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Storie di spiaggia

By 20 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Storie di spiaggia

1.
La spiaggia pullula di maschere e di fantasmi. Tali sono le figure che incessantemente ti sfilano davanti agli occhi : chi sono, che fanno, da dove vengono, cosa hanno in testa, quali storie nascondono. Anzi, ogni ombra che ti passa davanti è un fantasma che si moltiplica, che suscita in te le immagini più diverse e fantasiose. Del resto, come passare ore e ore sotto un ombrellone senza guardarti intorno e senza cercare di leggere dentro i gesti e dentro i volti dei vicini, di osservare i loro corpi esposti al sole, e di comporre il tutto in storie di vita vissuta?
Questa estate mi sono fatto prendere dalla voglia di capire di più di una famiglia di napoletani occupanti un ombrellone vicino al mio: due donne alquanto mature, un uomo ancora più anziano, quattro-cinque ragazzi di età variabile all’incirca dai sei ai diciotto anni. Una combriccola vociante, chiassosa, debordante, sicuramente non i migliori vicini possibili. Ma, in quegli squarci di commedia dal vivo che nessuno meglio dei napoletani è in grado di mettere in scena, ho cominciato a seguire con un’attenzione sempre più morbosa i movimenti, i gesti e gli sguardi di due membri della comitiva, una delle due donne e il ragazzo più grande.
Lo stato di estrema promiscuità tra i componenti del gruppo non aiuta a rilevare esattamente le relazioni familiari tra loro intercorrenti, ma piano piano ho potuto capire che si trattava di una zia e di un nipote, il figlio dell’altra donna. Lei, la chiamerò Letizia, una cinquantenne abbronzatissima, con i capelli corti tinti di biondo, abbastanza alta, bene in carne ma con i fianchi e le cosce segnati da un po’ di cellulite, frequentemente alle prese con il pacchetto delle sigarette, con un’espressione di spavalderia insoddisfatta, probabilmente una insegnante di scuola media, forse separata dal marito e senza figli. La guardo con insistenza e vedo che lei gradisce di annoverarmi tra gli ammiratori. Il suo due pezzi contiene a fatica le rotondità, il tanga espone di dietro due chiappe grandi ma abbastanza sode, sul davanti un monte di venere ben pronunciato e ammantato da un cespuglio alquanto folto. Ad onta dell’aria un po’ volgare, deve avere un livello culturale superiore alla media, dato che la vedo leggere L’Espresso e Philip Roth.
Lui, un ragazzotto alle soglie della maggiore età, studente liceale, incline alla pinguedine, con una capigliatura fluente e una peluria non coltivata sulle guance. Lo chiamerò per comodità Piero. Li seguo con attenzione, come con una telecamera nascosta, vedo che si scambiano di continuo sguardi intensi, come d’intesa, stanno in mezzo agli altri, ma tra di loro si svolge un dialogo muto. Il ragazzo si tradisce di più, vedo come guarda trasognato la zia, con un’espressione a tratti di implorazione. Poi si alzano ed entrano in acqua. Li seguo e li vedo nuotare alquanto vicini, poi li vedo vicinissimi parlottare e sorridere, penso che sott’acqua lei gli tocchi l’uccello e gli strizzi i coglioni. Poi li vedo riaggregarsi agli altri e giocare a far rimbalzare il pallone dall’uno all’altro.
Non so se sono fuori strada e se davvero sto assistendo ad una tresca incestuosa. Ma anche sotto l’ombrellone i due stanno un po’ più in disparte e si scambiano affettuosità ambigue, senza che nessuno ci badi. Mi sembra anzi che l’altra donna, quella che mi dà l’idea di essere la madre del ragazzo, li lasci volutamente più appartati. Lo stesso uomo anziano, il padre, se ne disinteressa assolutamente. Ci sono: i genitori hanno delegato alla zia l’educazione sentimentale del nipote. Non posso ascoltare le loro parole, ma il carattere confidenziale del loro dialogo è patente. E certi gesti sono più che eloquenti. Mentre lui è allungato sulla sedia sdraio, lei posa il piede sul pacco dei coglioni e lo agita lievemente procurandogli una evidente erezione; poi lo guarda allusiva e sorride, come per rinviarlo ad un appuntamento più tardi.
Ad un certo punto la brigata napoletana sbaracca e si avviano tutti insieme per tornare a casa. Ma nella mia mente il film continua a scorrere, e la fantasia morbosa integra ampiamente gli ingredienti raccolti.
Arrivati a casa, tutti a fare la doccia ed a sistemarsi per la serata. Hanno fatto un po’ tardi e devono affrettarsi per giungere puntuali al ristorante dove hanno prenotato già da qualche giorno. Sono tutti già a bordo delle due macchine, ma il ragazzo non scende, è in bagno ed ha bisogno ancora di tempo. Madre e padre sbuffano pesantemente, poi guardano a Letizia come a significarle che dovrà aspettarlo lei. E difatti la donna acconsente subito e, mentre gli altri già partono per il ristorante, lei rientra in casa assicurando che cercherà di fare il più presto possibile. Sale su e bussa alla porta del bagno, poi si affaccia sulla porta e si accorge che Piero, seduto sul water, è visibilmente stravolto:
‘Che c’è, non ti senti bene? Sei tutto sudato ‘.. ‘.
‘Zia, zia ‘.. ma non vedi come si è gonfiato ”. non ce la faccio a tenerlo così” ‘.
‘Ah, porcellino di zia, sì, ti ho stimolato un po’, ma pensavo che avresti resistito fino a stanotte ‘.. Mamma mia com’è grosso ‘ hai ragione ‘. Eh, ma siamo in ritardo, ci aspettano ‘..’.
‘Sì, sì, dobbiamo andare ‘.. ma mi devo calmare ‘.. non mi posso presentare a tavola così ‘..’
Letizia sorride e si inginocchia dinanzi al nipote.
‘Ho capito ” l’uccellino ha bisogno di me ‘. è vero?’
E comincia ad accarezzare il cazzo infoiato del ragazzo, poi gli dice di rilassarsi e di lasciarsi andare indietro sull’asse del water, gli stuzzica lievemente i capezzoli facendolo trasalire, infine si infila in bocca il cazzo e comincia a pomparlo avidamente. Piero ansima di piacere, ma per l’eccitazione accumulata impiega meno di un minuto per sborrarle in bocca. La zia ingoia tutto, ripulisce il glande con la lingua e, trionfante, dice a Piero:
‘Su con la vita ‘. un bell’aperitivo, non c’è che dire ‘.. su, andiamo ‘.. continuiamo stanotte, quando tutti dormono’.
A cena tanta baldoria, ma il ragazzotto resta alquanto assente, come imbambolato, dice di sentire un po’ male allo stomaco, forse per l’effetto di una bibita gelata. In realtà è divorato dalla voglia di fottere la zia, non è soddisfatto dello sbrigativo pompino nel bagno. Lei lo guarda ogni tanto negli occhi e gli conferma l’intesa segreta, ma partecipa con disinvoltura all’allegria della tavola.
A casa Piero non prende sonno, il cuore gli batte più forte per la visita promessa, ma passano un paio di ore e non succede nulla. Forse si era appisolato da poco quando sente dietro le spalle il calore di un corpo che aderisce al suo e due mani che sapientemente gli accarezzano il petto e la pancia. E’ notte fonda, nelle stanze della casa domina il buio ed il silenzio, gli unici rumori percepibili sono il suo respiro che si fa più affannoso e la lingua che gli lecca e succhia il collo e le spalle. La donna continua a stringerlo da dietro e sbatte il suo bacino contro il suo culo come se volesse penetrarlo; poi con una mano comincia a tirargli il cazzo e, quando lo sente sufficientemente turgido, si mette a cavalcioni sulla sua pancia e se lo sistema dentro la sua caverna infuocata. Una cavalcata fantastica, che fa scoppiare i sensi ad entrambi e che li porta ad eiaculare insieme, mescolando i liquori seminali di entrambi.
Poi lei si riversa al suo fianco e si gode le effusioni supplementari del suo giovane amante, che l’accarezza dappertutto e le lecca lascivamente i capezzoli. Quando i corpi si acquietano rilassati, lei si leva dal letto, gli dà un bacio sulla testa e scivola fuori della stanza senza fare nessun rumore.
Quello con la zia Letizia non è un tirocinio sessuale rilassante, Piero è permanentemente inquieto in quanto subisce il doppio effetto della personalità forte e della maestria erotica della zia. Forse avrebbe avuto bisogno di una donna più comprensiva e meno aggressiva; lei invece lo ammalia e lo travolge, lo eccita e lo spreme, lo porta in cielo e lo fa sprofondare. Per questo la sua sete di sesso non si acquieta, per questo sta sempre stretto alla zia, quasi a pietire le sue grazie. La loro tresca è alquanto evidente, ma i genitori di lui la tollerano, anzi l’incoraggiano tacitamente. Sua madre pensa che la cosa fa bene ad entrambi: al figlio che così costruisce la sua maturità sotto una guida sicura e affidabile, alla sorella che in questo modo da sfogo alle sue pulsioni e scampa da altre incerte avventure. Ma a questa omertà familiare lei mostra una sempre maggiore insofferenza: le piace impartire lezioni al nipote e godersi la vigoria di un sesso giovane, ma le va di recitare a soggetto e sotto gli sguardi di tutti. Sente di essere ancora una donna piacente e vuol mettersi alla prova con nuove e meno scontate esperienze di seduzione.
Ha cominciato a scambiare occhiate allusive con un altro frequentatore della spiaggia, un ingegnere sessantenne, imprenditore distinto ed elegante, con la testa rasata, ma con un corpo abbastanza curato. Lo chiamerò Giorgio. Li ho visti bere insieme un caffè con grande cordialità, lei ha volutamente strusciato il suo seno sul braccio di lui, la strategia del ragno ha cominciato a dipanarsi. Certo, non può bruscamente troncare con suo nipote, creando un vero trauma in famiglia, ma la cosa sta diventando per lei un ingombro. Perciò ha deciso di parlare alla sorella per chiederle di aiutarla a metter le cose a posto. La reazione della sorella non è stata delle migliori:
‘Eh no, cara mia, ora non te la puoi svignare così ‘. Prima gli hai fatto perdere la testa, ora lo butti via come uno straccio ‘. No, no, non puoi fare questo a tuo nipote”
‘Hai ragione, Piero è molto preso ‘. Ma credo di avergli dato molto, credo che gli faccia bene emanciparsi da me e cominciare a costruire relazioni con le altre ragazze ‘. E poi non lo butto via: quando ha bisogno di me mi troverà sempre pronta ‘. Ma io vorrei tentare la carta di un rapporto serio e non passeggero ‘. Ti prego di comprendermi’.
‘Sì, figurati se non ti comprendo. Sono contenta che sai ritrovando interesse per un uomo. Ti sto solo dicendo di pensarci un po’, di stare attenta per evitare qualche nuova delusione ‘.. e di non abbandonare d’un tratto il mio povero ragazzo ‘.. E’ troppo attaccato a te, lo fai godere tanto, ma gli insegni anche tante altre cose ‘.’
‘Non ti preoccupare, continuerò ad occuparmi di lui ‘. Solo che vorrei allentare un po’ la nostra relazione ‘. Anche per il suo bene ” E poi voglio provarci con Giorgio ‘. Mi sembra la persona giusta ‘. Vedrai che ”

2.
In quei giorni ho notato in spiaggia un clima più teso e morboso tra lei e il nipote. Lei gliene aveva parlato e gli aveva spiegato il suo interesse per l’ingegnere, ma l’aveva rassicurato che avrebbe potuto sempre contare su di lei. Ma Piero non l’aveva presa bene, si era sentito scaricato, e si era impermalosito. Avevano fatto ancora l’amore, ma stavolta in maniera meno dolce. Lei gli aveva impugnato il cazzo e se l’era ficcato con forza nella fica cavalcandolo con rabbia; lui lo aveva sentito più duro del solito e avrebbe desiderato metterglielo in culo, quasi a farle male, a punirla. Ma non aveva fatto in tempo a sfilarselo per infilarlo nell’ano ed era venuto tra le sue chiappe carnose, schizzandole sborra sin sulla schiena. Letizia si era passata le mani di dietro per cospargersele del seme del ragazzo e leccarsi le dita: un gesto di intimità che lui aveva molto gradito. Poi si erano abbracciati con forza e baciati a lungo, scambiandosi lascivamente la saliva. Alla fine, lei lo aveva guardato teneramente negli occhi: ‘Non ti preoccupare, amore mio, voglio continuare ad essere la tua maestra e la tua puttana ‘.. Anzi, vedrai, troverai ancora più gusto a chiamarti la donna di un altro ”’
Parlava così perché sentiva di poter conquistare il suo Giorgio, anzi di averlo già in pugno. La sera prima si erano a lungo intrattenuti a bere qualcosa sul bordo della piscina dell’albergo dove lui alloggia e i discorsi si erano fatti molto più confidenziali e indiscreti.
Ad un tratto gli aveva detto:
‘Vedo che la pensiamo allo stesso modo: non siamo né giovani, né vecchi, il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo e non dobbiamo buttarlo via nella noia o nella malinconia’..’
‘Sì, sì, è proprio così. A che serve lavorare tanto, e magari fare anche tanti soldi, se poi ” Sono ormai otto anni che ci siamo lasciati con mia moglie ‘. Certo, mi sono sentito liberato dalle grinfie di quella megera ‘.. Ma il sesso furtivo e passeggero non mi ha mai soddisfatto ‘.. Da tempo comincio ad avvertire il bisogno di rapporti più significativi e più pieni ”.. di potermi abbandonare tranquillo ad una donna degna di tal nome’.
Si scambiavano queste considerazioni in atteggiamento molto tenero. Lei le teneva una mano sul ginocchio e la spostava lentamente in mezzo alle cosce, dove il boxer cominciava ad incresparsi per la pressione interna. Lui le teneva una mano dietro la nuca, le carezzava il collo ed i capelli corti ed avvicinava sempre più la bocca fino a sfiorarle la guancia. Letizia aveva capito che il momento era propizio ed aveva operato l’affondo:
‘Vedo che ha energia e vigoria da vendere ‘.. Non ti nascondo che mi fa un certo effetto a guardarti lì in mezzo ‘. Si vede che sei un uomo che le donne le sa far godere ‘.. si vede ‘..’
E, così dicendo, si era girata verso di lui, gli aveva infilato una mano sotto la camicia aperta ed aveva cominciato a vellicargli i peli del petto, sospirando. Lui aveva un po’ socchiuso gli occhi lasciandosi andare, ma, quando le dita di Letizia si erano soffermate sui capezzoli, aveva avuto un trasalimento e si era ridestato:
‘Oh Letizia, ma tu mi accendi tutto ‘ sei una donna straordinaria ‘. Scusami, ma mi fai venire un desiderio ‘..’
Letizia aveva sorriso sorniona, gli aveva dato un bacio sulla guancia e gli aveva soffiato nell’orecchio:
‘Dài, Giorgio, che ci guardano ‘.. Domani, se vuoi, organizziamo qualcosa ‘.’.
Non aveva finito di dire che l’ingegnere aveva subito aggiunto:
‘Sì, sì, domani ti voglio ospite a pranzo e poi ‘. poi vediamo’.
La mattina l’ingegnere non si è fatto vedere in spiaggia, Letizia invece è apparsa su di giri ma anche un po’ sulle spine. Si è distesa solo verso mezzogiorno quando ha ricevuto la telefonata che aspettava. Ma, dopo un quarto d’ora, ha salutato tutti ed è andata via, lasciando Piero con un musone lungo un metro e la tribù familiare un po’ indispettita. E’ passata di casa per ritoccarsi il trucco e per mettere un abito attraente ed elegante. Quando l’ha vista arrivare nella hall dell’albergo, alle 13 in punta, Giorgio ha avuto un soprassalto: con l’accentuazione forte dei tratti prodotta da un trucco assai deciso, con quello sguardo un po’ protervo che sfidava gli sguardi d’intorno, con l’ancheggiare sicuro e un po’ sfrontato per una donna matura e prosperosa come lei, con quegli squarci laterali della gonna audaci e generosi al tempo stesso, con quel reggiseno quasi trasparente che lasciava intravedere distintamente le larghe aureole dei seni, Letizia gli appariva quasi minacciosa, pronta a ghermirlo nelle sue fauci.
Le si è avvicinato e, dopo averle baciato la mano, le ha detto subito con tono scherzoso:
‘Vedo che sei in assetto da combattimento ‘.. hai proprio deciso di sbaragliarmi ‘.’ .
Lei si è subito schermita:
‘Ma che dici ”. Mi sono solo messa un po’ decente, per rispetto tuo e dell’ambiente raffinato che frequenti.’
Aveva fatto preparare un tavolino per due ai bordi della piscina dell’hotel, proprio laddove, incurvandosi verso sinistra, lo specchio d’acqua dava luogo ad una piccola ansa, sottratta alla vista altrui. Il pranzo si è trasformato in un avvincente e arrapante gioco di seduzione, soprattutto da parte di lei, che non ha mancato di aprire agli occhi vogliosi di lui gli squarci generosissimi del vestito, che anzi ha addirittura allungato le dita di un piede per solleticargli in mezzo alle gambe, guardandolo intensamente e visualizzando una voglia di sfottere irresistibile.
Hanno mangiato abbastanza in fretta, poi sono sgattaiolati furtivamente per un corridoio laterale e sono saliti in camera con l’ascensore del retro. Chiusa alle spalle la porta della camera, non hanno indugiato un attimo, si sono avventati l’un l’altro e si sono stretti in un corpo a corpo da togliere il respiro. Giorgio l’ha abbrancata per le spalle e per le natiche stringendola a sé impetuosamente. Letizia si è fatto scivolare il vestito denudo completamente l’enorme seno che ha schiacciato con voluttà contro i peli del petto di lui. Le lingue hanno fato il resto: un bacio senza fine, penetrante e sconvolgente più di una scopata. Poi lei le ha afferrato il cazzo dal di sopra dei pantaloni e si è inginocchiata per tirarlo fuori e cominciare a succhiarlo. Giorgio l’ha fermata e ha detto che forse era il caso di fare le cose con più calma.
Si sono liberati degli ultimi indumenti e si sono sdraiati sul letto, pieni di voglia. Lei ha dato il meglio di sé con i lavori di lingua su tutto il corpo di Giorgio, poi si è infilato il suo cazzo infuriato e si è messa a cavalcarlo, facendogli ballonzolare le sue poppe sulla faccia. E, quando ha sentito che lui non ce la faceva più a trattenersi, è scesa da cavallo, si è girata a testa in giù ed ha cominciato a ciucciarsi il cazzo, offrendo nel contempo la sua fica spalancata alla bocca di lui. Un 69 scatenato che li ha fatto sborrare copiosamente e contemporaneamente. Giorgio è rimasto stravolto dalla straordinaria foga sessuale di Letizia, ma ha dimostrato una buona tenuta, tant’è che dopo appena 10 minuti ha ricominciato a palparle il culo ed il seno e le ha detto:
‘Tesoro, sei una furia ‘ mi svuoti e mi ricarichi ‘.. non ho mai sborrato tanto in vita mia, ma mi sta già tornando la voglia di chiavarti ‘.’.
‘Ah, caro il mio ingegnere, sei una grande scoperta ‘.. non credevo avessi tanta vigoria, non godevo così da anni ”’, ha risposto lei, mentendo.
‘Ah che maschione ” non ti basta mai ‘.. ma sì, mettimelo dentro quel bestione che hai in mezzo alle gambe ‘. Sbattimi tutta ‘. Sfondami ‘.. ho voglia di sentirmi posseduta e sottomessa ‘.’
Giorgio si apre un varco in mezzo alle cosce di Letizia e cominciò a stantuffarla con colpi ritmati e ben profondi. Lei gode, ma accentua il suo ansimare per inorgoglire la virilità di Giorgio, il quale, dopo aver lubrificato il suo membro con il liquido della sua fica, la rigira a pancia in giù e comincia a dischiuderle le natiche introducendo un dito nel suo ano. Al che Letizia finge di reagire:
‘Ma cosa vuoi fare ‘.. attento che mi fai male’.
Ma poi aggiunge con un ghigno ironico:
‘Ma come, un gentiluomo come te che incula una signora alla prima occasione ” Dovevo capirlo che eri un pervertito, un porco ‘..’
E Giorgio:
‘Oh, ti chiedo scusa se sto approfittando di te ‘. Ti assicuro che non mi è mai capitato prima ‘..No, non sono un grande amatore ‘.. Sei tu che mi stai facendo affiorare un’altra natura ”.’.
‘Ma sì, non ti preoccupare, non sono sconvolta ” Sei affascinante, irresistibile ‘..è la prima volta che sto a letto con te, ma sento di aprirmi tutta, non ti voglio negare niente’. Mi stai scopando divinamente ‘. Se lo vuoi, il mio culo è tuo ‘.. Per chi devo ancora conservare la mia seconda verginità?’ (altra menzogna).
Giorgio, che forse non aspettava neppure tale incoraggiamento, piazza il suo bestione in mezzo alle natiche di lei come a mettere a punto un fucile mitragliatore, poi inquadra nel mirino l’ano della donna e comincia a spingere il glande dentro lo stretto cunicolo. Lei accenna (o finge) un lamento, ma intanto allarga le chiappe aiutandosi con le mani e agevola la penetrazione, e, quando l’asta è entrata per tre quarti, comincia ad agitarsi forsennatamente con il culo procurandogli un piacere indescrivibile. Giorgio la pompa con vigore per un paio di minuti, poi le eiacula violentemente dentro, lubrificando il canale; lei grida di piacere e viene anche lei manipolandosi freneticamente le labbra della fica.
L’impatto sessuale non poteva essere più appagante. Hanno chiavato e sono rimasti abbracciati per quattro-cinque ore. I due si piacciono e si intendono a volo, anzi già cominciano a concordare programmi comuni. La vacanza volge alla fine, potranno ancora godersi qualche giorno insieme, poi dovranno organizzare le loro cose dopo il rientro. Lei abita a Napoli, lui si divide tra Benevento e Sabaudia: ma non è un problema, lei è pronta a tutte le soluzioni. Quando si lasciano, il sole è tramontato. Ma ormai un’altra storia di vita è cominciata.
Quando rientra a casa Letizia si preoccupa di assumere un aspetto normale, per non suscitare reazioni soprattutto da parte della sorella e del nipote. Ma serve a poco. Sia l’una che l’altro la guardano con una vena di sospetto, sentono nell’aria il suo ‘tradimento’, si mostrano impazienti e un po’ scostanti. Letizia capisce che spetta a lei fare qualcosa per spezzare quel clima di gelo. Tira da parte la sorella e le dice, con tono un po’ incazzato:
‘Senti, questo tuo atteggiamento non lo posso sopportare! ‘.. Non sarai contrariata perché sono ancora in grado di conquistare qualcuno! ‘.. E se è per Piero, ti ho già detto che a lui continuerò a pensarci io ”’.
La sorella si schermisce, ma è a disagio, evita di guardarla negli occhi. Ma non manca di esternare, a bassa voce e a denti stretti, la sua acidità:
‘Ma figurati, la vita è la tua ‘. Solo voglio ricordarti che non sei più una ragazzina ‘. Attenta a non illuderti ‘.’.
Letizia volutamente non replica, ma esce dalla stanza sbattendo la porta; passa davanti a Piero e gli lancia un’occhiataccia di delusione, poi si chiude in camera sua. Dopo una mezz’ora si fa viva la sorella che si avvicina, le accarezza appena la testa e le chiede scusa:
‘Hai ragione, Letizia; hai tutte le ragioni per vivere la tua vita ‘. Sei ancora una bella donna e non ti puoi sentire fuori gioco ‘.. Scusami, scusami, ancora. Piero capirà’.
‘A Piero ci penso io, ti ho detto. Non lo lascerò solo, continuerò a fargli sentire tutto il mio amore di zia ‘.. Certo, dovrà capire che potrò dedicargli meno tempo, ma ”’.
‘Ma sì, ma sì, certo che capirà, neanche lui è un bambino ‘. Eppoi anche lui deve pensare al suo futuro ‘.’.
La prima era fatta, si era capita e riconciliata con la sorella. Ora doveva rimettere le cose a posto con il nipote.
Letizia aspettò che facesse notte e che tutti fossero a letto. Quando le sembrò che la situazione fosse tranquilla, si diresse in punta di piedi verso la stanza di Piero, come aveva fatto tante volte, e si infilò tutta nuda nel suo letto. E, visto che il ragazzo non si muoveva facendo finta di dormire, cominciò ad accarezzarlo nei punti cruciali, sul petto, tra le palle, dietro le spalle; dinanzi alla sua insistita inerzia, cominciò a mordicchiargli i lobi delle orecchie ed a sussurrargli:
‘Tesoro, sei proprio un bambinone capriccioso. Ti sei ingelosito perché tua zia ha cominciato a frequentare un uomo ‘.. è vero? Ma lo sai che questa tua gelosia mi piace, mi fa arrapare ancora di più? ‘. Sì, è proprio così che ti voglio ‘. geloso di me, possessivo ‘. sennò che uomo saresti?’.
Piero non parlava, ma il suo corpo cominciava a reagire alle carezze, soprattutto il cazzo, sotto le sapienti mani di Letizia, aveva ripreso a inturgidirsi.
‘Non mi dirai che sei tanto incazzato che non ti piace più la fica di tua zia? ‘. Su, dài, non sprecare queste occasioni ‘. Modestamente, non credo che ti capiterà spesso di fotterti una fica come la mia ‘.. Ti capisco, sai; ma tu sei un uomo e devi combattere per la tua donna ‘ non devi arrenderti. Vediamo tra te e il mio amico ingegnere chi mi fa godere di più!’
Piero si scosse come punto sul vivo, la sfida che la zia gli prospettava era troppo coinvolgente. Si girò verso di lei, l’afferrò con forza per le chiappe, sbattè il suo cazzo ormai turgido contro la fica della zia facendolo entrare quasi con violenza e cominciò a pompare. Letizia avvertì il colpo e cominciò anche lei a dimenarsi per il godimento:
‘Oh, finalmente, si è risvegliato il cavallo che conoscevo ‘. Oh, quant’è grosso, e come galoppa! ‘.. Sì, sì, continua, ti prego ‘..’
Fu una chiavata furibonda, quasi rabbiosa: provocato sul dato della virilità, Piero si sforzò di dare il meglio di sé, crivellò la grotta della zia di mille colpi, la sentì sborrare di piacere e impiegò un quarto d’ora per sborrare e riempirgliela del suo umore. Letizia espresse tutto il suo ammirato stupore per la prestazione del nipote, lo baciò teneramente e concluse:
‘Piero, tu sai che voglio provare a rifarmi un rapporto e Giorgio può assicurarmi una bella vita. Capisci che alla mia età ci debbo pensare. Ma a te non ti lascio, come faccio a fare a meno di un cazzo come il tuo? Non so come andrà con l’ingegnere, ma credo che sarà difficile per lui toglierti il posto ‘..’.
La crisi familiare era rientrata, ma per Letizia i fronti si erano raddoppiati. Fino a quando sarebbe riuscita a reggerli entrambi?

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