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Racconti Erotici Etero

Universal Serial Bus

By 27 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia sbadatagine è nota ai miei amici, spesso perdo cose che utilizzo spesso come il cellulare o le chiavi di casa, cose che per mia fortuna poi ritrovo nel breve volgere della giornata, anche se il perderle mi fa stare in ansia per tutto il tempo.

Ovviamente in questi casi, perdo le mie cose perché non ricordo dove le ho messe e poi quasi per caso le ritrovo, ma l’altro giorno ho perso una chiavetta USB nel modo più consueto e spesso definitivo, cioè mi è caduta dalla tasca dei jeans dove la tenevo senza che me ne accorgessi, ho tirata fuori la chiave dell’auto nel parcheggio del supermercato dove lavoro e la chiavetta deve averla seguita cadendo.

Ovviamente non me n’ero accorta della perdita e arrivata a casa quando l’ho cercata mi sono resa conto di non averla. Tragedia!

In quella chievetta tengo molte mie cose, tra queste i CUD per le mie dichiarazione dei redditi, e alcune foto personali, nulla di particolarmente hot, ma insomma sempre roba personale che non mi va che vada in giro.

Inutile dire che non ci ho dormito la notte e la mattina andando al lavoro ho guardato ovunque e chiesto a colleghi e amici, ma nulla.

Verso l’una del pomeriggio al bar dove faccio sempre colazione mi si avvicina il barista e mi dice che mi vuole parlare, bene faccio io, dimmi, ma lui irremovibile mi dice che vuole parlarmi in privato, mi deve dare una cosa…

E cosa vorrà mai darmi? Io speranzosa per la mia chiavetta USB gli dico che va bene, finisco il toast e arrivo, un minuto e sono da te.

finisco il toast, bevo il mio succo e mi avvicino alla cassa per pagare dove vedo all’opera il barista che mi vuole parlare, faccio la fila e quando è il mio turno per pagare gli chiedo quanto devo e cosa vuole dirmi, lui chiede alla banconiera di sostituirlo e poi mi fa cenno di seguirlo nella stanzetta dietro.

Lo seguo e penso che fa un po’ troppo il misterioso, nemmeno dovesse parlarmi di qualche segreto di Stato, poi si ferma, si gira e mi mette davanti al naso la mia chiavetta; io sorrido ebete e gli dico “grazie”.

E comincia il calvario!

– Sai dove l’ho trovata?

– Ovvio che no, se sapevo dove l’avessi persa magari la cercavo là.

– Sai come ho scoperto che è tua?

– No ma immagino che l’avrai attaccata ad un PC e guardato dentro, non vedo come altro se no…

– Si ovvio e sai cosa ci ho trovato dentro?

– Be immagino di sì visto che è mia, so più o meno cosa ci ho messo dentro.

– Ah sì, e cosa ci hai messo dentro che ti identifica?

– Foto?

– E che foto! Se la rivuoi ora devi pagare un pegno!

– Ma che dici sei fuori? Capisco mi hai ritrovato il bene e quindi vuoi un premio commisurato al valore del bene, ma tieni presente che quella penna l’ho pagata circa 5 euro, quindi vedi tu…

– Ma no che soldi, io…

– L’avevo capito ma mi hai presa per idiota del tutto?

Detto questo lo guardo negli occhi e facendolo mi accuccio e arrivata all’altezza delle sue gambe mi attacco alla zip dei suoi pantaloni, sempre guardando la sua faccia che a dire il vero da furbetta era palesemente diventata da idiota.

Non ci credeva nemmeno lui, ma siccome sono figlia di militare so bene che la miglior difesa è l’attacco e quindi apro la zip e glielo tiro fuori iniziando un lento pompino alternato a leccatine in grado da far risuscitare anche un morto.

Sia chiaro il tipo non mi piaceva nemmeno un po’, era bruttino, viscido e sporchino ma devo anche dire che era da un po’ che non andavo con un uomo e la cosa non mi dispiaceva affatto, peccato solo che fosse andata così e con lui.

Intanto però l’affare si stava ingrossando alquanto, mi è sempre piaciuto sentirlo diventare duro tra le labbra e quindi ci davo dentro a succhiarlo, insalivarlo e massaggiarlo con lingua e labbra e poi con le mani quando finivo sulla punta con la bocca.

Mi godevo l’asta di quel cazzo discreto e giocavo con le palle quando me lo infilavo quasi tutto in bocca; il gioco dura circa dieci minuti poi lo sento che sta per venire, allora io smetto di spompinarlo, lui mi guarda e io con la mano gli faccio cenno di ridarmi la pennetta, cosa che lui fa tranquillamente.

E be che dire, a questo punto potevo andarmene lasciandolo così ma poi ho pensato che probabilmente si era copiata la mia cartella delle foto e quindi era meglio lasciargli un buon ricordo invece di essere il pensiero proibito di chissà quanti suoi amici e allora… l’ho fatto godere.

Sentivo lo sperma che mi finiva in bocca che io ingiottivo avida, l’ho ripulito per bene prima di rimetterlo al suo posto nelle mutande, poi mi sono alzata, l’ho guardato negli occhi e ho aperto la bocca facendogli vedere che era piena di sperma, quindi l’ho inghiottito tutto e l’ho riaperta.

Quindi me ne seno andata e uscendo ho detto che il mio conto era offerto da lui.

Lù.

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