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– Prima o poi cederà, sono sicuro –

– Sì… prima o poi. Ma oramai sono due mesi che le stiamo dietro. Magari vuole solo uno di noi e non sa decidersi –

Guido e Marco sorseggiano piano la birra gelata guardando Stefania muoversi agilmente tra i tavoli. Come se avesse occhi sulla nuca, lei si accorge dei loro sguardi e si gira velocemente gratificandoli di un sorriso.

Sono due mesi che Guido e Marco, due amici, abituali frequentatori del “Cerveza”, il miglior pub della città, flirtano con Stefania. Fin da quando è stata assunta e ha servito loro la prima birra. Per Guido è stato un tutto al cuore: “E’ lei, sono sicuro” ha pensato, intendendo che era la donna della sua vita. Anche Marco è rimasto colpito da quella ragazza non bellissima, se pur con un fisico attraente e proporzionato, che si muoveva con una sensualità naturale affascinando tutti con un sorriso luminoso.

Guido e Marco, entrambi ventottenni, sono amici dai tempi della scuola elementare, tanto che hanno deciso di vivere vicini, in una bifamiliare appena fuori dal centro. Entrambi lavorano nell’attività del padre: Guido in una concessionaria, Marco in uno studio di commercialisti. Si sono laureati insieme e insieme hanno diviso tantissime cose, a volte anche una ragazza. Una di quelle amicizie ferree da fare invidia ai fratelli. Talmente ferrea che quando si sono confrontati su Stefania, sulla loro mutua intenzione di “conoscerla meglio”, hanno deciso di evitare ogni competizione maligna e tentare la “scalata in coppia”. Non proprio una cosa ortodossa se vogliamo, che lasciava molti punti interrogativi anche per il futuro, ma si sono trovati d’accordo innanzitutto sul fatto di non permettere ad altri di arrivare prima di loro e poi… poi col tempo si sarebbe visto.

Stefania corre rapida nella sala affollata prendendo le ordinazioni e portandole ai tavoli. Ogni tanto si gira e guarda i due bei ragazzi che le fanno il filo da quando ha iniziato a lavorare lì. Studentessa universitaria fuori sede, si dedica a lavoretti come questo per non pesare sulla sua famiglia. Sottrae tempo allo studio e, soprattutto, al riposo, ma è soddisfatta della indipendenza economica e della possibilità di vedere tanta gente. Sola per scelta, per volersi concentrare sullo studio (argomento di ampie critiche e discussioni con la sua miglior amica Carmen), si sente fortemente attratta da entrambi e flirta con loro tranquillamente attendendo che uno dei due si faccia avanti in modo un po’ più “esplicito”, chiedendosi spesso il perché, dopo due mesi, questo non sia già avvenuto.

Nella solitudine della sua camera, nell’appartamento che divide con altre due studentesse, (tra cui Carmen), ha immaginato ogni possibile motivo senza arrivare a comprendere.

– Mi hai detto che sono amici per la pelle, magari per loro è solo un gioco senza impegno, stuzzicarti e vedere come reagisci e se poi dimostri una preferenza per uno l’altro si tira indietro. O forse è una scommessa, gli uomini ogni tanto fanno di queste cose. –

Carmen cerca di consigliarla ma nemmeno lei è convinta. E’ andata al pub sedendosi da parte per osservare i due e anche lei, istintivamente, crede che l’interesse per Stefania sia concreto. Le gentilezze, il fare protettivo, la gelosia evidente quando qualche altro ragazzo prova a fare lo spiritoso con l’amica. Tutto fa pensare che siano “seri”. Ma allora perché?

– Io dico che dobbiamo essere più chiari, più espliciti, farle capire. –

– E poi vederla scappare inorridita dall’idea. No Guido, non penso sia pronta ad accettare una cosa del genere, penserebbe che ci vogliamo solo divertire con lei, in due. –

– Sì, ma così non si va avanti. E se nel frattempo qualcuno ce la ruba? –

– Non lo permetteremo. –

– La soluzione è che uno di noi rinunci, ma io non sono disposto a cedertela. –

– Nemmeno io –

Il dilemma, costante nei loro pensieri, li accompagna per un altro giro di birre fino alla chiusura del locale quando, come d’abitudine, la accompagnano alla fermata della metro perché non è sicuro che una ragazza sola giri ad ora tarda per la città. Hanno proposto più volte di accompagnarla in auto ma Stefania ha sempre rifiutato spiegando che non vuole né dare fastidio né sentirsi in obbligo.

Sabato sera, il Cerveza è pieno come un uovo. Guido e Marco siedono al solito tavolino ascoltando un gruppo che suona musica country dall’altra parte dell’ampia sala. Sorseggiano l’immancabile birra e seguono con lo sguardo Stefania che scivola tra i tavoli in tenuta da cow-girl. Camicia a scacchi sopra un paio di hot-pants rosso fuoco, il suo culetto attira ben più di uno sguardo, per non dimenticare le gambe ben evidenziate dagli stivaletti corti con tacco alto. Il cappello tipico dà un’aria sbarazzina alla capigliatura biondo-ramata e riccioluta che le scende sulle spalle. Come sempre, Stefania sa ben destreggiarsi tra le mani che talvolta tentano un contatto non cercato né necessario. Guido e Marco notano questi approcci maldestri e faticano a trattenersi dal saltare addosso al malcapitato troppo espansivo.

– Un altro giro ragazzi? –

Stefania capita loro vicino e, vedendo i bicchieri semivuoti, anticipa la loro richiesta.

– Sì tesoro, ma solo se le porti tu –

Il tono di Guido è coinvolgente, pieno di calore, e Stefania sente quella sensazione allo stomaco che ben conosce e che prova a ogni gentilezza dei due.

Arrossisce, nel modo che piace tanto a entrambi i ragazzi, sua caratteristica che non riesce a controllare, e va veloce al bancone a prendere le birre.

– Dobbiamo deciderci Marco, io credo che non scapperà. Magari arrossirà, in quel suo modo delizioso, ma prenderà in considerazione l’idea –

– Io invece ho paura Guido, non voglio perderla per la troppa fretta –

Stanno per iniziare per l’ennesima volta l’eterna discussione quando un rumore di vetri infranti li fa voltare.

Mentre portava loro le birre richieste, Stefania è stata afferrata da un uomo che pretendeva di farla sedere sulle proprie ginocchia. Il vassoio con i bicchieri è finito a terra spandendo il liquido freddo sul pavimento. Stefania prova a divincolarsi dalla stretta dell’uomo evidentemente alticcio e ottiene il solo risultato di una fitta al polso ed un altra al piede destro che scivola sul liquido versato facendola finire a terra. Urla per lo spavento e per il dolore e si sente afferrare per le spalle.

– Stai bene? –

E’ Marco che prontamente è accorso per rialzarla e sincerarsi delle sue condizioni. Guido e dietro di loro che sta affrontando, il viso stravolto dall’ira, l’ubbriaco che prova malamente a giustificarsi. Forse potrebbe finire in rissa ma Guido riesce a controllarsi, limitandosi a fare da scudo a Stefania ed a Marco che la sta aiutando a rialzarsi. Due della security arrivano, con pochi secondi di ritardo. Guido li conosce e si fa da parte lasciando a loro il compito di allontanare l’uomo e due suoi amici, anche loro non perfettamente lucidi, dal locale. Si volta verso Stefania che è stata fatta sedere e, facendo smorfie di dolore, si tocca la caviglia da sopra lo stivale. Marco, con delicatezza, le toglie lo stivale e fa scorrere le dita sul polpaccio. Il sussulto contenuto della ragazza gli fa capire che è probabilmente solo una distorsione.

La proprietaria arriva a sincerarsi della situazione, dando istruzioni alle cameriere per pulire e parlando a voce alta ai clienti che fanno capannello per dire che è tutto a posto, di tornare ai tavoli tranquillamente.

– Stefania, vai a farti vedere al pronto soccorso, magari non è nulla ma è meglio controllare. –

La proprietaria ha un debole per quella ragazza apparentemente timida e schiva, la rassicura che non c’è problema a lasciare prima il lavoro e si rivolge ai due ragazzi, delle cui attenzioni si era accorta da tempo, chiedendo loro di accompagnarla.

– No, ce la faccio. Mi basta riposarmi un attimo e ahiiii . –

Ha provato ad alzarsi ma appoggiando il piede ha provato un acuto dolore.

Vinte le resistenze di lei, Marco e Guido la caricano, letteralmente di peso, sul SUV del secondo e vanno al vicino ospedale.

La fortuna li assiste, non c’è molta gente e l’attesa al pronto soccorso non è lunga ma sufficiente per far rimanere in una quasi intimità i tre nell’angolo del salone.

Guido tiene sulla caviglia il ghiaccio fornito dall’infermiera del triage, in attesa che si liberi un medico per la visita. Ne approfitta per carezzare lievemente il polpaccio di Stefania, con Marco che, seduto di fianco a lei, le tiene una mano confortandola.

Stefania sente vicino a se la presenza maschia di Marco e avverte il tocco di quelle dita che le fa dimenticare il dolore, non molto acuto in verità, della caviglia.

Si accorge di avere caldo e freddo insieme, caldo per i pensieri che le passano per la testa, freddo per i brividi che quelle dita le trasmettono che si diffondono per tutta la gamba e oltre.

La sua reazione non sfugge ai due ragazzi che si scambiano un’occhiata e Guido non riesce a resistere:

– Stefania… è da diverso tempo che io e Marco vorremmo dirti una cosa. Tu ci piaci, ci piaci molto. Vorremmo che tu venissi a casa con noi … –

Il sottinteso di quella frase aggiunge brividi su brividi alla già tremolante schiena di lei.

A casa… con tutti e due? Intendono veramente?

– A casa di chi? –

Chiede con un filo di voce.

– Mia, o sua, non importa –

– E vorreste…tutti e due? –

Stefania fa la domanda di getto, incredula che i due intendano proprio quello.

– Sì… se anche tu lo vuoi, se anche noi piacciamo a te. Nessuno dei due è disposto a rinunciare a te. Se dovessi scegliere solo uno l’altro si farà indietro ma… –

Stefania rivede la scena del pub, i due che accorrono a soccorrerla, pronti a difenderla. I due mesi precedenti le passano davanti agli occhi in pochi momenti, con tutte le loro premure, batture, accenni velati, complimenti. Il senso della richiesta la travolge come un uragano: ”Ecco perché nessuno dei due si faceva più avanti… vogliono… “ Si interroga per capire se uno dei due gli piaccia un pochino di più e… non sa scegliere. “Si sente la testa leggera immaginandosi a letto con entrambi quegli uomini che le piacciono tanto:

sto per fare una pazzia” pensa, e più ci pensa e più ha voglia di farla.

– Sì… –

Dice con un sussurro che nell’improvviso silenzio della sala risuona come un boato per i due ragazzi. Marco si gira verso l’altra estremità, sicuro che i due sconosciuti in attesa abbiano udito perfettamente. Li vede parlottare tra loro indifferenti.

– Sì?… –

– Sì! –

Questa volta Stefania lo dice con più decisione, sorprendendosi di volerlo veramente, di desiderare questa esperienza mai immaginata.

– Non te ne pentirai –

Dice Guido, e il suo tono è carico di promesse, le sue dita salgono ancora carezzevoli a sottolinearle.

La visita medica che segue è una tortura per tutti e tre, non per la diagnosi, che è di una leggera distorsione curabile facilmente, quanto per l’attesa a cui li costringe.

Quando escono dal pronto soccorso, i due la sostengono, uno per lato, per non farle appoggiare a terra il piede fasciato da una benda. E’ uno strano animale a cinque gambe quello che si avvicina al SUV di Guido, sciogliendosi per far accomodare Stefania dietro. Per ogni volta che Stefania ha pensato di essere stata pazza ad acconsentire, e non l’ha fatto poche volte, una voce interiore più alta le ha risposto che era giusto così, che si vive una volta sola, tacitando ogni dubbio sul prosieguo della cosa, fermando il tempo a quella notte e poi… chi se ne frega. Anche seduta sul comodo sedile, mentre Guido corre veloce per le vie poco illuminate, Stefania sente ancora su di se le mani forti dei due ragazzi mentre la sorreggevano, e il desiderio di sentirle di nuovo in altri posti più stimolanti. Si sente eccitata, incerta di come poter gestire la cosa ma nel contempo desiderosa di provare.

Il cancello che si chiude dietro l’auto è come un sigillo che mette la parola fine a ogni titubanza. E’ a casa loro e l’euforia la avvolge subito stemperata dalla paura.

e se non gli piaccio? Se non sono capace…?”

Marco la prende in braccio e segue Guido che fa strada verso uno dei due ingressi, il sentirsi sollevare e portare attraverso l’uscio come una novella sposa la fa sospirare deliziata. Gli sguardi che le mandano i due sono carichi di desiderio. Solo quando viene deposta sull’ampio divano il timore la riprende:

e ora che faccio? “ Non vuole passare per zoccola, non vuole che pensino che sia abituata e nemmeno vuole che pensino sia imbranata. Ha avuto le sue esperienze Stefania ma nulla di trascendentale

Stesa sul divano, con Marco che le toglie delicatamente lo stivaletto che ancora indossa all’altro piede, e Guido chino su di lei che la scruta come un lupo famelico, Stefania smette di chiedersi se ha sbagliato e guarda l’evidente desiderio dei due ragazzi, manifestato dal gonfiore sul davanti dei pantaloni, che le accende la fantasia dentro eppure… eppure non sa come muoversi. E’ una cosa totalmente nuova per lei e non vuole che uno dei due si risenta se lei si dedica all’altro. Il suo sguardo smarrito vaga tra i due.

– Cosa c’è piccolina? Hai paura? –

– Io… io non so cosa fare –

Confessa con sincerità. I suoi occhi da cerbiatta spaurita attirano ancora di più i due.

– Non devi fare nulla, ti faremo noi invece, tu devi solo lasciarti andare –

Marco tende le mani in avanti slacciando il bottone dei minuscoli hot pants che lei indossa. Poi li tira giù e Stefania inarca il bacino per agevolarlo. Con i pantaloncini scendono anche gli slip e Marco sospira deliziato –

– Bionda naturale –

Dice avvicinando le labbra al piccolo cespuglietto che adorna il pube scoperto.

A Stefania manca il respiro quando sente sulla micina le labbra carezzevoli del ragazzo. La testa inizia a girarle e non riesce a trattenere un gemito quando la lingua calda le esplora la piega, affondando un poco e scivolando poi sul clitoride che tocca leggermente, incerta della sua sensibilità. Senza accorgersene, Stefania si è afferrata alle spalle di Guido. Si sente togliere a forza le mani e costringere le braccia lungo il corpo. Apre gli occhi in tempo per vedere vicinissimo il volto di lui, poi due labbra vogliose le bloccano il gemito che emette a un tocco più preciso della lingua sul clitoride. Non riesce a stare ferma Stefania: di nuovo si aggrappa alle spalle di Guido per stringerlo a se mentre la sua lingua si intreccia con quella decisa e invadente dell’uomo. Il suo bacino si tende verso l’alto, verso la bocca incollata al suo ventre. Cerca di resistere all’onda travolgente che la percorre dai piedi ai capelli, si muove scompostamente stretta nell’abbraccio forte di Guido e infine perde la sua battaglia. Lampi di luce le scorrono sotto le palpebre chiuse, dalla sua gola un gemito roco e continuo viene assorbito dalla bocca di Guido, i suoi muscoli si contraggono e si rilasciano e Marco sente sulla lingua, sulle labbra, sgorgare il miele di lei mentre affonda fin dove può due dita nella piega allagata.

Quando riesce a riprendere fiato, ad aprire gli occhi, Stefania si accorge che Marco non ha smesso, continua imperterrito a mangiarla suscitandole sensazioni quasi dolorose. Vorrebbe protestare, chiedere un attimo di tregua ma ancora la bocca di Guido si chiude sulla sua e lei sente il corpo rispondere, riprendere il cammino verso altro piacere.

Marco si è abbeverato con gusto alla fonte tra le cosce di lei, felice di averla portata al culmine così presto. Non è riuscito a staccarsi, per troppo tempo ha desiderato di fare quello che sta facendo ora e il sentirla tendersi e godere grazie a lui gli ha provocato un gonfiore che non può ignorare. Si dimena senza staccare le labbra dalla micina per togliersi i pantaloni e liberare un’erezione quasi dolorosa. Alzando gli occhi vede che nemmeno Guido è riuscito a trattenersi e ora si sta facendo beatamente succhiare da Stefania. Febbrilmente, Marco cerca un profilattico, lo indossa e si appoggia alle labbra aperte e bagnate del sesso spalancato davanti a lui. Indugia per assaporare fino in fondo la sensazione, si strofina lungo la piega bagnandosi la punta e dopo lunghi attimi che lo fanno spasimare spinge allargando le labbra luccicanti. Gli esce quasi un’imprecazione sentendosi avvolgere dal calore umido e stretto che lo avviluppa come un guanto. Spinge ancora un poco affondando fino a metà e si ferma per gustare appieno la sensazione dei muscoli di lei che, come una mano, lo carezzano e lo stimolano.

Stefania non è rimasta immobile. Mentre baciava Guido è corsa con la mano ai suoi pantaloni, felice di sentirli gonfi allo spasimo. Dopo due tentativi, e solo grazie all’aiuto di lui, è riuscita ad aprirli e infilarvi dentro la mano. Il caldo dell’uccello teso nel palmo la stravolge. Lo carezza, lo stringe, lo tira fuori e quando Guido si alza e le avvicina il ventre lo tira verso di se stringendogli intorno le labbra, la lingua che vaga pigra sulla pelle di seta del glande.

Uno spasimo di piacere la assale quando sente il cazzo duro di Marco entrarle dentro. I suoi muscoli intimi si contraggono automaticamente regalando a entrambi fitte di godimento. Accelera il movimento della bocca attorno all’uccello di Guido e poco dopo lo sente irrigidirsi, gonfiarsi.

– Attenta… sto per godere. –

E’ grata per l’avvertimento gentile di lui ma ha già deciso di andare fino in fondo. Al momento del primo schizzo si affonda con decisione l’asta in bocca, serra le labbra e accoglie i caldi getti di sperma sforzandosi di ingoiarli uno dopo l’altro. Tra le sue cosce il movimento di Marco si fa più veloce e Stefania viene di nuovo, abbandonando a se stesso il cazzo di Guido per gridare al mondo il proprio piacere. Le pare di sentire in se gli schizzi di Marco ma non ne è sicura, ha di nuovo perso contatto con la realtà, proiettata in un universo in cui esistono solo lampi di estasi.

Si riprende e vede Marco che si sta togliendo il profilattico, avvolgendolo con cura e posandolo da parte. Vicino a lei c’è ancora il corpo di Guido abbandonato sul divano.

– Siete stati fantastici –

Dice lei, grata a entrambi per le sensazioni provate. Sorride dolcemente a Marco che le si avvicina nuovamente carezzandole le cosce.

– Tu sei fantastica e non pensare che abbiamo finito con te bambolina, ti abbiamo desiderata per troppo tempo per accontentarci di questo. –

Una mano di Guido le carezza il seno, le stuzzica il capezzolo facendolo inturgidire ancora.

– Ho bisogno di un momento di riposo –

Dice lei con voce stanca, e ne ha veramente bisogno, sfiancata dai due orgasmi ravvicinati, dalla tensione, da tutta una serie di pensieri lubrici che le passa per la testa.

Con delicatezza, Guido la prende in braccio e la porta verso la stanza da letto adagiandola sopra le coperte. Con calma le toglie gli ultimi indumenti scoprendole il seno di cui si impossessa subito lambendole il capezzolo che subito reagisce ergendosi. Marco cala sull’altro seno, lo lecca, lo succhia, lo mordicchia dolcemente e Stefania tira a se le teste di entrambi abbandonandosi nelle loro mani.

Due dita curiose le sfiorano il ventre, la cercano, entrano in lei. Non sa di chi sono e nemmeno le importa, conta solo che sanno sfiorarle i punti più segreti. Muove le anche involontariamente andando incontro alle dita, chiedendo di più, di meglio.

– Voglio provare le tue labbra –

Dice Marco salendo in ginocchio sul letto e porgendole l’asta di nuovo indurita.

Sospirando deliziata, Stefania vi fa scorrere sopra la lingua per tutta la lunghezza prima di chiudere le labbra intorno alla cappella turgida. Le pare impossibile che pochi minuti prima scorresse facilmente dentro di lei deliziandola. Da vicino le sembra enorme e si sforza di prenderne in bocca più che può. Guido invece si è sostituito a Marco e ora è lui a leccarla con avidità.

La stanza si riempie dei gemiti dei tre, dei rumori della lussuria.

Di colpo Marco si stacca a forza dalla bocca accogliente di lei temendo di durare poco.

– Ti voglio ancora –

Dice stendendosi sul letto, tirando la ragazza a se con appena un cenno di protesta di Guido costretto a abbandonare la micina intrisa di umori ma che poi, con calma, la aiuta a salire sopra l’amico facendo attenzione alla caviglia fasciata, a calare con lentezza sull’uccello rigido.

Stefania si lecca le labbra pregustando il momento in cui lui la aprirà, in cui si sentirà ancora dilatare dalla carne dura. Geme al primo tocco del glande sulle labbra intime.

– Aspetta, il profilattico –

Marco si dà una manata in fronte, preso dall’eccitazione ha dimenticato quasi di indossare il preservativo. Stefania freme e abbassa gli occhi intimidita fissandolo mentre allunga le mani verso un cassetto.

– Puoi… puoi anche fare senza se vuoi. –

– Veramente? Non vuoi che… –

– Sono protetta e… mi fido di voi, so che siete sani. Cioè, se volete usarli comunque… –

Arrossisce al pensiero che magari i due vogliono stare tranquilli per loro stessi, che temano sia lei ad avere problemi. Si sente sicura con loro, di loro, è pronta a fare a meno di quella sottile membrana tanto utile quanto a volte fastidiosa.

– No… anche noi ci fidiamo di te. –

Quasi lo urla Marco lanciando la bustina da qualche parte, senza guardare, teso solo a ricominciare lì dove aveva lasciato.

Di nuovo Guido la sorregge mentre scende facendo forza sui muscoli delle cosce. Questa volta nulla interrompe il cammino del pene che bussa all’ingresso della micina scivolando un paio di volte senza riuscire e poi, tenuto fermo da una mano, trova la via giusta sparendo lentamente nella carne accogliente.

Stefania butta indietro la testa e geme forte. E’ talmente bagnata che l’uccello le scivola dentro facilmente, facendola sentire piena come e più di prima. Cautamente, si muove sopra l’uomo, poggiandogli le mani sul petto muscoloso, e infine lasciandosi andare.

– aaah ah ah… è tutto dentro –

Mugola spingendo il bacino in avanti, ondeggiando prima piano e poi più veloce, fiammelle di piacere che le appaiono sotto le palpebre.

Dietro di lei, Guido è rimasto a guardare l’unione dei due invidiando un po’ l’amico. La curva di quel culetto gli appare bellissima e lo ingolosisce. Si bagna abbondantemente un dito con la saliva e scivola lungo la schiena fino al solco tra le natiche. Cerca e trova il buchino serrato, lo bagna e ancora ripete umettandolo di saliva.

Stefania sente benissimo quel contatto indiscreto e le piace, dà un tocco di proibito alla cavalcata che sta conducendo sopra Marco. Il cervello inondato da lampi di godimento è ancora abbastanza lucida da poter immaginare le mire di Guido. Volge la testa con aria preoccupata e trova le labbra di lui che la impegnano in un bacio lungo e profondo. Poi la sua voce è un sussurro nell’orecchio:

– Hai mai fatto sesso anale? –

Stefania scuote la testa provando insieme paura e desiderio. Per un istante si è immaginata di essere presa da Guido da quella parte ed è stata una sferzata per i suoi sensi già sollecitati dal cazzo di Marco.

– Vuoi provare? –

La voce di Guido è calda, suadente, invitante. Stefania si immobilizza e davanti agli occhi le si para ancora l’immagine di se stessa stretta tra i due, entrambi dentro di lei. L’emozione la avvolge ma deve chiederlo:

– Mi farai male? –

– Farò attenzione bambolina, e se sentirai male basterà dirlo e mi fermerò, ma ti prego, fammi provare. Sto impazzendo per il tuo culetto. –

Incapace di parlare ancora, Stefania annuisce e subito il dito di Guido è sul suo forellino.

– Ah –

Esclama sorpresa sentendo una sensazione improvvisa di freddo. Si volge e vede Guido sorriderle tenendo in mano una confezione di lubrificante comparso non si sa da dove.

Sotto di lei Marco la stringe per rassicurarla, muovendosi appena.

– Lascia fare a noi piccola, vedrai che non sentirai male, Guido è bravo in questo ma tu se appena senti dolore dillo e smetterà –

Stefania capisce che non è la prima volta che i due si dividono una ragazza. Una punta di gelosia le nasce e muore subito dentro, lasciando spazio alla sicurezza che i due sanno cosa fare, che non la faranno soffrire. Si abbandona sopra il petto di Marco, il piacere che rimane latente sotto le piccole spinte di lui. Il dito di Guido le lubrifica il piccolo ano con cura spargendo abbondante e freddo gel sopra e intorno. Quando preme per entrare il forellino si apre senza sforzo e la sensazione di freddo è amplificata eppure non spiacevole.

Trattiene il respiro Stefania sentendo il dito girare e allargarla. Non è dolore, anzi è quasi piacevole. Poi le dita diventano due e ancora va tutto bene. Di colpo un dito di Guido riesce ad entrare completamente e Stefania lancia un piccolo urlo per la sorpresa… e il piacere.

L’intrusione non le ha fatto male, anzi. E’ una sensazione nuova, le sembra di sentire quasi il contatto, dentro di lei, tra il pene di Marco e il dito di Guido.

– Ti ho fatto male? –

La voce di Guido è preoccupata. Si sporge in avanti per guardarla e incontra il suo sorriso radioso.

– No… continua. Fai piano ma continua. –

Incoraggiato, Guido prosegue nella lubrificazione. Le dita dentro di lei diventano due, una sopra l’altra, poi tre e da dietro vede la schiena della ragazza come percorsa da brividi.

Stefania sta provando solo piacere. La sensazione di sentirsi riempita completamente la inebria. Ansima aspettando il momento in cui li avrà veramente entrambi dentro, uno per parte. I suoi muscoli interni si contraggono intorno al cazzo di Marco che sussulta.

– Guido… non posso aspettare ancora a lungo… e nemmeno lei… –

– Ma non è ancora pronta… –

– Fallo… ti prego… fallo, sto per venire… –

La voce di Stefania è roca, poco più di un sussurro tremendamente eccitante per le orecchie del ragazzo. Con cautela, Guido toglie le dita dall’ano ora parzialmente dilatato, si unge con cura l’uccello e lo appoggia alla corolla. Una prima spinta incontra resistenza. Si concentra e spinge ancora e di colpo l’anello elastico cede e è dentro di lei.

Stefania trattiene il respiro sentendosi aprire. Sente un bruciore che fa da contraltare al freddo del lubrificante, ma è un bruciore che si mescola al piacere rafforzandolo, una sensazione che non sa descrivere, sa solo che le piace, le fa male e le piace, si sente toccata in punti che nemmeno pensava di avere. Un mugolio prolungato le esce dalla gola invitando il ragazzo a proseguire, e Guido lo fa. Con lentezza, millimetro dopo millimetro, spinge in avanti scomparendo nella carne bollente, attento ad ogni reazione della ragazza.

Stefania è tra le nuvole, non sa cosa fare, come muoversi, sa solo che è bellissimo sentirli dentro di se insieme. Istintivamente spinge il bacino indietro fino a toccare il pube del ragazzo.

– E’ bello… E’ BELLO! –

Grida, preda di sensazioni nuove ed esaltanti provocate dal movimento sincrono dei due.

Da sotto, Marco vede il volto di lei trasfigurare. Gli occhi chiusi, il naso arricciato, le labbra semiaperte, tutto denota godimento e lui, lui non ce la fa più a resistere. Stringe i denti per aspettarla, per godersi fino in fondo la sensazione dei muscoli intimi di lei che lo stringono contraendosi come una mano, vuole godersi lo spettacolo offerto da lei che non sa più se ridere o piangere o tutti e due insieme.

– lasciati andare piccolina, lasciati andare –

La incita. E poi bestemmia sentendo di non poter più resistere. Le sue urla si mescolano a quelle di lei mentre si inarca per affondarle dentro completamente nello spazio angusto. Sente i colpi di maglio di Guido quando si arrende e gode inondandole l’utero, sentendola tremare e agitarsi sopra di lui.

Stefania è fuori dal mondo, le pare di volare tra le nuvole, le sensazioni si accavallano in lei fino a arrivarle al cervello e lì esplodere in lampi multicolore. Urla di piacere, inconscia dei movimenti dei due che si sono fatti più rapidi, egoisti. Si lascia cadere dal cielo respirando affannosamente, le gambe che le tremano, le unghie conficcate nella coperta, sentendo un urlo continuo che solo alla fine riconosce come suo.

Nell’attimo del relax avverte distintamente il seme caldo di Marco riempirle la vagina e, poco dopo, quello di Guido dall’altra parte.

Grata del piacere provato, si crogiola nell’abbraccio dei due corpi stretti al suo. In testa un solo pensiero:

sì, è stata una pazzia, una pazzia meravigliosa”.

Stanchi, i tre si staccano cadendo aggrovigliati sul letto e piombano in un sonno profondo senza sogni.

– Che avete da guardare? –

Stefania si sveglia sentendosi osservata. Apre gli occhi e vede i due ragazzi che la scrutano sorridenti seduti sul letto, uno per parte.

– Sei meravigliosa bambolina/piccolina –

Dicono entrambi insieme, cambiando solo l’ultima parola. Stefania si stira sentendosi deliziosamente bene, appagata, soddisfatta.

– Meravigliosi siete stati voi due –

Confessa schiettamente.

– E ora? –

Chiede Marco facendosi di colpo serio.

– Ora cosa? –

– Ora cosa hai intenzione di fare? Intendo, dopo questa notte –

Stefania si incupisce, il timore di essere stata una piacevole avventura per i due le si insinua dentro come veleno. Si dà della stupida e contemporaneamente si giustifica: “beh, mi sono divertita anche io. Spero solo che non vadano a vantarsi in giro della loro ultima conquista”.

– In che senso? –

– Nel senso che… Stefania, per noi non è stata una cosa da nulla. Io ti amo –

Dice Guido.

– E anche io –

Aggiunge Marco.

Stefania è in confusione. Non era quel che temeva e insieme è anche peggio. Si interroga e scopre di non saper preferire uno o l’altro. Li guarda alternativamente cercando un qualcosa che la faccia scegliere, vede solo sguardi intensi di attesa e amore. Di getto esprime quello che prova veramente:

– Io… non lo so… ci sono problemi… se vi amo entrambi? –

Il sospiro di sollievo dei due, ognuno dei quali aveva l’intima paura di doversi ritirare di fronte all’amico, è sonoro e quasi comico.

– No piccolina… non per noi almeno. –

– Ma… non è una cosa normale, come faremo? –

– Vedremo di volta in volta, e cosa importa se non è normale, l’importante è che sia bello –

– Sì, lo è –

Sospira lei convinta, decisa a non curarsi di altro che … di loro tre. Sente una mano stringerle una natica, si gira e vede che è Marco.

– Non pensare che sia finita. E’ ancora notte fonda e anche io ti voglio… qui –

Ancora un sospiro per Stefania che si avvolge addosso a Marco, sentendo il corpo di Guido accostarsi dall’altro lato, le sue labbra dietro l’orecchio. Mentre bacia Marco pensa che è questa è stata la loro prima notte, la prima di molte spera.

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