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Schiavetto e Padroncina – Giorno 1

By 28 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Giorno 1
La padroncina amava il suo schiavo.
E lui la adorava.
Quando lui scese dal treno, lei corse ad abbracciarlo.
“Mi sei mancato troppo cucciolotto” gli disse lei stringendolo “Come è stato il viaggio in treno?”.
“Estenuante” rispose lui “è stato un viaggio, come dire, pieno di tentazioni”
“Fammi indovinare, il treno era pieno di studentesse in minigonna?”
“Sì. almeno una decina solamente nel mio vagone” ammise lui vergognandosi
“E aprivano e chiudevano le gambe per accavallare?”
“Di continuo”
“E si chinavano continuamente a raccogliere oggetti dai loro zaini?”
“Senza sosta”
“E alcune portavano il perizoma?”
“Tutte”
“Una cosa del genere deve essere stata massacrante. E’ già tanto che non ti sia venuto un infarto.” scherzò lei.
“Ma non ti preoccupare adesso ci sono io con te, e l’unica minigonna che avrai davanti sarà la mia. Non ho messo ne mutandine, né reggiseno per venirti a prendere, e credo che qualcuno sull’autobus se ne sia accorto”.
Indossava un vestito rosso cortissimo e scollatissimo. Le arriva un pelo sotto il sedere e lasciava vedere buona parte del seno.
Lo Schiavetto ebbe subito un’erezione, decisamente vistosa anche se indossava i pantaloni.
Lei lo prese per mano trascinandolo lunghe le scale della stazione.
Ad ogni passo l’orlo del suo vestito si sollevava lasciando intravedere le sue sexy chiappe.
Saliti sull’autobus per tornare a casa si sedettero in fondo, dove c’era meno gente.
Lei si posizionò proprio davanti a lui. Il viaggio dalla stazione fino a casa sarebbe durato 45 minuti.
Lei teneva le gambe chiuse e la schiena ben dritta, lui la fissava senza dire una parola, come se non si conoscessero.
Ogni tanto lei apriva leggermente le gambe, e lo sguardo dello Schiavetto fissava lo spazio tra esse, pronto a cogliere il più piccolo centimetro di pelle scoperta, ma lei le richiudeva subito guardandolo maliziosamente.
Altre si chinava in avanti lasciando che un capezzolo fuoriuscisse dal vestito, per farlo rientrare subito dopo.
A metà del viaggio il volto dello Schiavetto era rosso e le sue pulsazioni correvano più dell’autobus su cui stavano viaggiando.
“Ti senti bene amorino mio?”
“Sto impazzendo mia amata Padroncina, per favore, se non vedrò la tua fica credo che avrò un infarto”
“Non riesci ad aspettare altri 20 minuti fino a casa?”
“Temo di no, mia dolce Padroncina”
“D’accordo, te la faccio vedere, ma voglio qualcosa in cambio. Voglio che lo cacci e che ti masturbi qui davanti a me”
Lo schiavetto non perse nemmeno un secondo a pensare se fosse una cosa sensata, o ai rischi che correva: fece semplicemente quanto richiesto.
Lei lo guardò voglioso, avrebbe voluto saltargli addosso ma sapeva che doveva resistere ai suoi istinti se voleva essere una brava Padroncina.
Spalancò le gambe e sollevò completamente il lembo del vestito.
Le grandi e le piccola labbra furono per lo Schiavetto una visione paradisiaca, che lo mandò letteralmente in estasi. Con gli occhi e la bocca spalancati, non si accorse ne di starsi sbavando addosso né di starsi masturbando rumorosamente.
La Padroncina spese un minuto a riflettere su quanto siamo disposti a perdere il 100% della nostra dignità, di fronte all’oggetto del nostro desiderio, e fu felice di essere lei, o meglio, il suo corpo, l’oggetto del desiderio del suo Schiavetto.
E dopo un solo minuto, lo Schiavetto venne spruzzando un fiotto di sperma dritto sul monte di Venere della sua Padroncina.
Lei non si scompose, ci passò un dito, lo avvicinò alla propria bocca e assaporò il sapore con la punta della lingua.
Poi passò nuovamente il dito nella macchia di sperma, questa volta cercando di pulirsi per bene, lo avvicinò alla bocca dello Schiavetto e ordinò “Puliscimi il dito”.
Lui le leccò il dito ingoiando il proprio sperma. Aveva un sapore orribile, salato e amaro al tempo stesso. Ma lei lo stava umiliando e lui ne era felicissimo.
“Come stai adesso cucciolotto mio?”
“Sto benissimo Padroncina. Questo è il giorno più felice della mia vita”
“I prossimi saranno anche più felici”

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