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Racconti Erotici Etero

L’ EX-GENERO

By 17 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho 53 anni, mi sono sposata tardi con un uomo più vecchio di me di 10 anni, abbiamo avuto una figlia che si è sposata con un ragazzo che a me piaceva molto, ma purtroppo il loro matrimonio è andato a rotoli. Però con Lele, l’ex-genero, siamo rimasti in ottimi rapporti, anche perché ci si vede spesso perché abitiamo nelle vicinanze e poi c’era il nipotino che ci fa incontrare.
Di Lele ho sempre pensato che fosse un uomo ‘interessante’, però i nostri rapporti sono sempre stati molto corretti. Solo una volta ci siamo lasciati andare, era venuto a prendere il figlio, che era uscito un attimo con il nonno e mi ha trovata in abbigliamento non consono a ricevere visite. Io che gli avevo aperto convinta che fosse mio marito ero imbarazzatissima, lui invece deve aver apprezzato molto la mia mise e aveva fatto alcuni apprezzamenti sulla mia persona dicendo inoltre che mio marito era molto fortunato ad avere una donna come me. Io ridendo gli ho risposto che ormai mio marito”..e lui di rimando:
– Se fossi io al suo posto ti tampinerei un giorno sì e l’altro pure. –
– Lele cosa dici? Ho 20 anni più di te. –
Lui aveva continuato a farmi complimenti a flirtare ed io ero diventata rossa ma nello stesso tempo avevo avvertito un ‘movimento’ nel basso ventre.
L’arrivo del nonno e del nipotino mi aveva tolto da quella situazione scomoda, però mi aveva lasciato in testa mille pensieri. Il mio ex-genero, in pratica, mi aveva detto che gli sarebbe piaciuto venire a letto con me. Mai nella mia vita avevo ricevuto avances così esplicite, certo da quel punto di vista mio marito latitava ed io ero costretta spesso a masturbarmi per placare le voglie, però di iniziare una storia con un altro uomo e per di più con l’ex-marito di mia figlia non ero sicura di essere pronta, anche se”
Poiché quel pensiero fisso continuava a ronzarmi in testa e che io non arrivavo a un dunque, ho chiesto aiuto e mi sono confidata con una mia amica, che, dopo che gli ebbi spiegata la situazione non ha avuto dubbi:
– Ma come? Tuo marito non ti sfiora più e quando quel bel figo del tuo ex-genero ti fa delle proposte, tu resti lì impalata e non lo accogli a braccia aperte”. Ma tu sei fuori. Senti perché non gli dai il mio numero di telefono? Anch’io ho un marito quasi inadempiente e a braccia e ‘.. gambe aperte lo accolgo. –
Il colloquio con l’amica non mi era stato molto d’aiuto e non mi aveva tolto i tutti dubbi, tuttavia se se ne fosse presentata l’occasione, in una situazione particolare, probabilmente, magari”’.. e l’occasione non tardò a mostrarsi.
Stavo camminando lungo una via non lontano da casa e lo vedo in una lavanderia, già ora vivendo da solo, avrei potuto proseguire ma, ‘qualcosa’ mi ferma ad ammirare la vetrina del negozio di fianco e ad aspettare la sua uscita. Quando esce, pieno di biancheria, si accorge subito della mia presenza e mi saluta con un gran sorriso e visto che non avevo impegni m’invita per un caffè, prima, però, deve posare in macchina, che è posteggiata poco lontano, la biancheria. La mette sul sedile posteriore e quindi mi apre la porta anteriore per farmi salire, lo guardo con aria interrogativa:
– Ma questo caffè dove andiamo a prenderlo? –
– A casa mia’..vuoi? –
E’ in piedi al mio fianco e quando lo guardo sbalordita i suoi occhi esprimono una gran sicurezza. Sono io che devo decidere”salgo o non salgo? Resta in attesa della mia decisione senza dire niente che possa forzare la mia scelta. Quando mi accomodo in macchina, tuttavia, il suo viso s’illumina soddisfatto.
Mentre ci dirigiamo verso casa sua non posso fare a meno di chiedergli:
– Ma tu sei sempre così risoluto con le donne. –
– No per niente’..anzi di solito sono imbranato, però visto che tu eri fuori che stavi aspettando che uscissi”.. -.
Imbranato non era di sicuro, perché appena entrati in casa mi ha avvolto con le sue braccia e mi ha baciata, ho risposto immediatamente a quel bacio lungo e dolcissimo, la sua lingua cercava la mia, le sue mani scorrevano roventi sul mio corpo, sotto il vestito ad accarezzarmi le cosce e poi su fino al seno. Mi stringeva contro di lui e potevo sentire il suo desiderio contro il mio ventre, un’ondata di calore mi ha avvolto, il cuore mi batteva all’impazzata, la voglia di lui cresceva dentro di me.
Mi ha spinto dolcemente verso il divano dove mi ha sfilato il vestito e abbassandomi le spalline del body mi ha scoperto il seno e si è chinato a baciarmi i capezzoli. Alla mia età il mio seno non è più marmoreo ma, in quel momento non me ne vergognavo, mi sentivo desiderata, giovane e bella.
Fino a quel punto aveva fatto tutto lui, era il momento che facessi qualcosa anch’io, così allungai la mano e dopo aver aperto la cerniera dei suoi pantaloni la infilai dentro. Giocammo per un po’, lui con il mio seno ed io con il suo uccello che accarezzavo da sopra i boxer, fu ancora lui a prendere l’iniziativa e dopo avermi fatto sedere sul divano si abbassò pantaloni e boxer.
Era come me l’ero immaginato, mentre lo accarezzavo ancora nascosto, abbastanza grosso e soprattutto eretto. Me l’ha avvicinato alla bocca ed io l’ho aperta per accoglierlo. Non mi ricordo quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che ne avevo avuto un altro, di quella consistenza, in bocca, mi dava una sensazione di voluttuosa pienezza. Con le mani mi accarezzava i capelli e mi guidava nei movimenti o mi fermava la testa e me lo spingeva in fondo, fino in gola:
– Ho sempre pensato che sarebbe stato bello fartelo fare così e ho sempre sognato di venirti in bocca.- mi ha detto mentre si toglieva la camicia ‘ ma sarà per un’altra volta. ‘
S’inginocchiò di fronte a me, mi slacciò i ganci del body e me l’arrotolò in vita e mi sfilò le mutande. Come avrei voluto indossare in quel momento delle mutandine di pizzo nero, invece portavo dei comunissimi slip di cotone bianco e me ne vergognai ma, probabilmente lui non ci fece neanche caso. Mi allargò le gambe, alzandomele con le braccia, spalancandomi davanti ai suoi occhi e la sua bocca, la sua lingua presero possesso della mia cosa. Leccava la mia apertura, ci infilava la lingua, succhiava il mio bottoncino”.cominciai ad ansimare, ero io ora che guidavo la sua testa:
– Così, non ti fermare”fammi venire cosi. –
Credevo proprio che mi avrebbe condotto all’orgasmo solo leccandomela ma, aveva altri progetti.
Mi fece scivolare sul divano e mi venne sopra mettendomelo tra i seni:
– Come sono morbide”accarezzamelo con le tette. –
Più che morbide sono molli i miei seni però hanno un bel volume e così riuscì ad avvolgerlo bene. Quando mi abbassavo la sua punta era a portata della mia lingua e la leccavo. Lui aveva allungato un braccio dietro di se e mi accarezzava tra le gambe, mi penetrava con le dita era una cosa che non avevo mai fatto ma, mi piaceva molto, sentivo i miei umori che scorrevano, bagnandomi tutta.
Con le dita mi portò di nuovo sull’orlo dell’orgasmo, se ne accorse e ha smise di accarezzarmi. Scivolò lungo il mio corpo, mi diede un lunghissimo bacio e si mise tra le mie gambe. La punta del suo uccello accarezzava il mio clitoride, mi stava facendo impazzire”lo volevo dentro me e glielo dissi:
– Non resisto più”.prendimi. –
– Non ho capito, cosa vuoi che faccia? – mi prese in giro
– Mettimelo dentro’..scopami’…fottimi!! –
Piano, piano è entrato in me riempiendomi con la sua carne vibrante:
– Ti piace? – mi ha chiesto
– Si molto’..sei fantastico. –
Mi ha scopato meglio di chiunque altro in vita mia, ho avuto un orgasmo che mi ha sconvolta tutta, lasciandomi senza fiato.
Quando è uscito da me mi sono accorta che lui non era ancora venuto ed ho capito che non avevamo ancora finito.
Mi ha girato di schiena:
– Hai un bel culo. –
Me lo accarezzava, me lo baciava con la lingua leccava il mio buchino. Cercai di fermarlo:
– No’.matto cosa fai? –
– Te l’hanno mai messo dietro? –
– No mai’.nessuno. –
– Oggi faremo anche quello’.vero? –
– Non so’ ‘.ho un po’ paura. Mettimelo in bocca, ti faccio venire in bocca. –
Ma lui si era già alzato e ritornò con un tubetto di lubrificante e cominciò a lubrificarmi l’ano, ero nervosa ed impaurita ma nello stesso tempo volevo provare. Sentivo le sue dita che mi forzavano l’apertura che spingevano il gel all’interno:
– Se mi fa male ti fermi’.vero? –
– Forse ti farà un po’ mele all’inizio’poi ti piacerà vedrai. E’ così bello il tuo’il tuo culo e tuo marito’..niente? –
– No’.mai. –
Sentivo un paio di sue dita che ormai erano penetrate in profondità ma, il suo coso era notevolmente più grosso ed infatti quando lentamente cominciò a farmelo scivolare dentro il dolore ci fu:
– Mi fa male’.fermati’.toglilo, mi fai male. –
Lui mi teneva abbassata per le spalle e non si fermò, mi stava squarciando, urlai. Inesorabilmente arrivò in fondo, sentivo i testicoli contro le mie natiche.
Cominciò a muoversi, prima lentamente, poi più rapidamente. Il dolore cessò e”.. mi piaceva, stavo godendo, mi prese per i capelli e mi voltò la testa verso di lui, baciandomi:
– Ti piace vero ? –
– Sii, continua’fammi godereee. –
Cominciò a muoversi sempre più velocemente, sentivo il suo membro fremere nelle mie viscere finché esplose, inondandomi.
Prima di toglierlo, non so come, riuscì a recuperare la su camicia e con quella mi tamponò.
Seduti sul divano, lui allungò la mano ad accarezzarmi il mio cespuglio, io lo fermai:
– Basta mi hai distrutta’.ho una certa età. –
– Però è stato bello’ti è piaciuto? –
– Si tanto’..però ora tu penserai che sono una puttana. –
– Perché ? –
– Come perché? Ho appena finito di prenderlo nel di dietro dal mio ex- genero. Tu, una donna sposata che fa questo come la chiami? –
– Che modo di esprimersi’.prenderlo nel di dietro’.abbiamo fatto l’amore, cosa di cui tu avevi tanto, ma tanto bisogno. –
Mi abbracciò e baciò nuovamente. Aveva ragione ne avevo bisogno e poi lui mi faceva sentire desiderata, in quel momento non ebbi rimpianti, era stato il miglior sesso della mia vita.
Quando ci lasciammo mi strappò la promessa che ci saremmo rivisti e che l’avremmo fatto ancora.
A casa passata la tempesta ormonale cominciai realizzare cosa era successo, cominciai a ragionare con la testa e non con la vagina. Era stato bello, avevo goduto molto ma, ero sposata, avevo una famiglia che rischiavo di mandare all’aria per i miei pruriti. Anche se continuavo a rivedere davanti agli occhi Lele che si abbassa i pantaloni e scopre il suo coso bello, grosso, rigido.
Con il passare dei giorni la testa ebbe il sopravvento, era stata una pazzia, una bella pazzia ma, che non dovesse avere seguito.
Questo mio proposito fu anche favorito dal fatto che le scuole erano finite, Lele ed il figlio erano partiti per le vacanze ed al loro ritorno saremmo partiti noi con il nipotino per il mare e come si sa il tempo e la lontananza sono i migliori unguenti per certe ‘ferite’.
Finisce l’estate, ricominciano le scuole e lui ricomincia a venire a casa nostra in alcuni pomeriggi a riprendere il figlio e in uno di questi, quando siamo soli noi tre, mette all’incasso la promessa che gli avevo fatto quel giorno e mi chiede:
– Quando andiamo a prendere un altro caffè? –
Ed io risposi con la vagina non con la testa, sarebbe stato sufficiente un semplicissimo no, invece io accampai delle scuse banali che suonavano come ‘vorrei ma non posso’ e ci fu un altro invito per un caffè ed io ancora”.’vorrei ma non posso’.
Passarono settimane e lui non tornò più sull’argomento, credevo avesse capito ed avesse desistito invece un sabato pomeriggio”
Lele sapeva che mio marito avrebbe accompagnato il piccolo al circo e che non sarebbero stati di ritorno che verso l’ora di cena, lui però si presentò a casa mia con largo anticipo ed al mio stupore rispose che era venuto per un caffè. Le ginocchia mi si piegarono, non sapevo come comportarmi ed allora mi diressi in cucina dove cominciai, stupidamente, ad armeggiare con la caffettiera, ben sapendo che fosse un altro genere di caffè che lui voleva.
Infatti mi prese la caffettiera dalle mani e la posò, mi strinse a se e cercò di baciarmi, io girai la testa e gli dissi:
– No’ti prego non farlo. –
– Perché, non vuoi o”..? –
Balbettai qualcosa mentre le sue mani cominciarono a correre sul mio corpo, la mia cosa cominciò a bagnarsi, cedetti di schianto e mi avvinghiai a lui. La mia bocca cercò la sua, le nostre lingue s’incrociarono, non avevo mai baciato nessuno con tanta foga, tanta passione. Lo volevo ora , lì, subito. M’inginocchiai e gli slacciai i pantaloni che scivolarono a terra insieme ai boxer e me lo ritrovai davanti agli occhi. Lo impugnai saldamente e lo guidai nella mia bocca, lo sentivo crescere mentre lo succhiavo e massaggiavo i testicoli, che erano gonfi e duri. La mia cosa fremeva impaziente. Anche lui era ansioso di avermi perché mi alzò e dopo avermi sollevato la gonna in vita mi fece sdraiare sul tavolo con le gambe penzoloni e dopo avermi lacerato il collant e spostato le mutandine mi penetrò di botto. Lanciai un urlo, non di dolore ma di piacere, mi tenevo sollevate le gambe mentre lui si muoveva in me veloce, con impeto, era troppa la voglia che avevo in corpo che in un amen raggiunsi l’orgasmo.
– Apriti la camicetta e libera le tette’.le voglio vedere ondeggiare mentre ti sbatto. –
Già mi stava proprio sbattendo e feci ciò che mi aveva chiesto, slacciai i bottoni della camicetta e sollevai il reggiseno ed il mio seno cominciò a ballonzolare sotto i suoi colpi. Anche lui doveva aver avuto della voglia arretrata perché non durò come la prima volta:
– Dai prendilo in bocca. –
Mi fece scendere dal tavolo ed inginocchiare davanti a lui ma, non fui sufficientemente veloce e prima che potessi stringerlo tra le labbra lui cominciò a schizzarmi il viso con il suo seme. Continuò a masturbarsi ed a schizzarmi la faccia, il collo ed il seno.
Solo a quel punto mi resi conto del rischio corso, se per un qualche motivo mio marito fosse tornato prima mi avrebbe trovato tette al vento, collant strappato e piena di sperma del suo ex- genero.
Mi pulì velocemente con dello Scottex e rimisi in ordine gli abiti, anche lui si rassettò:
– Nessuno mi aveva mai, come dici tu, sbattuto sul tavolo della cucina è stato molto bello forse perché tu’..tu mi sbatti bene, ma ora è meglio che te ne vai.’.torna più tardi. –
Prima che se ne andasse, gli assicurai che presto sarei andata a prendere un caffè da lui e che sicuramente questa volta non avrebbe aspettato a lungo per farmelo.

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