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Racconti Erotici Etero

alessia la mia fedele

By 16 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

sono un prete di 56 anni,corporatura normale ma tonica atletica , alto 1,78 calvo capelli bianchi sui lati ,occhi castani e vi racconto una storia che mi e’ accaduta veramente con una mia fedele. Da pochi anni mi ero trasferito in campania.Da li durante le confessioni conobbi un giovane donna di 28 anni .Lei molto carina mora un po’ somigliante per darvi un’idea alla federica nargi.Devo essere sincero anche se il mio lavoro mi proibisce di vedere una fedele al di la’ del suo carattare ho sempre avuto un debole per le more.All’inizio quando la vedevo da lontano provavo inquietudine ma poi incominciare a sentire qualcosa di diverso e forte verso di lei specialmente quando mi fissava con quei occhi profondo , ogni volta che entrava in chiesa.Incominciai a notare alcuni imput da parti sua . Volevo capire meglio cosa era questa cosa che sentivo e cosi’ un giorno me la feci presentare da vicino da un’altra mia amica.Era molto gentile e aveva una voce piu’ dolce a differenza di quando mi aspettassi,Cosi’ entrai nelle sue simpatie e incomiciammo a sentirci per telefono ma senza mai sbilanciarci.Durante le confessioni incominciai a capire che il mio corpo sentiva qualche forte atttrazione improvvisa verso di lei. Ma lei non si tiro’ indietro anzi quando percepi’ questa situazione in me mi invito’ ad un incontro privato nel confessionale non per confessarsi ma per discutere un po’ su alcune cose sue personali. Io accettai All’inizio pensavo che lei scherzasse quando mi aveva detto che voleva parlarmi in privato. Ma il suo tono di voce era sincero, era assolutamente seria e i suoi occhi lanciavano segnali evidenti. Sapevo che la cosa mi entusiasmava ,
era già abbastanza eccitato e pieno di aspettativa ma sapevo anche che erano pensieri impuri..Arrivo’ il giorno dell’ incontro e quando arrivo in chiesa il suono dei suoi tacchi sul pavimento
si amplificava, riecheggiava, disperdendosi tutt’intorno.
Seduta alla prima panca davanti all’altare stavano due vecchine piegate
su di loro, bisbigliando preghiere con in mano il rosario.
Le vetrare colorate, sulle quali erano ritratti in stile gotico la
Santa Trinità, più numerosi martiri e santi, venivano
colpite dalla luce del sole, che proiettava arcobaleni sfocati sulle
piastrelle.
C’era un clima di pace e serenità. E io mi sentivo così
strano. Forse quei pensieri che poi mi entusiasmavano mi rendevano nervoso ma eccitato. Stavo facendo
entrare il peccato nella casa del Signore.
ammettere alcuna replica. Lì dove si predicavano la castità, il
matrimonio, la fede e la purezza del corpo e della mente, io varcavo la
soglia vestita dei più sporchi pensieri, di tentazione, di
desideri peccaminosi.
Lei aveva pensato ad un preciso abbigliamento,pudica e semplice
come io mi avevo detto di fare. Guardando il Cristo in Croce, fatto in legno, in alto sopra l’altare.
Mi guardai intorno ed era li seduta ad aspettare un mio cenno .Da una postazione poco invista gli feci cenno di venire da me
Mi diressi al confessionale e mi ci chiusi dentro.
Dall’altra parte non c’era nessuno, silenzio assoluto.
Il cuore mi martellava in petto ed ero scosso da tremiti per tutto il
corpo, non tanto per il freddo, quanto per l’agitazione. Ero in preda
all’ansia ,secondo la mia visione e l’interpretazione durantele piccole conversazioni e le confessioni da quello che avevo potuto constatare anche lei era molto esigente quando si trattava di mettere in pratica i suoi sogni erotici. Doveva essere
tutto come avevo pianificato, la voce, i discorsi facevano capire molto.
A un tratto sentii il rumore distinto della porta che si apriva. Un’ombra passò davanti alla grata.
Era lei si sedette e chiuse accuratamente la porta.
Subito incomincio’a parlarmi della sua sofferenza interno ci era lasciata da 6 mesi con il suo ex e da quanto mi aveva conosciuto lei spesso mi pensava.Io a queste parole risposi
– Tu devi ascoltarmi, capito? – mi limitai a dirgli, deciso.
lei assentii con la testa, trattenendo il fiato.
– Devi solo fare tutto quello che ti dico.
_cosa vuol dire devo fare tutto quello che mi dice mi rispose
_hai fiducia in me e in DIO
con un cenno di sì. Dalla sua bocca uscivano piccole nuvolette
di vapore condensato. Osava a stento respirare, tanto era nervosa.
emisi un sospiro di compiacimento.
-se molto bella lo sai e ti dico che un debole per le more , noto in te qualcosa di nascosto ma bello e voglio capirti affondo e gli chiesi se aveva mai fatto pensieri impuri su di me in questi mesi. Rimase perplessa in quel momento ma era la verita’ e con un po’ di rossore sul viso mi dissi di si.. In un attimo mi assali’ un calore forte e preso dalla voglia di scoprire quei pensieri e cosi’ mi alzai mi avvicinai a lei e da dietro incominciai ad accarezzarle i capelli e il collo e sussurrando di stare tranquilla.Lei inizialmente fu scossa ma poi acconsenti’
-Ora apri molto lentamente il cappotto, ma tienilo addosso.
Io portai le mani sul collo fino ad arrivare sul petto e scivolando nei seni.
mentre mi accingevo ad
aprire anche il secondo Feci lo stesso con il terzo ed il quarto. Poi,
con fare seducente, scostai i lembi del cappotto, in modo che potessi
vedere il suo corpo.
Lei rimase ferma immobile con gli occhi chiusi. Io la guardavo Portava dei jeans aderenti con un maglioncino aderente di color rosa.Il suo respiro si era fatto affannoso, e a volte rantolava.Notai che anche lei Stava perdendo la testa.
– Brava. Sei proprio brava. Sei proprio come ti immaginavo –
sussurrai e accarezzando i cappelli e le tempie mentre era seduta passai una mano sopra la tua
testa e piano piano scesi di nuovo sul collo, accarezzando la sua pelle tenera e morbida, sussurandogli: cosa senti ??? e lei rispose : padre sento un calore e rilassamento , cosi’ la feci alzare le braccia e con un movimento lento e piacevole sollevai il maglioncino facedola rimanere solo col reggiseno. La sua eccitazione era evidente tanto che si notavano i capezzoli ingrossati nel reggiseno trasparente e un po’ di sudore sotto le braccia, incominciai a toccarla sui fianchi ma la cosa piu’ evidente fu quando la feci alzare e le abbassai i jeans lentamente notai in primis un bel lato b poi mettendo una mano dietro tra i glutei e la vagina sentii quest’ultima pulsare per l’eccitazione e
la vischiosità dei suoi umori bagnarmi la mano e la
zona del perineo. Colavano, tanto ero eccitata.
– Ora alzati e mettiti in posizione frontale verso di me e girati allarga le gambe e appoggia le mani sulla sedia le dissi , cosi’ feci e girandosi in quella posizione mostrando tutto il culo.L’ambiente era
stretto, e la posizione era molto scomoda. Ma l’idea mi piaceva e anche a lei
e questo cosa mi eccitato tanto che sussurai nel suo orecchio
– Sei proprio vogliosa. Vorresti farti scopare
tutta, non &egrave vero? Vorresti farti montare dal mio cazzo duro,
dillo.
lei esito’ per un attimo, non sapendo se volessi davvero che rispondesse ma poi gli dissi – Dillo – le ordinai, sibilando.
– Sì, &egrave vero, vorrei farmi montare padre dal tuo cazzo – esclamo’, vogliosa.
– Ti piace, vero, lo vorresti spompinare?
lei annuii.
– Sì, sì, lo vorrei spompinare.
.- Avanti, dimmi che cosa vorresti fare descrivimelo. Parla,
Il mio respiro era ansante e irregolare. Mi stavo eccitando da morire.
– Vorrei sentirmi tua padre.
A queste parole eccitato mi avvicinai da dietro incominciai a toccarla sul collo e a baciarla sul collo e contemporaneamente e leccarla , poi le tolsi il reggiseno e la feci girare e baciandole di nuovo sul collo e scendendo sul petto e sui seni , le piaceva un sacco si sentiva dalle smorfie del suo viso.Aveva i seni gonfi e alti per l’eccitazione e non riusciva piu’ a controllarsi, li stringevo e li sollevavo,si morse la lingua per non cedere
all’impulso di urlare.Avrei voluto
scopare subito.
però avevo ben altro in mente. Chiusi la porta per bene.La feci appoggiare su un tavolino di legno piccolo con le gambe divaricate e aperte mi abbassai e spostando il perizoma , incominciai a leccare tutta la fica bagnata , ero iin exstasy dopo circa un 10 min circa arrivo’ al primo orgasmo . Poi mi alzai mi sbottonai i pantaloni e li abbassai presi il mio cazzo bello duro e lo infilai nella fica lentamente con degli affondi molto lenti e profondi e dopo una quindicina di affondi la feci alzare e girare e la feci alzare una gamba sul tavolino la penetrai di nuovo nella fica e mentre la scopavo in fica con una mano la toccavo i fianchi e stimolavo l’ano con un movimento ondulatorio, ormai era diventata la mia cagna. .
– Brava, continua così., rilassati , ti piace vero?? e lei rispose: si molto padre continua non fermarti : Questa fighetta &egrave ancora giovane, inesperta. Ha bisogno di essere dilatata in un certo modo , non molto dotato in lunghezza ma in doppiezza e cosi’ la fece di nuovo girare e allargare le gambe e di nuovo mi abbassai tra le sue gambe .
Sentii la mia lingua umida e fresca leccare i suoi umori.
– Che buon sapore che hai, le dissi, incomincio’ a mettere anche le dita e
Quando le tolsi da lì, fecero un rumore strano, come di risucchio, e sapevo che era il segno che era eccitatissima.
– Ora metti le dita in figa, bagnatele per bene e poi voglio che le metti nel tuo culetto.
– Questo buchino &egrave ancora vergine. Bisogna fare piano, non
&egrave vero? – le dissi .Uno per uno, mise ogni dito nel culetto, in modo da fare lo stesso
effetto della vasellina. Poi quando fini’ le dissi di stare
fermissima.
avvicinai il viso al suo culetto, sentivo il suo respiro
caldo e umido sulla pelle. Poi uscì la lingua e me la
infilai dentro al buchino.
Emise un gemito di piacere, sperando che nessuno ci avesse sentito,
. Il piacere che provava era fortissimo. Non contento, misi più dita insieme
in figa, senza preavviso, e cominciai a sditalinarla per bene.
Si muoveva in preda a forti pulsioni, tanto ero
eccitata. Sentivo le mie dita fare rumore nella sua fighetta,
impregnandosi del suonettare caldo. Aumentai il ritmo, mentre
spingevo le dita sempre più a fondo.
Gemeva e questa cosa mi eccitava sempre di piu’ senza più controllarmi, desiderando soltanto che lei.
Introdussi la lingua ancora un pochino nel suo buchetto e in quel
momento venne copiosamente, sentendo i suoi umori e vedendoli scorrere lungo le
cosce.
Era bagnata fradicia. Ma non ero soddisfatto ancora, volevo ancora quel piacere sublime, volevo provarlo di nuovo.
.- Mettiti appoggiata alla porta e alza una gamba.le ordinai
Si misi in quella posizione, e appoggio’ la gamba alla parete opposta, io mi avvicinai e tenendo il cazzo duro in mano, lo misi alla
fessurina della fighetta e lo feci entrare con forza.La doppiezza si faceva sentire Spinsi il cazzo sempre più a fondo, facendomelo sentire
tutto, riempiendo le pareti della sua fighetta. Presi una tetta in una mano e cominciai a palparmela e stringendola forte nel palmo.
– Ti piace , vero? Ti piace sentire il mio cazzo nella tua figa, ammettilo.
lei non fu capace di fare altro che assentire.
– Sì, &egrave vero, sì, mi piace tantissimo, ancora! – .
cominciai a spingere più forte e più veloce,
mentre i nostri genitali producevano dei rumori osceni scontrandosi
l’uno contro l’altro.
Le mie mani forti e doppie la presero le natiche e la strinsero e questo la fece letteralmente impazzire dal piacere.
Puntello’ le braccia alle pareti e spinse il bacino un
po’ in su e verso di me, in modo che la potessw impalare per bene. Spingevo con più forza e a un ritmo sostenuto, emettendo
grugniti ti eccitazione.
Stavo quasi per venire e, infatti, uscì di scatto da
lei, mi masturbai velocemente e facendola abbassare diressi il getto verso di lei, schizzandomi tra i
seni, nella bocca, sulla faccia. Ma lei ancora vogliosa prese il cazzo semi eretto e lo mise in bocca circondo’ la mia verga con le labbra, ripulendo per bene la mia asta
con la lingua e succhiandolo per tutta la sua lunghezza. Il membro
membro divenne subito di nuovo duro tanto che la presi i capelli con le mani, tenendoli stretti in modo che io non
potesse muoversi. Poi cominciai a dare forti spinte verso la sua
bocca, scopandola, spingendo il mio cazzo fino in gola. Cominciai a rantolare forte per il piacere.
– Ah, sì, sì, ingoia , ingoiamelo tutto, forza,
senti come spinge. Ancora, ingoiamelo, ancora, ancora. Sì,
sì, vengo, vengo! – urlai, in preda al piacere.
In un attimo un altro fiotto di sborra calda inondò la sua bocca.
Mi usci’ così tanta sborra che colò dagli angoli delle sue labbra
labbra. la ingoio’ per bene, gustandola Sfinito mi sedetti, dopodich&egrave riprendemmo fiato.
Nel giro di cinque minuti ci eravamo rivestiti.Io uscii per prima, in
modo da non destare sospetti nel caso ci fosse qualcuno. Per fortuna la
chiesa era rimasta vuota. .
Ma sapevo che, quel giorno, avevo già fatto abbastanza.
Dopo qualche momento uscì anche lei , perfettamente in ordine.
Non ci dicemmo niente, ci scambiammo solo uno sguardo di intesa. Poi io mi girai e ci salutammo.
loveme21@live.it

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