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Don Calogero – epilogo

By 19 Ottobre 2021No Comments

Prosegue e si conclude con questo episodio il racconto che vede coinvolti un prete, due giovani che chiedono a lui essere sposati e un perverso ricatto.
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N.B. I protagonisti del racconto si intendono maggiorenni e consenzienti

Anna si era spogliata completamente, si era messa in ginocchio,
con le mani giunte e lo sguardo basso.

“Anna…” – la chiamò Don Calogero
“Mi perdoni padre, perchè ho molto peccato.” – iniziò a parlare Anna

Il parroco si avvicinò lentamente a lei.

“Sono andata via dal villaggio dopo la maturità, ho conosciuto Matteo e con lui ho convissuto durante l’università.
Siamo finiti in città diverse per lavoro, ma dopo tanti sacrifici siamo riusciti a ritornare a convivere.
Vuoi sapere lo amo veramente?”

Anna alzò lo sguardo andando a cercare quello di Don Calogero

“Matteo è un bravo ragazzo, molto comprensivo…mi capisce e io capisco lui. Andiamo daccordo, anche a letto.
Agli occhi di molti sembriamo una coppia perfetta, io conosco bene le sue esigenze e lui crede di sapere come sono fatta.
Matteo crede di conoscermi profondamente ma…”

Anna si interruppe, prese fiato e, decisa a vuotare il sacco, continuò

“…ma non sa che da anni io penso a te, Calogero. Ho provato mille volte a cacciar via quei pensieri impuri,
ho provato ad andare a letto con altri uomini, tradendo la fiducia di Matteo, con la speranza di riuscire a provare
quelle sensazioni che solo tu con un solo sguardo in un solo attimo riesci a procurarmi ma…nulla.
Ho peccato, tanto, nella speranza di riuscire a cancellare questa ossessione che ho per te.
Il lavoro e i ritmi frenetici erano riusciti a distrarmi, credevo di aver voltato pagina ma…”

Don Calogero allungò una mano per carezzarle teneramente i capelli

“…entrando qui, oggi mi sono resa conto di aver inutilmente ingannato me stessa”

Le mani giunte di Anna si mossero in avanti per raggiungere l’orlo della tonaca del parroco,
la sollevarono fino al bozzo che Don Calogero continuava ad avere tra le gambe.
Lo sguardo di Anna abbandonò quello del prete per concentrarsi insieme alle mani nello slacciare e abbassare i pantaloni e gli slip di Don Calogero.
Immediatamente il sesso del parroco si stagliò di fronte agli occhi di Anna che senza esitare lo prese tra le mani, lo scappellò e lo portò a pochi millimetri dalla sua bocca.

“Io da qui non esco se prima non avrò la tua benedizione!” – disse Anna con la voce roca sollevando nuovamente lo sguardo in direzione di quello del prete.

Poi fece sparire l’erezione di Don Calogero tra le sue labbra.
Un uhhhhhh di piacere si liberò dalla bocca di Don Calogero: quell’improvviso cambio di programma, la confessione di Anna e infine la sua calda bocca attorno al suo sesso avevano portato il parroco sull’orlo dell’orgasmo.
Don Calogero cercò di riprendere la giusta lucidità mentre la bocca di Anna scorreva senza sosta su e giù sulla sua erezione diventata ancora più possente.
Si sentì venir meno le gambe quando la ragazza dopo l’ennesimo su e giù con le labbra, aprì la bocca e spinse con decisione la testa in direzione del prete facendosi scivolare fino alla gola il sesso di Don Calogero.
Anna restò immobile così, con il fiato sospeso, le sue labbra a pochi centimetri dal pube del parroco, per un tempo che a Don Calogero sembrò infinito.
Quando sentì di aver essere arrivata al limite, Anna indietreggiò, staccandosi dal sesso del parroco e iniziando ad ansimare forte.

“Io…da qui…non esco…senza la tua…benedizione!” – ribadì nuovamente Anna con il fiato corto.

Don Calogero si chinò su di lei e raggiunse il suo volto ancora paonazzo.
Avvicinò la sua bocca alla fronte e la baciò teneramente.
Lei, di scatto, afferrò con le mani il viso del parroco e con un gesto rapido portò la sua bocca
su quella di Don Calogero che per poco non perse l’equilibrio.
Un bacio, appassionato, focoso, intenso fu quello che seguì.
Un’agitata guerra di lingue e labbra che lottano con passione come se non ci fosse un domani.
Don Calogero sollevò sulle sue braccia il corpo di Anna, senza mai staccare la sua bocca da quella della ragazza che dal canto tenne saldamente le mani sul viso del parroco per impedire che quel lungo bacio si interrompesse.
Adagiata nuovamente sul morbido divano, Anna inizio a tirare su la tonaca di Don Calogero, decisa a spogliarlo.
Le loro bocche si separarono per un istante, il tempo di sfilare via la tonaca.
Tornarono ad unirsi in un nuovo bacio appassionato mentre le mani di Anna con rapidità e destrezza sbottonarono la camicia di Don Calogero infilandosi sotto la stoffa ad accarezzare il petto, i fianchi e infine la schiena.
Don Calogero si staccò da Anna per togliersi tutto.
Poi si fermò un istante ad ammirare estasiato il corpo nudo della ragazza.
Anna era distesa di fronte a lui, il volto rosso ancora reduce dall’ultimo appassionato bacio,
i seni tondi che si muovevano al ritmo del suo fiato divenuto leggero, i capezzoli dritti per l’eccitazione,
sulla pelle brillava qua e la qualche goccia di sudore, un curato triangolino di peli castani adornava il sul pube,
le gambe leggermente divaricate mettevano in mostra il suo sesso;
le grandi labbra erano gonfie e lucide di eccitazione, scosse di tanto in tanto da piccole contrazioni,
un piccolo rivolo di piacere le scendeva lentamente a lambire la stoffa del divano.
Fu quel piccolo rivolo di miele ad attirare lo sguardo di Don Calogero che si avvicinò nuovamente al corpo della ragazza.
Lo sguardo di Anna si fece interrogativo: il parroco aveva iniziato a fissare con fare serio un punto tra le sue gambe.
Si era poi avvicinato, scostando lentamente le gambe della ragazza, per avvicinarsi col viso e vedere meglio.
Un’improvvisa scossa di piacere fece saltare Anna che emise un urlo quando la lingua di Don Calogero
sfiorò sua pelle per assaggiare quel rivolo di piacere.
Dopo aver assaporato le prime gocce di quel miele prezioso, la lingua del parroco cominciò a cercare la fonte di quel rivolo,
percorrendo al contrario la strada che quella goccia aveva fatto.
Arrivò a lambire le grandi labbra della ragazza, causandole lungo gemito di piacere.
Poi cominciò a percorrere il sesso per tutta la sua lunghezza, facendosi strada successivamente tra le pieghe della pelle.
Le ondate di piacere nel corpo di Anna si moltiplicarono.
La ragazza iniziò a emettere dei lunghi lamenti interrotti da brevi intervalli per riprendere fiato mentre Don Calogero scavava
con la sua lingua tra le grandi labbra assaporando il miele dolcissimo prodotto dal sesso di Anna.
Quando finalmente le labbra di Don Calogero si posarono sul clitoride della ragazza per succhiarlo,
Anna si sentì venir meno dal piacere. Un improvviso orgasmo la scosse da capo a piedi facendola tremare.
Don Calogero non attese che la ragazza si riprendesse da quell’improvviso tremore ma continuò imperterrito a succhiare
e successivamente a leccare gli umori copiosi che il sesso di Anna produceva.

Nel frattempo Anna, ripresasi, aveva inizato nuovamente a viaggiare verso un nuovo orgasmo.

Arrivò improvviso come il primo, incontrollabile, intenso e devastante.
Anna cominciò nuovamente a tremare mentre tentava di portare una mano sul capo del parroco nel vano tentativo di fermarlo.
Seguirono degli istanti di semi incoscenza della ragazza, dopo i quali Anna, con fare deciso, sollevò tra le sue mani la testa del parroco
e gli sussurrò disperata: “Baciami!”
Don Calogero decise di spostare la sua attenzione sulla bocca della ragazza iniziando da un rivolo di bava che le era comparso in un angolo.
Non ebbe il tempo di poggiare le labbra sulla pelle della ragazza che Anna, con fare deciso, tornò ad incollare la sua bocca a quella del parroco.

L’ennesimo bacio appassionato.

Il corpo di Anna sotto quello di Don Calogero nel frattempo si era fatto sempre più irrequieto: le mani della ragazza dapprima intente
a carezzare ogni angolo della pelle del parroco adesso erano alla ricerca della sua erezione tra le gambe.
Don Calogero lo capì e si scostò quel poco da permettere alla ragazza di guidare dentro di se il suo enorme pene.
Il piacere di quella prima penetrazione che invase entrambi impedì loro di proseguire il bacio.
I due si staccarono, reclinarono indietro la testa e ad occhi chiusi si lasciarono trascinare dal piacere di quella lenta penetrazione.
Poi, assetati di piacere sempre più intenso, cominciarono a muoversi in modo sempre più frenetico, dando vita ad un amplesso via via sempre più focoso.

I due corpi si muovevano all’unisono, alle spinte di Don Calogero corrispondevano quelle di Anna che finalmente coronava uno dei suoi sogni più reconditi e inconfessabili.
Cavalcarono diretti verso l’apice del piacere: Anna fu la prima a raggiungere l’orgasmo.
Don Calogero, un’attimo prima di venire, ebbe quel barlume di lucidità che lo spinse uscire fuori dalla ragazza appena in tempo.
Caldi e potenti fiotti cominciaro a uscire dal sesso del parroco investendo il viso e il corpo della ragazza.
Anna accolse quella pioggia di seme su di se come l’agognata “benedizione” di Don Calogero.

Seguirono altri due amplessi con altrettante benedizioni finali da parte del parroco.
Il primo in cui il corpo di Anna a quattro zampe offrì al parroco la vista della sua meravigliosa schiena bianca mentre il sesso di Don Calogero spariva tra le carni della ragazza.
Raggiunsero l’orgasmo quasi contemporaneamente, Anna con il viso affondato in un cuscino per poter strozzare l’urlo liberatorio che
l’apice del piacere le aveva scatenato, e Don Calogero benedicendo le terga della ragazza impugnando saldamente il suo sesso e dirigendo in modo accurato i suoi schizzi sul corpo della ragazza.
Il secondo amplesso vide invece impegnata Anna a cavalcioni sul corpo di Don Calogero.
Fu lei questa volta a dettare il ritmo del piacere fino all’orgasmo.
Quest’ultimo dopo aver scosso per l’ennesima volta la ragazza si impadronì del prete che questa volta non riusci a divincolarsi in tempo e a uscire dalla ragazza.

Fu così che Anna ricevette la ultima e definitiva benedizione interna.

Don Calogero soddisfatto della confessione tanto quanto Anna fu contento di celebrare le nozze e di benedire (questa volta con l’acqua santa) gli sposi davanti ad amici e parenti nella chiesetta del villaggio.
Anna fu l’unica tra le ragazze del villaggio a ricevere quella benedizione interna. Alcuni mesi dopo le nozze tornò al villaggio a far visita a parenti e, ovviamente, a Don Calogero.
Come accaduto con le altre ragazze del villaggio, anche Anna tornò a confessarsi con Don Calogero. Ricevette quel giorno due potenti benedizioni interne che l’aiutarono a concepire il suo primo figlio.
Non sappiamo se vissero felici e contenti, tuttavia al villaggio la vita tra le ragazze scorre serena grazie al prezioso contributo che Don Calogero si prodiga a dar loro in modo disinteressato.

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