogni tanto la conferma del suo lavoro cercando il mio sguardo. Faccio un segno a Alban e me lo faccio venire vicino per scacciare un pò di lupi, sistemiamo i problemi con un pò più di calma e portiamo a fine il live senza infamia.

2.30
-Ma quando levate la roba dal palco?-
-Cosa?-
-Deve uscire l’animazione-
-E quando cazzo pensavate di dirmelo-
-Muoviti-
-Ma come cazzo facciamo, nel locale non si passa-
-MUOVITI!!-
Ok, già mi pregustavo il collasso nei camerini, e invece bisogna inventarsi lo smontaggio a locale aperto. Comunico a Laura la cosa, che mi guarda come se fossi impazzito. In quindici minuti facciamo volare tastiere, consolle e monitor, e mentre leviamo l’ultimo cavo i ballerini si fiondano sul palco e cominciano a darci giù pesante.
Non so come sia possibile, ma io sono ridotto una merda mentre Laura non ha un capello fuori posto, nonostante si sia fatto lo stesso lavoro, tra l’altro lei coi tacchi e in gonna (e autoreggenti, visto che scablando la ragazza non si faceva problemi di posizione… massima stima).

A palco libero con calma portano via la strumentazione, io mi ritrovo in consolle a tenere sotto controllo il dj, e la serata fila liscia.

4.00
Il locale &egrave ridotto un disastro, e le tipe delle pulizie non sanno da dove iniziare. Esco in terrazza a farmi una siga svaccato sui divanetti, e becco Pino e Laura che hanno avuto la stessa idea. Laura &egrave un pò imbronciata.
Non ho molta voglia di parlare, ma in qualche maniera devo giustificare la mia entrata in scena…
-Posso?- sedendomi
-Fai pure- mi dice Pino
-E’ andata-
-E’ andata, ma voi siete matti-
-E’ il problema di sto posto, non ti danno scalette o indicazioni, e ti ritrovi a dover rincorrere… I ragazzi tutto ok?-
-Oh, loro si sono divertiti, quando la gente risponde loro si divertono sempre-
Suona il telefono di Pino, risponde:
-Si, cosa c’&egrave? Si, no, ok arrivo, nono, stai li, arrivo, lascio Laura qui e ci penso io – riattacca -devo andare, Laura, pensa al cash e ci vediamo in albergo, ok?-
-Mh mh-
-Ciao XXX, alla prossima-
-Ciao Pino, a presto-

Faccio decantare l’atmosfera un minuto
-Problemi?- chiedo a Laura, con la faccia sempre scura
-Nono, tutto a posto-
-Guarda che difficilmente si sarebbe potuto fare meglio…-
-Ma si, &egrave che sembra che non vada mai bene, &egrave da due mesi che faccio serate con loro e rompono in continuazione. Se non gli va bene che mi mandino via e fanculo-
-Evidentemente va bene quel che fai, non penso che ti tengano solo perch&egrave hai delle tette da favola e delle gambe da urlo- MA CHE CAZZO STO DICENDO???

Laura si gira e mi guarda interdetta, probabilmente indecisa se tirarmi uno schiaffo, mandarmi a cagare o cosa.
Cinque secondi di silenzio esplorativo, poi prorompe in una risata cristallina, e tiro un sospiro di sollievo.

MA CHE CAZZO TI PIGLIA??

-Ti va di bere?- chiedo
-Cazzo si- risponde sullo sfumato della risata
-Mojto birra o Jack?-
-Birra e Jack-
-Andata-
La lascio che ancora ghigna per la mia faccia da culo, e in due secondi torno con due birre e due Jack
-Ai lavori di merda- brindo
-Ai capi stronzi-mi risponde
-Ai colleghi- rilancio
-Con o senza tette?-
-Ok, se ti ha dato fastidio facciamo che non l’ho detto-
-Ma l’hai detto-
-Eh già-
-E non mi ha dato fastidio-
-Ah-
Laura butta giù il Jack in un fiato, e ci beve una sorsata di birra dietro
-Dammi una sigaretta-

Mi giro per prendere il pacchetto, ma vengo spinto disteso sul divanetto, e sento il sapore del Jack e della birra in bocca, ma non di quello che era nei miei bicchieri.
Laura mi schiaccia contro i cuscini con tutto il suo corpo, sento il suo seno sul petto e la sua lingua in gola.
Sono preso un pò alla sprovvista, e in un flash di lucidità penso che se qualcuno del locale mi vede sono lievemente sputtanato. Pensare che una volta ero un ragazzo fedele…

Riesco a staccare a fatica Laura dalla mia bocca:
-Aspetta un attimo, cazzo, un attimo…-
-Che c’&egrave, le mie tette non ti piacciono più o abbai ma non mordi?-
Eh no, fanculo, se la metti giù dura mi arrabbio
-Ragazzina, vieni un pò con me-

La strattono e la porto nei camerini, fortunatamente ormai vuoti e ridotti in un campo di battaglia di bottiglie e bicchieri vuoti. Spingo dentro Laura che si gira e mi squadra con sguardo da diavoletta e un ghigno da malintenzionata. Chiudo la porta a chiave, mi avvicino, la prendo per i capelli inclinandole indietro la testa e ricominciamo a pomiciare da dove avevo interrotto.

Partendo dalle gambe risalgo con le mani facendo alzare la gonna fino sopra l’attaccatura del sedere, e da li prendo il bordo e lo sfilo con forza, buttandolo in un angolo. Mi godo la visione di Laura in reggiseno, tanga neri e autoreggenti. Faccio per riavvicinarmi ma appoggiandosi alla mensola della specchiera Laura alza una gamba e mi punta una scarpa con il tacco sull’addome.

Spingendo mi fa atterrare su una sedia.
-Rimarrei molto delusa se tu non li avessi- mi dice Laura
-Mi hai preso per un dilettante?-
Una volta ero un ragazzo fedele…

Tiro fuori da una delle dieci tasche dei pantaloni da lavoro una striscia da dodici di profilattici, facendoli sgranare tipo porta carte di credito a fisarmonica
-UUUUUhhh, impressionante….- sussurra ironica.

Prende l’ultimo della strisciata e lo stacca con un colpo secco del polso, se lo mette fra le labbra e si siede a cavalcioni delle mie gambe.

Non riesco a togliere gli occhi dalle sue tette, e mentre mi ipnotizzo sui capezzoli che si intravedono attraverso il pizzo del reggiseno, Laura mi abbassa la cerniera, mi tira fuori il cazzo e comincia a masturbarmi con una mano e a massaggiarmi le palle con l’altra. Quando raggiungo l’erezione completa, strappa con i denti la confezione del profilattico e me lo infila, scosta il tanga e mi fa scivolare in profondità dentro di lei. Con un movimento fluido si toglie il reggiseno e godo dello spettacolo delle sue tette che morbidamente ondeggiano seguendo il ritmo della cavalcata. Non ha fretta, e non ho fretta, destino volle che domani abbia preso turno di riposo al mio lavoro diurno. Ne avrò bisogno…

Laura, mantenendo il ritmo, stringe le tette con le mani e cerca di soffocarmi facendomici affondare il viso, mentre con le mie di mani stringo fermanente il suo culo sodo, abbastanza da lasciare la firma sulla sua pelle bianca.
E’ una posizione che apprezzo, ma visto che tengo botta, voglio dare un pò di pepe alla cosa, piego le gambe e sollevo Laura alzandomi dalla sedia. Lei abbozza un sorriso storto e in un secondo si trova inchiodata sul divano dalla parte opposta, incapace di comandare il ritmo.
-Non sei solo brava come fonico…-
-E ancora non hai visto niente-
-Quello che vedo mi piace già parecchio-
Allunga la mano in mezzo alle mie gambe e comincia a massaggiarmi i testicoli
-Si può fare sempre meglio-

Mi appoggia un tacco sulla spalla piegando completamente la gamba, e mettendoci la giusta forza per farmi passare la voglia di opporre resistenza mi spinge via. Scivolo in ginocchio a cazzo teso, mentre lei lentamente allarga le gambe e scosta il tanga, tormentandosi il clitoride e guardandomi negli occhi sempre con un sorrisino perverso sul volto.
-Tra colleghi non bisognerebbe provocarsi in questa maniera…-
-Un collega non guarda sotto la gonna mentre lavora…-
-Volevo solo essere d’aiuto…-
-Bene, allora leccamela e fallo bene-

Mi chino e bevo l’abbondante succo che esce dalla figa. Comincia succhiando le grandi labbra, poi immergo la lingua in profondità, per risalire e circoscrivere con la lingua il clitoride che mi porge con le dita. Laura fa scivolare una mano tra i mie capelli e guida il mio lavoro. Ormai fradicia di umori e saliva, la sento aumentare la frequenza del respiro, ne approfitto e allungo una mano a raggiungere un capezzolo e con l’altra uso il pollice per stimolarle l’entrata della vagina e l’indice per lo sfintere. E’ mia, gode a ondate e vengo sommerso dal suo orgasmo, che sembra non terminare mai. La lascio finire, e mi stacco per riprendere fiato.

Davanti ho l’immagine di Laura che riluce come solo una donna in post orgasmo può fare: ha le guance arrossate, le gambe tremano leggermente, gli occhi sono lucidi e profondi come una laguna, e nessun hairstylist può replicare la bellezza dei capelli scompigliati dal sesso. E poi, quel meraviglioso, fanstastico seno, da perdercisi a salire e scendere come sulle curve di una collina.

La visione mi riempie così tanto che mi dimentico che siamo 1 a 0 per me, o meglio, non mi sembra così importante. Mi basta stare a guardarla ancora per un pò.
-Non dirmi che abbiamo finito-
-Non per altro, sono le cinque, e mi stupisco che non abbiano ancora provato a entrare a pulire i camerini. E poi non dovevi pensare al cash?-
-Me ne fotto del cash, non lascio un lavoro a metà-
Laura si alza, mi prende, mi sbatte letteralmente sul divanetto, mi sfila il profilattico e mi ritrovo a godermi la migliore spagnola che abbia mai sperimentato. Ha un seno quasi duro da quanto &egrave sodo, e me lo stringe forte intorno al cazzo. Sento il mio cazzo ingrossarsi, lei se ne accorge e aggiunge un lavoro di bocca alla punta del cazzo al lavoro di tette. E troppo, vengo con schizzi densi che prendono in pieno volto Laura che sorride soddisfatta. Altri schizzi raggiungono lo specchio e la porta d’ingresso.

Due minuti per riprendermi e sento qualcuno che prova ad aprire la porta del camerino.
-C’&egrave qualcuno?- chiede Camilla, la ragazza delle pulizie
-Si Cami, sono io, ci siamo addormentati con il tecnico della band in camerino, un minuto e ti lasciamo libero-
Laura scoppia a ridere come una ragazzina tenendosi una mano davanti alla bocca per non farsi sentire, e anche io mi sento come chi ha combinato una marachella…

Prendo un pò di carta igienica e cerco di levare la maggior parte dei “segni”, mentre lei si riveste. Mi risistemo, apro la porta e trovo Camilla davanti che mi guarda con aria interrogativa. Gli faccio il gesto del tranquilla, tutto a posto, e la porto via con la scusa di farmi compagnia per un caff&egrave, per far uscire Laura senza essere vista. Mentre sono al banco vedo con la coda dell’occhio Laura che guadagna l’uscita di sicurezza, ormai anche Alban &egrave andato via, siamo praticamente da soli nel locale. Do un bacio sulla guancia a Camilla e esco respirando l’aria delle cinque di mattina. Laura &egrave appoggiata alla mia macchina.

-Volevo salutarti prima di andare in albergo-
-Ti accompagno-
-Ho chiamato un taxi, tranquillo. Anzi, tieni il tuo cel, ti era caduto mentre… dormivamo.-
-Grazie, cavolo, senza non mi ricordo un contatto che sia uno-
-In effetti, sono sicura che ti aiuterà a ricordare …-
-Cosa?-
-Niente, tranquillo- sguardo birichino…
Il taxi si ferma, io e Laura ci diamo il cinque, come buoni colleghi, lei sale, gli chiudo la portiera e il taxi riparte oltre la curva.
Mi stiro la schiena indolenzita e butto un occhio al telefono per vedere che ore sono… ma da quand’&egrave che ho la foto di un paio di tette come sfondo ?…

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