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Racconti Erotici Etero

*Gelati, adulteri e diavoli rossi**

By 1 Agosto 2006Dicembre 16th, 2019No Comments


Sorridi, scrutandomi con l’affetto di un vecchio amico, mentre divoro con voracità
anche l’ultima briciola del cono sul quale, fino a pochi minuti prima, troneggiava un superbo, enorme, gelato al cioccolato.
Anche se un pochino attenuato, data l’ora notturna, il caldo implacabile soffoca ancora il grande fiume, avvolgendo la città in una pesante cappa di umidità.
E’ molto tardi, ci stiamo avvicinando al parcheggio dove hai lasciato la macchina.
Ma all’improvviso ti volti verso di me e…
mi passi un dito sulle labbra, come a ripulirle di eventuali tracce di cioccolato mentre mormori:
-Come sei alta…ma che tacchi ti sei messa?-
-Te ne accorgi ora di quanto son alta?-vorrei risponderti ma mi blocco, perché i tuoi occhi, ridotti a due fessure dentro i miei, distorcono il senso del tempo e del luogo, sgombrando all’improvviso ogni dubbio dal mio corpo.
Mi vuoi, tu mi vuoi, come ti voglio io, da tempo, da una vita, da quando ti conosco.

-Madame, signora, bigotta, meschina, ipocrita e maldicente, posso scoparmi suo marito?
No???
Beh, lo sto per fare, si dia pace….-

Eccolo il diavolone rosso, inquilino da sempre della mia mente, che parla a ruota libera, a proposito e a sproposito…

Contro la sponda di questo muro ancora caldo, con il rumore del fiume alle spalle,
all’improvviso sono soltanto un vuoto a perdere di desiderio insoddisfatto,
esposta e bisognosa di azzannarti, per poi assaporarti lentamente.
Dopo il cioccolato il tuo sarà un dolceaspro sapore.
Ti avvicini di più, accarezzandomi un seno.
I miei occhi si dilatano e ti risucchiano fino a che la tua bocca dentro la mia e le tue mani che mi frugano ansiose mi rendono simile a un ordigno bellico pronto a esplodere.
Dovrei fermarti.
Lo vorrei, ma non posso.
Il senso del bene e del male si &egrave dissolto nella resina pura della mia voglia di te.
Non mi resta altro che cedere, arrendermi e mai resa &egrave stata più eccitante.

Mi stringi con forza, baciandomi il collo, sotto i capelli che rialzi con una mano e :
-E’ sbagliato, lo so, ma, cazzo, non capisco che cosa mi sta succedendo…- sussurri, prima di staccarti da me, mentre i fari di un’auto in transito ti illuminano il viso.
Mi prendi per mano, il parcheggio &egrave vicino.
Buio e silenzio, la città, stordita dal caldo, pare in coma.

Ci appoggiamo all’auto e tu prendi a esplorarmi la schiena e il sedere sotto l’inesistente cortissimo abito, il profilo dei fianchi e quello dei seni; così puoi
sentire il battito del mio cuore, amplificato, che pompa desiderio cieco attraverso il circolo sanguigno per tutto il corpo, fino ai capelli, lungo la spina dorsale, intorno al plesso solare per esplodere giù, tra le cosce, in una voglia di te che mi spaventa.
Le tue carezze mi riducono in uno stato di esasperata sensualità che &egrave pura percezione, intrigo mentale.

Mi lasci libera, all’improvviso, e fai un passo indietro, abbandonandomi barcollante e ammutolita, ansimante.
Ti guardo…
la voglia di scoparmi che fino a un minuto fa ti distorceva i lineamenti di colpo svanisce, soppiantata da un’espressione così vuota e distante da farmi pensare
che potresti andartene, lasciandomi lì a sbavare come un cane, mentre nelle viscere si spalanca un abisso orrendo.

-Ma per piacere, ragazza, guardagli i pantaloni, quella non &egrave una banana formato king size, forse ha qualche scrupolo,lui, non &egrave proprio più di primo pelo e…
scusa, fammi capire, ma il tuo amato Cesko dove l’hai mandato, a farsi un giretto sull’Averna??-
Rieccolo il diavolone sempre più spaccamaroni che si rifà vivo.

Infatti ti avvicini di nuovo e il mio respiro diventa regolare, lento, d’attesa.
Mi abbracci come volessi stritolarmi, mentre con la lingua esplori ogni centimetro della mia bocca, spingendomi contro il freddo metallo della macchina.
Sento la fica dilatarsi e contrarsi, quasi per assorbire la notte calda e umida e te con lei.
All’improvviso mi afferri per i capelli, rigirando le lunghe arricciolate ciocche tra le dita, costringendomi all’indietro, cosicché i miei occhi incontrano il cielo scuro dove ciuffi di nuvole di calore vagano senza meta.
Non riesco a deglutire, mi sento piccola e vulnerabile mentre tu, alto e grosso, mi premi addosso,soffocandomi.
-Monta in macchina- mormori

-Noooo, in macchina no, sei troppo vecchia per scopare in macchina, non parliamo poi di lui, vi beccate un colpo della strega da restarci e inoltre…
Dimmi un po’, ma dove &egrave finita la tua regola numero uno: mai con gli uomini sposati?
E con questo poi….
Domani non venire a scoccodrillarti con me..
Insomma non ci pensi alla signora ‘se non &egrave Gucci non lo voglio’?-
-Smettila, malefico, vattene, che mi si ammoscia tutto, sparisci infame…-

-No, sali tu-replico io. Ti scoperò come nessuna mai prima di me…-
Aiuto, questo linguaggio non &egrave mio, quell’essere dallo zoccolo caprino sta prendendo il sopravvento.

Così ti salgo sopra e ti prendo dentro di me, le gambe ripiegate strette alle tue cosce.
E inizio a cavalcarti
lentamente
il bacino in onde larghe
tenendoti per gli occhi
mentre tu riempi le mani- e la bocca- con le mie tette e il mio sedere
borbottando frasi senza senso
mordi succhi premi
ricorderò per sempre la grande croce di Swarovski che saltella sulla pelle bruna dello sterno lucida di sudore
fino a che io:
-Vengo-
mormoro e tu mi stringi a te, con forza, immobilizzandoti, lasciando che i miei fianchi mi facciano volare.
Dall’alto sento la mia voce roca mormorare:
-Ti amo, ti amo…-
ma non so se sono io a pronunciar quelle parole o il mio alter ego caudato e sulfureo.
La tua stretta aumenta, ora sei tu a muoverti, e poco dopo muori in me, con un gemito di liberazione.
Ora sei mio davvero e tu non saprai mai il perché…

-Brava, bene, settepiù, bingo, ora son davvero cazzi tuoi…-
-Smettila, non infierire…-

Mi alzo, esco dalla macchina e mi chino velocemente, per nascondermi ai fari di un’auto che esce dal parcheggio.
Tu da dentro,incerto, chiedi:
-Ma ho sentito bene?
hai detto ti amo, prima, quando…?-
-Ma va, in quei momenti potrei giurare anche di essere Jack lo Squartatore,
oppure promettere qualsiasi cosa.
Ma non vale, poi scordo tutto….dopo.
Non &egrave successo niente, d’accordo?-
-D’accordo- rispondi con voce neutra.
Io risalgo in macchina, tu passi al posto di guida e giri la chiave d’accensione.

Il diavolone dentro di me ride come un matto.

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