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Giro di boa

By 7 Maggio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

1.
50 anni sono, simbolicamente, un po’ il giro di boa della vita. La strada incomincia a scendere, il tempo corre più in fretta, i ricordi e i rimpianti prendono il posto dei desideri. Un giro di boa tanto più evidente e significativo se a quell’età ti capita di scoprire dentro di te pulsioni nuove, insospettate, e di aprirti ad orizzonti nuovi, imprevisti, sconvolgenti rispetto alla vita sin qui vissuta.
I cinquantenni di cui si parla sono io, Mauro, e Giulia, mia moglie. Abbiamo celebrato di recente le nostre nozze d’argento; il nostro unico figlio, Fabio, ormai lavora ed è andato a vivere da solo; presto, speriamo, ci farà diventare nonni. Siamo ad un passaggio delicato della nostra vita coniugale. Con Giulia ci vogliamo bene e conduciamo un ménage sessuale normale, ma, si sa, la normalità è spesso una trappola che produce assuefazione e stanchezza. E, non a caso, da qualche tempo registro che siamo più inquieti ed irritabili.
E, credo, è appunto da questa stanchezza ed inquietitudine che nasce l’episodio che ha dato al giro di boa un significato non solo simbolico.
Ormai erano quattro-cinque giorni di seguito che restavo a casa da solo. Appena dopo cena accompagnavo mia moglie a dormire da sua madre, che aveva avuto una crisi ischemica ed aveva bisogno di assistenza continua. Quella sera, invece di rincasare subito, passando dinanzi al cartellone di un film a luci rosse, mi viene il capriccio di entrare in sala e gustarmi una visione meno insulsa e soporifera dei soliti programmi televisivi. L’avevo fatto solo un paio di volte in gioventù, insieme ai miei amici, per quella curiosità morbosa del proibito che è propria di quell’età. Ma ora, alla mia età, era uno sfizio quasi inspiegabile: forse ora avvertivo il bisogno di scaricarmi, era più di una settimana che non scopavo e nei giorni scorsi avevo resistito, un po’ per vergogna, all’istinto di masturbarmi dinanzi alla tv.
Entro nel cinema e, per un istintivo pudore, mi sistemo in una poltrona all’ultima fila. In sala ci saranno non più di una ventina di persone, sedute a molta distanza l’una dall’altra. E’ una pellicola molto hard, con pompini e inculate senza risparmio e con sborra che si versa a fiumi: scene di grande voluttà che vengono accompagnate da gemiti e mugugni inconfondibili che risuonano nella sala e che costituiscono una specie di colonna sonora del film. Da come si muovono freneticamente, si capisce che molti si stanno masturbando nel buio della sala. Io mi trattengo dal farlo, anche se mi accorgo di essere molto eccitato.
Dopo circa un quarto d’ora vedo un giovanotto un po’ scapigliato, di un’età vicina a quella di mio figlio, che si alza dal suo posto e viene a sedersi proprio alla mia destra. Quella presenza così vicina mi infastidisce un po’, tanto più che, mentre sullo schermo scorrono le immagini di un trans che incula selvaggiamente un maschio, il ragazzo si tira fuori il cazzo e inizia a segarsi mugolando senza ritegno.
All’inizio resto sorpreso ed anche un po’ imbarazzato; ma, col passare dei minuti, vedere quel giovinastro che se lo tira alla grande e sentire il suo respiro affannato finisce per accentuare il mio stato di eccitazione. Senza volerlo e quasi senza accorgermene, mi ritrovo anch’io con i pantaloni sbottonati e con il cazzo fremente nelle mani.
Ci masturbiamo affiancati, vedo che il ragazzo comincia a guardarmi in maniera irridente, poi ad un tratto mi mette una mano sulla coscia; è un tocco che mi dà immediatamente una scarica di adrenalina, che aumenta la mia eccitazione, lo lascio fare. Non passano che pochi minuti e lo sconosciuto si fa più ardito, mi prende la mano e se la porta sul suo cazzo vibrante.
Il contatto con quel cazzo duro e caldo, svettante, mi dà un altro brivido. Mi accorgo di non avere la forza di sottrarmi, lo assecondo e comincio a segarlo; lui mi sorride ancora con aria impertinente e mi ricambia subito impossessandosi del mio cazzo e cominciando a tirarmelo energicamente.
Un’esperienza del genere non l’avevo mai vissuta, neppure da adolescente; ci seghiamo e gemiamo all’unisono, ma il tutto si svolge in silenzio, fino a quando lui non si accosta al mio orecchio e mi sussurra:
‘Mmmhhhh ‘. davvero bravo! ‘. non sapevo che Fabio avesse un papà così porco! ”
Quelle parole mi gelano, mi rendo subito conto di essermi cacciato in una situazione incresciosa, imbarazzante. Mollo il suo cazzo, ma lui prontamente mi blocca il polso e mi riporta la mano sul suo cazzo scalpitante:
‘Eh no! ‘ mica mi lasci sul più bello! ‘. e poi, che c’è di male a godere insieme?’
Il suo tono è sfottente e suadente al tempo stesso, mi fa capire che mi ha sgamato, ma si mostra comprensivo e complice. Mi sento agitato, ma continuo a segarlo, come del resto lui fa con me. I nostri cazzi sono diventati due obelischi, non so come facciamo a resistere ancora. Il giovanotto si riavvicina all’orecchio e mi dice:
‘Credo sia meglio continuare in un posto più tranquillo ‘ usciamo!’
Ci ricomponiamo alla meglio, lo seguo come un automa. Mi chiede dove ho parcheggiato, entriamo nella mia macchina, ero uscito con la Smart, troppo piccola e scomoda per continuare a smanettarci lì dentro. A quel punto gli dico che occasionalmente sono solo a casa e che potremmo andare lì. Si illumina:
‘Perfetto! ‘. Andiamoci subito!’
Nel tragitto verso casa, mentre guido, rimette la sua mano sulla mia coscia e mi lancia occhiate assassine. E’ un tipo che non mi piace molto: ha i capelli ricci e lunghi, un po’ unti; è sicuramente un ragazzo aitante, fisicamente ben messo, ma ha un piglio di arroganza e di irriverenza, di volgarità, che trovo quasi insopportabile; ma ha un fare sicuro e disinvolto che mi domina.
Per prima cosa gli chiedo com’è che conosce mio figlio. Mi risponde con una certa sufficienza:
‘Frequentavamo la stessa palestra’..’
E, visto che restavo in attesa che continuasse, intuendo quel che volevo sapere, aggiunge con un ghigno:
‘No, non ti preoccupare, l’ha ciucciato a noi più grandi sotto la doccia’ ma niente di più ‘ lui non è un vizioso come te’. ‘ ahahah’.’
Temevo di peggio, cerco di sapere di più di lui: come si chiama, cosa fa. Risponde con quell’aria di infastidita evasività che di solito si riserva ai troppo curiosi:
‘Mi chiamo Bruno, ho 28 anni, lavoro al megastore di elettronica sul raccordo autostradale’. me la passo bene, anche perché con tutti i porci e le porche che ci sono in giro, arrotondo discretamente’. ahahah ‘.’
Ho sentito bene? Mi sono imbattuto in una specie di gigolò bisex. Mi sento più umiliato che preoccupato, mi rendo conto di aver ceduto ad una debolezza imperdonabile, rischiosa, ma ormai non ho vie d’uscita.
Appena entrati in casa, mi guarda con occhi bramosi, comincia a toccarmi le braccia, a palparmi il culo. Non so cosa mi succeda, le mie prevenzioni si dissolvono, sono portato anch’io a fare lo stesso. Ci accomodiamo sul divano in salotto, verso un po’ di whisky nei bicchierini, cominciamo a metterci in libertà, in breve siamo nudi entrambi.
‘Dove eravamo rimasti?….’, dice lui sghignazzando.
Torna ad impugnarmi il cazzo, si sporge verso il mio petto a leccarmi i capezzoli, poi allunga le mani ad accarezzarmi i fianchi e le spinge fino ad intrufolare le dita nel solco delle mie chiappe:
‘Mmmhhhh, bellooo ‘. lo sai che, per l’età che hai, oltre al cazzo, hai anche un bel culo?’
Poi si alza e si piazza di fronte a me brandendo il suo cazzo imbizzarrito contro la mia faccia. Lo indirizza verso la mia bocca e, visto che esito, me lo ficca tra le labbra e lo spinge dentro, irridendomi:
‘Non mi dire che non ti piace’. ti assicuro che lo apprezzano tutti, maschi e femmine’. ahahah’.’
Comincio a ciucciarlo, è la mia prima volta, non avrei mai pensato che mi succedesse a 50 anni. Dissimulata la repulsione iniziale, lecco e succhio con crescente intensità e convinzione: è davvero un bell’arnese, robusto, lungo, nerboruto. Via via ci prendo gusto, e la cosa sorprende innanzitutto me stesso; Bruno mi stantuffa vigorosamente martellandomi ripetutamente le tonsille; lo sento godere, grugnire come un animale. Mi incita con espressioni triviali:
‘Succhia, succhia troia! ‘. Dai, continua così, svuotami i coglioni!’
Sento che la sua eccitazione è al limite e istintivamente rallento l’aspirazione, come a voler evitare l’eiaculazione che si annunciava. Bruno mi blocca la nuca con entrambe le mani; ancora due-tre affondi e poi un profluvio torrenziale di sperma mi allaga la bocca e la gola, fino quasi a farmi affogare. Trangugio a fatica la crema lattiginosa che Bruno mi ha scaricato, è meno repellente di quanto temessi.
‘Bravo, bravo!’, mi dice sospirando di soddisfazione e aggiunge con un sarcasmo davvero insultante, ‘ti meriti un premio!’
Mi tira su, mi fa girare e inginocchiare sul divano, preme sulle mie spalle e mi spinge a chinarmi sul bracciolo esponendo in fuori il mio culo. Passa le sue dita nel solco delle chiappe, mi fruga nel foro anale, insinua un dito provocandomi un brivido intenso, poi mi sussurra con voce suadente:
‘Stai tranquillo, rilassati ‘. vedrai che ti piacerà!’
Da quando mi ha scopato in bocca non capisco più nulla, sento la mia volontà azzerata, non mi rendo conto di quel che sta accadendo, non mi spiego neppure come sia potuto finire in una situazione così degradante. Resto in confusione, imbambolato, ed ho un soprassalto brusco, dolorosissimo, quando avverto lo strappo violento con cui Bruno mi lacera lo sfintere col suo cazzo infuocato.
E’ una fitta lancinante, una spada che mi spacca il culo, non riesco a trattenere un urlo; ma è anche una sensazione sconvolgente, non solo di dolore, che mi travolge la mente e si trasforma d’improvviso in qualcosa di mai provato, che dalle viscere si estende alla pancia e che si esprime in una voglia incontenibile di essere sfondato da quel punteruolo che mi sta squartando il didietro.
Un godimento indicibile che fa esplodere la mia eccitazione, tanto che, mentre Bruno affonda sadicamente i suoi ultimi, micidiali colpi e poi mi scarica in culo nuovi, abbondanti fiotti di sperma, schizzo anch’io la mia sborra imbrattando lo schienale del divano.
Bruno esterna tutta la sua goduria con grugniti osceni, ma sono stordito e li percepisco appena. Sento però che, una volta estratto il suo cazzo dal mio sfintere, mi schiaffeggia le chiappe e mi dice con ghigno beffardo:
‘Sei una troia nata!… credo che da stasera non potrai fare a meno del mio cazzo ‘..’
Ci vogliono cinque minuti di rilassamento prima di cominciare a rivestirci. Prima di congedarci verso un altro bicchierino di whisky a Bruno; poi, ricordandomi di quel che mi aveva detto sul modo con cui lui arrotondava il suo stipendio, prendo il portafogli e faccio per estrarre un biglietto da 100 euro. Bruno mi blocca subito la mano, mi guarda negli occhi e mi dice in tono insinuante:
‘No, che fai? ‘. Credo che ci rivedremo presto ‘. Se proprio vuoi ricompensarmi, la prossima volta fammi trovare anche tua moglie”
Ci scambiamo i numeri di cellulare, Bruno mi dà una bella palpata al culo e poi sparisce nella notte.

(continua)

roki_rae@hotmail.it
2.
Quanto mi è accaduto ha dell’incredibile, soprattutto per l’inaudita facilità e docilità con cui mi sono messo nelle mani di un giovinastro perverso e spregiudicato. Mi sento rivoltato come un calzino, ma sento anche di aver scoperto una mia nuova, insospettata dimensione.
La notte non prendo sonno, mi sento confuso ed arrapato, l’avventura appena conclusa mi ha stravolto, lasciandomi una voglia insoddisfatta di prenderlo in culo. E mi accorgo che anche l’ultimo accenno di Bruno a mia moglie mi attizza ancora di più.
Comincio a valutare gli sviluppi possibili della vicenda. Il primo ostacolo da superare è mia moglie. Come dirle della scoperta di questo nuovo piacere? E poi, come stimolare il suo interesse ad un possibile trio con un tipo così poco raccomandabile? Alla fine mi convinco che, come sempre, la via più breve è quella lineare e che la migliore soluzione è una confessione sincera. Giulia capirà, ne sono quasi certo.
Mi tengo in corpo il segreto ancora per tre giorni. Poi, quando la madre si è ripresa e lei è tornata a dormire con me, è stata lei a mostrarsi alquanto sorpresa della mia scarsa aggressività sessuale: si aspettava di trovarmi allupato dopo tanti giorni di forzata astinenza e invece mi vedeva stranamente abulico. Siamo a letto e d’un tratto lei sbotta in una battuta tra il serio ed il faceto:
‘Ma non è che, in mia assenza, ti sei consolato con un’altra? ‘.. ti vedo piuttosto sazio e senza appetito”.
E’ il momento di confessarle tutto. Prendo la palla al balzo:
‘Beh, tesoro, vedi ‘.. tu te ne sei accorta subito ‘.. in effetti, mi è capitato qualcosa ‘. ma non quello che pensi tu ‘.. io ti amo e non ti tradirei mai ‘.’.
Giulia si fa subito seria e pensierosa, cercando di capire cosa volessi dirle. Prima di continuare mi stringo a lei e l’abbraccio, poi in maniera un pò infantile mi metto a baciarle le mani, accrescendo il suo sconcerto:
‘Non ti ho nascosto mai nulla e non lo farò nemmeno ora ‘. Tesoro, credimi, in questi giorni ho avuto un momento di debolezza e ‘. mi sono lasciato andare ad un rapporto occasionale con un altro uomo’.
Giulia sbarra gli occhi, la notizia fugava i suoi sospetti circa una scappatella adulterina, ma era egualmente sconvolgente, perché mai si era accorta di qualcosa che potesse indurre a pensare ad una mia inclinazione omosex. Continuo a parlarle con gli occhi abbassati, chiedendole ripetutamente perdono, poi le racconto per filo e per segno l’avventura vissuta con Bruno. Concludo con la sua richiesta di un incontro a tre, e, quasi a cercare il suo perdono e la sua comprensione, abbandono la testa sulle sue gambe.
Giulia resta qualche minuto senza parlare, aveva bisogno di riordinare le sue idee; poi, visto il mio stato di prostrazione, comincia ad accarezzarmi la testa e a consolarmi:
‘Mauro, non è il caso che tu ne faccia un dramma ‘. Certo, è una cosa del tutto inattesa per me ”. ma se è successa significa che qualcosa forse covava dentro di te, e magari non te ne eri accorto prima ‘. Piuttosto cerchiamo di capire meglio ‘.. perché non mi spieghi meglio quel che avverti e il piacere che hai provato a farlo con un altro uomo?’.
E’ dolce come sempre Claudia, non mi ero sbagliato su di lei, sentivo che si sarebbe messa sulla mia linea d’onda per aiutarmi. Conclude, difatti, con una nota di ottimismo:
‘Ma su, dài, non c’è da preoccuparsi ‘.. vuol dire che è venuta l’età di aprirsi a qualcosa di nuovo ‘.. se a te piace, ci sto anch’io!’.
L’abbraccio con passione, le dico che è la migliore delle mogli al mondo, che sento di amarla ancora di più. Anzi quella sua reazione, quella sua disponibilità, aveva già innescato nella mia immaginazione le più spregiudicate suggestioni di perverso libertinaggio ed il cazzo era fulmineamente tornato duro per l’eccitazione.
Giulia ne resta positivamente sorpresa ed esclama con bonaria ironia:
‘Oh, meno male ‘.. già mi stavo rassegnando alla quaresima ‘.. e invece mi pare che il mio maritino sia tornato in sé ‘..’.
Effettivamente mi era d’un tratto tornata la voglia di fare sesso e, difatti, sull’onda della spinta emotiva prodotta da quelle parole di mia moglie, chiaviamo con foga per buona parte della notte.
Bruno si fa vivo qualche giorno dopo e mi chiede subito notizie di mia moglie. Gli rispondo che gliene avevo parlato e che lei si era dichiarata ben contenta di vederci insieme. Concordiamo subito di vederci la sera successiva, lo invito a cena da noi.
Giulia prepara una bella cena ed accoglie Bruno con molta signorilità, ma il ragazzo assume subito l’aria spavalda e indisponente di chi si sente il padrone della situazione. Mi passa vicino e mi dà una bella manata sul culo, poi si rivolge a mia moglie:
‘Signora, tuo marito ha un culo che freme di voglia ‘ e noi gli daremo quello che vuole, vero?’.
Giulia resta basita dinanzi a tanta volgare improntitudine. Per tutta risposta Bruno le si avvicina e assesta una ruvida manata anche sul suo culo sussurrandole:
‘Vedrai, ci divertiremo noi, e faremo contento anche lui!’.
Ci sediamo a tavola, Bruno accosta subito la sedia a quella di Giulia e comincia subito a familiarizzare a suo modo: vedo che armeggia con le mani sotto il tavolo e guardo le reazioni di impaccio e di disagio di mia moglie. Capisco che le ha messo le mani tra le cosce e, presumibilmente, le sgrilletta la fica.
Il bello è che, anziché reagire a quell’atteggiamento provocatorio, comincio ad eccitarmi. Vedo, peraltro, che col passare del tempo anche Giulia si illanguidisce e guarda Bruno con occhi bramosi.
Non finiamo di gustare le deliziosissime pietanze preparate da mia moglie che, senza chiedere il permesso e senza alcun preavviso, Bruno si alza da tavola e si stravacca sul divano del salotto; ha i pantaloni già sbottonati (capisco che, sotto la tavola, si è già fatto accarezzare dalle mani di mia moglie), tira fuori il suo uccellone e mi ordina di inginocchiarmi dinanzi a lui e di prenderlo in bocca e ciucciarglielo per bene. Eseguo l’ordine macchinalmente, come ipnotizzato, mentre Bruno fa segno a Giulia di sedersi al suo fianco. Anche lei obbedisce in silenzio.
‘Vedi, che bravo il cornuto di tuo marito! Vedi come succhia bene”
E, mentre le dice questo, le apre la camicetta e tira fuori le sue mammelle sode, cominciando a leccarle senza ritegno. Poi, rivolto a me, aggiunge:
‘E tu dàtti da fare ‘. Lavorami per bene l’affare, ma intanto sgrilletta anche la fica di tua moglie, così la lubrifichiamo per bene’.
Obbedisco nuovamente e Giulia allarga oscenamente le sue cosce cominciando a gemere per la doppia stimolazione. Dopo alcuni minuti Bruno dice che come preliminari poteva bastare e che era il caso di metterci più comodi. Ci spostiamo in camera da letto, ci spogliamo completamente; Bruno ci ordina di metterci entrambi nella posizione del cane, io davanti, Giulia dietro a leccarmi il buco del culo, mentre lui dietro di lei comincia a pistonarle e stantuffarle la fica.
‘Oh, sì, bene così”, aveva sentenziato soddisfatto e, dopo qualche minuto, aveva aggiunto, ” mi pare che Mauro sia pronto a ricevere quello che tanto desidera ‘.’.
Ora si posiziona lui dietro di me e indirizza il suo enorme cazzo verso il buco lubrificato dalla saliva di mia moglie, invitando Giulia a collaborare con le sue mani per farlo scivolare meglio.
E così, mentre mia moglie lo accompagna stimolando i suoi coglioni, lui mi entra dentro con forza straziandomi lo sfintere: sento nuovamente un dolore acuto, ma stringo i denti e resisto, so che presto il dolore si trasformerà in un piacere altrettanto violento e intenso.
Bruno mi pompa con forza facendomi godere, io mi giro appena per attrarre la testa di mia moglie e baciarla ardentemente in bocca. Ma all’improvviso Bruno me lo sfila dal culo per ficcarlo senza complimenti nella bocca di Giulia:
‘Ora tocca te, mia cara signora ‘.. a tuo marito è piaciuto questo bel cazzone ‘ piacerà sicuramente anche a te ‘. anche perché ha tutto l’odore del culo del maritino’.
La degradazione ci rende irriconoscibili, siamo entrambi alla mercè di questo giovinastro. Giulia si mette a succhiare il cazzo di Bruno con grande foga, mentre io, che mi ero risollevato, le lecco avidamente la fica sbrodolante. Ma, dopo un paio di minuti e senza alcun preavviso, Bruno le scarica in gola una sborrata equina, bofonchiando sarcasticamente:
‘Bevi, troia, bevi la sborra che tuo marito voleva nel suo culo ‘. è un egoista, Mauro, non voleva che la conservassi per te’.’.
Ci distendiamo sul letto a rinfrancarci, lui si piazza in mezzo tra me e Giulia e ci palpa entrambi, poi si rivolge a mia moglie e le dice:
‘Non pensare che sia soddisfatto ‘. Su, datti da fare a farmelo raddrizzare ‘. Non vedo l’ora di assaggiare la tua fica ‘ Dai, che tuo marito sbava dal desiderio di vederci fottere’ ahahah’.’
Quella sua risata sarcastica è come una scudisciata, ma sento che ha ragione: la voglia di vedere mia moglie montata e sventrata da quell’energumeno mi attizza davvero. Giulia si dà da fare, gli accarezza i coglioni, gli lecca i capezzoli e i peli delle ascelle, lui si gira verso di lei dandomi le spalle:
‘Brava, brava Giulia! ‘. Sei una troia nata!… guarda come me lo fai risorgere! ‘. E tu, cornutone che non sei altro, datti da fare anche tu ‘.’
Guardo mia moglie sempre più presa dal lavoro di seduzione, vedo che spalanca le cosce e si martoria con le dita le labbra della fica; il desiderio cresce in lei, anela a ricevere quello spadone nelle sue viscere. Per rendermi utile accarezzo le spalle di Bruno, poi le sue natiche e giocherello con il buco del suo culo. Vedo che il giovanotto apprezza, anche se è ormai intento a sistemarsi bene per cavalcare mia moglie.
La loro scopata è davvero travolgente ed eccitante. Lui affonda dentro di lei e la fa sussultare, tanto sono potenti i suoi affondi; lei delira di piacere, lo ghermisce e lo attira dentro di sé quasi graffiandogli le terga, godendo come una porcona e lasciandosi andare ad apprezzamenti espliciti, incurante della mia presenza:
‘Sììì ‘. Aaahhh ‘. Sei un montone, Bruno ‘. Sìììì, daiiii ‘. Montami, riempimi, rompimiiii!!!’
Si agita e suda come un’assatanata, Bruno è un amatore professionista ed ha più di 20 anni meno di me, non posso competere con lui. Ma anch’io sono eccitatissimo e me lo sto tirando alla grande, immedesimandomi in tutti e due, in mia moglie e nel suo chiavatore, nella sua fica e nel cazzo di lui.
Alla fine, dopo un ultimo frenetico assalto, Bruno fa scomparire tutto il suo cazzo infuriato dentro la fica slabbrata di Giulia e, con un urlo di vittoria, la allaga di sperma. Giulia grida anche lei il suo godimento infinito, stringe a sé il suo maschione e lo bacia ardentemente sul collo. E’ questione di attimi, ma l’esplosione dei sensi coinvolge anche me che sborro quasi in contemporanea imbrattando le lenzuola del letto.
Giaciamo sul letto per qualche minuto sudati e sfiniti. Poi, con un gesto brusco e senza nessuna gentilezza, Bruno si alza, si riveste e ci saluta, lasciandoci ancora nudi e semistorditi. Era chiaro che aveva voluto umiliarci, ribadire la nostra sottomissione a lui.
Giulia ha un’aria indecifrabile: è ancora sconvolta dall’inaudita esperienza che ha vissuto, ma è come trasognata per la scopata furibonda che si è goduta. Non so cosa dirle, mi mostro premuroso e le faccio intendere che sono mortificato per il comportamento insolente di Bruno. Lei mi sorride appena e mi tranquillizza in maniera sorprendente:
‘Mauro, non ti angustiare ‘ abbiamo vissuto una esperienza nuova, abbiamo goduto come porci’. ma credo che possiamo farlo da noi, senza bisogno di sottostare alle angherie di tipacci come questo Bruno’.
E’ curioso che parli così di un ragazzo che le ha fatto conoscere piaceri mai attinti, o, perlomeno, dimenticati. Le faccio presente che tipacci come Bruno sono pericolosi, che occorreva usare un po’ di cautela perché poteva ricattarci. Giulia mi dice che ci avrebbe pensato lei a regolare le cose con Bruno.
Intanto la mattina dopo Giulia è corsa in un sexy shop dove ha acquistato un bel fallo di lattice, di quelli nerboruti e con il riporto in vagina. Ne ha approfittato per prendersi anche qualche capo di lingerie particolarmente osè. Quando è tornata a casa mi ha detto trionfante:
‘Amore, non ti voglio privare del desiderio che hai di prenderlo in culo ‘ ma mi permetterai che a sfondartelo sia io ‘ vedrai, ti farò godere meglio di quel cialtrone di Bruno’.
Debbo dire che ha avuto ragione. Mi ha reso un vero bisex, mi rompe il culo e, subito dopo, se lo fa rompere da me. E’ una cura miracolosa. Mentre lo strap-on mi squarcia le pareti dello sfintere il cazzo godo tanto che mi si ingrossa all’inverosimile. Lei gode altrettanto prendendo le parti del maschio e sottomettendo alla forza del suo cazzo posticcio. Infoiati come siamo concludiamo con una forsennata chiavata o inculata e con una sborrata torrentizia.
Che bello! Posso dire che a 50 anni abbiamo davvero fatto il giro di boa, cominciando un’altra vita.
Aspettavo che Bruno si rifacesse vivo, ma al mio cellulare non sono più giunte sue chiamate. Un black out curioso, misterioso. L’altro giorno gliel’ho fatto osservare a mia moglie, ma lei ha subito tagliato corto, dicendomi che non dovevo preoccuparmi più di lui, che le cose le aveva messe a posto lei. Non le ho chiesto come, ma la tranquillità con cui me ne ha parlato mi è parsa piuttosto strana, ambigua. Che anche lei abbia compiuto un giro di boa per conto proprio?

(Continua? ‘. Chissà!)


roki_rae@hotmail.it

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