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UN INCONTRO AL PARCO

By 18 Maggio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Stefano, sono un giocatore di pallanuoto. Sono abbastanza alto (quasi uno e novanta), castano chiaro quasi tendente al biondo. Ho due spalle robuste, dei bei pettorali e due mani talmente grandi che per scherzare i miei amici chiamano badile. Passando parecchie ore in piscina o in palestra, quando esco mi vesto casual tranne ovviamente nelle feste comandate. Sono appena stato acquistato da una grande squadra di un’altra città abbastanza distante da dove vivevo prima. Non poso certo farmi trecento kilometri tutti i giorni, cosi finisce che la domenica finita la partita, salgo in macchina e me ne ritorno a casa per poi ripartire martedi mattina ed essere a disposizione per gli allenamenti. Ovviamente essendo uno sportivo ed anche, mi dicono, un bel ragazzo non ho mai avuto grosse difficoltà a trovare una donna. E’ il primo giorno che sono in questa nuova città, ho appena fatto le visite mediche per cui fino a domani pomeriggio sono completamente libero. I miei compagni si stanno allenando in piscina ma io non posso nemmeno assistere per un cavillo contrattuale. La mia vita è lo sport e sarei volentieri in acqua ma tant’è’. Non posso farci niente.
Decido allora di visitare la città ed esplorarla un pochettino. D’altra parte per almeno altri due anni (questa è la durata del contratto) sarà la mia nuova casa. Inoltre essendo un pomeriggio autunnale potrò sicuramente rifarmi gli occhi con qualche bella ragazza. Questa è anche una città universitaria quindi la materia prima per un uomo non manca.
Inizio a passeggiare per le vie del centro ed il tepore di fine estate mi inizia a mettere in testa strane idee. Stasera sarò solo a casa nel mio nuovo appartamento e per un ragazzo della mia età è molto deprimente. I miei compagni hanno la ritirata presto perché domani partono all’alba per un torneo all’estero. Devo proprio trovare qualcuno che mi faccia compagnia. Vedo un bel parco pubblico molto animato da mamme, bambini’. Insomma un parco pieno di vita. Mi dico che li a quell’ora potrei sicuramente trovare una bella ragazza disposta a passare con me la serata. Seduta ad una panchina vedo una splendida ragazza. E’ molto carina e ben messa Nonostante sia seduta capisco che deve essere alta circa un metro e sessanta, un metro e sessantacinque ed indossa un maglioncino di quelli che mi fanno impazzire che arrivano giusto giusto sotto il sedere, anzi adesso che è seduta il maglioncino si è accorciato ancora di più e praticamente le sue chiappette sode appoggiano nude sulla panchina. O meglio, non nude, perché la mia venere indossa un paio di calze di un bellissimo colore indefinito un misto fra turchese e acqua di mare. Le stanno divinamente abbinati a degli stivali molto molto fascianti che le arrivano abbondantemente sopra il ginocchio e con un tacco vertiginoso addirittura 15 cm. Credo proprio che una volta alzata grazie a quello splendido stivale potrebbe addirittura essere alta quasi quanto me. E’ abbastanza in carne, ma di quella carne arrapante con le curve al posto giusto. Nonostante il maglione che non dà una visione perfetta sono pronto a scommettere che abbia una bella quarta di seno. La vedo immersa nei suoi problemi ma qualcosa in me mi dice che quella è la mia donna per oggi. Non sono solitamente un tipo da una botta e via ma questa voglio proprio farmela. E’ proprio una bella ragazza e devo trovare il modo quantomeno di provarci. Cosi decido di sedermi sulla panchina proprio di fronte a lei. In questo modo posso innanzi tutto osservare meglio la sua bellezza e sensualità e poi cercare di intuire la situazione migliore per provarci con lei.
E’ accigliata e pensierosa, i suoi occhi persi nel vuoto. Ha degli splendidi occhi verdi e dei bei capelli castano scuri tagliati corti a baschetto ma io mi soffermo anche e soprattutto sul suo grosso seno e sulle lunghe gambe fasciate negli splendidi stivaloni. L’insieme è molto fico ed anche molto da troia.

Mi alzo e vado a sedermi vicino a lei mettendole una mano sulla splendida coscia. Voglio sentire il calore della sua pelle ma lo faccio nel modo più naturale possibile. Sfodero il mio sorriso più candido e le dico:
“Tutto bene?”
Le mi guarda e mi dice:
“si tutto bene, solo che la prossima settimana devo sostenere un esame di anatomia e non sono molto preparata”.
“Potremmo studiare insieme” le propongo.
“Frequenti medicina anche tu mi chiede?”
“No”, le rispondo. “Ma con una bella ragazza come te deve essere facile studiare… ed anatomia è una materia che mi piace moltissimo. Se poi l’anatomia è femminile sono un vero maestro”.
Avevo di fronte a me due opzioni: o un bel ceffone in pieno viso, oppure una battuta di approvazione. Fortunatamente lei sceglie la seconda opzione.
Si alza facendosi ammirare in tutto il suo splendore e facendo un bell’inchino che mi permette di spiare nel suo decoltè mi dice:
“allora signoria vostra è un esperto del settore. Potrei sapere le sue referenze?”
Rispondo prontamente:
“a casa mia ho una agenda piena di numeri di belle ragazze che potranno confermare la mia esperienza”.
Lei si finge offesa, si gira e si allontana di qualche passo dicendomi:
“lo sapevo. Tutti cosi gli uomini. Ma io non sono una da collezione”.
Io rimango a guardarla da dietro. La sua camminata emana una carica erotica notevole, gli stivali le stanno a pennello e sono talmente alti che se il suo maglione fosse stato anche solo di poco più lungo le sue gambe avrebbero perso il loro fascino. Fortunatamente invece il maglioncino le arrivava giusto giusto al sedere (anzi guardando bene si può intravedere qualcosa) e quindi praticamente tutta la coscia è in bella mostra. Ottimamente in carne nei punti giusti: non mi ero sbagliato. Mi rendo conto di aver scelto bene la mia accompagnatrice per la sera. La raggiungo e le assesto un bel colpetto sul sedere.
“Tesoro mio”, le dico, “non sei da collezione ma sei da ammirare e da mangiare da tanto sei sexy. Ed io oggi ho voglia di compagnia”.
Ormai il ghiaccio è rotto e lei sembra apprezzare il mio approccio deciso. Mi sorride, mi tende la mano e mi dice:
“Ok vediamo se sei davvero preparato: io mi chiamo Monica” e cosi facendo mi mette a sua volta una mano sul sedere. Il discorso è da subito più sciolto ad a sfondo erotico. Camminiamo a lungo nel parco mano nella mano come due innamorati ma sapendo entrambi che avremmo passato la serata insieme e saremmo finiti a letto. Anzi lei me lo dice proprio apertamente.
“Appena ti ho visto mi sei piaciuto, il tuo fascino, la tua audacia e quell’enorme coso che si intravede attraverso i tuoi jeans. Adesso divertiamoci come due bambini e stasera ci divertiremo come due adulti: ti farò impazzire”.
Ed io per tutta risposta:
“Sai, la prima cosa che ho visto di te sono state le sue splendide gambe e l’abbigliamento ulta-provocante ed il mio primo pensiero è stato di come riuscire a….”
Mi interrompe:
“Sei proprio un porco” mi dice sorridendo.
Io resto ammaliato dalla sua bocca e mi immagino quella lingua avviluppata intorno alla mia cappella. Poi il discorso si sposta sul personale ed io le chiedo alcune sue preferenze in fatto di cibo, di abbigliamento e di sesso. Lei mi risponde che quelle sono preferenze personali e con può darmi nessun vantaggio perché lei deve vincere la sua sfida personale e non può dirmi come le piace godere…. dovevo scoprirlo io.
“In questo sono molto bravo”, le dico.
Mi propone senza mezzi termini di passare in un ipermercato ad acquistare qualche birra per tenerci allegri e poi di andare a casa mia. All’uscita, carichi di bottiglie di birra neanche dovessimo aprire un bar, sentiamo una voce alle nostre spalle:
“e brava la mia Monica, si vuole ubriacare e neanche mi chiama”.
Mi giro e resto folgorato da una splendida visione: una bionda con capelli mossi e sciolti lungo le spalle, alta circa un metro e ottanta, snella ma con una bella terza soda di seno. Intuisco che ha un bel culetto anche se non ho ancora potuto ammirarla E’ vestita con un top corto e minigonna di Jeans arancione, ai piedi delle calzine molto sexy in cotone bianco con pizzo e delle scarpe molto audaci con un bel tacco 12. Per dirla in maniera esplicita proprio una gran fica. Resto praticamente a bocca aperta ma non riesco a riprendermi perché Monica nel vederla, le si getta al collo mettendosi leggermente in punta di piedi ed alzando una gamba permettendomi dei vedere tutto il panorama del suo bel culetto, le dà un bel bacio sulla bocca e girandosi verso di me mi dice:
“questa è la mia amica Paola”. “Lui è Stefano, un amico”.
E cosi le presentazioni sono fatte.
“Dove stavate andando di bello?” ci chiede Paola.
La risposta di Monica è molto eloquente:
“stavo andando a casa sua a mangiare ed a farmi una bella scopata, vuoi venire anche tu?”
“Se non disturbo”, risponde.
Mi prende sottobraccio e ci incamminiamo. Sto volando: sono in mezzo a due fighe da paura e queste non si scandalizzano per niente anzi…. Sarà proprio una bella serata.
“Non mi dispiace affatto”, rilancio, “però anche tu devi partecipare e voglio vedervi giocare un po’ insieme, sempre che non vi dispiaccia”.
“Dispiacerà al tuo uccello”, mi risponde Paola, “ti faremo arrapare come mai ti è successo”.
Decido di staccarmi da queste due ninfe e di camminare qualche passo indietro per non perdermi la poesia delle loro gambe e dei loro fondoschiena. Appena mi stacco le due troie si prendono a braccetto ed ognuna mette la mano sul culo della sua amica. Non vedo l’ora di essere a casa.

Arriviamo nel mio loft. Essendo single e giocatore professionista i soldi ed il tempo non mi mancano e quindi ho sempre curato per bene i miei appartamenti. Devo dire che ho sempre creato una casa a mia misura e non per una famiglia. L’arredamento è moderno tutto open space. Sulla destra c’è la cucina con un isola centrale con gli elettrodomestici ed il tavolo, di fronte ho la sala con un bel divano in pelle ad elle, un caminetto sempre acceso, stereo, tv, dolby e tutte le moderne tecnologie. Ho anche un angolo riservato ai giochi con un biliardo, un vecchio flipper ed un juke-box. La camera è ricavata di fronte alla sala giochi divisa solo da una libreria. Il letto, ovviamente matrimoniale, è basso e circolare. In bagno ho una vasca idromassaggio enorme. Tutte le luci sono dotate di variatori per poter renderle soffuse. Sono appassionato di candele e ne tengo sempre accese in bagno sui bordi della vasca ed in sala. Il lato della casa dove c’è la sala e l’angolo relax con il biliardo ecc. è un’unica grande vetrata che mi permette di dominare dall’alto la città e di vedere fino al mare. Cosi anche quando sono nel mio letto posso vedere il mare. Lungo tutte le pareti ho parecchi quadri di donne nude in pose artistiche che danno un tocco erotico a tutto l’appartamento. Con una casa cosi se ce ne fosse bisogno anche la più tranquilla delle ragazze si lascia andare. Ovviamente le ragazze sono entusiaste della situazione. Propongo loro di fare un bagno qualora volessero intanto che preparo loro qualcosa da mangiare (vivendo solo ho imparato a destreggiarmi bene ai fornelli). Preparo la vasca con sali profumati, sistemo tutte le candele bene intorno alla vasca. Il vapore e la schiuma che escono dall’acqua già riscaldano l’ambiente. Intanto che le ragazze si preparano io apparecchio sul tavolino della sala: vaso di rose al centro proprio di fronte al camino, bicchieri di cristallo, spumante con qualche stuzzichino. Quando tutto è pronto vado in bagno a godermi lo spettacolo. Le osservo dalla fessura della porta: le due troiette si stanno baciando avidamente e le mani di una sono impegnate sui seni dell’altra. E’ una scena molto erotica senza essere volgare. Le chiamo per venire a cena. Compaiono dopo pochi istanti splendidamente svestite: Paola, la bionda, solamente con un minuscola tanga e senza reggiseno mentre Monica con uno splendido babydoll molto corto tipo corpetto di un bel colore rosso fuoco ed un bel perizoma rosso molto trasparente. Mi accorgo subito che la sua micetta è tutta depilata. Resto a fissarle a bocca aperta: per quanto avessi intuito che erano belle non pensavo cosi eccitanti. Si mettono a ridere:

 

“il nostro bimbo si è spaventato, è timido” dicono.

 

“Non sono timido” rispondo “è che questa visione non è adatta ai deboli di cuore”.

 

Le tette nude di Paola sono da favola. Chiedo da che cosa vogliono iniziare e Monica prende il suo bicchiere di spumante e lo versa sulle tette della sua amica dicendo:

 

“dall’antipasto”.

 

Ed inizia a leccare in modo molto provocante.

 

“Stai tranquillo” mi dicono: “stasera giochiamo noi. Tu ci hai regalato questo splendido posto e noi ti vogliamo regalare delle splendide emozioni”.

 

Finita la cena (portata a termine con qualche intermezzo erotico piacevole ma di poco conto ai fini del racconto), Monica mi dice:

 

“ti propongo un gioco Visto le belle cose che hai qui a casa noi ci sbizzarriamo ad inventare giochi e situazioni strane (ovviamente facendoti anche partecipare se vuoi) e tu alla fine se ti sei divertito potrai farci quello che vuoi”.

 

Non c’è bisogno di dire che accetto con entusiasmo.

Mi chiedono di spogliarmi restando solo con l’intimo. Eseguo restando con un paio boxer neri con disegni di ispirazione ming laterali ed una maglia aderente (di quelle che vanno di moda adesso per fare sport). La prima sfida è il gioco del doppiaggio. Paola mi spiega il regolamento dicendo:

 

“noi mettiamo un DVD porno alla tele e togliamo il sonoro. Una di noi copia esattamente quello che fanno i protagonisti, l’altra fa la doppiatrice e poi ci scambiamo. Quella più brava riceve in premio una leccata di fica”.

 

E cosi dicendo infila un disco nel lettore. Appare in primo piano una troia che sta facendo un pompino al suo uomo. La situazione è surreale, soprattutto quando Paola, seduta per terra a fissare lo schermo inizia a gemere:

 

“mmmm quanto è buono, lo voglio tutto” e poi si propone in risucchi di lingua talmente veritieri che sembra stia facendo veramente una pompa. Monica invece me lo tira fuori ed inizia a leccarlo con grande maestria. Fra la troia in televisione, la lingua di Monica sul mio glande ed i versi osceni di Paola è proprio una bellissima situazione. Poi come ad un tacito accordo si danno il cambio e Monica inizia ad emettere gridolini simulando un orgasmo e Paola si butta avida sul mio uccello. Non copia molto bene ma succhia divinamente: diciamo che prende molta iniziativa. Alla fine della scena mi guardano soddisfatte e mi dicono:

 

“allora chi ha vinto?”

 

Senza esitare affermo:

 

“Paola è molto più brava a pompare ma d’altronde la protagonista del film non era una delle succhiacazzi migliori che abbia mai visto e quindi penso che Monica sia stata penalizzata proprio dal fatto di aver ricopiato esattamente la protagonista. Pertanto siccome la gara era quella per chi duplicava meglio la scena assegno la vittoria a Monica. E quindi Paola le devi leccare la fica”.

 

 

 

A quel punto Monica si sdraia sul grande tappeto di fronte al caminetto a gambe spalancate e Paola si tuffa vogliosa sulla sua fica scostandole con due dita il perizoma ed iniziando a leccare come un cagnolino che deve dissetarsi. I bagliori del caminetto fanno ombreggiare il culetto di Paola sollevato. Posso vedere la biondina, con il culetto in aria, il minuscolo tanga nero, le calzine, le scarpe con il tacco e le tette nude nel chiaro scuro creato dalla fiamma e le gambe divaricate di Monica sdraiata sulla schiena con il perizoma scostato e gli stivaloni alti, la fica depilata e la lingua di Paola che la fruga. E’ una situazione molto intrigante, ho l’uccello che stenta a stare nei boxer ma voglio vedere fin dove riusciranno a spingersi le mie due troiette. Ad un certo punto vedo Paola sfilarsi il minuscolo tanga e rimanere completamente nuda solamente vestita con le calzine e le scarpe. Si rialza orgogliosa della sua nudità e si mette in una posa oscena davanti al camino. Le fiamme le illuminano il corpo e il suo fisico domina la laguna sottostante che fa capolino dalla finestra. La luna bacia il suo corpo. Ma tutto questo romanticismo è sprecato. Abbiamo tutti solo voglia di SESSO. Monica si rialza e mi dice che vuole fare il gioco del bar, si dirige verso il frigo e prende due birre, le apra e ne dà una alla sua amante, poi va verso il biliardo, prende una stecca ed inizia uno dei balli più erotici che io abbia mai visto. Si contorce intorno alla stecca come se fosse un’asta e la lecca in maniera oscena come se fosse un lungo uccello. Poi chiede a Paola di giocare a biliardo e mi dice:

 

“tu sei un avventore del bar, siediti li ed osserva la partita”.

 

Allora io mi siedo comodamente in poltrona e vedo le due puttane che iniziano a giocare. A parte il fatto che sono ottime giocatrici, noto che il loro scopo è quello di passarmi davanti e mettersi a novanta con la figa sulla mia faccia per colpire la biglia. La partita è decisamente avvincente, soprattutto per quello che osservo e mi trovo costretto a prendermi in mano l’uccello ed a masturbarmelo. Voglio godermi lo spettacolo di queste troie e quindi non voglio tuffarmi subito sulle loro fiche vogliose. Il clou arriva quando per colpire meglio una biglia, Paola si mette con una gamba sul tappeto verde. L’umore luccicante che si vede sulla sua fica splendidamente aperta è un invito e vedere come quella puttana tiene in pugno l’asta mi dà una scossa erotica. Manuela si accovaccia dietro alla sua amica ed inizia a lapparle per bene la fessura grondante. Cosi lavorata Paola perde la concentrazione, sbaglia il tiro e perde la partita. Si gira verso di me e si lamenta platealmente:

 

“ma lei mi ha distratto. Il gioco deve essere leale”.

 

In fondo ha ragione e devo pareggiare la partita di prima.

 

“Hai ragione Paola, questa volta il pegno lo paga Monica”.

 

Paola allora mi si avvicina e mi offre le sue tette da succhiare come ringraziamento e fa sistemare Monica seduta sul tavolo da biliardo, su un angolo ed a gambe larghe. E poi incomincia una arrapante partita dove la buca è la fica di Monica. Inizio a vedere un po’ di sadismo il lei perché le biglie vengono colpite violentemente e la fica di Monica inizia ad arrossarsi. Dopo una decina di buche Monica inizia a lamentarsi (anche se in realtà le vedo la fica luccicare). Allora Paola prende per bene la mira ed infila con un colpo secco la stecca nella spacca umida della sua amante. Il rumore prodotto e l’urlo di piacere della morettina è da far drizzare il cazzo. Inizia a lavorarla con una ferocia inaudita infilandole dentro la fica almeno un 25 cm buoni di asta. Siccome le grida piacere stanno raggiungendo volumi elevati decido di tapparle la bocca andandola ad infilare il mio uccello in gola. La troia inizia un pompino da favola mentre Paola è sempre più infoiata e la sta letteralmente squartando. Si finge offesa per il fatto che solo la sua amica abbia la razione di cazzo e la obbliga a girarsi iniziando a colpire il culetto con la stecca. Gli schiocchi sono di una ferocia da lasciare i segni ma i mugolii di Monica e le macchie di umore che dalla sua fica stanno colando sul mio bel tavolo verde non possono ingannare: la troia sta godendo come una forsennata. Quando il culetto è tutto rosso Paola prende le ultime gocce della sua birra e le versa direttamente sulle chiappe pulsanti leccando tutto avidamente e soffermandosi anche sul buchino… e quando reputa che questo sia bene aperto lo riempie per bene con la stecca dalla parte della impugnatura.

 

Mai il mio biliardo aveva avuto uso migliore.

 

A questo punto Monica ha uno scatto di orgoglio si gira e strappa di mano la bottiglia alla amica infilandogliela bene fino in fondo alla fica. Lo spettacolo di due troie che si stanno facendo godere con ogni mezzo ed anche oltre il limite è terribilmente eccitante ed il mio cazzo non vede l’ora di poter entrare in azione. Paola si trova sorpresa da questa situazione ma spalanca le gambe di buon grado permettendo alla sua dominatrice di infilarle la bottiglia fino in fondo. Monica la sfila di colpo come a stapparla ed io vedo le grandi labbra di Paola che restano oscenamente aperte, vogliose e pulsanti. Un istante dopo la bottiglia è di nuovo completamente dentro la sua fica. Fingo di essere arrabbiato:

 

“adesso basta bambine cattive,  urlo. Fate la pace altrimenti mi arrabbio”.

 

Monica allora và a mettere un lento sul mio juke-box ed abbassa le luci. L’atmosfera creata dai bagliori dell’apparecchio è elettrizzante. Poi  prende per mano Paola, le mette le braccia intorno al collo ed inizia a ballare in maniera provocante. Una completamente nuda e con le scarpe, l’altra con baby-doll e stivaloni sopra al ginocchio. le mani sul culo una dell’altra danzano dimenandosi in maniera pornografica ed aprendosi la fica il più possibile mediante le mani posate sulle chiappe. Passano pochi istanti che la lingua di una finisce nella bocca dell’altra. Il mio uccello sta letteralmente impazzendo.

Decido di unirmi al loro ballo erotico e mi avvicino a loro. In un attimo sono la loro preda: quattro mani che si avvinghiano intorno alla mia asta, due lingue che mi bagnano ovunque e due splendide paia di tette formose che mi si offrono. La prima ad inginocchiarsi è Paola ed appena il mio cazzo passa vicino alla sua bocca se lo infila in un sol colpo. Poi è la volta di Monica ad imprigionare la mia cappella fra le sue grosse tette. Una spagnola di una superba quarta misura!!!! Un sogno. A questo punto siamo verso la fine dei giochi. E la mia cappella inizia a richiedere la sua dose di figa. Prendo per mano le due amazzoni e le trascino sul mio letto rotondo e mi sdraio in mezzo a loro.
“Forza”, dico. “Voglio un bel pompino a due”.
Non se lo fanno ripetere, le loro lingue giocano attraverso la mia asta, si attorcigliano e si succhiano con il mio uccello in mezzo come fosse un ostacolo da superare e da aggirare. Capisco che nessuna vuole cedere e prevaricare l’altra, si sono date piacere e violenza in maniera equa quindi non posso sottomettere una senza sottomettere l’altra. Mi conviene una partita doppia. Ordino a Monica di bendare Paola e di farla mettere a quattro zampe: voglio vederle la fica aperta pulsare da dietro e mi eccita l’idea di vederla nuda con le scarpe. Poi dico a Monica di mettersi ai piedi del letto con la fica di fronte alla bocca di Paola. Il bello del letto basso e rotondo è che si può arrivare dovunque e l’altezza è calcolata per arrivare bene in tutti i buchi.
“Semplice regola” annuncio: “Io adesso spalanco la fica di Paola e gliela sfondo e lei che non può vedere ad ogni colpo deve tirare fuori la lingua cercando di leccare la fica di Monica”.
Non aspetto la sua risposta…. Il mio cazzo è talmente grosso e voglioso che la riempio fino ai coglioni, e le troia dalla potenza del mio colpo si trova con la lingua dentro la fessura di Monica. Voglio violentare quelle due puttane, mi hanno fatto troppo andare il sangue alla cappella e quindi la scopo con una violenza che le sue chiappe diventano rosso fuoco. La puttana guaisce come una cagna. Esco dalla sua fica e le grido:
“Preparati che ti inculo e di nuovo” e senza attendere la penetro con forza.
Paola grida:
“Monica vieni a leccarmi, ti prego sono troppo riempita ho bisogno di allentare la tensione”.
La morettina si mette quindi sotto la sua amica ed inizia a leccare. Ne approfitto allora per togliere l’uccello dal culo di Paola ed iniziare a scoparla in bocca. La posizione è l’ideale. Ormai sono riuscito nel mio intento: creare un orgia a tre ed una competizione di sesso. Le faccio sdraiare una accanto all’altra a gambe larghe ed uso le mie mani per lavorare le due fiche. Dapprima stimolando i grilletti con piccoli massaggi e poi quando iniziano a colare copiosamente assesto dei bei colpi potenti proprio in mezzo alle labbra. Leggo il piacere sublime nei loro occhi e ne approfitto per martoriare anche quelle splendide tette. Proseguo con leccare i capezzoli turgidi e do a ciascuna qualche piccolo morsetto. Fra la potenza delle mie mani e la resistenza del mio cazzo non so cosa vorrebbero scegliere. Decido di strizzare ancora con forza le loro tette fino a farle gemere come delle troie in calore. Inizio poi a lavorare la fica di Monica con una bella serie di colpi potenti e poi passo a quella di Paola. La fica completamente depilata di Monica è più umida ed accogliente, quella bionda di Paola è più stretta e conturbante. Mi diverto a passare da un buco all’altro. Poi le faccio girare e mettere entrambe a quattro zampe. Iniziò a schiaffeggiare le loro passere a mano aperta. Il rumore degli schiocchi della mia mano sulle loro labbra umide è assordante. Voglio che inizino a pulsare di desiderio. Quattro colpi di cazzo ciascuna alternati a 4-5 violente sberle. Ormai il mio cazzo vuole esplodere ma non so a chi regalare il mio seme.
Le faccio mettere ancora a pancia all’aria e lancio un ultima sfida:
“masturbatevi”, dico. “Chi mi eccita di più e geme in maniera più provocante vincerà la mia sborra”.
So che sto imbrogliando ma voglio godermi lo spettacolo. Paola è la più assatanata: si infila ben quattro dita dentro mentre Monica si limita a tre ma le usa in maniera più scomposta. I gemiti che lanciano mi fanno andare il sangue all’uccello. Sto letteralmente impazzendo.
Paola si sta dilaniando la fica con la sua mano. Si gira verso l’amica e inizia a succhiarle la lingua. Monica apprezza il bacio e si tortura anch’essa la passera con delle sberle sulle grandi labbra. Sono proprio due troie. Mi prendo il cazzo in mano e mi assesto due o tre colpi per sborrare.
“Avete pareggiato” affermo: “siete due puttane impagabili”.
E cosi dicendo esplodo. Il mio sperma ricade sui corpi vogliosi e sconquassati dall’orgasmo che le mie due troie hanno raggiunto all’unisono. I fiotti di sborra riempiono le favolose tette. Le lingue delle puttanelle si protraggono per ricevere qualche goccia isolata e poi vengono ripulirmi per bene. Le sollevo entrambe di peso e le porto in bagno per una bella doccia rigeneratrice.
Non c’è bisogno che vi dica che appena a contatto con l’acqua della doccia, le due troie hanno ricominciato a lesbicare ed a rianimarmi. Ma questo ve lo racconterò prossimamente.
Resta solo il racconto della mia prima serata nella nuova città e di come due grandi troie mi hanno fatto impazzire. Sono certo che ci vedremo molte altre sere.

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