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Racconti Erotici Etero

Il sorriso malizioso

By 21 Agosto 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Il sorriso malizioso di quel giorno, dopo molti mesi di lavoro fianco a fianco, era un sicuro preludio a qualche cosa che difficilmente avrei dimenticato, Ma andiamo con ordine.
Ho 35 anni e sono il responsabile di un importante negozio di abbigliamento di Bologna con molti dipendenti tutti di sesso femminile, ed il mio compito è di controllare che tutto svolga secondo le direttive da me stesso impartite.
Lavoro inoltre a stretto contatto tutti i giorni con la mia collaboratrice personale che tra l’ altro si occupa anche della contabilità, una formosa 40 enne, separata da qualche anno, madre di una deliziosa ‘bambina’ di 22 anni, E’ sempre stata considerata da me come una sorella maggiore e mai avrei pensato che sarebbe potuto succedere quello che è accaduto.
Praticamente il mio ufficio ed il suo sono nella stessa stanza, divisi solamente da una vetrata alla quale io ho fatto apporre delle piccole veneziane per avere un minimo di privacy quando ricevo i fornitori ei clienti importanti.
Tra noi ci raccontiamo tutto, parliamo spesso della nostra vita e delle nostre avventure. C’è una complicità ed una intesa celebrale perfetta anche per le situazioni particolarmente scottanti, conosciamo e condividiamo verbalmente i desideri erotici più reconditi l’ uno dell’ altro perché tra una battuta e l’ altra ce li siamo tranquillamente confidati e casualmente sono gli stessi.
Lei non è mai stata una santa, e la figlia avuta in giovane età ne è la prova, ma sul lavoro è sempre inappuntabile, mai un pettegolezzo. Comunque da un po’ di tempo più o meno dal compimento del suo 40 compleanno qualcosa è cambiato, dice ironicamente che è giunto il momento di dare una svolta alla sua vita, che sente che il suo corpo sta modificandosi e che vuole approfittare di questi , secondo lei, ultimi anni di vita sessuale per provare tutte quelle sensazioni che sono state fino ad adesso relegate nella intima sfera dei suoi sogni erotici. Queste affermazioni però sono state seguite anche da un cambiamento esteriore, nuovo colore e taglio di capelli che da neri e lisci sono diventati più rossi e ricci e adesso scendono delicatamente ben oltre le spalle, un nuovo modo di vestire, molto più sensuale, fatto spesso da vestiti lunghi con ampi spacchi e scolli che mettono in grande evidenza le forme del suo corpo. Le sue misure non passano certo inosservate ed forse inconsciamente erano state proprio quelle che mi hanno portato ad assumerla al momento del colloquio all’ inizio della mia breve ma veloce carriera. E’ alta almeno 1,75 un gran seno, almeno una 4 misura, sempre tonico e con grandi e lunghi capezzoli che, spesso sembra che vogliano bucare come aghi i vestiti che invano tentano di nasconderli, il suo personale è leggermente robusto ma non grasso, la sua assidua frequentazione delle palestre e la corsa praticata con costanza hanno modellato e reso il tutto tonico e sodo come una 18 enne. Il Culetto è, nonostante la sua età non più adolescenziale , bello rotondo e incredibilmente compatto, le gambe sono lunghissime proporzionate ed affusolate e terminano con dei piedi sempre ben curati e fasciati da calzature con tacchi importanti . Più di una volta ho simpaticamente ironizzato su questo cambiamento da lei intrapreso e, scherzosamente, ho fatto pesanti allusioni a cosa avremmo potuto fare insieme, ma senza mai effettuare l’ affondo finale, un po’ perché temevo se respinto di essere accusato di molestie e passare dei guai , e un po’ per paura di rovinare quello splendido rapporto esistente.
Un giorno durante i periodici controlli contabili, durante i quali siamo soliti sedere l’ uno accanto all’ altro alla sua scrivania per meglio spulciare numeri e cifre, mi accorsi che sotto al suo provocante ed elegante vestito bianco, con un profondo scollo a cuore e un importante spacco laterale, che esaltava le sue prorompenti forme, si celava della raffinata biancheria intima: intravedevo un reggiseno bianco di pregiato pizzo con un balconcino che innalzava anzi impennava le sue forme, un perizoma sicuramente con il pizzo coordinato che riuscivo ad immaginare dal rilievo che dava al vestito e da velate calze bianche sicuramente sostenute da un reggicalze che anch’esso non riusciva a nascondersi essendo l’ abito molto sottile e la posizione, seduta e leggermente curva sulla scrivania, che lo rendeva molto aderente al corpo. Tutto questo ben di Dio risaltava per la la sua impeccabile abbronzatura color cioccolato, che manteneva tutto l’anno grazie a solarium e frequenti weekend al mare in estate, e in montagna in inverno. Anche il suo profumo molto dolce, caldo e fortemente aromatizzato contribuiva a rendere l’ ambiente, nonostante fosse inizio di primavera, bollente.
Come al mio solito, feci qualche battutina ironica sul suo abbigliamento e sul fatto che solo io potessi goderne. Infatti noi praticamente siamo le sole persone che lavoravano in ufficio al I piano, mentre le commesse che sono in negozio ed i magazzinieri che lavorano al piano terra in magazzino e salgono solamente per parlare con me in caso di problemi, non senza prima avermi avvisato telefonicamente essendo la porta di accesso sempre chiusa a chiave per evitare rapine essendoci un grosso giro di denaro contante.
Questi miei discorsi allusivi venivano sempre liquidati da Lei con sorrisi di circostanza e rapidi cambiamenti di discorso, fino a quando io quel giorno,sempre per gioco e per stuzzicarla, scostandomi con la mia sedia con le ruote qualche decina di centimetri indietro dissi che non riuscivo a concentrarmi con tutta quella vetrina di carne, a mia disposizione. A quel punto Lei si fermò e girando all’ indietro la testa verso di me e fissandomi negli occhi, lanciò uno sguardo pieno di desiderio e di soddisfazione per il ‘complimento’ ricevuto e, non so quanto volutamente, si passò la lingua delicatamente tutta intorno alla penna che nel frattempo si era portata alla bocca, socchiudendo un attimo gli occhi, per riaprirli subito dopo fissandomi nuovamente intensamente con quello che è diventato il famoso sorriso malizioso.
Una ondata di calore mi investì lasciandomi senza parole, finché lei, che non aveva più distolto gli occhi dai miei mi disse:
– Pensi veramente quello che hai appena detto?
E alla mia balbettante risposta affermativa pronunciata a mezza voce , incalzo:
– Stamani ho deciso di fare una follia e mentre venivo a lavorare, passando davanti al negozio di intimo, ho visto questo completino e non ho resistito al desiderio di indossarlo subito, Ti piace?
Ero praticamente in trance, lei si era già girata verso di me e stava abbassandosi la spallina del vestito per farmi meglio godere dello splendore del pizzo sul suo seno, con il capezzolo che premeva sulla la stoffa come per esplodere fuori,
è morbidissimo ‘ disse- e mi fascia veramente bene, che ne dici?
Io, prendendo allora coscienza della nuova e inaspettata piega che stava prendendo la situazione, dissi che non avevo visto mai nulla di più indicato per il suo corpo e sicuramente anche l’ altra parte del completo sarebbe stata all’altezza. La sua reazione a queste mie parole fu di una finta sorpresa e di un ironico rimprovero:
– Ma Capo, così si divertiva a chiamarmi anche se in effetti lo ero ma non lo facevo mai pesare, non penserai mica che io ti faccia vedere anche sotto?
Ma già si era riseduta di fronte a me e si stava alzando lentamente la gonna fissandomi negli occhi e sorridendo.
– Se vuoi ti aiuto io ,dissi e timidamente appoggiai la mia mano sulla sua coscia ancora fasciata e nascosta dal candido vestito, spostando delicatamente la sua. Lei non rispose ma mise la sua mano sopra la mia e intrecciando le dita e tirando il collo indietro iniziò a respirare più profondamente, era la risposta che volevo. Molto lentamente iniziai a scalzare la stoffa dell’ abito fino a scoprire le immacolate calze bianche che circa nella metà superiore della coscia terminavano con un importante bordo di pizzo bianco. Iniziai delicatamente a carezzare la sua gamba guidato dalla sua mano che mi conduceva sempre più in alto fino a scoprire i lacci del reggicalze e farmi vedere il contrasto della sua pelle abbronzantissima con il candore delle calze e dell’ abbigliamento, poi sempre la sua mano mi portò a scoprire anche l’ altra gamba che nel frattempo si era separata dall’ altra, divaricandosi spudoratamente per farmi immaginare ed ammirare il tesoro celato dal perizoma che da lì a poco mi si sarebbe parato davanti.
Le parole avevano lasciato il posto all’ istinto, i suoi sospiri erano divenuti più profondi e frequenti. Lei era seduta di fianco a me, alla mia destra, con la spallina sinistra del vestito calata ed il seno con il capezzolo turgido che chiedeva solo di essere succhiato come un piccolo ghiacciolo, le gambe scoperte dallo spacco del vestito che, alzato fino all’ inguine, mostravano tutta la loro sensualità fasciate da quella bianca e seducente seta e la mia mano sinistra che godeva di questa sensazione tattile, passando lentamente da una coscia all’ altra, sfiorando il candido perizoma trasparente che lasciava intravedere la folta ma curata peluria pubica perfettamente rasata intorno al bordo delle labbra e l’ accogliente entrata del paradiso. Il mio Braccio destro era invece appoggiato alla sua spalla destra che, essendo io in piedi forniva un morbido appoggio alla sua testa. I suoi occhi erano fissi sui miei per carpire ogni mia minima emozione e quel sorriso che era continuamente interrotto dalla lingua che inumidiva costantemente le sue labbra carnose.
E’ inutile sottolineare che ero da un po’ in preda ad una erezione poderosa, che mal si celava sotto ai miei vestiti che la mia verga, nella posizione in cui ero, bussava sulla sua spalla chiedendo insistentemente di partecipare al gioco. Continuammo con questo massaggio pubico qualche minuto, soffermandomi sempre più spesso a carezzare la sua fichetta e giocherellare sempre, da sopra il perizoma, con il suo clito, quando finalmente anche lei, ormai completamente fradicia delle sue emozioni, si decise a collaborare al gioco e, facendo finta di notare solamente in quel momento la protuberanza dei miei pantaloni, disse:
– Allora ti piace veramente il mio completino,
e togliendo la sua mano dalla mia, che per tutto questo tempo aveva tenuto intrecciata guidandola sul suo corpo, inizio un sapiente e delicato massaggio al mio uccello mentre con l’ altra mi abbassava la zip. In un attimo aveva di fronte il mio orgoglio che iniziò a gustare con la passione e la dedizione che solo le bolognesi conoscono, alternando potenti succhiotti a delicate leccate e leggeri morsi mentre, con una mano accompagnava con una lentissima sega reale il movimento e con l’ altra si torceva il capezzolo del seno ancora nascosto dal vestito.
Anche io avevo deciso di aumentare le mie sensazioni e scostato il perizoma avevo iniziato a masturbarla con tutte le dita della mia mano. I sospiri erano a questo punto diventati gemiti e dopo iniziò a contorcersi senza mai mollare la presa del mio cazzo che, quasi completamente risucchiato nella sua avida bocca, le impedì di urlare il suo orgasmo che inondò la mia mano dei suoi caldi umori colando giù come un rubinetto aperto. Decisi che non era quello il luogo ideale per continuare la nostra giornata di ‘lavoro’, e la invitai a seguirmi nel mio ufficio dove una morbida poltrona presidenziale di pelle nera avrebbe assecondato molto più comodamente i nostri giochi. Per sicurezza andai a controllare che la porta di ingresso all’ ufficio fosse effettivamente chiusa a chiave e quando mi rigirai verso l’ ufficio, vidi lei che si era nel frattempo sfilata il vestito ed il perizoma, sapientemente indossato dopo il reggicalze,, rimanendo solamente con lo stesso, le calze, il reggiseno e saldali con tacco a spillo e lacci fino alla caviglia, tutto rigorosamente bianco.
Stava seduta sulla mia poltrona con le gambe oscenamente aperte e i piedi appoggiati alla scrivania di vetro trasparente,
in posizione ginecologica e mentre con una mano si menava forsennatamente il clitoride, le dita dell’ altra giocherellavano con la sua lingua vicino alla sua bocca, fissandomi sempre negli occhi con quel sorriso beffardo e malizioso da diciottenne in calore. Mi avvicinai e sostituì nella sua bocca le dita della sua mano con il mio uccello per far terminare il pompino iniziato nella stanza accanto, cosa che lei gradì particolarmente e con eccezionale cura ricominciò da dove aveva interrotto continuando nel frattempo a masturbarsi adesso anche con l’ aiuto della mia mano e sempre con quegli occhi che trasudavano sesso fissi sui miei. La mia eccitazione era tale che dopo poco venni inondandole il viso e la bocca con mio copioso seme, che lei con ingordigia raccolse e ingoio velocemente, ripulendo con la lingua la mia asta che reclamava ancora attenzioni.
A questo punto mi inginocchiai e cominciali a leccare tutta la sua fica con la stessa attenzione che lei mi aveva riservato mentre con le dita continuavo a penetrarla, gustando tutto il succo che copiosamente usciva., Particolare dedizione riservai al suo grilletto di dimensioni importanti ormai completamente aperto, mentre le mie dita andavano alla ricerca del buchetto proibito abbinando delicati massaggi al perineo fatti con la punta del mio pollice. Ogni tanto la mia lingua scendeva lungo le sue cosce fino a prendere in bocca e succhiare le dita dei suoi piedi coperti da quelle calze afrodisiache liberati dalla calzatura provocante per poi ritornare al centro del piacere. Lei era completamente abbandonata e in preda ad un godimento sublime, la mia lingua tormentava il suo bottone del piacere, il mio pollice e indice penetravano alternativamente l’ ano e la vagina provocandole orgasmi e piaceri continui.
I suoi occhi erano chiusi e la sua bocca implorava di non fermarsi ne di rallentare, doveva essere in astinenza da parecchio tempo e non voleva perdere nemmeno una contrazione del godimento che gli stavo procurando.
Il suo piede inizio a giocare i miei testicoli seguito subito dall’ altro ed insieme cinsero la mia asta come in una morsa e iniziarono a masturbarmi con lo stesso ritmo della mia lingua nella sua fica, facendomi finalmente venire il desiderio di possedere quella splendida e succulenta caverna grondante di sapore.
La presi di peso e la poggiai facendola sdraiare sulla scrivania, iniziando a penetrarla e annegando il mio uccello all’ interno di quel lago traboccante di umori. Ad ogni affondo i nostri corpi producevano una melodia mentre la scrivania era ormai intrisa dei nostri sapori che schizzavano fuori ad ogni affondo, con la mie mani torturavo i suoi capezzoli mentre la mia lingua danzava con la sua miscelando i nostri succhi precedentemente gustati. Non durammo molto in quella posizione, le dissi che volevo prenderla da dietro, per poter godere della vista del suo rotondo culetto e dei suoi seni che si schiacciavano sulla mia scrivania, così la feci girare e iniziai a pomparla alla pecorina, mentre la troia si era portata la mano al grilletto e aveva ricominciato a menarselo. Quella era stata solo una scusa per portarla inconsapevolmente in posizione idonea per profanare il suo culo, l’ ultimo buchetto rimasto intatto, temendo un suo rifiuto alla mia proposta.
Fu invece le stessa a implorarmi di incularla per completare questa stupenda giornata di lavoro. Non doveva essere nuova a questo genere di amplesso perché con sapienza le sue mani iniziarono ad tirare le chiappe verso l’esterno, scoprendo un buchetto adorabile, già lubrificato dalle precedenti attenzioni.
Appoggiai la mia cappella all’ ingresso e, mentre lei mi pregava di impalarla subito, con un colpo secco e deciso Affondai ed entrai per metà nelle sue interiora, calde ed accoglienti come un guanto di pelle. Iniziai subito a stantuffare con lei che continuava freneticamente la masturbazione clitoridea cercando di assecondare con il corpo le mie spinte, per spingerlo ancora più in profondità, fino sentire i miei testicoli sbattere contro il suo corpo. Godemmo insieme di un orgasmo maestoso, prolungato e paradisiaco per poi cadere, esausti ma soddisfatti, nuovamente sulla poltrona, nudi e tutti bagnati dai nostri sudori e dai nostri stessi umori.
Dopo pochi minuti passati in silenzio, mentre ci ricomponevamo le chiesi se questo era stato un sogno, un attimo di follia o che cosa. Le si avvicinò e dandomi un bacio sulla guancia disse:
– Questo è il ringraziamento per i bei momenti felici che posso trascorrere in ufficio con te, spero non sia stato un caso isolato e che ti sia piaciuto perché ho intenzione di ringraziarti spesso.
Non chiedevo di meglio, e no credevo alle mie orecchie, avevamo trovato sicuramente un piacevole diversivo alle molte giornate noiose che avremmo avuto in ufficio, senza nessuna implicazione sentimentale, solo sesso in tutte le sue varianti.
Continuavo a guardarla mentre terminava di rifarsi il trucco, quando lei disse:
– Erano giorni che mi vestivo provocante per te ed aspettavo con ansia che prendessi l’ iniziativa, ma non volevo rischiare di rovinare il nostro rapporto di amicizia e di lavoro in caso di un tuo rifiuto .
Ma da quel giorno la nostra amicizia e la nostra intesa divenne ancora più salda. Non appena ricomposti e ripulito alla meglio l’ alcova improvvisata gli dissi con tono ironico:
– Ottimo lavoro, credo che per oggi i controlli contabili incrociati siano finiti, riprenderemo domani in maniera più accurata.
Vidi i suoi occhi illuminarsi nuovamente di desiderio e voglia di sesso, e mi rispose:
– Perché non li controlliamo stasera a casa mia, mangeremo una pizza veloce e ci immergeremo nuovamente nei numeri e nelle cifre.
Mentre pronunciava quelle parole notai lo stesso sorriso malizioso che qualche ora fa aveva scatenato tutte le passioni e risposi :
– Ma a casa tua non c’è anche tua Figlia?
E lei sempre con quel sorriso fissandomi negli occhi confermò:
Certo e credo che sarà ben felice di darci una mano!
Accettai quindi l’ invito non potevo rifiutare di fronte ad un tale sorriso e mi intrigava l’ idea di quello chec sarebbe successo. Ma questa è un’ altra storia che vi racconterò più avanti se volete.
La pizza.

Una piacevole impazienza mi aveva conquistato, una strana curiosità assillava la mia mente ed un rinnovato desiderio padroneggiava tra i miei pensieri. Dopo il piacevole preludio del pomeriggio nel mio ufficio, ed il successivo invito per la serata, non potevo certo lasciare tutto al caso, e farmi trascinare completamente dagli eventi, anche se forse la cosa non mi sarebbe dispiaciuta.
Quella sera chiusi il mio ufficio in leggero anticipo avendo cura di inserire nella mia inseparabile borsa 24 ore, che uso per gli importanti appuntamenti di Lavoro, le pratiche che avrei dovuto sbrigare a casa della mia assistente. Decisi di portare anche altre cose che sarebbero potute tornare utili nel corso della serata, se la stessa avesse preso la direzione giusta.
Mi preparai con particolare cura, e all’ora stabilita mi presentai davanti al portone del condominio con un piccolo mazzolino di fiori per Lei in una mano ed una scatola di cioccolatini per la figlia nell’altra. Anche se è considerato un classico, l’ esperienza mi conferma che è un gesto che viene sempre molto gradito da chi riceve queste attenzioni.
Citofonai e qualcuno, senza chiedermi chi fossi, fece sbloccare il portone d’ingresso che apriva direttamente su un ampio atrio illuminato da un grande lampadario e dal quale partivano due rampe distinte di scale ai lati ed i rispettivi ascensori. La cosa non mi apparve strana, in fin dei conti mi stavano aspettando proprio per quest’ora. Decisi di approfittare della comodità degli ascensori per non arrivare alla porta con il fiatone dovendo salire per 4 piani. Mentre stavo aspettando l’ ascensore, dalla porta d’ ingresso appare una splendida ragazza di colore che, vedendomi con fiori e cioccolatini, accenna un sorriso e con passo velocissimo scompare iniziando a salire le scale.
Dopo poco era davanti alla porta socchiusa con il pensiero ancora rivolto verso quel sorriso accennato. Bussai e scostandola leggermente chiesi permesso accennando ad entrare.
Uno splendido viso di ragazza mi apparve da una delle porte che davano sull’ ingresso e mi invitò ad accomodarmi ma di mantenere la porta accostata. Era la figlia, che indossava una aderente maglietta bianca corta ed un paio di jeans a vita bassa che mettevano in risalto il suo ombellico impreziosito da un raffinato piercing. Non indossava il reggiseno e i suoi seni apparivano in tutta la loro giovane maestosità e i capezzoli lasciavano intuire uno stato di eccitazione già avanzata. Dai jeans faceva capolino il filo del perizoma che era stato ad arte posizionato alto sui fianchi in modo che fosse impossibile non notarlo.
– Mamma è di là a preparare la Cena , aggiunse con un sorriso che era tutto un programma, entra pure e fai come se fossi a casa tua.
Non feci nemmeno in tempo a guardarmi intorno che la porta dietro di me si apri nuovamente e allora capi perché avrei dovuto lasciarla accostata. La sventola di ragazza di colore, prima solamente intravista era nuovamente davanti ai miei occhi; più o meno coetanea della figlia della mia segretaria, entrò con un sorriso incorniciato da due importanti labbra carnose e rosse di passione che amplificavano il candore dei denti della sua bocca. Era vestita come l’ altra ma con i pantaloni bianchi a ‘ molto attillati che aderivano al corpo come una seconda pelle lasciando poca immaginazione alla perfetta forma del suo fondoschiena, visibilmente perizomato, e delle sue gambe, affusolate e perfette. Erano sapientemente impreziosite con un elegante sandalo, dal tacco alto e sottile, ricoperto di brillantini che catalizzavano l’ attenzione sui piedi laccati con uno smalto rosso, coordinato al rossetto e, notai dopo, al colore delle unghie delle sue lunghissime e curate mani che rendeva ogni suo movimento carico di sensualità . Un’ altra cosa che mi aveva colpito erano i suoi capelli, nerissimi e lunghissimi, molto luminosi e sottili e che ondeggiavano ad ogni suo passo come ad una modella sulla passerella durante una sfilata di moda i suoi seni erano piccolini ma, all’apparenza, sodi come due bocce di biliardo. Aveva inoltre due maliziosi occhi a mandorla delicatamente truccati che non appena incrociarono il mio sguardo estasiato accennarono un saluto e subito ricambiarono la radiografia che io mi ero appena apprestato a farle.
– Ciao , mi disse interrompendo quella interminabile ed imbarazzante situazione, tu devi essere il ‘capo”.mi hanno parlato tanto bene di te spero che sia tutto vero. Adesso vado in camera dalla mia amica, ci vediamo dopo.
Mi passò accanto, mantenendo lo sguardo fisso nei miei occhi, e volutamente si accosto e strusciò con i suoi seni il mio petto, dandomi la conferma della consistenza e facendomi sobbalzare dall’ inaspettata disponibilità.
– Cosa fai, adesso ci provi con le ragazzine, mi redarguì la mia segretaria che nel frattempo ci aveva raggiunto nel corridoio.

Era vestita da casa con una camicetta a quadretti, sapientemente sbottonata per farmi vedere quello che basta per scaldare gli ormoni, ed una gonna poco sopra il ginocchio con un piccolo spacco laterale.
Fu in quel momento che mi accorsi che avevo ancora in mano i fiori ed i cioccolatini e, per rompere il ghiaccio dissi con ironia: i fiori sono per la mamma, i cioccolatini sarebbero per la figlia ma ho visto che lei ha già un gran bel pezzo di cioccolata. All’ udire quelle parole la splendida amica, che era sulla porta della camera della figlia della mia segretaria si voltò e fulminandomi con lo sguardo replicò:
– La cioccolata piace a tutti ed è un ottimo afrodisiaco, magari dopo possiamo mangiarli tutti insieme. Mentre diceva queste parole la sua lingua serpeggiava tra le sue labbra come un invito a cose ben più bollenti, poi si rigirò con studiata sensualità, apri la porta della camera e la richiuse dietro di se.
Che belli, disse la mia segretaria riferendosi ai fiori, aiutami a trovare qualcosa per sistemarli meglio, e con quella scusa iniziammo a perlustrare la casa alla ricerca di un vaso o qualcosa di simile. Finalmente riuscii a guardarmi intorno, era un appartamento molto carino anche se non grandissimo, dalla porta di ingresso si entrava, dopo un breve corridoio in un ampio soggiorno dove da un lato, divisa da un piccolo muretto, c’era una piccola cucina ma abbastanza capiente da contenere un piccolo tavolo, che vedevo già pronto per la pizza, e dall’ altra un altro piccolo corridoio che portava alla zona notte dove c’erano le due camere ed il bagno. Fu proprio lì che ci dirigemmo a cercare il contenitore e, passando davanti alla sua camera, la mia segretaria fece l’ atto istintivo di chiuderla. Io incuriosito le bloccai la mano e accennai ad entrare anche se lei mi tirava dall’ altra parte dicendomi: no, dai, non è in ordine, non entrare. Era troppo tardi, ero già dentro. Era molto spaziosa grazie anche al grande armadio a muro con le ante a specchio che raddoppiavamo alla vista le dimensioni, notai sul letto un sensuale vestito da sera rosso con sexy biancheria intima e calze autoreggenti in tinta, ripiegata sopra, ed un eccitante paio di scarpe sempre rosse con lunghissimo tacco a spillo.
– questa era la mia sorpresa per il dopo cena, disse con tono un po’ deluso la padrona di casa.
– Non ti preoccupare, la rincuorai guardandola intensamente negli occhi, la sorpresa me la hai già fatta, sono sicuro che con questo abbigliamento dopo ci divertiremo molto
– Sono sicura anch’io, rispose guardandomi negli occhi con uno sguardo carico di passione e innocente malizia, poi per fortuna non era l’ unica sorpresa che ti ho preparato.
Uscimmo dalla camera, prendemmo in bagno il vaso e ci avviammo verso la cucina.
Passando davanti alla camera delle ragazze si udii una musica lenta e sensuale che mi colpi particolarmente, mi ricordava quei motivi che abitualmente ero solito mettere come sottofondo alle mie performance erotiche per rilassare e rendere più sensuale l’ amplesso. Le chiesi se le ragazze avessero cenato con noi ma mi rispose che sua figlia le aveva detto che avrebbero preso qualcosa dopo, comunque si avvicinò alla porta per riproporre l’ invito. Il mio orecchio allenato udii dei sospiri inequivocabili e il classico rumore che la lingua emette mentre ‘lavora con passione’ le parti intime della fortunata di turno. La mia segretaria bussò decisamente e una voce dell’ interno rispose: Un attimo arrivo, seguita dai confusi rumori di chi si ricompone velocemente. Ci apri la figlia, con il viso leggermente arrossato e tutta trafelata che ci chiese in maniera sbrigativa cosa volevamo. La mamma le invitò nuovamente a cena, e io nel frattempo, sbirciando nella stanza colsi i segnali inequivocabili che confermavano le mie intuizioni avute. La ragazza di colore, che seppi dopo giamaicana, non aveva praticamente più il rossetto sulle labbra e si stava gustando, passandosi le dita nella bocca, fissandomi voluttuosamente, il succo del sesso della sua amica che le era rimasto impastato sulle mani e sul viso, mentre con l’ altra mano si aggiustava la maglietta che non nascondeva il turgore dei capezzoli, sicuramente stuzzicati fino a qualche secondo fa. Il letto era smosso e ai bordi c’erano le scarpe della sua amica che, era scalza, con i pantaloni abbottonati ma la cerniera per metà scesa e proprio in corrispondenza del bordo dei jeans, inequivocabili tracce di rossetto rosso .
Magari dopo veniamo a prendere il dolce insieme a voi, disse la Figlia guardando prima la mamma poi me e, terminando il gioco di sguardi voltandosi verso l’ amica, che prontamente annui. Mentre pronunciava queste parole cercava di stirare la sua maglietta che, all’ altezza dei seni risultava visibilmente stropicciata.
La porta si richiuse lasciandomi un po’ interdetto e la mia segretaria accorgendosi del mio imbarazzo avvicinandosi e prendendomi sottobraccio mi sussurrò: Lasciamole divertire le ragazze e pensiamo alla nostra cena, che il dopo cena sarà intenso e pieno di sorprese.
Arrivammo quindi in cucina proprio nel momento in cui il ragazzo che consegna le pizze a domicilio suonava il campanello per portarci la cena.
Ci sedemmo alla tavola rotonda accanto , con le nostre pizze davanti e iniziammo allegramente a mangiare e a bere un’ ottima birra gelata che, dopo svariati brindisi contributi ad allentare i freni inibitori.
La conversazione lentamente si sposto su argomenti sempre più spinti, e gli ammiccamenti prima accennati divennero sempre più audaci finché il suo piede inizio a sfiorarmi il mio . Feci finta di non accorgermene continuando a chiacchierare e sorridere, ma quando il piedino si fece insistente la mia mano inizio una delicata carezza al collo ed all’ attaccatura dei capelli, provocando il conseguente avvicinamento delle nostre bocche che si unirono in un appassionato bacio, le nostre lingue roteavano per scoprire gli angoli nascosti delle rispettive bocche, alternando leggeri morsi alle labbra a intrecci vorticosi sempre più intensi.
Le mie mani stavano assaporando l’ abbondanza dei seni mentre le sue, partendo dalle ginocchia stavano risalendo verso l’ inguine con un crescendo di desiderio.
L’ atmosfera si stava facendo veramente bollente, le nostre lingue non si erano più mollate un attimo, ma quando le mie mani dopo aver tintinnato a dovere i capezzoli che erano divenuti duri come chiodi, iniziarono la loro discesa verso il centro del piacere, lei mi stoppò e con decisione prese in mano il gioco.
Adesso è il momento del dessert , disse passandosi la lingua sulle labbra per ritrarla e risucchiandosele all’interno chiudendo gli occhi ed emettendo un gemito di piacere come se avesse assaporato la cosa più buona del mondo, e per fartelo apprezzare meglio vado un attimo in camera ad indossare il vestito che hai già avuto modo di vedere prima. Credo che la cosa non ti spiaccia, tu intanto apri il frigorifero e prepara il dolce, torno subito.
Dopo queste parole, ricomponendosi un poco si avviò verso la camera lasciandomi eccitato e sorpreso per questa uscita.
Mi alzai e anche io cercai di ricompormi un poco, per rendere meno visibile il mio stato di forte eccitazione, mentre mi dirigevo verso il frigorifero. Lo apri e vidi un contenitore colmo di panna con accanto una piccola pentola ricolma di cioccolata fusa che lasciavano presagire sviluppi notevolmente piccanti. Come per istinto presi la pentola con la cioccolata e la poggiai sui fornelli per scaldarla leggermente, pregustando il modo con cui il dessert sarebbe stato consumato.
Poggiai il contenitore con la panna sulla tavola e incuriosito cominciai a sbirciare verso le camere alla ricerca di un qualche rumore, ma tutto taceva.
Decisi di andare a sbirciare mentre si cambiava anche perché potevo intravedere la porta lasciata socchiusa.
Quando passai vicino alla camera delle ragazze non potei fare a meno di accostare l’ orecchio alla porta per origliare cosa stesse succedendo dall’altra parte, la mia curiosità era enorme ma i gemiti ed i sospiri uditi confermarono ancora una volta che si stavano lesbicando con passione e trasporto. Stavo per guardare attraverso il buco della serratura quando dalla camera mia segretaria, ignorando la mia presenza disse a sua figlia:
– Tra un quarto d’ ora siamo al dolce’se tardate vi toccheranno solamente le briciole.
– non ti preoccupare mamma, sai che siamo molto golose di dolci e di uomini, non tarderemo, al massimo continuiamo dopo i nostri giochi.
– Se volete posso unirmi a voi dopo.
– Potrebbe essere un’ ottima idea, rispose la giamaicana.
Udendo questa conversazione non mi ci volle molto a capire che le tre gentili ragazze si erano praticamente accordate per farmi passare una serata veramente indimenticabile, ma decisi di fare finta di ignorare il tutto e di farmi guidare dal loro gioco, velocemente mi trasferii nuovamente in cucina e mi sedetti al mio posto in attesa degli eventi. Jessica Rabbit, fece il suo trionfale ingresso nel corridoio l’ abito era eccezionale, rosso Valentino, lungo fino alle caviglie con un generoso scollo ed uno spacco laterale che saliva fino all’ inguine valorizzando lo splendore delle sue belle gambe fasciate dalle autoreggenti in tinta che si slanciavano grazie anche alle scarpe, sempre rosse, con un tacco a spillo di grandi dimensioni. Devo avere fatto una faccia particolarmente strana perché il suo sensuale sorriso, per un attimo cessò e mi chiese con aria interrogativa:
– non ti piaccio!
– No, anzi , risposi, sei la persona più sensuale ed eccitante con la quale ho mai avuto piacere di cenare, e alzandomi la presi per mano accompagnandola alla tavola.
– Hai gia preparato il dolce vedo, sei stato veramente bravo.
Mi alzai ed andai a spengere la cioccolata ormai pronta. Quando mi voltai per portarla in tavola, vidi lei che aveva intinto le dita nella panna le se le stava gustosamente leccando in maniera provocante nello stesso tempo impastandosi il viso intorno alla bocca di panna, ma senza intaccare il rossetto.
Posai la cioccolata sulla tavola e intinsi il dito anch’ io nel contenitore avvicinando il mio dito alla sua bocca.
Iniziò laccare ed amare il mio dito in modo da farmi arrapare all’ inverosimile. Il riflullo della sua lingua intervallato da delicati succhiotti sulla punta dei polpastrelli, il vederlo tutto sparire nella sua bocca e sentirlo avvolto all’ interno dalla sua lingua che lo saettava senza sosta, mi causava sensazioni inedite, il suo sguardo fisso nei miei occhi per carpire ogni mia sensazione, mi trasmetteva tutta la voglia di sesso che trasudava da ogni suo movimento.
Con l’ altra mano iniziai a cercare lo spacco della gonna per andare a solleticare il suo pube da sopra le delicate mutandine che trovai gia fradice di umori. Scostai l’orlo e iniziai un delicato massaggio al clitoride facendola subito sussultare e ansimare con trasporto. Le sue mani scesero e in un attimo si impossessarono della mia virilità iniziando una ritmica e sensuale masturbazione. Sembravamo due diciottenni al primo appuntamento, le nostre lingue unite e le rispettive mani intente a donare piacere ai reciproci sessi. Continuammo cosi per pochi secondi poi lei tuffò una mano nella panna e la spalmò sul mio sesso e avvicinando la sua superba bocca pochi istanti mi regalò un pompino celestiale.
Sarei venuto in pochi secondi, ma lei con esperienza se ne accorse e bloccò le mie intenzioni con soste tattiche e sapienti pressioni . Io ne approfittai per iniziare a sbottonarle il vestito, in pochi secondi ci ritrovammo appoggiati alla tavola con indosso solamente la biancheria intima. mi inginocchiai e iniziai a leccarla da sopra il perizoma, il sapore che trapassava il trasparente tessuto mischiato all’ aroma del suo profumo e all’ odore intenso della sua biancheria intima mi avevano letteralmente estasiato, tuffai una mano nella cioccolata e iniziai a sporcarla freneticamente e nello stesso momento a leccarla impiastrandomi tutto il viso, le tolsi le mutandine e le mie dita si fecero spazio all’interno di lei, si lasciò completamente andare e iniziò a godere ed ansimare ad alta voce attirando, senza che me ne accorgessi, l’ attenzione di sua figlia e della sua amica.
Me ne accorsi nel preciso momento che sentì un gridolino di piacere e senti una terza mano che da dietro stava cercando il mio uccello. Alzai la testa e mi voltai, con il viso tutto pieno di cioccolata mischiata al succo della mia segretaria. Sua figlia era chinata dietro me e mi stava masturbando mentre la sua amica con indosso solamente le calze, si stava spalmando la panna su tutto il corpo con particolare attenzione ai seni ed al sesso.
Ero in paradiso’.ero in ginocchio e la figlia iniziò a leccarmi in modo molto erotico il viso soffermandosi spesso sulla mia lingua che saettava in cerca della sua; la mia collaboratrice intanto era scivolata sotto di me per continuare il pompino precedentemente interrotto mentre le mie mani avevano finalmente conquistato anche il corpo scultoreo della pannosa giamaicana e le mie dita esploravano i suoi più intimi segreti mentre lei faceva la stessa cosa alla sua amica. Mi bastarono pochi secondi in quella posizione che inevitabilmente venni come un fiume in piena riempiendole il viso del mio denso seme. Subito le altre due si tuffarono su di esso iniziando una accurata pulizia con baci e leccate e unendosi poi in una fenomenale lesbicata a tre, lasciandomi in disparte a recuperare quelle energie che grazie a una così mirabile visione non tardarono a tornarmi. Mi alzai e mi avvicinai nuovamente e decisi di penetrare da dietro l’ esotica ragazza, la sua micetta sporca di panna stava praticamente colando di libidine sotto le sapienti dita della sua amica che la tormentava ripetutamente. Entrai senza alcuna fatica, era come immergersi in una vasca di acqua bollente, un calore incredibile accolse la mia asta i suoi muscoli vaginali iniziarono sapientemente a contrarsi ritmicamente donandomi sensazioni mai provate. Le mie mani massaggiavano con lo stesso ritmo i suo bei seni e torturavano i turgidi capezzoli causandole un godimento che, a giudicare dai gridolini e dai sospiri era almeno pari a quello che stavo provando io.
Nel frattempo la sua amica si era sdraiata sul tavolo a cosce aperte e la sua mammina stava cospargendo completamente la sua fica di cioccolata, preparandosi ad una golosa scorpacciata. Proprio mentre stava per chinarsi su di lei decisi che sarei stato io a deliziarmi di quel boccone e senza interrompere la cavalcata in corso, mi sporsi verso quel dolce paradiso iniziando a lapparla con rinnovata golosità. Anche la mamma voleva gustare il succo prelibato della figlia e quindi ben presto ci trovammo entrambi con il viso incollato alla sua micetta generosamente spalancata dalle sue stesse mani che imploravano penetrazione. Anche la sua amica volle partecipare al banchetto e quindi mollata la posizione precedente fui estromesso e mi ritrovai nuovamente a mirare queste tre giovani donne che si donavano piacere davanti a me. I due corpi accostati, uno chiaro ed uno scuro chinati ed intenti a ripulire da ogni goccia di cioccolato il pube della terza fortunata muovendosi ancheggiando mentre con le loro rispettive mani si masturbavano tra loro erano una visione degna dei migliori film porno in circolazione. Io però non ero ancora sazio e volevo giocare ancora. Le mie intenzioni bellicose furono indirizzate al buchetto posteriore della mamma che intuito il tutto senza smettere di leccare la sua bambina allargò con le sue mani le chiappe invitandomi chiaramente a proseguire nel mio intento ed ad entrare, cosa che feci con molto piacere iniziando a pomparla seguendo l’ andamento sinuoso del suo corpo. Con l’ altra mano iniziai solleticare e penetrare ritmicamente ed alternandoli i due buchetti dell’ altra ragazza. La bella giamaicana apprezzò molto il delicato contatto e , dopo aver ripulito bene dalla cioccolata la sua amica, ricambiò chinandosi sotto di me e iniziando leccare e succhiare avidamente le mie palle che sbattevano contro il sodo culetto, mentre la sua amica le ricambiava i favori precedentemente ricevuti. Ero ormai prossimo a venire nuovamente ma non mi sembrava giusto che a goderne fosse ancora una volta la mia segretaria e, uscendo dal suo accogliente buchetto, decisi di deliziare della mia asta anche la figlia e la sdraiai sul pavimento alzandole le gambe sopra le mie spalle. La penetrai subito completamente con la sessa sensazione di calore riscontrato prima con la sua amica mentre le altre due si erano unite in un favoloso 69. Anche a causa delle sue mani che mentre la scopavo non smettevano mai di massaggiarmi i testicoli, venni velocemente godendo come mai avrei creduto di potere. Esausto mi diressi sul divano nella sala accanto mentre le tre porcelline continuavano a ridere e a giocare tra loro.
La mia attenzione fu catturata da un mobile a vetri da dove trasparivano delle videocassette tra le quali ve ne erano alcune sistemate in modo che non si vedesse la copertina. Mi avvicinai ma non subito capii il perché fossero messe in quel modo. Una voce dall’ altre stanza mi invitò a inserirle nel videoregistratore e farle partire, cosa che, preso dalla curiosità feci con piacere.
La colonna sonora e le prime immagini fugarono ogni mio residuo dubbio, erano videocassette pornografiche di genere lesbo. Ritornai sul divano e mi misi a guardare facendo a voce alta i dovuti paragoni con l’ esperienza vissuta poco prima. Un po’ per stuzzicarle ed un po’ perché ero curioso di cosa fossero state capaci iniziai a commentare che le ragazze del film erano più brave ed eccitanti di loro. Colsi nel segno, infatti punte nell’ orgoglio lesbico, si precipitarono con aria di sfida in sala tra me e la TV ed iniziarono a duellare con le attrici del film riproponendo le posizioni ed anzi variandole rendendole se possibile ancora più porche. E’ superfluo dire che ciò mi provoco una nuova tremenda erezione e mi fu naturale iniziare a masturbarmi davanti a tale incroci e intrecci di carne lussuriosa. Dovetti ammettere che mi ero sbagliato e che erano molto meglio della TV. Loro come ringraziamento di questa affermazione si avvicinarono nuovamente verso di me gattonando al divano e iniziarono contendersi la mia asta regalandomi un inaspettato pompino a tre bocche e 6 mani.
Anche in questa nuova situazione misi in competizione le tre ragazze che si impegnarono a dimostrarmi che la tecnica di ognuna era superiore a quella dell’ altra, le mie mani nel frattempo esploravano i pochi angoli dei loro corpi ancora sconosciuti mentre le loro mani mi procuravano intime ed erotiche carezze. Non saprei dirvi di chi fosse la prima mano che lentamente e con delicatezza riuscì ad introdurre il dito medio nel mio culetto perché subito dopo, mentre il pompino continuava senza sosta, anche altre dita di altre mani iniziarono a profanare il mio posteriore, ma quella sensazione mi provocò come una esplosione interna, e mi fece precipitare verso un nuovo orgasmo che esplose nella bocca della giovane straniera che amichevolmente e generosamente divise il mio seme anche con le altre con languidi e sensuali baci. La bella giamaicana si dedicò infine anche di anche me e chinandosi sul mio membro ormai sfinito e con abili leccate e succhiotti, elimino con dovizia ogni residuo della mia venuta.

Al termine di questa maratona di sesso fu cosa naturale fare la doccia tutti insieme e per le tre ragazze fu nuovamente l’ occasione per fare qualche giochino insieme, deliziandomi ancora una volta di visioni molto eccitanti ma ormai si era fatto tardi.
Dopo essersi rivestiti e ricomposti, per quanto possibile mi apprestavo a salutarle, non senza esserci assicurati che ci sarebbero stati ulteriori incontri e mi venne naturale dire:
– Certo che ci sono persone che per consumare calorie fanno ore di palestra e ginnastica mentre sarebbe più facile e divertente, oltre che salutare, fare come noi stasera non trovate.
– Certamente, rispose la Giamaicana avvicinandosi, comunque se vuoi, puoi venirmi a trovare nella palestra dove lavoro, sarei felice di farti da personal trainer per una serie di lezioni Private, anzi se vieni domani che è chiusa al pubblico avrai l’ occasione di provare molti dei miei ‘attrezzi’ aiutato anche dalle mie colleghe e Mi dette in suo biglietto da visita estendendo naturalmente l’ invito anche alle altre.
Salutai calorosamente tutte e tre le ragazze ringraziandole della ‘Pizza’ e della serata e mi avviai soddisfatto verso casa, non prima di avere accettato il caldo invito propostomi.

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