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La tavoletta da Surf

By 27 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Mai, in vita mia, avrei immaginato che una tavoletta da Surf potesse farmi perdere la testa per mia nipote Denise.
Eppure è bastato un’impronta impressa su quella dannata tavoletta per farmi sconvolgere i sensi e precipitare con l’anima nella spirale della libidine.
Da quel momento non ho più avuto un attimo di tregua, la mia mente è stata un continuo fermento e non trovava più pace.
L’unico modo per calmare i bollori dello spirito era quello di soddisfare il desiderio che si era impadronito della mia mente, che frenetica nutriva la bramosia per mia nipote.
Ma prima di raccontarvi l’epilogo di questa straordinaria storia è meglio partire dal principio.

Mio figlio Bruno vive con la sua amata Alessia e la figlia Denise a Milano. Da molti anni lui e la sua dolce famiglia hanno preso l’abitudine di trascorrere le vacanze nei mari caldi dei tropici, in località famose e rinomate del mondo.
Tutto questo accadeva fino all’estate scorsa, quando un impegno improvviso lo ha costretto a cambiare programma ed a rinunciare alle meravigliose vacanze da favola con la propria famiglia.

Alessia e Denise, a malincuore, dovettero accettare di trascorrere alcune settimane a casa mia, nella Versilia.

Così tutto venne programmato nei minimi particolari, mare, gite per le città d’arte e pizza a volontà, Denise ne era entusiasta e mi è sembrato che tutto stava procedendo a gonfie vele.

Le carte del destino sono sempre distribuite in modo imprevedibile.

Una mattina di agosto, mentre ero tranquillamente steso a leggermi il giornale, all’ombra del parasole, fui distratto da mia nipote Denise che con difficoltà si dava un gran da fare a trascinare la tavola da surf sulla spiaggia. Una volta conclusa l’opera, trafilata, prese un telo e, come di consueto, se lo avvolse attorno alla vita per cambiarsi il costume.
Le abitudine non sempre seguono una linea costante, spesso subiscono dei cambiamenti radicali, così, senza alcun motivo, Denise decise di restare con il telo avvolto attorno ai fianchi, nonostante si fosse già tolto il bikini.
In quelle condizioni si procura una pesca dal cesto e si sedette sulla tavola da surf. Ad un certo punto, annoiata e stufa di stare con noi, indossa il costume asciutto ed ancheggiando raggiunge un gruppetto di ragazzini che aveva conosciuto nei giorni precedenti.

Una normale giornata che si stava concludendo, come capitava ormai da parecchio tempo, con il faticoso compito di raccogliere tutti gli oggetti sparsi per la spiaggia e di caricarli in macchina, mentre le donne se ne stavano tranquillamente seduta dentro con il condizionatore acceso.
A volte per darmi un tono facevo finta di essere contrariato e borbottavo ma loro, inflessibili, non ci cascavano e tranquillamente, chiacchierando, continuavano ad ignorarmi, lasciandomi li, a fare il mulo.
La tavole da surf fu l’ultima della lista, perché finiva in cima al bagagliaio.
Quando tornai indietro a recuperarla, appena mi abbassai per afferrarla, lo sguardo cadde su una strana immagine che si era impressa sulla superficie. La guardai attentamente, mi sembrò incredibile eppure sotto i miei occhi si era manifestato perfettamente il disegno dello scoscio di una donna. Si notavano anche i particolari anatomici. Si vedevano le grosse labbra della figa e quelle piccole, meravigliosamente tracciate nei dettagli; e cosa sorprendente il clitoride.
Stentavo a credere a quel miracolo, ma non ci volle la sibilla cumana per capire di chi fosse quella meravigliosa rappresentazione.

Mi sembrò di vedere lo scoscio di Denise riflesso allo specchio. Per un mistero della natura in quel momento mi sentivo come se mi fossi nascosto dietro una superficie riflettente a spiare le parti intime di mia nipote, quasi mi vergognai.
Quell’immagine tuttavia mi aveva incantato, soprattutto aveva stimolato i miei sensi. Non ci volle molto per somatizzare quella situazione straordinaria. Con mia grande sorpresa, e direi scioccato, mi trovai una poderosa erezione che, a causa del costume vecchio stile, rischiava di risaltare agli occhi delle mie donnine.

Cosi, nascondendo il pacco dietro la tavola da Surf raggiunsi l’auto, e prima di legare l’asse sul bagagliaio mi preoccupai di cancellare quell’immagine sublime, con mia grande riluttanza.

Ma la cosa non era finiti li.
Durante il viaggio di ritorna a casa, mentre la mente era completamente impegnata a ricordare quelle fattezza anatomiche tracciate sulla tavoletta, accadde l’imprevisto.
L’eccitazione tuttavia non mi aveva ancora abbandonato. Ed a peggiorare quella situazione incresciosa fu la circostanza di avere seduta al fianco la bella e conturbante nipotina, la fonte di quei turbamenti, che sfoggiava ingenuamente le sue meravigliose cosce completamente scoperte e spalancate.

Di frante a tanta provocazione, il cazzo continuava insistentemente a mantenersi rigido, sembrava che volesse esplodere dentro il costume. La sofferenza era immane perché era incastonato in uno spazio angusto, che provocava dei dolori allucinanti.

Lo scoscio di Denise continuava a campeggiare nello spazio visivo della mia mente, continuando a tenere acceso gli impulsi sessuali che da parecchie ore facevano fremere tutto il corpo.

‘Nonno! Nonno! Fermati davanti a quel chiosco che compriamo un’anguria!

Rallentai e lentamente feci coincidere il finestrino di Denise con il chiosco. Appena arrestai la marcia dell’auto, Denise abbassò il finestrino, mettendosi in ginocchio sul sedile, in una perfetta pecorina, sporgendosi fuori con il busto.
Quando vidi il suo costume perizomato, ficcato tra le chiappa rotonde, che boriose puntavano verso di me, fino a sfiorarmi il gomito, quasi mi venne un colpo.

Il cazzo logicamente ebbe un sussulto violento, come se volesse uscire dal costume ed infilarsi tra quei morbidi glutei esposti in belle vista, che apparivano sodi e vellutati come la pesca.

Denise, dopo aver pagato il commerciante, afferrò l’anguria con entrambe le mani, ripiegando con il busto verso l’interno dell’auto. Quel movimento la costrinse ad indietreggiare eccessivamente con il culo verso il mia bacino. Alla fine successe il patatrak. Denise perse l’equilibrio finendo con le natiche tra il volante ed il mio grembo, quindi, andò ad incastrare perfettamente con i glutei sul mio cazzo duro, che a causa di quello urto improvviso balzò fuori dal costume.

Quel contatto inaspettato mi diede una vera e propria scarica di adrenalina alla schiena. Sentire il culo di mia nipote appoggiato sul cazzo mi sembrava di toccare il cielo con un dito.
Quel meraviglioso scoscio che avevo ammirato impresso sulla tavoletta da Surf ora lo sentivo incollato sul mio cazzo. Era una sensazione inaudita che difficilmente potrei rendere con le sole parole.

Mia moglie ed Alessia scoppiarono a ridere. Mia nuora rivolgendosi a sua figlia:

‘ahahah Denise sei propria imbranata! Alzati da li? Non vedi che stai schiacciando il nonno!

Anche Denise scoppiò a ridere.

‘Nonno! Aiutami non ce la faccio a tirarmi fuori da qui! Credo di essermi trascinato dietro la leva del cambio! Aiutami prima che si ficchi da qualche parte! Ahahahah
Alessia:
‘Denise! Ma come parli!
‘Mamma! Non si può fare una battuta! Non sono una bambina, ormai sono grande abbastanza! Vorrei vedere te co sta leva in mezzo alle chiappe!

Non era la leva del cambio, ma il mio cazzo duro come la roccia, uscito dal costume, a premere contro il suo scoscio, e si era ficcato perfettamente tra le chiappe.

Mia moglie:
‘Alessia! Guarda! Il negozio di cui ti avevo parlato è laggiù!
‘Caspita è ancora aperto!
‘voi due non vi muovete! Noi arriviamo subito!

Scesero dall’auto e ci lasciarono in quella buffa posizione. Intanto il proprietario del chiosco.
‘Mi scusi signor potrebbe spostare l’auto?
‘Certamente!

Il motore era ancora acceso, per cui ingranai la marcia e mi spostai alcuni metri più avanti, in una piazzola circondata da siepi.
Per innestare la marcia dovetti afferrare la leva del cambio che sporgeva tra le cosce aperte di Denise.
Quando fermai l’auto mi accorsi che Denise se ne stava in silenzio. Fissava con un’espressione sconcertata la leva del cambio.

‘Noo .nnnoo scu..scusaami mi aiuteresti ad alzarmi?
‘Non sei comoda? Sei seduta sul mio grembo!
‘Veramente dovrei’ insomma è imbarazzante..!
‘Cosa è imbarazzante?

Il mio sangue pulsava violentemente nelle vene, come la lava incandescente di un vulcano. Avevo Denise seduta sul mio cazzo, incastrata tre il mio torace ed il volante. Per lei era impossibile fuggire da quella trappola.
Del resto, quella situazione rovente non era altro che il risvolto naturale dei miei desideri peccaminosi, emersi prepotentemente dal mio inconscio quando vidi quella fantastica immagine disegnata sulla tavola da surf.
In quel momento mi sentivo inevitabilmente contaminato dalla sua sensualità, che mi attirava a se come la luce attira le falene.
Per cui, seguendo soltanto i mie istinti naturali e ciechi, mossi la mano e la ficcai tra le sue cosce spalancate, per soddisfare il desiderio impellente di accarezzare la sua pelle liscia.
Quel contatto imprevisto le fece rabbrividire la cute, che si increspò come se fosse stata investita da una folata di vento gelido. Il suo corpo fremette, ed appena mossi le dita, la sentii tremare come una foglia. Era difficile capire se fosse paura o eccitamento.
Comunque, ormai la situazione era irrimediabilmente compromessa, non potevo più tirarmi indietro. Dovetti continuare a saggiare il terreno per capire fino a che punto potevo spingermi.
La mano, guidata solo dagli istinti più perversi, arrivò finalmente a lambire la protuberanza della figa. Appena vi appoggiai la punta delle dita Denise emise un sospiro, chiuse gli occhi e dalla sua bocca uscirono dei gemiti soffocati dalla gola.
Le sue labbra carnosa si mordevano tra loro. Mi venne una gran voglia di baciarle. Ma prima dovevo avere la certezza del suo consenso. Così mi feci più audace e spostai di lato il tenue costume perizomato, esponendo quella meravigliosa immagine che avevo visto impressa sulla tavoletta da Surf.
Dopo aver impastato con il palmo della mano le morbidi labbra vaginali, spostai quelle interne e con le dita iniziai ad incalzare le fenditure della figa, inoltrandole dentro la carne viva.

‘mmmm oooo nonnoooo! mmmmmmmmmmmmm

Ero super eccitato ed il cazzo pulsava contro il suo culo. Il glande era completamente schiacciato dalla parte inferiore della figa, e spuntava sanguigno tra i suoi glutei rotondo. Lei lo sentiva pulsare tra le sue natiche e da come ansimava si intuiva che la cosa cominciava a piacerle.

Intanto le dita incalzavano nelle figa, che era completamente impregnata di umori. Le punte erano totalmente intrise, per cui scivolavano veloci dentro di lei provocando dei singulti di piacere.

Ero impazzito dal desiderio di possederla, la libidine mi aveva sconvolto la mente, per cui non riuscivo più a controllare i miei gesti. Bramavo quel corpo che, in quel momento era completamente soggiogato dalla mia volontà.

‘mmmmm ooo nonnooo mmmm!
‘Ti piace?
‘mmm Siii! mmmmmmmmmmmmmm

Spostai il sedile più indietro per avere più spazio di manovra. Infatti non appena arretrai lei si spostò indietro liberando il cazzo dal suo peso.

Quando il cazzo s’innalzò tra le su cosce, lei lo prese con le mani e cominciò a stimolarlo facendo scorrere la pelle tesa sulla massa dura dell’asta.

La durezza del cazzo strusciava contro la sua figa, stimolando le labbra ed il clitoride. Eravamo completamente assorbiti in quell’estasi dei sensi e non ci curavamo più di niente.
Al culmine della lussuria, senza più alcun controllo, con i freni morali completamente vanificati dal desiderio di sesso che ci aveva coinvolti entrambi, costrinsi la punta del cazzo a puntare contro la vulva vaginale, e muovendola freneticamente riuscii a varcare l’ingresso di quell’inferno incestuoso, un tuffo nell’ignoto, senza più possibilità di ritorno.

Nel momento in cui la figa di Denise si era impalata pienamente sul resto del cazzo, lei iniziò a muovere il bacino con moti serpentini, cercando di farlo entrare in profondità e di trarre da quella posizione assurda il massimo godimento possibile.

Quei movimenti erano perfetti, perché, in quelle circostanze, con il poco spazio che avevamo a disposizione, ci permetteva di scopare senza dare troppo nell’occhio, soprattutto si evitava di suscitare la curiosità degli ignari passanti che percorrevano distratti la stradina che correva parallela alla macchina.

‘oooo nonnooooooo mmmm sto godendoooooooo mmm
mmm Denise’ sei un diovaloooooooooo mmmmmmm
Infatti percepivo le pareti vaginali che si contorcevano attorno al cazzo, perfettamente incuneato nella sua figa. Agitava i fianchi come se fosse posseduta dal demone eros, ed io mi gustavo il suo superbo culo accompagnandolo nei movimenti del corpo, perfettamente sincronizzati con i miei.

Ci eravamo completamente smarriti in quella infinita passione dei sensi e di estrema estasi incestuosa, senza colpe e felici di vivere quella esperienza unica, di piaceri immensi, difficile da descrivere.

‘ohhh Deniseeeeeeee sto per venireeeeee mmm’
‘Siiiiiiiiii nonnoooooooooo sborramiiiiiiiiii dentroooo mmmm

In quei momenti intensi ci abbracciammo forte, mentre lei appoggiò il viso deformato dall’orgasmo tra il mio collo e la spalla. I movimenti alla fine divennero più convulsi bloccandosi nell’istante in cui scaricai dentro il suo utero getti di sperma incandescente.

‘Ooooo nonnooooooo lo sentoooooooo dentro è caldissimooomm
‘Deniseeeeeeeeee sei un diavoloooooooo mmmmmm

Proprio in quel momento la portiera posteriore si aprì.

‘Ei! voi due! che cavolo state combinando?
‘Ciao mamma! mi stavo coccolando il nonno!
‘Lo vedo, non sei un po’ cresciuta per certe cose!
‘No! Quando si ha un nonno fantastico!

Denise mi strizzò un occhio mentre si levò dal Grembo. Il cazzo intanto si era già sfilato dalla sua figa e pendeva giù, completamente afflosciato.
Mia moglie:

‘Tira avanti sto sedile! Non riesco a sedermi!
‘Va bene! Va bene!

Tutto filò liscio come l’olio.

Devo dire che fu una bella esperienza ed un inizio di una nuova ed entusiasmante avventura! benedetta tavoletta da surf!

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