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Racconti Erotici Etero

La bimba

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Lalla, ho 19 anni, e vivo in un paese di 6.000 anime in provincia di Torino. Sono alta poco meno di un metro e 70, ho un bel fisico e due tette da sballo. Da un paio d’anni sono fidanzata con un ragazzo di 26 anni. Sto bene con lui, credo anche di amarlo ma non ha una grande carica erotica. Con lui ho avuto le mie prime esperienze sessuali. Niente di eccezionale. Avrebbe voluto scoparmi subito ma io, che sono più fumo che arrosto, gli ho sempre concesso molto poco.

Per farlo contento avevo imparato a ciucciargli il cazzo. Mi piaceva che mentre lo leccavo lui mi toccasse la fica. La cosa mi eccitava e mi bagnavo, fin quando lo facevo venire e tornavamo a casa. L’idea di bere quella roba bianca, però, non mi ha mai attirato molto e cercavo di farlo venire sul suo stomaco o sputavo il suo seme in un fazzoletto.

Poi ho incontrato per lavoro Rocco, un uomo sposato di 35 anni. E’ il mio capo ma ci incontravamo solo in riunioni saltuarie. Le prime volte non gli ho dato molta attenzione. Carino, ma non bellissimo, aveva un atteggiamento distaccato che non ispirava nulla di buono.

Un giorno, però, me lo sono trovato davanti con un bel pizzetto che gli incorniciava le labbra. Ho sentito come un brivido tra le cosce ed una strana acquolina in bocca. Chissà che sapore aveva il suo di cazzo? Dai pantaloni si poteva notare un discreto rigonfiamento che, nonostante fossi ancora una bimba in materia di sesso, mi eccitava. Tornai a casa e, tra mille paure, gli inviai una mail: non sapevo cosa scrivere e mi limitai a fargli i complimenti per il pizzetto.

Fu l’inizio di una serie di sms e mail dal contenuto sempre più erotico. Mi piaceva provocarlo e lui rispondeva in modo molto eccitante. Il gioco si faceva duro ed io avevo paura di andare oltre. Quando poi ci incontravamo facevamo finta di niente. Era un gioco che mi eccitava e più di qualche volta mi sono anche toccata pensando a cosa avremmo potuto fare.

Il giorno che ebbi l’occasione di passare ai fatti, però, la bimba che &egrave in me tornò fuori e me la diedi a gambe. Andammo insieme ad una riunione. In macchina la sua voce calda ed il suo profumo mi eccitavano ma’ avevo troppa paura. Lui tentò di fare un paio di battute, tanto per tastare il terreno, per capire se avessi il coraggio di osare ma io, come una bambina alle prime armi, iniziai ad inventare scuse, a dire che avevo da fare. Andammo a cena e poi, con il più classico dei mal di testa, mi feci riaccompagnare subito a casa.

Ero eccitatissima ma, al tempo stesso, arrabbiata. Anche con lui! Ma porca troia, poteva saltarmi addosso, mettermi la lingua in bocca ed una mano in fica. Avrebbe subito sentito le mutandine bagnate e mi avrebbe potuta prendere come meglio credeva. Mmmmm’ già sognavo quel cazzo gonfio tra le labbra, lo sentivo riempirmi la bocca, sfiorarmi il palato, tentare di sfondarmi la gola.

Immaginavo la mia lingua scivolare umida sull’asta rigida, magari mentre le sue grandi mani spingevano tra i capelli cercando di imprimere il ritmo ad un pompino che, lo so, sarebbe stato un capolavoro. Avevo voglia di leccarlo e, stavolta, di bere il suo seme caldo. E poi chissà quelle dita quante fiche hanno fatto godere. Le desideravo sulla mia: veloci sul clitoride, delicatamente dentro il mio lago. Uno, due, anche tre. Esplorare la mia fichetta, stringere il clitoride tra le dita, scivolare lascivamente più in basso, tra le natiche fino a sfiorarmi il forellino posteriore.

Mannaggia a me, che scema. Fuggire così’ Ed ora sono qui, in questo cazzo di letto, da sola. Tra le gambe ho un fuoco che non so come spegnere. Ma non so che fare. In camera con me c’&egrave il mio fratello minore che dorme. Ho paura che se inizio a toccarmi potrei perdere il controllo. Vorrei infilarmi nella fica tutta me stessa. Non vorrei si svegliasse e mi sentisse.

Mi alzo, vado in bagno. Comincio a toccarmi. Per farlo meglio metto una gamba sul bordo della vasca, davanti allo specchio. Mi eccita guardarmi mentre spingo le dita nel mio sesso bagnato. Uno &egrave dentro mentre l’altra mano sta martoriando il grilletto. Vedo la mia immagine allo specchio, ho un’espressione stravolta. Il respiro si fa corto e sento l’orgasmo salire.

Chiudo gli occhi e immagino che quelle dita siano di Rocco, vorrei sentire la sua lingua sui capezzoli. Ho voglia del suo cazzo’. Mmmmmhhh. In quella posizione oscena continuo a toccarmi. Sto per godere. Mi infilo un dito in bocca. Sa del mio sesso. Lo bagno di saliva e lo passo sul buchino posteriore. Si, siiii. Sento il ventre sciogliersi, la fica &egrave un lago mentre esplodo in un orgasmo violento. Lecco ancora le dita bagnate. Le gambe si piegano ed io mi siedo sul bordo della vasca. Poi mi lavo e vado a dormire. Ma non mi basta. La prossima volta voglio che sia lui a farmi godere.

continua’

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