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Racconti Erotici Etero

LAC DE BEAUREGARD

By 17 Giugno 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Cara amica dai capelli biondi, la piccola casa fantasma, affacciata sul lago, sulla riva ricoperta di neve bianca, ricordi?

Alla finestra apparivi tu, meravigliosa quanto una stella, il bel volto accarezzato dal vento, così come le trecce morbide. Eri fatata, giovane e triste, come la luna quando si specchia sulle acque.

Gli occhi tuoi brillavano come il sole nel cielo, mentre dal davanzale coglievi le tue primule, una ad una, per poi regalarle ai magici flutti del lago di perla, dove ti specchiavi.

Angeli dalle ali turchine strappavano i tuoi fiori alle correnti, per riportarli al cielo. Tu eri un’immagine soave, di bellezza, sì, eri statua bianca, scolpita dalle stesse mani maestose che avevano disegnato i monti e i ghiacciai eterni.

Oh, la piccola casa fantasma, tenera e bianca, dove abitavi, ricordi? Mi sembra di rivederla.

A volte, tutto era triste nel buio dei tuoi occhi!

Questo, però, ti succedeva prima di incontrare me, il tuo affettuoso amante di sempre, arrivato per caso, un giorno, su di una carrozza incantata, e giunto sino a te per avere il piacere di stringerti tra le sue braccia.

E la campana della felicità ha suonato, suonato, suonato…

Uno ad uno, ha accompagnato verso il più dolce castello gli spasimanti più intimi, li ha incantati e addormentati, col suo canto d’oro e di bronzo, e ha trasformato in realtà tutti i loro sogni.

Prima o poi, ognuno la ode, perché non c’&egrave porta alla quale non bussi.

Vivremo come le foglie, forse, per un solo giorno, una sola stagione al mondo. Ci sbocceranno intorno i gigli bianchi, fioriti e leggiadri, colti per un istante, forse, per un bacio.

Lo sai? Con loro, giocano anche le bambole, se non ci credi, chiudi gli occhi, e guardale.

Sì, vivremo come le foglie, vivremo come i petali, forse, per un solo affetto, che spero nessuno mai oserà strappare al mondo. Sentirai il cuore fremere nel petto, il gelo, il fuoco, poi, le stelle, solo quelle… Bussare ad una porta, bussare, bussare, aspettare, nell’ora trepidante dedicata alla passione.

Una culla di piacere accoglierà i due amanti, su di essa, dopo aver dissetato la sete ardente dei loro corpi, risposeranno stanchi. Mi sembra di vedere le loro mani bianche… Sono le nostre, sai? Le nostre, per sempre.

Baciare, stringere, toccare, sussurrare, palpitare, godere, in un attimo…

Poi, nulla più, nel triste silenzio del blu.

Faccio fatica a credere al destino e all’illusione, che però, per me, si avverano giorno dopo giorno, al tuo fianco. E non mi stanco mai di appoggiarmi alla tua spalla bianca, così spesso nuda, o mal velata da uno scialle di seta pura.

I nostri pensieri si intrecciano e sbocciano assieme. Sono come la sorgente del profumo, forse, lo stesso che esalano le tue membra di donna, fatte per essere amate e godute, e che, mi dicesti un giorno, scherzando, forse per farmi ingelosire, conobbero tanto spesso il dolce tocco delle acque del lago.

E andremo ad abitare per sempre nella piccola casa bianca, la decoreremo di ginestre, se vorrai, e non consentiremo a nessun crudele di distruggere il nostro incanto, nato da un segreto, sussurrato sulle labbra.

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