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Racconti Erotici Etero

Un amico ritrovato

By 24 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019One Comment

Mi stavo gustando la mia granita seduta al tavolino del bar-gelateria del paese in collina dove passavo le mie estati fin da quando ero bambina. Da piccola passavo l’intero periodo estivo, mentre da quando avevo iniziato a lavorare, solo il breve periodo delle due settimane di ferie.
Faceva molto caldo ed il locale era molto affollato, quindi non feci molto caso al ragazzo che entrò e si avvicinò al bancone, chiedendo a Mario, l’anziano proprietario: «Un birra, grazie».
Si voltò sorseggiandola, gli diedi un occhiata veloce: era un bel ragazzo, alto biondo con gli occhi verdi. Aveva qualcosa di familiare, ma non riuscivo a capire cosa.
Quando mi vide, fece un gran sorriso, poi si avvicinò e mi disse: «Bianca? Quanto tempo!».
«Scusa, ma non riesco proprio a ricordarmi dove ci siamo già visti», risposi dubbiosa.
«Sono Danilo. Non ti ricordi?».
In quel momento ricordai chi era: Danilo, il mio amico inseparabile nelle vacanze in campagna.
«Wow! Quanto sei cambiato! Non ti riconoscevo più! Saranno quasi vent’anni che non ci vediamo!», risposi alzandomi e abbracciandolo. L’ultima volta che ci eravamo visti avevamo 10 anni e lui era un bambino grassottello e non di certo bello come adesso.
Si sedette al tavolino con me e ci mettemmo a parlare di quello che facevamo ora.
Poi, ovviamente, iniziammo a ricordare i momenti spensierati delle nostre vacanze: «Ti ricordi quando abbiamo rubato le ciliegie a Beppe. Ci ha beccati, ma non ha detto niente ai nostri genitori, che brav’uomo», disse Danilo, ed io risposi: «Certo! Meno male, se no sai che guai ci avrebbero fatto passare?. E invece ti ricordi quella volta che sei caduto in bici, non volevi dirlo a tua madre e sei venuto a medicarti da me? Che ridere».
«Si ho ancora la cicatrice sul ginocchio! Ce l’hai ancora la casa? Noi l’abbiamo venduta visto che non venivamo più».
«Si, io si. Ed è ancora tale e quale a come l’hai vista quel pomeriggio».
«Mi piacerebbe rivederla, sai?», mi chiese Danilo.
«Certo! Andiamo, tanto la granita l’ho finita», risposi io mentre lui beveva l’ultimo sorso di birra.
La mia casa era poco distante, quando entrammo Danilo esclamò: «È davvero come vent’anni fa!»
«Te l’avevo detto, anche camera mia è sempre uguale».
Aprii la porta della camera, ci sedemmo sul letto e Danilo, guardandomi mi disse: «Ti sei fatta proprio una bella ragazza, sai?».
«Anche tu. Dal bambino cicciottello sei diventato proprio un bel ragazzone».
Danilo improvvisamente si chinò a baciarmi. Mi colse così alla sprovvista che ricambiai il bacio con la stessa intensità senza pensare a quello che stava succedendo. La sua mano iniziò a palpare la mia seconda di tette, poi Danilo disse, con la voce carica di eccitazione: «Le tue tette sono fantastiche! Fammele vedere!».
«Si! Spogliami!», gemetti io eccitata. Mi tolse velocemente la maglietta e quasi mi strappò il reggiseno.
Si buttò avido a leccare i capezzoli già duri, io reclinai la testa e gemetti di piacere. La sua mano arrivò subito sotto la mia gonna corta e leggera, spostò le mutandine e mi toccò con la sua mano grande.
«Sei già bagnata, eh?», mi disse. Io non riuscii a rispondere perché infilò un dito nella mia figa depilata e mi strappò un urletto.
«Voglio il tuo cazzo», dissi subito dopo. Allungai la mano e gli sbottonai i pantaloncini. Il suo cazzo duro spingeva per uscire dai boxer, lo liberai in fretta ed esclamai: «È bello grosso…».
«Ti piace? Succhialo».
Io ce lo avevo già in mano, mi chinai e lo presi in bocca: era durissimo e caldo, aveva un eccitante gusto di maschio.
«Sei brava a fare i pompini!», mi disse Danilo, io gli feci l’occhiolino.
Era lungo e grosso, lo leccavo sulla cappella, per poi scendere lungo l’asta. Con la mano gli massaggiavo le palle piene.
«Brava spremile. La vuoi la mia sborra?».
«Si, ma non subito, spero… adesso scopami».
Lui mi fece stendere supina sul letto e si mise fra le mie gambe aperta. il suo cazzo scivolò dentro di me facilmente, poi iniziò a scoparmi all’inizio piano, poi aumentò il ritmo. Me lo piantava tutto dentro mentre io lo incitavo gemendo: «Si! Dammelo tutto quel cazzone! Più in fondo!».
«Eccotelo. Te la sfondo questa fighetta stretta!», disse smettendo di baciarmi le tette e scopandomi ancora più forte. Io sentii un potente orgasmo pervadere il mio corpo e gridai: «Si! Ancora! Vengo!».
Danilo mi sbattè ancora un po’ poi mi disse: «Girati che voglio vedere il tuo bel culo».
«Faccio tutto quello che vuoi, basta che mi fai godere così!», risposi io con ancora il piacere dell’orgasmo che mi scaldava il corpo.
«Ti faccio godere ancora di più!».
Mi girai e mi misi a pecorina, lui mi diede un leggero schiaffo sulla chiappa e disse: «Che bel culo sodo».
«Che aspetti? Fottimi!», lo incitai io sempre più eccitata. Volevo il suo cazzo e lo volevo subito.
Danilo si mise dietro di me e mi penetrò con un colpo secco che mi tolse quasi il fiato, mi prese per i fianchi e chinandosi mi disse all’orecchio: «Così ti piace il mio cazzo o lo vuoi più forte?».
«Più forte! Dammelo più forte!».
Danilo si mise a scoparmi davvero forte, il suo corpo quando sbatteva sul mio culo produceva forti schiocchi, quasi coperti dalle mie grida di piacere.
«Così! Bravo, mi fai godere come una matta!».
Raggiungevo un orgasmo dopo l’altro mentre Danilo mi stringeva il culo con le mani ed ogni tanto mi dava qualche schiaffo.
«Adesso la vuoi la mia sborra?», mi chiese aumentando ancora il ritmo.
«Si la voglio! Dammela tutta dentro!», risposi io fuori di me dal piacere.
Danilo diede ancora qualche colpo, poi svuotò la sua tantissima sborra dentro di me, tornò a muoversi per un po’ mentre il piacere del mio ultimo orgasmo iniziava a diminuire.
Quando uscì dalla mia figa piena di sborra, mi sentii svuotare, ne avrei voluto ancora.
«Spero che ti ritorni duro in fretta», gli dissi accarezzandogli il cazzo molle ed umido di sborra e dei miei succhi.

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