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Racconti Erotici Etero

Innocenti Effusioni

By 23 Aprile 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Conobbi la mia attuale ragazza all’università, anni fa. Fresco diplomato avevo tutte le intenzioni di far stragi di ragazze e spassarmela un po’, e lei rientrava tra i miei obbiettivi. Lei è una ragazza della mia stessa età, bionda, occhi verdi, alta 1,60 circa, una seconda di seno, taglia 40/42 ed un sedere molto sodo e rialzato… insomma una ragazza di bell’aspetto che, seppur non balza all’occhio, è davvero un bel bocconcino. Ci conoscemmo ai corsi ed iniziammo a diventare pian piano sempre più intimi. C’era del tenero in lei, ma le mie intenzioni erano di divertirmi. Come comportarmi?
Fortunatamente ben presto ci pensò lei a togliermi ogni senso di colpa dalla mente, dimostrandosi molto meno timida di quanto sembrasse.
Una sera, al pc, parlavamo del più e del meno quando all’improvviso lei iniziò a farmi domande particolari riguardo il suo aspetto e gli effetti che mi provocava. Fui molto carino e le feci capire che era una bella ragazza e che non disprezzavo affatto. Ma lei insistì facendomi capire che mi comportavo troppo da bravo ragazzo e facendomi promettere che al nostro prossimo incontro sarei stato più azzardato.
Il caso volle che avevamo un solo corso quella mattina e, dopo aver salutato gli altri compagni, rimanemmo nel complesso all’aperto un po’ appartati. Stavamo lì a goderci il sole di fine estate quando lei iniziò a provocarmi. Eravamo seduti su un bassissimo muretto che recintava un’aiuola quando lei schizzò in piedi, mi rubò il tappo della bic e, tenendolo chiuso in un pugno, non intendeva restituirmelo. Provai per gioco ad aprirle la mano con un po’ di forza, e quando ci ero quasi riuscito lei mi fece fermare fingendo di sentir dolore alla mano e di scattò nascose nel suo regiseno il tappo.
‘Prova a prenderlo adesso se sei capace’ mi disse con aria di sfida.
Sinceramente provai un po’ di imbarazzo, ma poi mi tornarono in mente le sue parole dette in chat e senza pensarci una volta di troppo su infilai una mano sotto la sua t-shirt. Mentre il mio palmo saliva sfioravo la sua pelle morbida e vellutata… prima la pancia, poi finalmente il seno. Scostai il regiseno spostandolo più su e, cercando da sotto di recuperare il mio oggetto rubato, mi ritrovai il suo seno in mano. Benchè non eccessivamente grosso esso riempiva il mio palmo e palparlo era eccitantissimo. Iniziai a massaggiarlo ignorando completamente il tappo, e a lei sembrava piacere vista la sua espressione sorridente. Nonostante l’imbarazzo iniziale proseguivo in quell’energico massaggio in senso rotatorio muovendole il seno a mio piacimento e sentendo a tratti sotto il pollice l’eccitatissimo capezzolo.
Fummo interrotti da un vocio di persone che stava avvicinandosi alla nostra posizione. Ridacchiando ci spostammo, ma non trovammo altro luogo sicuro… quindi, come se nulla fosse accaduto, tornammo a parlare normalmente delle nostre situazioni e delle nostre giornate, giusto per conoscerci un po’ meglio, quindi pranzammo insieme mangiando un panino. Durante il pranzo iniziammo a parlare di un esame che era alle porte e mi parve evidente che lei si trovasse in difficoltà nel prepararlo. Essendo bravino in matematica le proposi di vederci qualche volta all’università per studiare insieme, ma lei colse immediatamente la palla al balzo chiedendomi se quel pomeriggio stesso sarei stato disposto ad andare a casa sua per un ripasso. Indeciso se credere o meno a quella versione dei fatti, accettai. Avvisai a casa e mi diressi con lei verso la sua abitazione che distava un’oretta dal complesso universitario.
Giunti lì mi aspettavo che fossimo soli…

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