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Prima lettera ad un amico curioso..

By 7 Febbraio 2004Maggio 12th, 2020No Comments

Caro T.,

L’altra sera per telefono mi sembravi piuttosto curioso riguardo a questo aspetto della mia vita privata. Non potendone parlare in maniera più… esplicita, per la presenza di altre persone (capirai che non ci tengo a che certi particolari si sappiano troppo in giro…) ti promisi che ti avrei scritto per raccontarti i dettagli.

Dunque, ti ho accennato come è cominciato.

In pratica Donata, la ragazza di un mio buon amico (non il migliore, ma sicuramente uno dei migliori), Giacomo, era davvero carina ed aveva la’ ottima (o pessima, a seconda dei punti di vista) abitudine di mettersi addosso il minimo indispensabile, e di toglierselo alla prima occasione (quindi, per esempio, quando veniva a trovare il suo boyfriend).

Non dico che rimaneva con la sola biancheria intima (e pure è capitato), ma poco ci mancava. E data la familiarità che avevo con lei, non si preoccupava troppo di farsi vedere seminuda dal sottoscritto. Col risultato che, avendo tra l’altro vent’anni, mi faceva arrapare in continuazione. Mi sarò fatto centinaia di seghe pensando a lei, immaginandola nelle posizioni più erotiche. Insomma, sai come vanno queste cose.

La cosa si andò a mano a mano aggravando, ed ho il leggero sospetto che Doni abbia in qualche modo intuito qualcosa, perché approfittava di qualsiasi scusa per farsi vedere dal sottoscritto. Dimenticavo di dirti che io e Giacomo abitavamo insieme a Bari, insieme ad un altro ragazzo che però stava con noi solo il martedì, il mercoledì e il giovedì; gli altri giorni se ne tornava al suo paese. Io e Giacomo eravamo amici fin dal Liceo, quando ancora non stava con Donata (e tra l’altro facevamo una gran bella coppia: lui introverso e taciturno, ma belloccio e prestante, attirava le ragazze come il miele le mosche; io, magrolino e meno attraente, ma più estroverso e abile nel parlare, le affascinavo tipo incantatore di serpenti. E nel Liceo eravamo una settantina di maschietti e oltre 300 femmine!!!).

Comunque, per esempio, lei veniva a casa e, se c’era il terzo, si chiudeva in camera con Giacomo e lì rimaneva; se l’altro non c’era, Doni si metteva comoda e POI veniva in camera mia, per chiedermi se sapevo dov’era il pane, o il sapone, o per farsi vedere i lividi sulle cosce (faceva pallavolo; e Giacomo faceva Medicina, ma lei diceva che non capiva niente!). Figurati che, dopo che seguii un corso di massoterapia (massaggi), volle controllare cosa avessi imparato e me la ritrovai sul letto con indosso solo un minuscolo slip di cotone bianco! Mi misi a massaggiarla, e ci mancò veramente poco che sborrassi così, solo a toccarla! E da allora non perdeva occasione per farsi fare un massaggio… tonificante (diceva lei, ma i guai li passava il sottoscritto).

E non ti dico se succedeva che veniva a casa quando Giacomo non c’era! Allora potevo star sicuro che si faceva la doccia lasciando la porta del bagno aperta, e poi mi chiamava per chiuderla, o per portarle l’accappatoio che si era ‘scordata’ in camera, o (come è successo una volta) ‘per favore mi aiuti a lavarmi la schiena?’.

Insomma, provocava forte. E quando, nonostante l’amicizia con Giacomo (in genere ho sempre rispettato gli amici, e le amiche ‘ho dormito parecchie volte con nel letto una ragazza senza combinarci niente, perché le avevo dato la mia parola) tentai durante una seduta di massaggi di allungare le mani, Doni si alzò e se ne andò senza dire una parola. Salvo ripresentarsi uno o due giorni dopo e chiedere un altro massaggio.

Per farla breve, mi sfogai con l’amico, e gli dissi chiaro e tondo che o la teneva un po’ a freno o c’era il rischio che la violentassi (quasi).

-‘E che vuoi che faccia? Tu la conosci, e sai che non mi starebbe quasi a sentire!’- mi fece lui.

-‘Allora parlatene, e vedi di farle capire che se continua in questo modo, una volta o l’altra mi faccio trovare col preservativo già infilato. E tu puoi prepararti a portare un casco nuovo’- minacciai, facendo il gesto delle corna

-‘Ma dai! Lo so bene che non lo faresti mai!’-

-‘Tu dici? Sai che ha fatto l’altro giorno la tua cara Doni?’- e gli raccontai della schiena lavata ”E che pensi che avrebbe fatto se in quel momento le infilavo un dito?’- chiesi retoricamente.

Giacomo ci pensò sopra un minuto, mentre io ribadivo che, amico o non amico, avrei tentato di farmela sul serio. E concluse che, effettivamente, c’erano buone probabilità che Donata cercasse di provocarmi apposta, per vedere fino a che punto io arrivassi. Poi mi prese di sorpresa: -‘Perché non la tieni contenta?’-

Rimasi un attimo a bocca aperta. Lui continuò: -‘Però, se lo fai, devo esserci anch’io!’- Lì per lì pensai che volesse coinvolgere la sua ragazza in un sandwich (mi sembrava un po’ strano, perché mi aveva sempre detto che ci teneva a lei. E quel genere di cose le facevamo con altre donzelle, più libere e disponibili). Non mi passò neppure per la testa che potesse avere altre intenzioni, anche se col senno di poi avrei dovuto collegare quella stana proposta-concessione con alcuni fatterelli precedenti.

Già dal Liceo, quando fra noi due si toccava l’argomento ‘sesso’, una volta mi disse di essersi sognato di incularsi Matteo, un amico comune, più piccolo di noi di un paio di anni, carino, biondo e snello; un’altra volta mi confidò di essersi fatto una sega nel cesso della scuola in presenza di alcuni ragazzi del primo anno (noi facevamo il quarto). E dopo le partite (ed anche prima) rimaneva quasi sempre per ultimo a fare la doccia (mi seccava parecchio, dato che dovevo aspettarlo), e si metteva a fissare i culi e i cazzi degli altri amici. Perciò….

Ma in quel momento, proprio non mi sfiorò neppure il dubbio. Non mi aveva mai raccontato di aver messo in pratica in qualche modo le sue fantasie…particolari (non era un gay, o perlomeno non me l’aveva mai fatto sospettare. E sì che di avventure insieme, nel senso di io e lui ed altre ragazze, ne abbiamo avute abbastanza…), e per la verità non mi aveva nemmeno raccontato di AVERLE, certe fantasie. Fatto sta che mi…concesse di farmi Doni (o almeno di provarci), ed anzi concludemmo la conversazione organizzando insieme il modo migliore di coinvolgerla, e di fare in modo che non rifiutasse il…triangolo.

Tu pensa: IO dovevo farmela, e LUI era quello che si dava da fare per organizzare il tutto! Infatti fu Giacomo a portarsi da casa il videoregistratore (vent’anni fa!); fu lui a procurare una cassetta porno; e così via…(Anche questa era una cosa che avrebbe dovuto mettermi in sospetto, ma io in testa avevo solo l’idea di scoparmi Doni, me la vedevo già bella pronta…).

Il famoso giorno iniziò, stranamente, uguale a tutti gli altri. Il sole si alzò come sempre da Est, era sempre di un giallo abbagliante, lo smog era abbondante… insomma, tutto come al solito.

Come al solito, verso le 16 viene Doni. Va in camera di Giacomo, si leva i vestiti e si mette la sola giacca del pigiama di lui, che le arriva giusto giusto all’attaccatura delle cosce. Basta che faccia un passo, e lo slip aderente viene esibito in tutta libertà. Non ti dico quello che succede quando si siede! Come al solito, viene in camera mia a salutarmi. Mi chiede se mi va un caffè (avrebbe potuto offrirmi stricnina, me la sarei presa lo stesso!), e ce ne andiamo in cucina per prepararlo. Chiamo Giacomo, ma lui dice di non rompere i cosiddetti, ché sta studiando.

In cucina, me la guardo per benino mentre prepara il caffè, e soprattutto quando alza le braccia per prendere il barattolo di caffè prima, e di zucchero poi (non tutti e due insieme, uno per volta!), sul ripiano alto del pensile (avevo preso l’abitudine di tenerli lì apposta!). Che culo!!

Per scaricare la tensione (e per evitare velocità eccessive più tardi) mi infilo nel bagno per tirarmi una sega, e dopo un po’ lei viene e tenta di aprire la porta. Ovviamente non ci riesce, e mi avvisa che il caffè è pronto. Quando torno in cucina, mi chiede ironicamente perché avessi chiuso la porta: -‘Cos’è, ti facevi una sega?’- Evito di rispondere, bevo il caffè e me ne vado in camera mia, per dare a vedere di studiare (in realtà, mi misi a fantasticare immagina cosa…).

Dopo un’oretta, pausa merenda. Ci si ritrova tutti e tre in cucina, per l’ennesimo caffè o per smozzicare un panino. Giacomo mi fa un segno, che interpreto come un ‘prepàrati, che fra poco si parte!’, poi chiede a Doni quando ha la partita di pallavolo. ”Dopodomani, alle 5. Perché?’- ‘Niente. Così stasera ci possiamo divertire. Ho trovato una videocassetta…’- (Donata ci teneva parecchio alla pallavolo, e la sera prima della partita, da brava atleta…nisba.) ‘ ‘Porno?’- chiede lei.

”Già! E che porno…vedrai!’-

-‘Sei il solito porco. Te la vedi solo tu! Io vado a tener compagnia ad Angelo…’-

-‘Veramente…’- azzardo io timidamente ”Un’occhiata volevo dargliela pure io. Sempre se non disturbo.’- (che attore!)

-‘Ma che cazzo ci trovate poi, a vedere fiche e cazzi finti… Io preferisco quelli reali’-

Io faccio spallucce. ”Sfizi!’- risponde Giacomo.

-‘Sfizi del cazzo!’- commenta lei. ”Comunque, stasera non ho niente da fare. Tanto vale…’- Giacomo mi allunga un calcio, sotto il tavolo. A me, il cervello mi si trasferisce armi e bagagli nell’altra testa, quella del piano di sotto.

Ci facciamo un cicchetto e ci trasferiamo in camera di Giacomo. Le imposte vengono chiuse e accendiamo l’abat-jour sul comodino (atmosfera soft, sentenzia Giacomo). Lui e lei si stravaccano sul letto, l’altro (io) si accomoda sulla poltroncina da scrivania. Guardo fra le gambe di Doni, e la vista della prugna che gonfia lo slip mi dà alla testa peggio di un triplo wisky a digiuno. Sono talmente arrapato che…il cazzo mi si ammoscia! (Che scherzi di… cazzo!) Prego chiunque abiti al piano superiore che Doni non se ne vada sul più bello, piantandoci in asso. Comincia il film.

La trama non è proprio… eccellente, in compenso le immagini sono nitidissime. Una bella ragazza comincia a succhiare un grosso cazzo, poi ci si siede sopra e si agita. Lo riprende in bocca, e dopo qualche minuto l’attore gliela riempie di sborra. ”Meglio del tantum verde!’- faccio io. La tensione scende, il mio uccello sale.

Altra scena, altro giro. Stavolta le belle pupe sono due (se non ricordo male, nella finzione erano sorelle, o cugine) e due sono pure i maschi. Le due scopano una di fronte all’altra, guardandosi, finché non si sporgono una verso l’altra e si scambiano un bacio ‘a saccheggio’. Giacomo mi fa: -‘Però! Mi piacerebbe proprio organizzare una cosa del genere. Tu ci stai?’- Preferisco non rispondere, né vedere come reagisce Doni. La tensione risale, il mio cazzo no. E’ già al Massimo Limite Consentito.

I due maschi sul video mettono in mezzo una delle due pupe: lei è accucciata, uno la pompa da dietro, e l’altro glielo mette in bocca. -‘Cazzo! Ogni riferimento è puramente casuale, o decisamente voluto?’- penso. (Tradotto: Giacomo avrà scelto la cassetta sapendo di quella scena, o è una coincidenza?). Gemiti soddisfatti da parte della tipa.

Con la coda dell’occhio sbircio verso il letto, e a momenti svengo. Doni ha una mano nelle mutandine! Cazzo! Si sta ‘toccando’ sul serio? Giacomo sembra non farci caso, guarda la tele, dove un altro tipo è intervenuto e si sta scopando l’altra ragazza sul tavolo. Mi chiedo in che modo Giacomo intende dare il via alle operazioni. Forse le proporrà di scopare in presenza del sottoscritto? O forse mi inviterà da subito sul letto insieme a loro? Mi viene in mente che non ci siamo accordati su questo. Momento di panico. Vuoi vedere che come un coglione mi faccio scappare il momento buono…

Sullo schermo l’orgetta è finita e la scena si svolge in un bar. La mano di Doni è tornata all’aria aperta, e io mi chiedo se non sia il caso di lasciar perdere tutto, onde evitare figuracce di merda. Nel bar una brunetta con un chilometro di coscia in libera uscita è seduta con due tipi; ad un certo punto si alza e va verso il cesso, dove incontra un tale in divisa da cameriere. Dopo qualche moina, prima tenta di soffocarlo succhiandogli l’aria dai polmoni, poi cerca di castrarlo prendendoglielo in bocca; infine lui prende il sopravvento e tenta di demolire il lavabo usando lei come ariete. Intanto, arriva uno dei due che erano seduti al bancone, e non perde tempo nel sostituirsi al lavandino. La tipa, forse per avere un ancoraggio più saldo, gli ingoia l’uccello.

Sì! Ho capito che il film non ti interessa, che ne puoi vedere quanti ne vuoi a casa tua, ma volevo farti ‘entrare nell’atmosfera’ che si era creata in quella stanza. Dunque, mentre la tipa in tv si godeva i suoi uccelli, la mano di Doni torna a nascondersi nei paesi bassi. E stavolta la vedo muoversi, piano piano. Doni si accorge che la guardo e si ferma, ma Giacomo allunga la sua, di mano, e la mette sopra quella di lei. Allora è così! Loro cominciano ed io intervengo in seconda battuta (sperando di non essere buttato fuori). Va beh!

In tv, il cameriere conclude ma la scena continua, grazie all’intervento dell’altro giovanotto che stava seduto al bar. Questi per un po’ prende il posto del cameriere alle spalle della brunetta, poi forse sta scomodo o non gli piace, perché si stende per terra e la tipa, nonostante il km di coscia, gli si accuccia sopra. La faccia si trova giusto all’altezza del cazzo del cameriere, e lei non si fa scappare l’occasione per un po’ di ginnastica ai muscoli delle guance e alla lingua. All’altro fusto non resta che incularla, e così fa.

Beh! Per una ‘tripla’ ci vuole abilità (tu ne sai qualcosa, no?), e la tipa dimostrava di saperci fare. La guardo con ammirazione, e mi viene in mente una battuta. Mi giro per comunicarla agli altri due… e la battuta mi resta in gola: Giacomo stava tranquillamente ravanando (traduco: massaggiando con decisione) fra le gambe aperte di Doni, e le mutandine di lei sono sparite! Fra pelo in tv e pelo dal vivo, preferisco quello dal vivo, e decido che forse è il momento di far vedere che c’ero anch’io. Tiro fuori l’attrezzatura (finalmente libero!!) e mi metto ad accarezzarla, aspettando un eventuale invito più esplicito. Pure Giacomo libera il bestio, e ci mette sopra una mano di Doni (beato lui!). Lei accenna al fatto che non sono soli (adesso se lo ricorda, la stronza! Prima mi mette la figa sotto gli occhi…), ma Giacomo ribatte che Angelo è un amico e prima che qualcuno possa dire ’embeh?’ se ne viene vicino al sottoscritto, si china e si mette il mio cazzo in bocca!!!

Cazzo!!! Rimango talmente sorpreso che per poco non mi diventa moscio! Fu lui a ‘salvarmi’ ciucciando da vero professionista (chissà, forse aveva fatto pratica a mia insaputa…). Quando fu sicuro che si reggeva da solo, si tolse i pantaloni (oltre a quelli, aveva una maglietta di cotone, e pure io: era settembre), MI tolse i pantaloni (io ero ancora ‘sotto choc’), e mi portò (per mano) sul letto. WOW!

Doni guarda un po’ me un po’ lui, ma non dice niente. Sembra in attesa degli eventi, forse ha deciso di vedere quali sono le nostre intenzioni, prima di esprimersi. Comunque, Giacomo riprende a ravanare la prugna (sembrava proprio una grossa prugna, viola scuro e ornata da un triangolino di rado pelo scuro), io la guardo negli occhi e le apro la giacca del pigiama, e comincio a lavorare di lingua sulle tettine (aveva bei seni, sodi e come piacevano a me: a coppa di gelato, non troppo grossi). La reazione visibile è scarsa, o nulla (buon segno: se non ci stava, l’avrebbe già detto), e mi sento autorizzato a scendere più giù, mentre Giacomo prende il mio posto.

Flash! Tieni presente questa foto: il letto, ad una piazza, appoggiato per un lato lungo al muro; Donata sdraiata sul letto, lo occupa per una buona parte; fra lei e il muro Giacomo, sdraiato a fianco e in parte su di lei; dall’altro lato, quello aperto, io, parzialmente fuori dal letto. Mi sposto verso i paesi bassi, deciso a scoprire il sapore dell’agognata fighetta, e per far questo mi sistemo ai piedi del letto, con la faccia fra le cosce di Doni.

Stavolta la reazione c’è! Eccome se c’è! Il brodino è sostanzioso e profumato, saporito ed abbondante. Ci inzuppo la lingua con gusto, e mi piace da matti (e, a quanto pare, non solo a me). Doni alza le ginocchia, e mi offre la fontanella sgocciolante senza remore, evidentemente ha deciso di starci. Giacomo continua a baciarle seno e bocca, e si porta una mano di lei sul cazzo. Dopo un po’ (un anno? Due anni?) mormora qualcosa all’orecchio di Doni (non sento che cosa, ma non me ne frega un cazzo!) che lo squadra bene in faccia e gli chiede: -‘Sei sicuro?’- Lui fa cenno di si.

Doni mi fa segno di salire su. Mi dispiace smettere, ma ubbidisco e salgo fino a trovarmi faccia a faccia con lei (e soprattutto, col cazzo all’altezza giusta). Mi abbraccia forte e mi sussurra all’orecchio: -‘Forza, scopami!’- E’ musica celestiale, è come un invito ad un pranzo di nozze dopo aver digiunato per tutta la quaresima! Prima che cambi idea, la penetro.

Mi accoglie con un mugolìo, e mi serra i polpacci dietro la schiena, aiutandomi a spingere. Cerco di rallentare il ritmo al massimo, per gustarmi a fondo la scopata (chissà se ce ne sarà un’altra); e cerco di entrare il più possibile, col pensiero di lasciarle un ricordo indimenticabile (già! Che megalomane, vero?). Sento Giacomo che si è sistemato in basso, sento una sua mano che mi massaggia i coglioni. Sto per dirgli di smettere, altrimenti rischio di venire dentro Doni (dimenticavo: eravamo senza profilattico! E’ vero che lei prendeva la pillola, ma…) quando lui si appoggia di peso su di me.

Sento il cazzo teso strofinare sulle mie chiappe, insinuarsi fra di esse e puntare sul mio buco. Mi fermo. Non faccio a tempo a dire ‘Ehi!’ che l’amico da una buona spinta, e mi entra nel culo!

Premesso che non ho mai ritenuto il mio culetto una cosa sacra (una francesina che avevo conosciuto aveva l’abitudine, ogni volta che mi succhiava l’uccello o che me la scopavo, di infilarci dentro un dito, e spesso lo muoveva; e la cosa non era affatto male, anzi…); aggiungiamo che l’amico non era propriamente molto dotato (sotto questo aspetto, ero un tantino più dotato io); mettici pure il fatto che probabilmente aveva spalmato qualche gel sull’uccello, e che non sentii nessun dolore serio; con tutto questo, ERA UNO SCHERZO DEL CAZZO!!! (E’ vero che se me l’avesse detto, non so se avrei accettato, però…)

Lì per lì non la prendo per niente bene (o non LO prendo per niente bene?), e faccio per mandare tutto a monte; ma Doni mi blocca con una buona presa, e Giacomo è discretamente più pesante di me, e continua a spingere, piano ma deciso.

-‘Beh? Non ti volevi scopare la mia ragazza?’- mi fa ”E allora che aspetti, che le viene la menopausa? Dài!’- e mi entra per un altro centimetro. Doni scoppia a ridere, e la cosa mi fa andare il sangue alla testa. Mi sento un tantino di merda, e penso che qualcuno me la deve pagare, per questo scherzetto! Decido di sbattermene i coglioni di quello che fa Giacomo (si fa per dire) e riprendo a pompare, stavolta di forza, sfruttando pure le spinte che mi vengono da dietro. Mi sento il cazzo più duro del solito *. Doni (poveretta, ce ne ha due, sopra) di tanto in tanto lancia degli urletti e mi si avvinghia ancora più stretta, invoca una accelerazione, ma io devo fare i conti con gli 80 kg di Giacomo che mi schiacciano su di lei. Per fortuna non ci mette molto a riempirmi il sederino e a togliersi di torno. E’ una sensazione strana, ma non ho il tempo di stare lì ad analizzarla. Finalmente libero nei movimenti, meno fendenti alla cieca senza preoccuparmi di Doni; ed anzi invito provocatoriamente Giacomo a guardare da vicino come mi sbatto la sua ragazza. Dopo di che, crollo.

Giacomo va a prendere degli asciugamani per le pulizie del caso, io faccio per scusarmi con Doni per non aver pensato a lei, ma lei dichiara di aver avuto almeno un paio di orgasmi, forse tre (testuali parole). Sarà! Io non me ne sono accorto. In compenso, ho notato un altro particolare: non ho mai resistito tanto, almeno durante una prima, prima di godere * (avevo notato una cosa del genere con Nicole, la francesina, ma non mi era mai successo in questa misura. Riguardo a questo e all’altro asterisco, leggere la nota in fondo.) Anche Giacomo ha trovato di suo gradimento il mio buco, e con un pizzico di sarcasmo lo ringrazio. Sono ancora un po’ incazzato per lo scherzetto, e sempre convinto che qualcuno me la debba pagare, perciò decido di ‘giocare pesante’: -‘Mio caro tesoruccio’- lo invito con tono ironico ”visto che ho intenzione di farmi anche il culo della tua adorabile fidanzata, saresti così gentile da… rimettermi in forma con la tua bella boccuccia di rosa?’- (Avrei sinceramente preferito che lo facesse Doni, ma si sarebbe perso tutto ‘l’effetto’, ed inoltre, per quanto ne sapevo da precedenti discorsi, alla ragazza non piaceva prenderlo in bocca, anche se in seguito lo ha fatto).

Giacomo mi guarda con un’espressione da ‘parli sul serio?’; io lo guardo con un’espressione da ‘guarda che non sto scherzando!’; Doni ci guarda con un’espressione da ‘che cazzo di intenzioni avete, voi due?’; io la guardo con un’espressione da ‘stai zitta e prepàrati’; Giacomo la guarda con un’espressione da ‘boh…forse è uscito scemo’, e poi… si mette a ciucciare.

Effettivamente, deve aver fatto pratica, perché succhia bene quasi quanto una ragazza; io intanto mi metto a fare un po’ di lingua-in-bocca con Doni. Quando mi sento ‘pronto’, decido per un sandwich con Doni nella parte della fetta di prosciutto, anche per ringraziarla della sua…disponibilità (mi sembrava di aver capito che una cosa del genere le potesse piacere, cosa che in seguito mi confermò. Mi disse che era una fantasia che l’aveva sempre fatta eccitare tanto, ma non l’aveva mai fatta prima di quella volta.) e sono io stesso ad aiutarla a infilarsi l’uccello del suo boy-friend nella fighetta; dopo di che, le apro il buchino di dietro.

Il resto lo puoi immaginare. Quello che non immagini è che ad un certo punto quello stronzo del mio amico, fingendo di aver concluso, si leva da sotto; io invece continuo tranquillamente nella cavalcata. Giacomo prima infila la testa fra le nostre cosce godendosi lo spettacolo da vicino e bevendo dalla passerina di Doni (e allungando la lingua sulle mie palle); poi si ri-piazza dietro di me e me lo rimette nel culo. Ma allora è proprio un vizio!

Però non protesto (tanto, ormai…). Fare la fetta di prosciutto, purché una parte del pane sia a livello di Doni, mi sta anche bene. Quando mi ri-viene dentro non mi scombussolo più di tanto, salvo fare la stessa cosa con Doni (è molto comodo, non doversi preoccupare di fare marcia indietro all’ultimo momento…, e senza profilattico si gusta di più il rapporto…).

E’ inutile che ti stia a raccontare i particolari del resto della serata. Rimane da dire solo che ce ne furono altre, in seguito (oltre ad un paio con la sola Doni: sessualmente, mi faceva morire! E durante una di queste, oltre a voler provare a prendermelo in bocca, ci spiegammo: lei credeva che fossi stato io ad organizzare il tutto; io le spiegai che avevo solo chiesto al suo boy di tenerla un po’ più a freno; e tutti e due concordammo che comunque era meglio così…).

Dicevo, ci furono parecchie altre serate, più o meno tutte con lo stesso andazzo. Nella successiva, però, pensai bene di ‘vendicarmi’ e mi feci l’amico! Che però ci stette di buon grado.

Ci furono un altro paio di occasioni in cui accettai di… mettere in gioco il mio culetto, ma te ne parlerò in una prossima lettera.

Ciao

Angelo

* Nota: In seguito a questa serata, a mente lucida, ripensai ai…fenomeni che avevo notato, e volli saperne di più. Trovai la spiegazione: pare che in effetti il pene possa avere un aumento di rigidità, dovuta al fatto che introducendo qualcosa nel retto alcuni muscoli erettori vengono…sollecitati e, per così dire, tirano di più; e riguardo la maggiore resistenza (o durata che dir si voglia), è dovuta al fatto che, se qualcosa di non eccessivamente duro ‘massaggia’ la prostata, occlude i canali seminali, cioè quelli che trasportano lo sperma dai testicoli all’uretra, rendendo più difficoltosa l’eiaculazione. E in assenza di questa, il cervello non dà il segnale di…abbassare le armi. Per questo la cara Nicole usava mettermi un ditino nel sedere: per farmi durare di più!

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