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Come sono diventato l’amante di mia figlia Vanessa – Capitolo 5: Passione sul divano

By 21 Gennaio 2020No Comments

Una sera, dopo che per qualche giorno la nostra passione si era calmata, lei si siede accanto a me sul divano mentre guardo la TV. Lei è come quella sera sul divano che aveva preceduto la nostra prima unione proibita. Indossa una camicia da notte molto trasparente e delle mutandine in pizzo. Questa volta però non ha il reggiseno sotto ed i suoi seni di marmo con i piccoli capezzoli ben marcati sono ben visibili in trasparenza. Si mette accanto a me con le sue lunghe gambe incrociate sul divano. Le appoggio la mano sulla sua lunga coscia e lascio il mio membro erigersi in libertà sotto il pigiama. Lei fa finta di niente, come se stesse giocando. Faccio scivolare la mano sempre di più verso il suo sesso facendo finta di niente. Con naturalezza, accarezzo la coscia sopra il sottile tessuto, facendo finta di niente. Il mio membro pulsa al piacere di quel contatto intimo con la sua coscia, ed comincia a bagnarsi abbondantemente. La guardo soffermandomi sui seni sodi e sui capezzoli che si intravedono in trasparenza ritti come chiodi e le dico con tono indifferente:

– Ma ti sei messa così apposta per eccitarmi?
– No papà, sono vestita come sempre prima di andare a dormire…
risponde sapendo benissimo che non è vero. Non si sarebbe messa così senza il reggiseno sotto…

– Ah sì? Ma lo sai che mi ecciti anche quando hai molto di più addosso?
Le dico riferendomi a quella sborrata che mi ha fatto fare sui pantaloni di finta pelle, e le accarezzo tutta la coscia, dove la avevo spruzzata tutta…

La sua mano si posa sulla mia fermandola.

– Dai papà, adesso non ho voglia…
Mi dice lei cercando si apparire seriosa e decisa, mentre le sue labbra malcelano un sorriso malizioso.

Allora continuo e le racconto di un fatto vero:

– Lo sai che una volta ho letto in una rubrica su una rivista, di una ragazza che raccontava che un giorno era rimasta a casa da sola col padre, divorziato. Di mattina in cucina si era trovata davanti il padre in pigiama con un’erezione mattutina in pieno e lui le ha strappato la camicia da notte e l’ha violentata…

– Ah sì, e poi?
Chiede lei con civetteria. E’ ormai evidente che lei sta giocando. Così’ le rispondo:

– E poi visto che mi arrapi come un toro, ti violenterei anch’io adesso…
– Ma tu sei il mio torello, non hai bisogno di violentarmi… solo che adesso non ho voglia…
risponde lei maliziosamente. Lei sa che quando mi dice “torello” mi arrapa alle stelle…

– Ah si? Allora adesso ti violento figona, resistimi se riesci….
Le dico giocosamente ma carico di eccitazione, intanto che la distendo sul divano e faccio per mettermi bruscamente su di lei.

Lei sta al gioco e cerca di respingermi, senza fare troppa forza. Mi respinge con le mani sul petto, mentre io mi butto di peso su di lei, e lei gira la faccia per evitare che la baci, eccitandomi ancora di più. Infilo le mani sotto la camicia da notte e raggiungo i suoi seni di marmo, che diventano ancora più turgidi fra i miei palmi. Lei grida “No! Lasciami!” eccitandomi ancora di più. La mia asta dura al massimo sotto il pigiama preme contro il suo pube. Lei chiude le gambe per impedirmi di assestarmi bene. Tengo sempre le mani suoi suoi seni nudi sotto la camicia da notte. Intanto lecco con libido il suo collo meraviglioso e le sue guance, gemendo come un allupato. Lei gira la testa da un parte all’altra come per cercare di scansare le mie lappate di lingua, ma le sfuggono gemiti di piacere che non riesce a mascherare. La mia lingua scivola nella sua bocca e lei fa finta di respingerla. Il mio membro si bagna sempre di più. Le sue mani premono sempre contro il mio petto fingendo di respingermi, mentre cerco di sprofondare fra le sue cosce per premermi bene contro la sua figona. Le sue mani che fingono di respingermi mi eccitano un casino. Lecco come un allupato il suo collo e le sue guance lisce. Mi immagino di essere un 20 enne eccitato che cerca di violentarla dopo averla vista ballare in discoteca. Riesco ad allargarle le cosce con le mie ginocchia e scivolo contro il suo sesso. Finalmente la mia asta si assesta nel suo spacco, coperto da un lembo della camicia da notte. Entrambi gemiamo impazienti.

Porto le mani sotto di me e afferro la camicia da notte che le ricopre il sesso. Le mie nocche ne sfiorano la sua morbidezza proibita facendola gemere. Con uno strappo deciso lacero la sottile camicia da notte. “No!No!…” grida lei. Con un tirone apro un lungo strappo fin quasi ai seni. Lei finge di dimenarsi ondeggiandosi lateralmente. Il suono del tessuto che si strappa scoprendo il suo corpo meraviglioso e proibito mi eccita all’estremo. Continuo lo strappo scoprendole i seni. Lei grida ancora “No, no!” ed io apro altri strappi per sentire ancora quel suono eccitante del tessuto che si trappa. I suoi seni di marmo che spuntano dai lembi strappati sono irresistibili. Afferro i seni a mani piene e li massaggio gemendo come un allupato. I capezzoli sono ritti come chiodi, deve essere arrapatissima anche lei. Mi butto sopra di lei, infilo le dita sotto il pizzo delle mutandine, ai lati del cavallo all’altezza del clito e scivolandole fin sopra il suo spacco. Il pizzo è fradicio… Ruggendo dall’eccitazione tiro e strappo il pizzo delle mutandine. Le apro in due fino in cima e poi dietro, sotto il suo sedere meraviglioso. “No!,No! Lasciami!” grida lei ormai incapace di mascherare l’eccitazione. Mi abbasso il pigiama liberando l’asta bagnata e affondo fra le labbra fradice del suo sesso che mi risucchia in lei. Appena varco l’ingresso il mio glande si scopre completamente. Lei con maestria stringe con forza le sue cosce a me, per impedirmi di avanzare più profondamente dentro di lei. Facendo così i suoi muscoli vaginali si contraggono e mi fanno godere ancora di più. Sono alcuni giorni che non sborro e sono eccitatissimo. Si preannuncia una sborrata record…
La sua vagina tonica intrisa di miele si stringe attorno al glande facendomi contrarre e bagnare dal piacere. Ruggendo e gemendo tento di insistere e di avanzare in lei, ma lei mi strige abilmente fra le cosce, gridando “No! No!!” eccitandomi ancora di più. Mi muovo standole dentro per metà, cercando di affondare di volta in volta un po’ di più, ma le strette della sua vagina in quel punto, quando lei stringe le cosce si fanno sentire al meglio, come se mi mungesse. Il glande è imprigionato fra le sue pareti, poco dopo il suo ingresso.

– Ohhh Vanessa, così mi fai godere ancora di più…
Le grido io poco prima dell’orgasmo. I movimenti che posso fare avanti e indietro sono molto limitati, ma il serraggio della vagina e delle sue cosce mi fanno esplodere.
Ancora qualche fitta avanti e indietro così e urlo come un forsennato, mentre eiaculo tutto il mio seme, ben serrato nella sua vagina.

– OOOOOHHHHH……..
Grido come forsennato a quell’esplosione di seme che sento percorrermi il membro

Lei grida forte “AAAHHH! ….AAAhhh!!!…….AAAhhh!” in corrispondenza degli schizzi e delle mie contrazioni che fanno gonfiare l’uretra come una canna, mentre enormi getti di seme caldo le si iniettano dentro.
Metà della mia asta è immersa nel suo avvolgente calore, mentre metà è “al fresco” fuori, bagnata dei suoi umori. Un orgasmo fortissimo, eccezionale. Talmente voluttuoso che la mia asta fa fatica a smollarsi e rimane parzialmente dura. La estraggo e quasi tutto il seme eiaculato poco dopo il suo ingresso sgorga bianco sul divano.

– Guarda Vanessa, come mi hai fatto sborrare, come mi hai fatto impazzire, sei una meraviglia… ma non è finita, ce n’è ancora per te…

Mi rituffo dentro di lei ed in quel caldo scivolare il membro ritorna completamente duro. Lei ormai impaziente di godere apre le gambe accogliendomi tutto in lei. Lei viene gridando sotto i miei colpi sul divano. I nostri movimenti hanno imbrattato tutti i cuscini del divano col seme che era sgorgato prima.

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