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Racconti Erotici EteroTrio

Lavori domestici

By 20 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

L’aveva incontrata per caso in quel supermercato, lontano da casa. La madre aveva in modo saltuario aiutato la moglie nei lavori domestici, fino a 10 anni prima, quando per una malattia era prematuramente scomparsa. Fu felice di incontrare quella ragazza che aveva praticamente visto nascere. Era, come la madre, bassa di statura ma con un viso dolce e un po’ sbarazzino e con un corpo ben proporzionato. La invitò a prendere un aperitivo al bar e seppe così che si era sposata ed aveva già una figlia di otto anni. Gli parve naturale, quando gli disse di attraversare un periodo economico difficile, aveva perso il lavoro e con il solo stipendio del marito era difficile tirare a campare a Milano, offrirle di venire ad aiutare la moglie come faceva la madre. Tra l’altro erano già parecchi giorni che la donna che veniva a casa sua era sparita, insieme ad alcuni preziosi della moglie (di poco valore, ma la sciocchina non se ne’era accorta). Tornò a casa e riferì il tutto alla moglie, che fu ben felice di aver di nuovo, e da una persona fidata, un aiuto.

Come ogni martedì e venerdì Mara andò nel bagno e messasi degli abiti più comodi, iniziò a lavorare. Era passato già un mese da quando aveva iniziato a lavorare per loro; Piera, la moglie, ne era contenta, infatti Mara lavorava bene e, pur essendo ben fatta, vestiva sempre in modo castigato non offrendo alcuna occasione per innescare la sua gelosia. Tullio uscì di casa per commissioni. Era luglio e faceva molto caldo, perciò si affrettò a tornare a casa.

Entrò in casa sperando in un sollievo, ma i condizionatori erano spenti perché Mara era ancora lì a pulire; Piera era distesa sul letto e si era appisolata , come solitamente faceva al mattino e al pomeriggio; dormiva supina indossando soltanto il solito coordinato di pizzo nero, slip e canotta trasparenti. Alla sua vista Tullio sentì il cazzo indurirsi, ma per la presenza di Mara, preferì rinviare il tutto e per sbollire andò a farsi una doccia.

Aveva quasi finito quando Mara gli chiese se poteva entrare nel bagno per potersi cambiare gli abiti. Tullio era nel box doccia, i vetri erano opachi con solo delle strisce orizzontali trasparenti; insomma con un effetto vedo non vedo; con Mara c’era molta familiarità perciò Tullio la fece entrare volgendosi comunque verso il muro. Mara entrò, si sfilò i pantalacci e la maglietta che aveva indosso e si apprestò a rivestirsi; Tullio, nel lavarsi volse leggermente la testa e, attraverso la parte trasparente del vetro poté ammirarla nella sua seminudità: aveva indosso uno slip molto sgambato e stretto su un magnifico sedere, il reggiseno era trasparente e come se non ci fosse.

L’aveva sempre considerata come una figlia, ma adesso la vedeva come una donna anzi il suo cazzo, ancor prima che la sua mente, la considerava come una femmina da chiavare. Mara dovette avvertire quello sguardo sul corpo e lentamente, quasi senza farsene accorgere cominciò a sbirciare per capire cosa stesse facendo Tullio, che nel frattempo si era girato. Mara vedeva la forma del cazzo in erezione, ma continuò a rivestirsi e appena ebbe finito uscì per tornarsene a casa. Tullio era rimasto impetrito, col cazzo duro, indeciso sul da farsi. Mara era una donna di 30anni e lui ne aveva 57, anche se il suo cazzo dissentiva, lui la vedeva sempre come una figlia.

Finì la doccia, si asciugò velocemente e con un cazzo in tiro come da anni non gli capitava, entrò in camera da letto, dove Piera dava i primi segni di risveglio; le appoggiò il cazzo tra le natiche e, spostando leggermente la stoffa dello slip, cominciò a strofinarglielo sulla fica; sapeva che le piaceva moltissimo e la moglie iniziò subito a gemere dal piacere; quando sentì la fica abbastanza bagnata, glielo infilò in bocca e lei cominciò subito a spompinarlo, si tolse per non venire e si distese supino, Piera gli si mise addosso e, estasiata, se lo ficcò nella fica come ad impalarsi; Tullio vedeva la moglie sopra di lui, col suo cazzo in corpo che si abbassava ed alzava prima lentamente poi sempre più veloce; i suoi magnifici seni andavano su e giù, ogni tanto li carezzava, poi le mise una mano in bocca per impregnarla della sua saliva e infine le infilò il dito medio, ben bagnato, in culo. Sentiva sul dito il proprio cazzo nella vagina, mentre si chiavava quella gran femmina della moglie. Venne prima lei, Tullio ci teneva a questo e si tratteneva apposta.

Distesi uno accanto all’altra Piera si chiedeva cosa avesse preso Tullio, forse il Viagra? Tullio invece ripensava a Mara (il suo Viagra) ma, adesso, solo come a quella figlia che non avevano avuto.
Il giovedì successivo Mara venne come al solito di buon mattino. Tullio non era riuscito a dimenticare la scena dell’altro giorno nel bagno e, anche se si diceva di non doverlo fare, cominciò ad osservarla con altri occhi, quelli impostigli dal basso ventre. Si cambiò d’abito e Tullio notò che aveva indossato una maglietta con scollatura circolare, chiusa con alcuni bottoni nella parte superiore, fatta di un tessuto leggero,e del resto faceva sempre tanto caldo .

Piera si attardava come al solito nel bagno, e Tullio poteva in libertà godersi la vista di Mara che si dava da fare nei lavori domestici. Cercava di sbirciare nella scollatura, quando si abbassava, ma non riusciva a vedere nulla; riuscì solo a capire che sotto la maglietta non aveva indossato il reggiseno. Un po’ frustato decise di uscire per fare due chiacchiere al bar con gli amici. Dopo un po’ però anche questo gli venne a noia, in fin dei conti sai quanto gli importava del calcio, con quelle due femmine che aveva a casa!

Tornò in fretta a casa, facendosi una bella sudata. Andò in camera da letto per cambiarsi. Piera questa volta si era appisolata, ma aveva accesa l’aria condizionata ed era coperta completamente dal lenzuolo, si intravvedeva che sotto era completamente nuda; e questo provocò a Tullio la solita erezione. Si svestì e in pantaloncini e maglietta andò nel soggiorno.

Mara si affaccendava con la solita alacrità, la maglietta, un po’ bagnata di sudore le si attaccava addosso mettendo in risalto il seno, almeno una terza abbondante, che stava su da solo e con i due capezzoli che sembrava volessero perforare la stoffa. Ciò che lasciò di stucco Tullio fu il vedere che, dopo il suo ritorno ben tre bottoni non erano agganciati, i seni si ammiravano non solo ogni volta che si abbassava: effetto del sonno di Piera? Tullio sentiva il cazzo duro da fargli male, altro che ragazzina, quella era una femmina che doveva aver capito tutte le sue difficoltà e lo provocava. Decise allora di metterla alla prova per rompere gli indugi.

Andò nel bagno, si svestì ed entrò nel box doccia, lasciando apposta la porta un po’ aperta, ma aprendo poco l’acqua per evitarne la fuoriuscita (quante volte l’aveva già fatto con la moglie!). Poco dopo Mara gli chiese di entrare per riempire un secchio d’acqua; si mise in modo da esser visto di profilo, col cazzo duro ritto come un’asta di bandiera e le disse di entrare. Mara entrò e cominciò a riempire il secchio, con la coda dell’occhio sbirciò verso la doccia e vide lo spettacolo: Tullio aveva 57 anni, ma portati benissimo, un fisico atletico e ancora muscoloso e, a detta della moglie e, in verità di poche altre donne, possedeva un bel cazzo; Mara forse non si aspettava di vederlo attraverso l’apertura della porta, rimase perplessa dall’accelerazione degli eventi e, senza riempire completamente il secchio uscì in fretta, lasciando Tullio perplesso, forse aveva osato troppo!

Non fece a tempo a pensare sul da farsi che Mara tornò di nuovo col secchio e riprese a riempirlo, ma più lentamente e questa volta leggermente girata verso la doccia, per osservare meglio; si era sporta e inchinata un po’ di più per riempire il secchio e si vedevano i seni penzolare quasi fuori dalla camicetta che era questa volta completamente slacciata; il cazzo di Tullio si era indurito all’inverosimile, la cappella era completamente da fuori, senza un lembo di pelle ed era rossissima, al centro già cominciavano a far capolino le prime gocce degli umori lubrificanti; Tullio si girò di scatto, chiuse la doccia e, ostentando indifferenza, chiese a Mara di porgergli l’accappatoio.

Mara posò il secchio a terra e i seni le uscirono completamente da fuori, non fece nulla per ricomporsi, sapeva di essere ben fatta, glielo diceva il marito, ma anche tutte quelle mani che la palpeggiavano nel metrò del mattino, sempre affollato e che non le davano affatto fastidio ma la rendevano orgogliosa. La prima volta era rimasta sorpresa dalla vista della nudità di Tullio ed era uscita, ma subito era tornata, ben consapevole di quello che sarebbe avvenuto.

Prese l’accappatoio e lo portò a Tullio che nel frattempo si era girato completamente verso di lei e aveva spalancato la porta della doccia. Buttò l’accappatoio, ancora bagnato la strinse a sé chinandosi a baciarla avidamente, infilandole la lingua in bocca; le sfilò la camicetta e i pantaloni, la prese in braccio e cominciò a succhiarle i seni, la fece sedere sul bidè e avvicinò il cazzo al suo viso, lei iniziò a leccagli la cappella, poi scese lentamente giù fino alle palle per poi risalire e farlo sparire completamente nella propria bocca. Il cazzo era grande e Mara era piccolina, eppure riuscì a farselo entrare tutto dentro, Tullio cominciò a muoversi col bacino e lei lo accompagnava con movimenti della testa; dopo un po’ Tullio lo sfilò dalla bocca, la fece alzare ed appoggiare con le mani al lavandino, si abbassò e le sfilò lo slip e dopo averle fatto aprire le gambe cominciò a leccarle le cosce lentamente fino alla fica per poi passarle la lingua su tutta la fica fino al buco del culo che riempì di saliva; Mara si eccitava sempre più e cominciò anche lei ad espellere tanti umori. Tullio si alzò, con una mano le divaricò il buco del culo, con l’altra prese il cazzo e le appoggiò la cappella, poi delicatamente iniziò a spingere fino a farla entrare , ma solo quella; era la prima volta, non sapeva se avrebbe potuto sopportare le dimensioni del suo cazzo, inoltre aveva notato che Mara, pur non dicendogli nulla, si era irrigidita non gradendo ulteriori affondi.

Sfilò il cazzo dal culo della ragazza e cominciò a strofinarglielo sulla fica che era ormai un lago di umori, si distolse abbassò la tavoletta del cesso e vi si sedé. Mara, senza che lui le dicesse nulla capì, gli si avvicinò e, girandosi si sedette su di lui infilandosi il cazzo dentro, chiedendo soltanto di non essere sborrata dentro. Tullio sentì il calore della fica sul cazzo, le mise le mani sotto le cosce e con movimenti deliberatamente lenti cominciò a sollevarla ed ad abbassarla chiavandola con una passione e una vigoria che si era dimenticato di avere. Mara, effetto dei preliminari , venne quasi subito, si sfilò il cazzo dalla fica e, dopo essersi inginocchiata, lo infilò in bocca e iniziò a fargli un bocchino: la sua lingua si muoveva freneticamente sulla cappella, la testa si muoveva ritmicamente facendosi chiavare in bocca, le labbra carnose arrivavano a toccare il suo ventre per poi toccare il bordo della cappella; quando avvertì lo sperma che risaliva il cazzo per fuoriuscire, Tullio cercò di allontanare Mara ma lei gli resisté facendosi inondare la bocca dagli abbondanti e caldi fiotti di liquido, lo guardò negli occhi e inghiottì lo sperma; non si ritrasse prima di avergli lavato con la lingua la cappella e liberato dalle ultime gocce di sperma che ancora fuoriuscivano.

Tullio, sorpreso da quel gesto e quello sguardo, seppur esausto l’alzò da terra e ,dopo averla preso in braccio, la baciò con passione in bocca, avvertendo sulla lingua il sapore del proprio sperma. Mara si abbandonò un po’ su di lui, per poi farsi di nuovo baciare in bocca.

Alzatasi si rivestì e prima di uscire lo ringraziò per la delicatezza riservatale quando aveva evitato di penetrarla completamente nel culo.
L’indomani Tullio ripensò molte volte alla situazione che si era creata e che a quel punto gli era certamente sfuggita di mano. Non era mai accaduto che avesse avuto un rapporto sessuale con un’altra partner senza che la moglie fosse consenziente. Erano stati, principalmente negli anni precedenti, una coppia pronta a nuove esperienze, ma sempre in perfetto accordo.
La storia appena iniziata con Mara gli metteva ansia, avvertiva che non era stato la solita scopata fine a se stessa e non riusciva a spiegarselo.

Piera gli chiese di accompagnarla a fare un pò di shopping. La cosa gli fece piacere, l’avrebbe distratto un po’.
In un negozio Piera entrò in uno dei camerini di prova con un abito che le piaceva mentre il marito aspettava di fuori. Dopo un po’ lo chiamò, aveva indosso un bell’abitino estivo, ma decisamente era un po’ troppo corto e troppo scollato, più adatto ad una donna decisamente più giovane; Piera si trovò d’accordo, rimise i suoi abiti e si apprestarono a visitare altri negozi.

Per guadagnare l’uscita passarono attraverso il reparto dei costumi da bagno, Piera ne adocchiò uno e volle provarlo. La commessa si raccomandò, come al solito, di provarlo senza togliere lo slip e Piera entrò nel camerino di prova; aveva visto giusto, infatti quando loi chiamò non poté far altro che darle con compiacimento il suo assenso, le fasciava il corpo in modo stupendo mettendo in risalto le sue belle forme; uscì perché si rivestisse; oltre a loro c’era anche un’altra coppia affaccendata nelle stesse cose, già aveva notato da prima e con un po’ di disappunto, che il ‘lui’ era molto più interessato a Piera che alla propria donna; sia quando era entrato che quando era uscito aveva dato ‘con indifferenza’ una sbirciatina, approfittando del movimento della tenda al suo passaggio. Osservandolo da uno dei tanti specchi del negozio notò che era diventato paonazzo: cavolo la tenda non era tornata al suo posto completamente, permettendo al giovin guardone di ammirare le nudità di Piera,che a sua volta se la prendeva comoda nel rivestirsi, era ancora con il solo slip (e capirai era un perizoma completamente trasparente) e si attardava a rimirarsi le tette nello specchio. Che avesse compreso l’arcano e apposta si stesse trastullando? Non era la prima volta che lo faceva, le era sempre piaciuto essere ammirata, ma adesso era un po’ troppo, pensò, si avvicinò al camerino e rimise a posto la tenda. Al tizio non rimase altro che godersi la vista della ‘racchietta’ che accompagnava.

Piera raggiante, a conferma dei suoi sospetti, uscì dal camerino e lo sorprese di nuovo, affermando di volerne acquistare anche uno per Mara. Le fece presente che non conoscevamo bene le sue misure, nonché i gusti, ma lei non si perse d’animo, prese il cellulare e la chiamò. Mara si trovava nei paraggi, lavorava una volta la settimana presso una famiglia in una strada limitrofa ed aveva appena finito; Piera naturalmente sapeva tutto e per questo si era mossa in quel modo.

Mara sembrava stesse fuori dal negozio, tanto presto se la ritrovarono vicino. Piera le mostrò la sua scelta e le chiese se le piacessero alcuni modelli che pure aveva già visto. Mara, un po’ imbarazzata, le fece presente che non voleva acquistare un costume in quanto non aveva intenzione di andare al mare (e probabilmente non aveva neanche i soldi!).
Non conosceva Piera, il costume te lo regalo io, esordì con tono che non ammetteva repliche, e per il mare puoi sempre venire qualche volta con noi.
Dopodiché chiamò la commessa, si fece portare alcuni modelli della giusta misura e insieme a Mara entrò nel camerino.

Ad ogni costume lo chiamavano per il giudizio e questa volta infilava solo la testa nel camerino, già abbastanza ‘affollato’, con giusto disappunto dello sfigato che stava ancora lì, ma non poteva vedere niente; al contrario di Tullio che poté godere della vista di Mara in costume per ben sette volte, tanto erano i costumi provati. La scelta, naturalmente di Piera, cadde su due esemplari, un due pezzi sgambato e reggiseno scollato e l’altro intero ma con tanta poca stoffa da farla sembrare nuda. Chissà cosa avrebbe pensato il marito! Non contenta Piera la portò a misurarsi il modello di vestito che avevano scartato per lei. Addosso a Mara stava altrettanto bene, ed era adatto alla sua età.

Avete proprio una bella figlia, esclamò la commessa, provocando un improvviso rossore al viso di Mara, mentre Tullio ebbe l’impressione di vedere un impercettibile segno di compiacimento in quello Piera. Tullio pagò ed uscirono dal negozio. Mara era ancora frastornata da quegl’insperati regali, mentre Piera era visibilmente compiaciuta della propria magnanimità e Tullio, preoccupato dalle attenzioni che la moglie riservava a quella che poteva diventare una sua amante, ma contento di aver rivisto Mara ed averne ammirato il corpo seminudo. Si lasciarono per tornare alle rispettive abitazioni.

Entrati in casa Piera iniziò a spogliarsi lentamente, la sua esibizione al negozio per uno sconosciuto l’aveva eccitata. Tullio non ne parliamo, aveva già il cazzo in tiro da molto prima e non aspettava altro. Di nuovo con il solo slip si recò in bagno e chiamò il marito che invece si era denudato completamente.
Come ti sembro, disse accarezzandosi i seni davanti allo specchio del lavabo.
Per tutta risposta rimediò un bacio/morso sul collo e il cazzo che si infilava tra le sue gambe.
Si sedette sul bidè e cominciò a leccargli le palle e la cappella, poi lo prese in bocca e Tullio cominciò chiavarla.
Si alzò dopo un po’ e sfilatisi gli slip fece sedere Tullio al suo posto e gli offrì la fica perché gliela leccasse. Quando si sentì pronta si portò al lavandino e chinandosi con imperio ordinò al marito di incularla. Tullio cominciò a chiedersi il perché dello strano comportamento di Piera, comunque prese da un cassetto un po’ di crema lubrificante, la spalmò sulla cappella e un po’ tra le natiche della moglie e dopo aver appoggiato la cappella sul buco cominciò a spingere il cazzo nel culo, poco alla volta entrò la cappella e una piccola parte del cazzo, non tutto per non farle male, cominciò con delicatezza a chiavarla in culo, mentre con una mano le carezzava la fica, quando si accorse di stare per venire sfilò il cazzo.

Piera chiese a Tullio di abbassare la tavoletta e di sedersi sul cesso. Lei gli voltò la schiena e, afferrato il cazzo con la destra cominciò a strofinarselo sulla fica.
A questo punto Piera stava praticamente ripetendo le stesse cose avvenute il giorno prima tra lui e Mara e Tullio se ne rese conto. Non disse nulla, fece girare la moglie e la baciò appassionatamente in bocca ricambiato con altrettanto trasporto; le lingue si toccavano leccandosi tra loro velocemente, succhiava avidamente la saliva della moglie; si alzò, la prese in braccio e, senza staccare le labbra da quell’interminabile bacio, la portò in camera da letto. Si sdraiò supino sul letto, si fece sormontare dalla moglie e riprese a strusciarle il cazzo sulla fica fino a farle venire un orgasmo clitorideo, così come le piaceva a volte godere; dopo l’orgasmo Piera si abbandonò completamente su di lui,Tullio la massaggiava sulla schiena. A Piera piaceva molto, ma sapeva che il marito doveva ancora avere l’orgasmo e lei non poteva attardarsi in quella posizione altrimenti il cazzo si sarebbe ammosciato e addio orgasmo; si tolse da quella posizione e si mise a pecora, offrendo al marito la scelta del buco dove penetrarla per chiavarla.

Tullio si alzò, si posizionò dietro la moglie, appoggiò la mano destra tra la fica e il culo, esercitando una leggera pressione laterale divaricò entrambi; la vista posteriore con culo e fica pronti per la penetrazione era decisamente arrapante, il cazzo si indurì di nuovo, sentiva sussulti attraversargli l’asta, spalmò di lubrificante la cappella e il culo, afferrò con la sinistra il cazzo e lo infilò tutto nella vagina, accavallò l’indice e il medio della mano destra e li infilò nel culo. Chiavò con impeto la moglie, sentiva il cazzo inondato di calore che strusciava le pareti della vagina, lo sentiva strusciare sotto i polpastrelli delle dita infilatele in culo. Piera, col ventre riempito dappertutto dal marito venne presto, seguita a breve dal marito. Tullio uscì dal suo corpo e le si sdraiò a fianco. Si mise supina a cosce aperte, sentiva lo sperma che fuoriusciva dalla fica e le colava giù sul letto passandole sul buco del culo.

Piera, esordì Tullio, mi devi perdonare ma ieri ho chiavato Mara nel bagno. Ti prego amore perdonami.

Lo so, rispose laconica Piera
Quando martedì scorso abbiamo fatto sesso, esordì Piera, mi sono chiesta cosa ti avesse preso, avevi un cazzo durissimo come da anni non ti accadeva. Alla fine ho convenuto che potevano esserci due sole spiegazioni, il Viagra, ma so che tu non l’hai ancora preso in considerazione, oppure qualcuna o qualcosa ti aveva eccitato tanto. Insomma solo Mara era stata in casa. L’ho telefonata e dopo un po’ di reticenza mi ha raccontato l’episodio del bagno: si era accorta che l’osservavi mentre si cambiava gli abiti e uscendo aveva visto che la cosa ti aveva provocato un’erezione.

Come ben sai c’è molta confidenza tra Mara e me, e, come ci eravamo ripromessi di fare alla morte di Tania (la madre di Mara) l’ho aiutata molto, anche economicamente e questo lo sai. Una ventina di giorni fa, quando tu eri a Roma per lavoro, Mara mi ha confidato che erano già sei mesi che il marito l’aveva lasciata, senza neanche preoccuparsi di darle un euro per la figlia. Quando l’hai incontrata al supermercato i pochi risparmi che aveva avuto da parte erano quasi finiti, quindi la tua proposta le aveva dato una boccata di ossigeno.

Tullio ascoltava quel fiume di parole della moglie, muovendo ogni tanto il capo in segno di assenso.
Ci siamo date appuntamento per mercoledì pomeriggio, dovevo parlarle. Le ho subito chiesto di te. Forse non lo sai, ma la ragazza aveva un’infatuazione per te, cose da adolescenti naturalmente, sapessi quante risate ci siamo fatte io e Tania al riguardo.
Anche Tullio si era accorto della cosa, Mara non faceva altro che arrossire e balbettare quando lo incontrava, ma non disse nulla alla moglie per non interromperla. Il suo eloquio cominciava a farsi interessante.

Mara mi ha detto che col tempo la cosa era passata, del resto il matrimonio e la figlia l’avevano impegnata non poco, facendole togliere tanti ‘grilli’ dalla testa. Venendo in casa da noi e rivedendoti di nuovo la fiamma si era però riaccesa. Insomma mi ha confessato di volerti un gran bene.

E qui una bella pausa e un bel sussulto per Tullio.

La sua ‘confessione’ mi ha facilitata per quello che avevo già pensato per il futuro. Sappiamo entrambi che mi restano ormai pochi mesi di vita, sono anni che hai rinunciato a tante cose per me e non voglio lasciarti completamente solo quando non ci sarò più.
La voce si fece un po’ roca e Tullio l’avvicinò di più a se. Erano 15 anni che Piera conduceva la sua battaglia contro un male che sembrava sconfitto e che invece si era ripresentato a chiedere il conto più inarrestabile che mai.

Dopo un paio di minuti di silenzio Piera riprese: Le ho detto tutto, sapessi che pianto che si è fatta, e le ho riferito che inizialmente avevo pensato per lei ad un ruolo di governante, ma adesso, per come si erano messe le cose, vedevo meglio un suo maggior coinvolgimento, insomma le ho detto che avrebbe fatto bene a prendere in considerazione di farsi scopare da te.
Giovedì, appena sei uscito, le ho chiesto cosa avesse deciso, e mi ha detto che sarebbe stata felice di fare quanto le avevo prospettato, ma di essere imbarazzata, si vergognava, tu le mettevi soggezione. Le ho detto che col fisico che si ritrovava non doveva temere nulla, del resto lei stessa aveva visto l’effetto del suo corpo seminudo sul tuo cazzo.

Le ho fatto sbottonare un po’ la camicetta, quel tanto bastante per farti eccitare e, quando stavi per tornare mi sono messa nuda ha letto, fingendo di dormire; sapevo che mi avresti notata e ti saresti eccitato. Quando sei entrato nel bagno ho aspettato un po’ e poi ho convinto Mara ad entrare col secchio, era titubante e voleva rimandare, mi ha anche detto che non prendeva più la pillola; l’ho convinta ad entrare e ha chiederti, quando si sarebbe rotto il ghiaccio, di non essere sborrata dentro. E quando intimorita è uscita, le ho sbottonato completamente la camicetta e l’ho rimandata dentro. Hai avuto una bella faccia tosta a chiederle di portarti l’accappatoio. Io sono rimasta fuori e mi sono goduta tutta la scena.

Certo che ci sai fare, mio bel maschione. Non so se hai notato con quanto amore la ragazza ti ha succhiato lo sperma e pulito la cappella con lingua. Le ho detto di venire, da lunedì tutti i giorni e già da lunedì voglio, anzi esigo, che ci chiavi entrambe. Come vorrai gestire la situazione in futuro saranno fatti tuoi, e suoi, devi però promettermi di aiutarla sempre.

Tullio rimase in silenzio, ripensando alla situazione creatasi. Si era accorto di voler bene a Mara, al di là di quanto si era ripromesso con la moglie alla morte di Tania. Già ” Tania. Ragazza madre, era stata con loro da quanto si erano sposati, e già dai primi giorni era diventata una persona di famiglia. Piera si confidava spesso con lei ricevendone sempre buoni consigli. Come per la paura che aveva ad essere penetrata in culo.
Tania li chiamò entrambi, spiegando cosa dovevamo o non dovevamo fare.

Tu Tullio la devi lubrificare ben bene, le prime volte le infili sole le dita dentro mentre la chiavi in fica, così si abitua. Poi ricordati che non devi mai spingere troppo e devi essere delicato e pronto a fermarti se lei sentisse dolore; devi avvicinare la cappella ben lubrificata al buco del culo e infilarla poco alla volta; tu invece Piera quando senti che inizia a spingere per entrare devi sforzarti come se volessi defecare, vedrai che in questo modo il buco si allargherà da solo ed il cazzo entrerà senza alcun dolore.
Cavolo, che tipa.

Quando Piera si ammalò fu loro ancor più vicina; per lunghi periodi Piera non poteva avere rapporti sessuali, effetto delle terapie che faceva, ebbene non appena Piera glielo chiese, si infilò nel letto di Tullio per farsi scopare e senza risparmio; aveva anche lei il fuoco addosso, anzi tra le cosce; non era certamente una bellezza come Piera o Mara, ma a letto era un diavolo. E quando finalmente Piera si riprese, si ritirò in buon ordine senza pretendere nulla in cambio. Furono Piera e Tullio che insistettero per regalarle l’appartamentino che ora occupava Mara.

E venne il lunedì. Tullio aveva dormito male, pensando a quel che sarebbe accaduto in seguito ed un po’ preoccupato sul fatto che avrebbe dovuto soddisfare due femmine; non aveva più il vigore fisico degli anni precedenti, anche se l’esperienza lo avrebbe aiutato. Del resto Piera lo conosceva bene e certamente avrebbe saputo evitare di farlo trovare in difficoltà.
Tutti questi pensieri gli toglievano il sonno e gli procuravano comunque delle continue erezioni.
Finalmente venne il mattino, si alzò e andò in bagno a prepararsi. Appena finito andò in cucina e preparò il caffè che portò a Piera. Si chinò e la baciò dolcemente sulla bocca, la moglie aprì gli occhi, lo guardò e gli chiese: E’ già ora? Piera si sollevò leggermente per bere il caffè; indossava una camicia da notte trasparente e, come ad ogni mattina Tullio avvertì l’indurimento del cazzo; per non anticipare i tempi andò in cucina e preparò la colazione alla moglie, che nel frattempo era andata in bagno.

Piera era intenta a far colazione, quando squillò il citofono, era arrivata Mara. Tullio aprì la porta e la fece entrare; Mara era ferma lì nell’ingresso con gli occhi bassi, tipico atteggiamento di chi non sa cosa fare.
Beh Mara, hai fatto colazione? Disse Tullio per rompere il ghiaccio mentre richiudeva la porta.
Sì grazie, rispose, sollevando la testa e fissandolo negli occhi.
Tullio passò direttamente all’azione, l’abbracciò e si chinò a baciarla con passione sulla bocca. Cavolo, avvertiva un particolare trasporto per quella ragazza, l’amava.
Ehi piccioncini, posso unirmi a voi? Disse Piera venendo dalla cucina.

Anche lei salutò Mara, ma solo con un casto abbraccio e un bacio sulla guancia, i rapporti saffici non l’avevano mai interessata, poi tutti e tre si recarono in camera da letto. Mara chiese di recarsi in bagno per darsi una rinfrescata. Piera aveva ancora la camicia da notte, sotto indossava un perizoma anch’esso trasparente, era un’accoppiata che a Tullio piaceva moltissimo ed infatti nell’attesa di Mara, aveva cominciato a strusciarsi sulla moglie, che nel frattempo lo aveva spogliato lasciandogli solo gli slip. Il cazzo era già duro e la cappella faceva capolino fuori dallo slip, quando entrò Mara. Indossava un babydoll di pizzo nero sopra un corpo stupendo e null’altro (in seguito Tullio scoprì che era stato un regalo di Piera); l’effetto era dirompente, il cazzo di Tullio era duro da fargli male, fece stendere le sue femmine sul letto e cominciò subito con la moglie, il rispetto delle gerarchie non guastava, iniziò un magnifico 69, senza neanche toglierle il perizoma, ma solo spostando lateralmente quel piccolo lembo di stoffa che le ricopriva la fica. Mentre le leccava la fica penetrandola ogni tanto con la lingua, con la mano iniziò a massaggiare Mara. Fu Piera a decidere il poi. Mentre Il marito infilava il cazzo in bocca a Mara massaggiandole con entrambe le mani i seni, lei da sotto gli leccava le palle; Tullio nuovamente le fece distendere e cominciò, alternativamente a strusciare il cazzo sul loro corpo, ma soffermandosi principalmente sulla fica.

Quando avvertì che quella della moglie era abbastanza bagnata, iniziò le strusciate finali per farle avere l’orgasmo, contemporaneamente aveva sistemata Mara in modo da poterle leccare la fica. Piera venne e finì di bagnarsi completamente. Tullio prese con una mano gli umori della moglie e se li spalmò sul cazzo, fece sistemare Mara a pecora e si accinse a penetrarla. Piera volle lei prendere il cazzo in mano ed accompagnarlo nella fica della ragazza e mentre il marito la chiavava con passione lei gli accarezzava le palle; Mara gemeva per il piacere e quasi urlò quando ebbe l’orgasmo, Tullio sfilò il cazzo prima di sborrare, ma questa volta fu Piera a farsi riempire la bocca di sperma ed ad ingoiarlo, mentre Mara finì il lavoro leccandogli la cappella e ingoiando le ultime gocce di sperma.

Sfiniti si sdraiarono sul letto con Mara al centro, la mano di Tullio appoggiata al suo seno, quella di Piera che le carezzava le guance.
Ormai erano arrivati a metà luglio e come ogni anno si apprestavano a partire per il mare. Avevano una villetta in un residence ben attrezzato sulla costa toscana. Piera era appena uscita per gli ultimi acquisti e aveva detto al marito di non attenderla, Tullio capì al volo a cosa si riferisse.

Finì di preparare le valigie e si recò in soggiorno, si accomodò su una poltrona per leggere o meglio per far finta di leggere visto che la sua attenzione era tutta per Mara, che stava ultimando il riassetto in cucina. Erano ormai una decina di giorni che, dopo aver rassettato la casa Mara entrava in camera da letto dove Piero chiavava lei e la moglie; quel giorno Piera aveva deciso di non partecipare al giochino, quasi cominciando ad abituarsi a lasciarli liberi.

Tullio osservava Mara che si moveva veloce e sicura intenta nel lavoro, gli piaceva tutto di quella ragazza, se ne stava innamorando sempre più, anche se diceva a se stesso che non doveva farlo. Il desiderio di possederla cominciava a farsi sempre più forte e lo sentiva nei pantaloni dove il suo arnese era in piena erezione. Senza attendere altro si alzò, entrò in cucina e da dietro abbracciò Mara che era intenta a pulire il lavello.

Che fai, disse Mara, non vedi che non ho ancora finito?
Ma non fece nulla per divincolarsi anzi cominciò a strofinarsi col culo contro Tullio, che nel frattempo le aveva alzato leggermente la camicetta e le aveva letteralmente abbrancato i seni, stringendola sempre più a se. Il movimento di Mara contro il cazzo aveva sortito l’effetto di farlo irrigidire al massimo, Tullio si sfilò i pantaloni, alzò la gonna e lo infilò tra le cosce della ragazza, con lenti movimenti cominciò a strusciarlo contro la stoffa degli slip. Mara si sentiva presa totalmente in quella morsa poderosa, sentiva i capezzoli indurirsi e cominciò a bagnarsi la fica.
Tullio avvertì l’uscita dei primi umori dalla fica di Mara, ma anche dalla sua cappella; si chinò e le abbassò gli slip, riprese quindi come prima a strusciarle il cazzo tra le cosce ma questa volta anche contro la fica.

Ma non aspettiamo Piera, va a finire che si arrabbia, protestò, poco convinta Mara la cui fica era ormai bagnata a dovere.

Non ti preoccupare, Piera mi ha detto che sarebbe tornata tardi, perciò oggi lo facciamo solo noi due, le rispose Tullio, che intanto le aveva tolto la camicetta riprendendo a massaggiarle i seni.

Sai, mi è sempre piaciuto chiavare Piera mentre sbrigava le faccende domestiche, disse Tullio; la fece appoggiare con le mani al lavello le divaricò con la mano le grandi labbra piene di umori e vi appoggiò la cappella, il cazzo la penetrò completamente. Iniziò a chiavarla con calma, sapeva di aver saltato una parte dei preliminari e non voleva assolutamente venire prima di lei.

Mara sentiva le sue mani sui fianchi, sentiva il cazzo nella vagina che la penetrava completamente per poi indietreggiare fin quasi a far uscire fuori la cappella. Aveva avuto esperienze con diversi uomini, ma questa volta si sentiva più coinvolta, Tullio l’arrapava molto di più e poi quel suo cazzo era veramente grosso, la riempiva tutta. Cominciò ad ansimare di piacere, il suo bacino si muoveva per facilitare il movimento di Tullio, riusciva ad effettuare delle contrazioni in vagina sul cazzo del maschio che la stava chiavando; Tullio avvertiva sulla cappella quelle contrazioni che gli davano ancor più piacere e cercava di muovere il cazzo per far sì che la cappella strofinasse completamente su tutte le pareti della vagina ad iniziare dalle labbra e poi giù fino in fondo, per farlo quasi lo sfilava del tutto ad ogni colpo.
Quando venne Mara urlò dal piacere e Tullio finalmente poté aumentare il ritmo per raggiungere anche lui l’orgasmo. Quando stava per venire, come le altre volte, sfilò il cazzo, Mara si girò e lo prese in bocca per farsela riempire dal caldo sperma; i sussulti del cazzo arrivarono quasi subito, fiotti di sperma uscivano dalla cappella riempendole completamente la bocca, ingurgitò con amore quel liquido fissando negli occhi il suo uomo; quando avvertì che i sussulti erano finiti ritrasse la bocca e tenendo ancora in mano il cazzo lo leccò per pulirgli la cappella dalle ultime tardive gocce che fuoriuscivano.

Tullio la prese in braccio e la portò nel soggiorno, si sedette sulla poltrona, tenendo stretta a se quella che sarebbe diventata la sua femmina.
Erano al mare da pochi giorni, Mara, con la figlia Serena, li avrebbe raggiunti l’indomani.
In spiaggia, i loro vicini di casa erano anche vicini di ombrellone; ormai si conoscevano da anni e, forse solo perché si frequentavano solo al mare, c’era tra loro un buon affiatamento. Le donne, a parte qualche eccezione, erano tutte in topless e quasi tutte con un bel seno prosperoso. I figli non venivamo mai sulla spiaggia, preferivano la piscina anche per sentirsi più liberi.

La sapete l’ultima del ‘rattuso’? esordì Clara, attirando l’attenzione di tutti.

Il ‘rattuso’, così definito anni addietro da una ragazza napoletana all’uscita dal suo negozio, era il titolare di una specie di boutique, come lui la definiva, attrezzata per vendere indumenti balneari, sia maschili che femminili . Lorenzo, così si chiamava, si era ampiamente meritato l’appellativo perché non faceva altro che sbirciare nei camerini di prova le belle signore che avevano la sventura di entrare nel suo negozio. I camerini, ben tre erano posti in fondo di lato dopo una finta parete formata da scaffalature, a prima vista fuori dalla portata di occhi indiscreti. Il corridoio dei camerini era pieno di specchi, come gli stessi camerini, qualche specchio era situato anche dalla parte opposta e permetteva in determinate posizioni di intravvedere ciò che succedeva nel corridoio, parimenti dal corridoio poteva tener sott’occhio una buona parte del negozio. I camerini erano chiusi con tende scorrevoli che però non erano sufficientemente lunghe da chiudersi del tutto, inoltre il tizio non permetteva a nessuno di portare più di un indumento da indossare, ma si prestava gentilmente a porgerli lui stesso ritirando quello appena provato, per far ciò spostava col braccio la tenda aprendola ancor di più per ammirare le nudità delle malcapitate che erano al massimo vestite del solo slip; non contento, quando l’occasione glielo permetteva, cercava di dare anche qualche consiglio sulla vestibilità dell’indumento, aggiustandolo sul sedere o sui fianchi e, cosa che gli riusciva benissimo, sul seno palpeggiando ben bene l’ingenua acquirente.

Chi era oggetto di queste sue ‘attenzioni’ reagiva in modo diverso: qualcuna vedendosi osservata si metteva ancor più in mostra e iniziava a provare molti indumenti, fino ad consentirgli anche i palpeggiamenti e poi” chissà! Altre che con si accorgevano di nulla e continuavano le prove fino ai palpeggiamenti da cui o si sottraevano con eleganza o con il fatidico schiaffo! Altre potevano solo offrirgli qualche misera sbirciatina in quanto accompagnate da un uomo. Per gli uomini c’era un solo camerino, posto sempre in un piccolo corridoio, ma di lato alla cassa e quindi quasi all’ingresso. L’unica nota positiva era il fatto che aveva bella merce in vendita. Le loro donne, abituate a stare in topless e quando possibile anche nude in spiaggia, non avevano difficoltà ad entrare in quel negozio, ma sempre più d’una e scortate dai propri uomini.

Non ci crederete, continuò Clara, ma quel maniaco si è sposato con una bella ragazza molto, ma molto più giovane di lui. Lei non avrà più di vent’anni mentre lui ormai va per la cinquantina. E’ una straniera, lo avrà sposato per ottenere la nazionalità, se la vedeste è proprio una bella ‘gnocca’ ed intanto quel porco continua le sue manovre nei camerini, anzi è diventato ancor più sfacciato, insisteva a farmi provare dei costumi per farmi mettere nuda e quel cretino di Andrea non diceva nulla distratto dalla moglie.

Hai appena detto che la moglie è una bella ‘gnocca’, sai bene che non sono mica insensibile, rispose ridendo Andrea, e poi quando gli hai detto e ripetuto che non ti interessavano siamo usciti, cosa volevi che facessi?

Perché non proviamo ad insidiargli la moglie, propose Armando, così una volta per tutte ci vendichiamo di questo bastardo.

E come pensi di fare?

Dobbiamo tenerlo occupato, perciò dovrebbero entrare un paio di voi a cui non da fastidio essere guardate, diciamo Piera e Luisa, che hanno anche il fisico adatto, naturalmente accompagnate dai propri uomini; poi, mentre il bastardo è impegnato ai camerini delle donne, entro io scelgo qualche pantaloncino e chiedo di provarlo; sicuramente non si distaccherà dal camerino delle donne, così sarà la moglie a dovermi servire e poi ‘.. ci penso io! E se Armando lo diceva!! Erano anni che faceva parte del loro gruppo, era un bel ragazzo di 35 anni, un bel fisico palestrato ma non eccessivamente, pur essendo single non restava mai a bocca asciutta. Si dimostrava un buon amico di tutti non solo delle donne, ma anche degli uomini in quanto non aveva mai neanche provato a cacciare nel gruppo.

Un momento, visto come è andata ieri voglio essere anch’io della partita, disse Clara.

Nel primo pomeriggio, quando nel negozio non c’era molto movimento, accompagnate dai mariti fecero il loro ingresso nella ’boutique’ Clara,1,65 di altezza, 40 anni ben portati con indosso dei pantaloncini molto corti e una camicia rosa ampiamente sbottonata che faceva intravvedere un bel seno sodo e Luisa, 1,70 di altezza, 42 anni ma un aspetto da ragazzina, minigonna da capogiro a vita bassa, che consentiva di vedere il bordo superiore del perizoma trasparente indossato, maglietta aderentissima indossata direttamente sul suo seno.

Al loro ingresso il ‘rattuso’ ebbe un sussulto, quanta grazia in una volta sola, dovette pensare. Subito si mise a disposizione delle donne, Clara gli disse che voleva provare i costumi che lui le aveva consigliati il giorno prima, mentre Luisa ripiegò su alcuni abitini da sera, lunghi ma molto scollati. Subito le fece accomodare nei camerini di prova, noncurante delle occhiate di ammirazione che Andrea e Gianni lanciavano a sua moglie Irina intenta a finire di mangiare un dolce alla crema, e come non avrebbero potuto guardarla: bionda di 21anni, 1,70, un bel viso su cui spiccavano due labbra carnose e sensuali, un seno di tutto rispetto e due belle gambe, indossava dei leggings scuri su dei tanga di colore chiaro e una maglietta che si fermava alla vita invece di scendere più giù come avrebbe dovuto evitando l’effetto nudo che si era creato; la maglietta era aderente al seno che non andava oltre la seconda taglia, ma era ben fatto con due capezzoli che puntavano la stoffa come volessero sfondarla.

Clara iniziò a spogliarsi, sapeva di essere osservata e del resto lei stessa vedeva attraverso lo specchio il depravato che l’osservava; si era spinta ad offrirsi ‘volontaria’ a questa sceneggiata solo per sentirsi alla pari di Luisa e Piera che nel gruppo erano ammirate da tutti, ma il sentirsi osservata da ‘quello’ le dava un po’ di fastidio eppure si mise completamente nuda e iniziò ad infilarsi il primo costume; a fianco Luisa aveva iniziato il suo piccolo show, sfilatasi la minigonna e la maglietta era rimasta a rimirarsi un bel po’ nello specchio, si girava e rigirava offrendo la vista del suo corpo, coperto da un minuscolo tanga, in tutte le angolazioni, per poi iniziare ad indossare il primo abito.

Quando fece il suo ingresso Piera, accompagnata da Tullio, Lorenzo era già quasi in tilt. Entrò con fare deciso di chi sapeva il fatto suo, aveva 50 anni ma sembrava coetanea alle altre due, 1,78 di altezza, indossava una gonna che arrivava poco sopra il ginocchio con un lungo spacco sul davanti che, quando camminava, metteva in vista le sue bellissime gambe, lunghe ed affusolate; sopra portava una maglia aderente a girocollo, che scendendo si apriva all’altezza del seno, e che bel seno, mettendolo in risalto.
Anche lei prese alcuni vestiti della sua taglia e si avviò ad occupare il terzo camerino di prova. Lorenzo prese i vestiti in eccesso dalle mani di Piera, e rosso in volto, con l’attrezzo che sembrava gli volesse sfondare i pantaloni, cominciò a perdere colpi, non sapeva più dove guardare, a Clara nuda porgeva il vestito di Luisa a cui dava il costume di Clara, e intanto anche Piera era nuda con solo un tanga indosso.

Si era parlato della sapiente dislocazione degli specchi che aveva fatto Lorenzo. Ebbene Clara si era accorta di riuscire a vedere dal suo specchio, quando Lorenzo spostava la tendina per porgerle il costume, la zona dove sostava il marito e anche una parte del corridoio del camerino di prova degli uomini. La vista del marito che sbavava per la moglie di Lorenzo la indispettì non poco e, per continuare a tenere sotto controllo il marito, fece in modo da aprire di più la tendina. Lorenzo notò subito la maggiore apertura e cominciò a chiedersene il perché, era forse un invito ad osare di più? Parimenti a Clara era passato quel senso di fastidio, sostituito dalla voglia di far dispetto al marito.

Quando entrò Armando Lorenzo gli diede solo una distratta occhiata, preso com’era da quelle tre e dalle domande a cui cercava di dare risposta.

Armando diede un’occhiata in giro e presi alcuni pantaloncini con relative camice da abbinare si rivolse alla moglie di Armando fissandola negli occhi: Posso provarli?

Certo, adesso l’accompagno, gli rispose Irina arrossendo allo sguardo insistito di Armando.

Lorenzo intanto, tra le tre donne, aveva cominciato a dedicarsi di più a Clara, era quella che secondo lui era più disponibile; aveva visto Armando ed anche che la moglie gli aveva tolto di mano gli abiti in eccesso come lui le aveva raccomandato di fare, ogni tanto dava una sbirciatina alla moglie anche se la presenza dei tre uomini gli riduceva di un bel po’ il campo visivo.

Armando volutamente lasciò la tendina semiaperta, si tolse la camicia e i pantaloncini per provarsi i nuovi indumenti; Irina non poté far a meno ammirare quel bel fisico di quell’uomo che l’aveva già intrigata con il suo sguardo, si sentiva già attratta quando notò l’erezione: gli slip erano gonfi e dalla parte superiore ne fuoriusciva abbondantemente la cappella, rossa e di dimensioni notevoli. Quando si avvicinò per porgergli gli indumenti da indossare Armando con noncuranza allungò il braccio per prenderli e ‘. prese un suo seno, lei non si ritrasse, anzi avanzò un po’ entrando nel camerino, dopo aver posato gli indumenti su un tavolino basso che era lì vicino. Armando l’attirò a sé affondando la lingua nella sua bocca, carezzandole il culo; lei non da meno infilò una mano sotto lo slip iniziando a maneggiargli il cazzo.

Tullio si era guardato un po’ attorno e aveva trovato la posizione che più toglieva a Lorenzo la vista di quel che accadeva nel camerino degli uomini. Gianni, dopo essersi rifatto gli occhi su Irina, dedicava la sua attenzione a Lorenzo, pronto ad intervenire se avesse osato troppo, Andrea invece non riusciva a togliere gli occhi di dosso ad Irina e quando Armando aveva iniziato a palpeggiarla aveva avuto più di una tentazione di avvicinarsi.

Intanto ormai la strada era imboccata, Armando ed Irina continuavano gli stropicciamenti, poi Armando la fece girare e le disse di chinarsi e appoggiarsi con le mani al tavolino, le abbassò i leggings spostò leggermente di lato la stoffa degli slip, avvicinò il cazzo e cominciò a strusciarle la cappella dalle grandi labbra al buchetto del culo, quando poi sentì la fica bagnarsi a sufficienza la penetrò e cominciò a chiavarla.
Irina sentiva quel grosso cazzo nella vagina che la riempiva, sapeva di essere osservata, anzi vedeva Andrea che l’osservava desideroso e si toccava davanti, sperava solo che quel porco del marito non si accorgesse di nulla. Quando vide avvicinarsi Andrea capì che stava per ricevere un altro cazzo e si accorse che altro non desiderava che prenderlo anche in bocca. Si stava avverando quello che tante volte aveva desiderato mentre faceva all’amore: essere chiavata contemporaneamente in bocca e nella fica.

Lorenzo aveva notato degli strani movimenti, ma quel tizio gli toglieva la visuale! Clara invece aveva visto il marito che iniziava a toccarsi e si indispettì ancora di più; aveva appena indossato un costume che le andava abbastanza stretto e, avendo difficoltà a farvi entrare le tette, accettò di buon grado l’aiuto offertole da Lorenzo, che durante il ‘soccorso’ la palpeggiò ben bene, anche se non provò l’atteso piacere’ preoccupato com’era di quello che poteva accadere ad Irina. Se io sto facendo questo, dovette pensare, forse Irina fa lo stesso. Intanto Clara vide che il marito era entrato anche lui nel corridoio del camerino ed era uscito dalla sua vista, perché ‘.. ! presa dalla rabbia si tolse il costume e candidamente chiese a Lorenzo di provarne un altro, girandosi e mostrandogli la folta peluria del pube, Lorenzo fece per avvicinarsi, ma questa volta il pensiero della moglie ebbe il sopravvento, si girò per andare a vedere da vicino, ma fu fermato prima da Luisa e poi da Piera che reclamavano la sua attenzione.

Andrea strizzò l’occhio ad Armando che con un cenno gli diede il consenso, si avvicinò e infilò il cazzo in bocca ad Irina cominciando anche lui a chiavarla. Irina dal piacere iniziò a contrarre i muscoli vaginali, avvolgendo ancor di più il cazzo di Armando traendo e dando ancor più piacere. Venne insieme ad Armando e per poco non dava un morso sul cazzo di Andrea che venne anche lui riempendole la bocca di sperma; Gianni si accorse per tempo dell’intenzione di Lorenzo e lanciò l’allarme: Andrea sfilò il cazzo dalla bocca e gli ultimi fiotti di sperma andarono sul viso e il corpo di Irina, che si ripulì con la tenda, si rialzò il leggings e come se nulla fosse accaduto chiuse la tenda e prese gli indumenti dal tavolino.

Lorenzo non vide altro che Andrea all’inizio del corridoio, la moglie che ne stava uscendo per riporre gli indumenti e la tendina del camerino chiusa con Armando che si accingeva ad uscire. Si stava rinfrancando e già pensava a tornare da quelle tre, quando notò qualcosa di strano sul petto della moglie.

Cos’é quella cosa biancastra che hai sul seno, chiese ad Irina.

Irina abbassò lo sguardo e raccogliendo su un dito l’ultima traccia dello sperma di Andrea lo mise in bocca, affermando candidamente: ma guarda un po’ era la crema del bignè che era caduta senza che me ne accorgessi!

Risollevato stava per tornare ai camerini, ma intanto Piera Luisa e Clara, finita la missione si erano rivestite e venivano verso l’uscita.

Si è fatto tardi, sono indecisa su cosa prendere, devo ripensarci, furono le scuse accampate per non aver comprato nulla, però tutte promisero che sarebbero tornate.

Anche Armando uscì insieme a loro e notò l’espressione perplessa di Lorenzo che osservava come il leggings della moglie fosse bagnato sotto lo slip che, cavolo, era messo di sbieco !!!!
Il riuscito raid nel negozio di Lorenzo, con l’ostentazione delle nudità di Piera, Luisa e Clara e le performance di Armando e Andrea che si erano chiavata la moglie del ‘rattuso’, avevano eccitato le tre donne e i loro mariti ad eccezione di Andrea che aveva sfogato la sua passione nella bocca di Irina.

Ehi ragazze, esordì Tullio, siete state fantastiche, avreste fatto arrapare anche un novantenne con problemi di erezione! E bravo Armando che non perde mai un colpo, certo che chiavarsi una donna dopo 5 minuti di conoscenza è stato proprio un record, gli disse battendogli una mano sulle spalle, e tacendo, ovviamente dell’imprevista performance ‘orale’ di Andrea. Adesso Piera ed io vi lasciamo, dobbiamo passare dalla lavanderia e poi andiamo a casa.

Beh, noi andiamo a casa, disse Sergio, penso anch’io come Tullio di dover premiare mia moglie per la sua bravura!

Risero un po’ tutti, solo che il sorriso di Clara era un po’ forzato e si vedeva. Armando si congedò per andare a fare un po’ di shopping ‘serio’ affermò, sollevando l’ilarità degli altri. Sergio invece si allontanò dalla moglie asserendo di dover sbrigare delle faccende finanziarie urgenti nella vicina città. La qual cosa aumentò ancor di più i dubbi della moglie: perché non la portava a casa per fare all’amore, come facevano gli altri con le proprie consorti? Anche lei era arrapata e lo dovrebbe essere stato anche lui, a meno che non volesse mascherare qualcosa; conosceva naturalmente bene il marito e sapeva benissimo che aveva bisogno di un paio d’ore di quiete per poter ricaricare le, anzi la, cartuccia e questa consapevolezza la irritava ancor di più.

Con questi pensieri nella testa arrivò a casa, non si cambiò neppure, semplicemente si avvicinò alla finestra per rimuginare, era una sua abitudine, come se la visione di ciò che accadeva fuori casa l’aiutasse a ragionare. Vide Sergio e la moglie che entravano in casa, con loro non aveva molta confidenza, ma il tarlo che la rodeva dentro era troppo forte e dopo qualche esitazione decise di andare a chiedere loro di chiarirle le cose, sicuramente Sergio sapeva tutto.

Si diede una rapida rinfrescata in bagno, quella maledetta aria condizionata era ancora guasta, si accinse a richiudere le finestre prima di uscire; pensosa aveva quasi del tutto abbassata la tapparella della camera da letto quando la sua mente ebbe come un flash di una cosa che aveva visto mentre la tapparella veniva giù, si avvicinò di più alle stecche che non erano ancora completamente chiuse ed ebbe la conferma di ciò che le era parso di vedere: la finestra dei suoi amici aveva un anta della persiana leggermente aperta, attraverso lo spiraglio, complice la luce accesa in camera, si vedevano Luisa e Sergio che, completamente nudi, davano liberamente sfogo ai loro appetiti sessuali.

La finestra degli amici distava dalla sua circa 4 metri, in altre occasioni si sarebbe ritratta per abbassare del tutto la tapparella, ma non lo fece anzi si incollò ancor di più alla fessura tra le stecche per vedere meglio.
Sergio era proprio ben dotato, aveva un cazzo grosso e lo stava infilando in bocca alla moglie che lo spompinava voluttuosamente aiutandosi anche con le mani, una sulla parte bassa dell’asta l’altra che gli carezzava le palle. Dopo un po’ Sergio liberò la bocca della moglie e le infilò il cazzo tra i seni; Luisa strinse il cazzo tra i seni e cominciò a muoverli avanti e indietro, Clara vedeva chiaramente la cappella che alternativamente svettava dai seni per poi sparirvi all’interno. Clara iniziò ad eccitarsi, avvertiva l’uscita degli umori che cominciavano a bagnarle la fica. Sergio nel frattempo aveva la testa fra le cosce della moglie e vi resisté qualche minuto. Clara immaginava il piacere che ne stava ricavando l’amica da quella lunga leccata.
Infine Luisa si mise gattoni, Sergio la penetrò con quel suo grosso cazzo e iniziò a chiavarla. Riusciva a vedere l’ondeggiare del bacino di Sergio, il suo cazzo che ogni tanto sembrava riemergere per poi sparire di nuovo dentro, i seni di Luisa andavano avanti e indietro seguendo i movimenti imposti dai colpi dell’uomo, movimenti che prendevano un ritmo sempre più sostenuto fino a quando non lo vide arrestarsi con sussulti che gli scuotevano la schiena; infine entrambi si abbandonarono, abbracciati , sul letto.

Clara sentiva di aver ormai inzuppato gli slip, si recò nel bagno e si accomodò sul bidè per risciacquarsi. Regolò il miscelatore e aprì l’acqua dirigendo il getto della doccetta sulla fica, non appena si toccò per pulirsi le venne l’orgasmo, chiuse gli occhi e si appoggiò con la spalla al vicino muro per godere al massimo quel momento. Stette così per molto tempo, la tensione che aveva accumulato era completamente svanita e lei cercò di dilatare nel tempo quella tranquillità che l’aveva invasa. Si lavò e rivestì per accingersi ad uscire.

Ma che ha fatto Andrea, chiese Piera a Tullio appena soli, ha partecipato anche lui alla chiavata di Irina?

Già, quel cretino non ha saputo resistere e le ha infilato il cazzo in bocca. Per fortuna la ragazza non si è ribellata, anzi sembrava gradire, ma intanto per poco Lorenzo non lo coglieva sul fatto, E intanto Clara sospetta qualcosa. Hai visto che faccia aveva?

Giusto, Andrea avrebbe dovuto astenersi, Clara non è pronta a queste cose ed anche se lo fosse non lo aveva di certo autorizzato. La ragazza mi ha confidato che non hanno fatto sesso con altri da quando sono sposati, o meglio lei non è stata con altri.

Dopo aver ritirato i capi in lavanderia andarono a casa per dare libero sfogo ai loro desideri.

Clara uscì e notò che la tapparella del soggiorno della villetta di fronte era alzata, era quella di Piera e Tullio e, pensando che fossero rientrati, decise di andare da loro a togliersi i dubbi che la tormentavano. Erano la coppia più anziana del gruppo ma anche la più spregiudicata, erano un po’ un faro per gli altri. A Piera aveva fatto molte confidenze e lei si era sempre dimostrata comprensiva nei suoi confronti, elargendole anche ottimi consigli.

Piera e Tullio erano già in camera da letto quando squillò il citofono. Dal monitor del citofono, ne avevano uno per stanza, videro Clara; Piera, dopo aver comandato l’apertura del cancello indossò una vestaglietta da camera (Tullio si era sempre chiesto a cosa servisse vista la completa trasparenza del tessuto) e andò ad aprirle la porta d’ingresso.
Scusami Piera, so che ti disturbo,ma ti toglierò solo un minuto del tuo tempo. Ero indecisa se venire o meno, ma non riesco più a ragionare, per favore dimmi cosa a fatto Andrea nel negozio, disse d’un fiato Clara entrando senza neanche accomodarsi.

Piera vide l’evidente stato d’agitazione della donna, le mise una mano sulla spalla e la fece sedere vicino a sé sul divano. Intanto pensava a cosa dire.

Mia cara a volte certi uomini non sanno resistere ai propri impulsi, ma lo fanno solo per il sesso senza coinvolgimenti emotivi. Andrea non è riuscito a controllarsi e quando a visto la scena di Armando che chiavava Irina non è riuscito a resistere, si è avvicinato e le ha infilato il cazzo in bocca.

Maledetto porco, gridò Clara e poi piangendo e con voce sommessa: sapessi quante volte l’ho sorpreso con l’attrezzo in erezione a guardarvi le tette sulle spiaggia ed ogni volta mi ha detto che l’erezione era per me e che lui mai avrebbe fatto l’amore con altre. Maledetto debbo fargliela pagare!

Se quello che mi dici è vero, ed io ti credo, hai ragione a gridare vendetta e questo è il momento di fargliela pagare, quando hai bussato Tullio mi aveva quasi strappato gli abiti di dosso per darmi una bella ‘ripassatina’, come dice lui e se a te ti va puoi unirti a noi.

Ma non chiedi prima a Tullio?

Mia cara dopo tanti anni di matrimonio ci conosciamo benissimo e conosco i suoi gusti, puoi star certa che nulla obietterà a dare una ‘ripassatina’ anche a te. Vieni andiamo in camera da letto che il mio ‘stallone’ sta certamente strepitando nell’attesa di ‘montarci’. La prese per mano e la portò in camera da letto.

In effetti Tullio aveva ascoltato tutto, il suo cazzo era in piena erezione, durissimo pronto ad iniziare la ‘festa’. Fu lui, completamente nudo, ad aprir loro la porta e farle entrare. Clara era arrossita, era la sua prima volta, Tullio se ne accorse, si avvicinò e pose il suo grande palmo sulla sua guancia, l’attirò a se e iniziò a baciarla appassionatamente sulla bocca, le tolse la camicia e i pantaloncini non trascurando la moglie a cui carezzava con una mano il seno.

Dring, dring, di nuovo suonava il citofono.

Cielo mio marito! Sbottò Clara nella classica frase vedendo Andrea nel monitor.

Non vi preoccupate,me ne occupo io, disse Piera, indossando di nuovo, sulla sua completa nudità, la solita vestaglietta trasparente.

Scusami Piera, so che ti disturbo (e 2, pensò la donna), ma dovrei chiedere una cortesia a Tullio,esordì Andrea senza toglierle di dosso gli occhi che ostentatamente spaziavano dal seno alle gambe e poi di nuovo al seno e poi”’..

Tullio non può venire, dì pure a me, gli rispose infastidita da quegli sguardi lascivi. Sapeva di essere una bella donna ed era abituata ad essere ammirata dall’altro sesso, ma questo davvero la infastidiva.

Beh sai oggi ehm ehm al negozio non so se Tullio ti abbia ehm rifer”

Mi ha detto tutto, lo interruppe Piera, e allora?

Volevo chiedergli la cortesia di non dire nulla a Clara, nel caso glielo chiedesse. Sai Irina mi ha lanciato degli sguardi inequivocabili, non potevo mica tirarmi indietro. Sai sono sempre un tipo disponibile, basta chiedermelo e non mi tiro indietro, anche tu se vuoi’..

Senti un po’, di nuovo lo interruppe Piera, riferirò a Tullio la tua richiesta, poi per quanto riguarda il resto ti ricordo che ho un marito che mi soddisfa completamente e sarebbe anche in grado di dare contemporaneamente piena soddisfazione a tua moglie ed anche a qualcun’altra!!

Il tono di Piera non ammetteva repliche e Andrea rosso in volto ed anche infastidito dal riferimento alla moglie, salutò e andò via.
Clara aveva ascoltato tutto seduta sulle ginocchia di Tullio. Stava conoscendo cose del marito che non avrebbe mai immaginato. Piera rientrò in camera visibilmente contrariata per il comportamento di Andrea e Tullio, lasciata sul letto Clara, si alzò e l’abbracciò per calmarla.

Certo che hai proprio sposato un bel tipo, disse rivolta a Clara. Non solo, come dice, non tralascia alcuna occasione, ma se le va anche a cercare; hai sentito la proposta che voleva farmi?

Clara non riuscì a rispondere, aveva ripreso a piangere suscitando la compassione dei due coniugi che si affrettarono a consolarla. Aveva appena finito di piangere che squillò il telefono. Piera rispose, era Luisa.

Ciao dimmi e, dopo un lungo silenzio, cooosa, ma non mi dire; va bene senti Clara è qui con noi, decisa ha vendicarsi, se volete ci potete raggiungere tra una decina di minuti, dammi il tempo di farmi scopare da mio marito che ancora non ci sono riuscita. Mi raccomando porta quelle cosine che hai comprato in Olanda. Posò il telefono.
Insomma mia cara, rivolta a Clara, tuo marito è andato anche a casa di Luisa per chiedere anche a loro l’omertà e anche a Luisa a fatto le sue proposte, pensa che Sergio si è incavolato e quasi si prendevano a botte!

Non gli resta che andare da Armando, intervenne Tullio, chissà che non gli faccia qualche proposta?

Scoppiarono a ridere e la tensione si dileguò. Piera disse a Clara che avrebbe dovuto fare le cose che non aveva mai fatto col marito ossia perdere la verginità anale e farsi inondare la bocca di sperma. Non ti preoccupare, avverrà tutto in modo naturale senza sofferenze, come tu invece temi, le disse Piera, prima che Tullio, stanco di tutte quelle chiacchiere rompesse gli indugi infilandole il cazzo in bocca. Quasi sorpresa Piera guardò il marito e sorridendogli cominciò a spompinarlo, mentre Tullio con le mani l’eccitava la fica mentre baciava e leccava i capezzoli di Clara. Dopo un po’ sfilò il cazzo dalla bocca e cominciò a strusciarlo sul corpo delle due donne. Piera iniziava a mugolare di piacere e fu la prima a chiedergli di essere chiavata. Tullio si distese supino con Piera sopra di lui, iniziò a strusciarle il cazzo sulla fica, contro le labbra e il clitoride,Clara assisteva massaggiandosi le tette e a volte la fica, i gemiti di Piera si intensificarono fino a quando venne bagnando e lubrificando il cazzo del marito.

Era finalmente arrivato il momento di Clara che con le mani si era già eccitata abbastanza, la fica era completamente bagnata pronta a ricevere il cazzo di Tullio che la fece mettere gattoni di traverso sul letto. Clara si chiedeva il perché ma il desiderio di essere penetrata era troppo forte, il ricordo del marito era svanito presto, quando aveva visto la dotazione di Tullio era rimasta affascinata ed ora stava per riceverlo in corpo. Tullio le avvicinò il cazzo alla fica, la penetrò e iniziò a chiavarla, Clara si sentiva completamente riempita da quel cazzo grosso e non si accorse dell’arrivo di Luisa e Sergio se non quando vide quest’ultimo che le si poneva di fronte con un cazzo di discrete dimensioni glielo infilava in bocca e tenendole la testa ferma con le mani iniziava a chiavarla.

Era la prima volta che aveva due maschi a sua disposizione, uno affondava il cazzo in fica e l’altro nella bocca fin quasi alle tonsille, procurandole a volte dei conati di vomito tanto la penetrava, ma stava godendo come mai le era accaduto. Luisa e Piera si erano poste ai lati, Luisa aveva in mano un attrezzo con una pompetta, lo lubrificò e iniziò a spingerlo nel culo di Clara che non avvertì alcun fastidio alla penetrazione rettale, neanche quando Luisa iniziò tramite la pompa, a farlo aumentare di volume; lo faceva con esperienza poco alla volta in modo che Clara si abituasse gradualmente alle dimensioni dell’attrezzo che andavano sempre ad aumentare. Clara si sentiva riempita dappertutto, era euforica e godeva da matti, non sapeva cosa avesse in culo, ma quell’affare premeva contro la parete della vagina che aveva meno spazio per dilatarsi, sentiva come se il cazzo di Tullio fosse aumentato ancora di volume, raggiunse l’orgasmo e sentì la fica fradicia di umori, ma Tullio continuava a chiavarla, affondava sempre il cazzo per tutta la sua lunghezza per poi indietreggiare fin quasi ad uscire fuori, la cappella strusciava contro i suoi genitali dandole sensazioni irripetibili. Sergio continuava a chiavarla in bocca, sentiva senza fastidio il sapore forte degli umori di quel cazzo, iniziò ad eccitarsi di nuovo mentre in culo quell’affare diventava sempre più grande.

Era quasi arrivata all’apice del piacere quando Sergio l’avvisò che stava per inondarla, sentì i primi fiotti di sperma che uscivano dal cazzo che aveva dei fremiti, avvertì il calore di quel liquido un po’ viscido che le riempiva la bocca fin quasi a soffocarla, lo ritrasse un po’ per far posto al suo liquido e lo sfilò completamente quando ebbe finito; Clara si ritrovò la bocca piena e fu per lei naturale ingoiare il tutto e leccare la cappella di Sergio per pulirlo degli ultimi residui, aveva fatto tutto naturalmente e la cosa le aveva procurato altro piacere, Tullio aveva intensificato la frequenza dei suoi colpi nella fica che sentiva sempre più stretta, incitato da Clara che finalmente aveva la bocca libera, raggiunse,il secondo orgasmo un attimo prima di essere riempita dallo sperma di Tullio che, sfilandole il cazzo dalla vagina pose sul letto una ciotola in corrispondenza della fica per raccogliere i liquidi che ne fuoriuscivano. Stanca e appagata si abbandonò sul letto con la ciotola che premeva sul pube e in culo ancora quell’affare che le avevano infilato e si chiedeva perché non lo togliessero.

Ma posso girarmi? Chiese con voce supplichevole dopo quasi dieci minuti.

Certo, nulla te lo impedisce, però aspetta che togliamo la ciotola.

Ma e quell’affare che mi avete infilato in culo?

Non ti preoccupare, di più non può entrare, serve per dilatarti un po’ il culetto così non avrai nessun fastidio quando Tullio ti inculerà, le rispose Piera.

Si girò con cautela e vide che Piera e Luisa si erano messe dietro i mariti e sapientemente li avevano eccitati di nuovo, le loro mani andavano su e giù sui loro cazzi che erano ormai di nuovo in tiro, con le cappelle rosse e completamente scoperte pronte per nuove imprese. Clara si meravigliò del fatto, pensava avesse finito e invece a quanto pare si sarebbero di nuovo iniziato i giochi con quei due maschioni che le avrebbero infilato il cazzo ovunque, anche in culo dove era ancora vergine; questo pensiero la preoccupò un po’ pensando alle dimensioni della cappella di Tullio, ma il desiderio di essere di nuovo posseduta da quei due che poco prima le avevano procurato ben due orgasmi ebbe il soppravvento e felice si apprestò al ‘sacrificio’. Le tolsero il divaricatore dal culo con sua grande soddisfazione.

Sergio si distese supino con due cuscini all’altezza delle natiche e Clara sopra di lui inginocchiata a cosce aperte e con la schiena dritta, con in mano il cazzo tra le grandi labbra che puntava dritto all’ingresso del suo corpo, tenuta alle spalle da Tullio che aveva cominciato a massaggiarle i capezzoli mentre la baciava sul collo, poi si alzò in piedi e dopo averla fatta girare un po’ le infilò il cazzo in bocca dopo averlo prima immerso nella ciotola piena del suo sperma e dei liquidi vaginali. Clara avvertì di nuovo in bocca lo sperma che però questa volta aveva un sapore meno forte anche perché mischiato ai suoi liquidi.

Tullio cominciò a chiavarla, ma lentamente senza fretta, intingendo ogni tanto il cazzo nella ciotola, solo per stimolarla ancor di più. E riuscì quasi subito a sortire l’effetto visto che Sergio, avvertendo sul cazzo i fluidi dell’eccitazione di Clara la invitò ad infilarselo nella fica; così lei fece e cominciò ad essere chiavata, Tullio le tolse il cazzo dalla bocca e le fece inclinare la schiena verso Sergio, in questo modo il suo culo si alzò leggermente, quel tanto per mettere in mostra il buco che era ancora abbastanza dilatato. Si cosparse il cazzo di lubrificante le infilò il cazzo dentro senza difficoltà e iniziò anche lui a chiavarla. Clara si dimenava e gemeva dal piacere, era lei che, sopra il maschio, con i movimenti delle sue anche determinava il ritmo della chiavata, era lei che chiavava Sergio e questa sensazione la faceva sentire ancora più appagata; quando avvertì la penetrazione del cazzo di Tullio nel culo sparì l’apprensione che aveva per la sua prima inculata, non avvertiva dolore ma piacere per quel secondo cazzo nel suo corpo, piacere per quel restringimento che provocava in vagina, piacere per la consapevolezza di essere posseduta dal maschio, piacere perché sapeva di offrirne altrettanto: le bastarono pochi colpi affondati da Tullio nel suo culo perché giungesse l’orgasmo che le annebbiava la vista e le allagava la fica. I due continuavano a chiavarla, Piera aveva afferrato la ciotola, con l’indice e il medio come se fossero un cucchiaino, prendeva quel liquido con lo sperma del marito per infilarlo in bocca a Clara, che leccava quelle dita come se fosse nettare.

Tullio aveva infilato la mano tra le cosce della moglie, la cui fica era completamente bagnata, ed aveva iniziato a masturbarla, mentre Sergio masturbava la moglie con un fallo artificiale. Il sapore dello sperma in bocca, i due uomini che la chiavavano avanti e indietro senza sosta procurò a Clara il secondo orgasmo che giunse insieme a quello di Luisa e un attimo prima di quello di Piera. Sergio sfilò il cazzo dalla vagina di Clara si tolse dalla sua posizione per mettersi di spalle alla moglie che ne afferrò il cazzo e cominciò a fargli una sega. Tullio continuò ad inculare la donna, con le mani teneva il bacino che accompagnava il movimento del cazzo; venne anche lui riempendola con il suo liquido e si ritrasse, Clara si abbandonò sul letto esausta ma Piera la fece girare giusto in tempo per ricevere nuovamente in bocca il cazzo di Sergio mentre questi sborrava, nuovamente inghiottì il caldo liquido e finalmente poté abbandonarsi sul letto.

Impiegò parecchi minuti per riprendersi, gli altri a turno erano andati nei bagni a lavarsi, ma mai l’avevano lasciata sola, sempre aveva avuto un uomo che l’aveva teneramente abbracciata. In quella strana giornata, iniziata con quelle chiacchiere da spiaggia era successo di tutto, ma mai avrebbe immaginato questa conclusione: per la prima volta aveva cornificato il marito e con ben due uomini, per la prima volta si era fatta inculare, per la prima volta un uomo l’aveva sborrata in bocca, nel suo stomaco c’era lo sperma di tre sborrate, ed infine per la prima volta aveva avuto quattro orgasmi quasi consecutivi e tutti di una intensità mai provata prima. Ripensando alle chiavate con il marito si rese conto di quanto aveva perso fino a quel giorno!

Bene, disse Piera dopo che anche Clara si era rivestita, penso proprio che tu sia finalmente soddisfatta. Ti sei vendicata di quel cretino di tuo marito e ti sei divertita con i nostri. Sappi che quella di oggi è l’unica volta che ti abbiamo permesso di farti chiavare dai nostri uomini. Se vorrai ripetere questa esperienza o parte di essa dovrai andare a pescare altrove, anche se penso che difficilmente troverai ‘stalloni’ all’altezza dei nostri uomini. Se tuo marito ti chiedesse dove stata digli pure che sei stata da noi, che abbiamo chiacchierato del più e del meno. Sicuramente ti chiederà di chiavare e tu accontentalo, ma ricordati di farti prima leccare la fica, così certamente avvertirà un odore e un sapore diversi e, se te lo chiede fatti pure inculare, ti troverà certamente un po’ larga per una prima volta; insomma mettigli in testa il tarlo del dubbio, se lo merita davvero tutto!

Aveva le lacrime agli occhi quando, salutando con un caloroso abbraccio i suoi 4 amici, Clara uscì incamminandosi verso casa.
Era da poco arrivata a casa e, come le avevano consigliato, non si era fatta la doccia, né aveva dato un colpo di spazzola ai capelli, ma aveva dovuto cambiarsi gli slip ancora bagnati dallo sperma che vi era colato. Quando il marito rientrò in casa la trovò seduta sul divano, mentre sfogliava, sudata, una rivista.

Devi assolutamente sollecitare l’intervento dei tecnici per riparare questa benedetta aria condizionata, non riesco più a resistere, se continuiamo così me ne torno a casa, mica sono venuta al mare per morire di caldo, né posso sempre trovare scuse per infilarmi a casa dei vicini per trovare un po’ di frescura, così lo accolse la moglie senza dargli neanche il tempo di mettersi comodo.

Non ti preoccupare, le rispose il marito, per domani mi hanno assicurato che verranno, anzi si sono raccomandati di farci trovare in casa dalle 9,00 in poi. Io domani sono al lavoro, perciò mi raccomando fatti trovare in casa; questi solo una scusa vogliono per andare da qualcun altro, visto il tanto lavoro che hanno in questo periodo.

Detto questo si svestì completamente, mostrandosi alla moglie col cazzo già duro. La vista di Piera e Luisa gli faceva ancora effetto.
Finalmente possiamo farci una scopata, non ce la faccio più a resistere. Oggi è stata una giornata proprio arrapante. Prima i vostri spogliarelli da Lorenzo, a proposito da dove stavamo noi vi si vedeva provare i vari costumi, certo che anche Piera e Luisa hanno un bel seno, ma non quanto il tuo! Poi Armando che si chiavava Irina e’.si fermò qui, per sua fortuna.
Ipocrita bugiardo, pensò la moglie, vieni pure adesso da me che ho ancora addosso l’odore dei maschi che mi hanno posseduta, vieni pure a leccarmi che quasi sicuramente leccherai anche un po’ di sperma non tuo, e si sfilò gli slip notando che anche questi si erano di nuovo bagnati.

In effetti Andrea per prima cosa infilò la testa tra le cosce della moglie e iniziò a leccarle la fica, ma quasi subito alzò la testa.

Ma che strano odore e sapore che hai! Esclamò.

Sarà il sudore per questo cavolo di caldo, rispose Clara.

Di nuovo affondò la lingua nella fica e di nuovo dopo poche leccate si fermò.

Scusami, ma oggi proprio non ci riesco, questo sudore sembra anche un po’ viscido.

Altro che sudore, rise dentro di sé la moglie, si è appena leccato un po’ di quello sperma con cui mi hanno inondato i due maschioni che mi hanno aiutato a cornificarlo! Si svestì completamente, si mise gattoni sul divano con le cosce ben aperte, offrendo al marito la vista della fica e del culo. Andrea le si pose inginocchiato dietro e si apprestò ad infilarglielo in fica. Era ancora perplesso per quell’odore e quel sapore non certo piacevole che aveva provato, ma il cazzo era sempre duro e la voglia di chiavare era sempre tanta. Indirizzò il cazzo nella fica della moglie, le entrò in vagina ed iniziò a chiavarla. Clara accolse quasi passivamente quel cazzo, non riusciva neanche a contrarre la vagina, era troppo appagata dai due cazzoni che l’avevano da poco strapazzata ben bene. Andrea si accorse della svogliatezza della moglie, attribuendola al caldo e, per sentire la vagina un po’ più stretta sul cazzo, infilò il medio nel culo della moglie. Avvertì il restringimento della vagina sul cazzo, ma notò anche che non aveva trovato la solita difficoltà a penetrare nell’ano. Gli venne l’orgasmo quasi subito e, come era d’abitudine, dopo l’eiaculazione tolse il cazzo dalla fica e si distese, disinteressandosi completamente della moglie e del fatto che lei non aveva raggiunto l’orgasmo.

Clara si alzò e andò in bagno a farsi una meritata doccia. Si era accorta delle perplessità che affliggevano il marito e ne era immensamente contenta, in tanti anni di matrimonio aveva sempre dovuto ingoiare tanti bocconi amari, adesso era finalmente arrivato il momento di rifarsi. Prese il flacone dello shampodoccia, quello strano che avevano comprato durante una crociera (era stretto e lungo con il tappo di gomma arrotondato che lo faceva sembrare un cazzo in erezione e scappellato), aprì la doccia ripercorrendo col pensiero gli episodi della giornata soffermandosi principalmente ai momenti magici che le avevano fatto vivere i suoi amici, era stata la loro cagna in calore, l’avevano posseduta in tutti i modi, le avevano procurato tanti orgasmi; quasi senza accorgersene si era infilato il flacone nella fica e muovendolo opportunamente si masturbava freneticamente fino a raggiungere l’ennesimo orgasmo della giornata.

Si asciugò, rivestì e con un sorriso più che smagliante entrò nel soggiorno trovandovi un Andrea taciturno e sempre più immerso nei suoi pensieri

L’indomani Andrea si svegliò di buon mattino e uscì. Verso le 8,30 la chiamò per svegliarla e ricordarle che da lì a poco sarebbero arrivati i tecnici per la riparazione del condizionatore. Clara si risvegliò a malincuore, il giorno appena passato era stato appagante sì,ma decisamente stancante. Avvertiva un po’ di fastidio alle basse vie anteriori e posteriori e del resto se lo aspettava. Poltrì un po’ a letto e non si accorse che si erano fatte le 9,00. Il suono del citofono la colse quasi di sorpresa, si alzò in fretta e si precipitò a rispondere.

Chi è? Disse e nel frattempo vide da monitor che erano i tecnici del condizionatore, il ‘capo’ sulla sessantina e il giovane aiutante.

Siamo venuti per il condizionatore!

Bene vi apro!
Azionò il pulsante di apertura e poi aprì la porta di ingresso. Quando entrarono i due uomini Clara notò l’espressione di stupore dei due uomini e solo allora realizzò che nella fretta era andata ad aprire con addosso la camicia da notte, in pratica un babydoll trasparente con sotto i soli mini slip. Insomma un bel guardare per i due! Con indifferenza, ma con grande orgoglio per i loro sguardi, mostrò ai due la localizzazione degli apparati del condizionatore e si allontanò per recarsi in bagno ed indossare qualcosa di più ‘normale’. Era ancora in bagno intenta a truccarsi quando fu chiamata dal ‘capo’, perciò uscì ancora in tenuta da ‘notte’, ma ben pettinata e con un filo di trucco che le ravviva il viso. I due non erano niente male, pensò, il ‘capo’ aveva ancora un certo fascino, mentre l’aiutante era un giovane prestante, con un fisico palestrato.

Alla sua apparizione si ripeté la scena del loro arrivo, ossia gli occhi dei due che spaziavano dal suo seno alle gambe, mentre questa volta Clara si accorse dei pacchi gonfi che avevano nei pantaloni.

Signora, c’è un elemento rotto che si deve sostituire e il gas che si deve ripristinare. Purtroppo il ricambio non lo abbiamo e ci vorranno alcuni giorni prima che arrivi! Sentenziò il ‘capo’ che neanche mentre parlava riusciva a guardarla in viso.

Oh no! E adesso come si fa. Ancora senza condizionatore e con questo caldo. Ma non può mandare qualcuno in città prendere il pezzo?

Purtroppo abbiamo molte chiamate e non posso permettermi di perdermi un collaboratore per quasi mezza giornata.

La prego, non faccio questione di soldi, la mezza giornata ve la pago a parte, ma non mi lasciate al caldo.

Ma signora non è questione di prezzo, abbiamo altri clienti che aspettano! E gli occhi erano sempre lì, bloccati sui suoi capezzoli. Anche Clara abbassava spesso lo sguardo a controllare i ‘pacchi’ che avevano preso discrete dimensioni.

Oddio, se non è questione di soldi mi dica come posso fare per convincerla ad aiutarmi,e Clara lo disse con voce calda e suadente.

Va bene, si può fare, ma voglio essere chiaro ed esplicito, lei è una bella donna e, per come ci ha accolti, ci ha messo addosso una gran voglia; insomma siamo pronti ad esaudire il suo desiderio se lei esaudirà il nostro!

E sarebbe? Rispose Clara facendo finta di non capire, anche se il suo desiderio era pari se non superiore a quello dei due uomini.

Sarebbe lei! Non si offenda, ma sono una persona pratica che non si perde in giri di parole, vogliamo semplicemente che lei si faccia scopare da entrambi.

Cavolo, lei è proprio diretto, disse Clara avvicinandosi e mettendogli la mano sul ‘pacco’. Diciamo che sono d’accordo, sentita anche l’attrezzatura, ma si fa tutto dopo la riparazione!

Già, così poi restiamo a bocca asciutta! Replicò Antonio, il capo; possiamo far così, dopo esserci procurato il ricambio torniamo e lo montiamo per accertarci che vada bene, poi ‘montiamo’ lei e infine carichiamo il gas nell’impianto!

D’accordo, anche se l’essere’ montata’ non è che mi piaccia molto, sono una donna, mica un animale, e poi voglio che a dirigere le danze sia io, voglio essere io a decidere chi, come e quando i! Puntualizzò Clara.

Antonio assentì, si mise subito al cellulare a chiamare altri installatori e negozi del circondario per vedere di trovare il ricambio senza dover mandare in città Adrian, il suo collaboratore. Dopo quasi 5 minuti riuscì finalmente a contattare il negoziante di un centro vicino che aveva il ‘pezzo’. Perciò subito uscirono con l’accordo che sarebbero tornati dopo un’ora.

Clara ritornò finalmente in bagno a completare i suoi preparativi, ma evitò naturalmente di vestirsi visto che di lì a poco sarebbero tornati quei due. Era elettrizzata al pensiero che lì a poco sarebbe di nuovo stata oggetto delle attenzioni di due maschi, di nuovo avrebbe avuto due cazzi a sua disposizione.
In effetti dopo meno di un’ora i due erano di nuovo lì, montarono il pezzo che per fortuna andava bene.

Bene signora siamo pronti per lei, disse Antonio.

Beh pronti per modo di dire, replicò Clara, con tutti quei vestiti addosso!

Si avvicinò ad Adrian e gli tolse la camicia. Quindi si inginocchiò davanti al ragazzo e dopo avergli aperto la cintura gli abbassò i pantaloni. Il cazzo svettava abbondantemente fuori dagli slip, lei li abbassò solo un po’ e dopo una rapida occhiata di ammirazione lo portò alla bocca. L’odore non era dei più invitanti, ma ormai lei già si era eccitata nell’attesa, perciò lo infilò avidamente in bocca; il sapore era aspro, come da poca pulizia, ma solo per poco, poi si abituò; il ragazzo non aveva un cazzo di grandi dimensioni, ma in compenso era durissimo, sembrava di marmo. Adrian le mise una mano sulla nuca e cominciò a chiavarla in bocca. A Clara quella mano dietro la nuca dava un po’ fastidio, si sentiva bloccata, ma non reagì ritenendo la situazione provvisoria, e poi quel cazzo in bocca era veramente meraviglioso, già pregustava di prenderlo, durissimo in vagina. Intanto Antonio si era spogliato e posto dietro di lei e infilato la mano sotto lo slip, la massaggiava dal buco del culo a quello della fica.

Inginocchiati anche tu, ordinò Antonio al ragazzo che ubbidì prontamente senza togliere la mano dalla nuca di Clara che dovette seguire il movimento di Adrian e poggiare le mani a terra. Si ritrovò messa gattoni col cazzo del giovane in bocca.

Adesso abbassati ancora, siediti sui talloni, ordinò ancora Antonio, e Clara si ritrovò spinta un po’ più avanti con le spalle più in basso del bacino, offrendo ad Antonio lo spettacolo e la disponibilità dei suoi due orifizi inferiori.

Clara aveva sempre più fastidio per quell’immobilizzazione della testa, ma adesso si aspettava finalmente di ricevere il cazzo nella fica che si era completamente bagnata. Essere chiavata avanti ed indietro le era piaciuto tremendamente il giorno prima ed adesso, anche se con differenti partner, si aspettava di ricevere altrettanto godimento. Antonio si lubrificò il cazzo, cosparse di abbondante lubrificante il buco del culo e la inculò. Clara si aspettava di riceverlo in fica ed invece avvertì con gran dolore la penetrazione anale. Antonio aveva un cazzo di notevoli dimensioni e non aveva certo la delicatezza di Tullio, né era stata preparata con qualsivoglia dilatazione alla penetrazione anale,sentiva un gran dolore quando Antonio la penetrava tutta con quel cazzone e non poteva neanche lamentarsi o gridare o protestare in quanto la bocca era impegnata dal cazzo di Adrian che continuava a tenerle la testa bloccata con la mano; poteva solo sperare che i due venissero presto e, per sua fortuna così fu. Lo stretto orifizio anale aveva sortito l’effetto sul cazzo di Antonio che dopo pochi colpi raggiunse l’orgasmo. Anche Adrian finalmente venne e cominciò a riempirle la bocca di sperma. Clara si sentiva quasi soffocare, quel maledetto continuava a tenerle la testa bloccata, ingoiò più volte il liquido che sembrava non volesse terminare di uscire. Finalmente i due ritirarono i loro arnesi dal suo corpo.

Maledetti, non erano questi i patti, disse Clara con voce flebile e tremante appena ebbe la bocca libera.

Ma signora, le rispose Antonio, è lei che si è inginocchiata e ha preso in bocca il cazzo di Adrian. Io che dovevo fare, stare a guardare? E poi, se non le andava poteva fare almeno un cenno, un gesto e noi sicuramente avremmo smesso!

Ma vedi che stronzo, adesso mi da anche la colpa, pensò Clara, mentre con le lacrime agli occhi per la rabbia si recava in bagno per darsi una ripulita e rivestirsi, questa volta completamente.
Uscì dal bagno dopo una ventina di minuti, i due avevano nel frattempo completata la riparazione ed avviato il condizionatore che finalmente funzionava regolarmente

Signora, iniziò Antonio, a ripensarci bene prima non ci siamo comportati bene, abbiamo goduto solo noi e l’abbiamo colpevolmente trascurata, se vuole siamo disponibili a farle tutto quello che lei ci chiederà.

Vedo che avete completata la riparazione, rispose con distacco Clara, vi ho pagato l’urgenza secondo i patti, per il pagamento della fattura passerà mio marito in serata nel negozio, come convenuto. E indicò ai due la porta.
Antonio e il giovane raccolsero le attrezzature e senza replicare uscirono.

Clara si accomodò sul divano e ripensando all’accaduto si convinse che quello che le avevano dato i suoi amici non era replicabile, in futuro avrebbe dovuto evitare di ritrovarsi in situazioni come quella appena conclusa. Certo il tradimento aveva un gusto e un sapore particolare, ma quello odierno era stato solo triste e amaro.

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