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I gemelli – Seconda Parte

By 6 Settembre 2021No Comments

Premesse dell’autore:
concludo il racconto, frutto di immaginazione, con questa seconda parte al un po’ al limite.
Nota: i protagonisti del racconto, come prevede la policy del sito, si intendono maggiorenni e consenzienti
Per idee, critiche, suggerimenti, potete contattarmi all’indirizzo mail raccontidienea (chiocciola) gmail.com oppure su twitter all’account @raccontidienea

Luca cercò di divincolarsi, spaventato dalla situazione per lui inaspettata.
Credeva di fare un meraviglioso smorzacandela con la sua (ex) amica Mary e invece si ritrovava con l’uccello piantato dentro sua sorella Lucia!

“Calma….calma…” – cercai di rassicurarlo premendo le mie mani sul suo petto.

Stessa cosa fece Lucia che riuscì a farlo tornare disteso sul letto.

La faccia incredula di Luca era tutto un programma, il suo sguardo continuava correre nervoso tra me e Lucia
mentre la sua bocca si apriva e chiudeva senza emettere alcun suono.

“Ti presento Lucia!” – esordìi con tono divertito e un bel sorriso – “Ti presento uno splendido angelo capace di farti impazzire di piacere”

A quelle parole anche Lucia sorrise.
In cuor suo sperava che finalmente il “cesso a pedali”, come suoleva chiamarla Luca, sparisse per sempre dalla mente di suo fratello.
Credeva di aver dimostrato a se stessa e a Luca di essere una persona nuova, non più la insignificante ragazzina topo da biblioteca,
ma una femmina perversa capace di provare e di far provare piacere.

Tentai di spiegare a Luca esattamente quello che Lucia stava pensando: speravo che riuscisse ad apprezzare il fatto che fosse diventata donna.

Lucia nel frattempo cominciò nuovamente a muovere lentamente il bacino strusciando il suo pube sul fratello.

Luca non riusciva ancora a connettere, era troppo scioccato dall’immagine di sua sorella nuda sopra di lui per riuscire a capire il senso delle mie parole,
in più i movimenti della sorella e i brividi che gli provocavano non lo aiutavano a ritrovare la lucidità.

Stavo parlando al vento mentre Lucia, con movimenti sempre più pronunciati, tornava nuovamente a torturare il pisello del fratello
aiutandosi con movimenti del ventre che le causavano piccole contrazioni dei muscoli interni della vagina.

“…è chiaro!?!” – conclusi mentre lo sguardo di Luca era perso in quello della sorella.

Lucia nel frattempo era tornata a saltare sull’asta del fratello muovendosi ad un ritmo sempre più veloce.
I capelli penzolanti sulla schiena seguivano i suoi movimenti mentre il suo petto cominciava a gonfiarsi e sgonfiarsi seguendo il fiato sempre più affannato.

Ad un certo punto inarcò la schiena e tirò indietro la testa, continuando quella sua danza perversa sul batacchio del fratello che
reso lucido dai suoi umori spariva continuamente nelle viscere di Lucia.

Dei piccoli ‘ah…ah…’ cominciarono ad accompagnare quella lussuriosa danza: io e Luca eravamo ipnotizzati dal corpo di Lucia intenta ad inseguire il piacere fino al suo apice.

Luca tornò a torturare i capezzoli della sorella usando i polpastrelli.
Quel trattamento aumentò il volume dei suoi gemiti di Lucia, decisa a raggiungere il suo ennesimo orgasmo.

Luca decise di andare oltre, con un colpo di schiena si mise seduto e raggiunse con la bocca il seno della sorella.
Si mise a leccare e succhiare con passione.

“Oddiooo…” – gemette Lucia, ormai prossima all’apice del piacere.

Gli ultimi gemiti acuti annunciarono l’orgasmo di Lucia che in preda al piacere incontrollato non fu più capace di tenere il ritmo.
Abbracciò il fratello e abbandonò il suo corpo esausto su di lui.
Luca non riuscì a reggere il peso della sorella e il suo inaspettato movimento.

I due caddero sul letto.

Il corpo di Lucia, agitato dal respiro affannoso, giaceva su quello di Luca, i capelli lunghi sparsi sulla schiena e sulle lenzuola,
il seno premuto sul petto del fratello, qualche gocciolina di sudore qua e la.

Lucia con il viso tra le lenzuola, ansimava, tentando di riprendersi da quell’ondata di sensazioni appena provata.

Luca scostò con le mani i capelli della sorella che gli erano finiti sul viso.
Vedevo il suo sguardo incupirsi lentamente: idee perverse pian pianino cominciavano a farsi strada nella sua mente.

“E brava la mia sorellina!” – esordì – “Sei diventata esperta con il cazzo, eh? …una vera porca!”

“Peccato che con la tua troiaggine hai imparato solo a godertela e non a soddisfare il maschi che hai deciso di fotterti…ma a questo possiamo rimediare subito”

Le parole di Luca cominciavano a preoccuparmi.

“Adesso tocca a me divertirmi!” – concluse, prima di muoversi.

Con un movimento repentino di gambe e schiena riuscì a mettersi in piedi tenendo in braccio la sorella.
Poi, giratosi, la lasciò cadere di schiena sul letto.
Le si avventò sopra con furia animalesca: dopo aver puntato rapidamente la cappella tra le gambe gambe di Lucia, diede il primo violento affondo di bacino.

Lucià urlò.

Il suo sguardo era atterrito da quell’improvviso cambiamento.

Luca le bloccò i polsi al letto premendo le sue mani sulle lenzuola.
Iniziò a montarla con un ritmo forsennato.

Alla dolcezza dei movimenti di Lucia che danzava sul fratello era ora subentrata la furia del fratello che, senza tanti complimenti,
aveva cominciato una serie di violenti e profondi affondi nella carne di Lucia.

Anche io, letteralmente bloccata da paura ed eccitazione, guardavo in silenzio l’amplesso dei due.

Immaginare che sarei potuta essere io la vittima di quella improvvisa e perversa violenza mi sconvolgeva le budella.

Bastarono pochi minuti di quel pompare forsennato per spedire Lucia nuovamente al settimo cielo.
I gemiti acuti che seguivano il ritmo dei colpi del fratello annunciarono il suo ennesimo orgasmo.

Lucia venne, stringendo le mani, inarcando la schiena e chiudendo gli occhi.
Godeva a bocca aperta dei colpi del fratello mentre Luca, impassibile, continuava a squassarla senza fermarsi.

Lucia, rimasta senza fiato, avrebbe voluto fermare il fratello e godersi gli istanti successivi all’orgasmo.
Ma Luca non era intento a cercare l’orgasmo della sorella, ma il suo.

“Lu…Lu…ti pre…fer…fer…” – furono le poche sillabe che Lucia, ripresasi dall’orgasmo, riusciì ad emettere prima di essere nuovamente risucchiata
in una nuova spirale di perverso piacere.

Luca continuava a montarla, schiacciandola con vigore, facendo sbattere con violenza i suoi testicoli sui glutei della sorella e scuotendole il corpo.
Sembrava come impazzito: la ferocia dei suoi affondi possenti, i muscoli delle sue braccia contratti nello sforzo fisico
mi ricordarono per un attimo la scena di un documentario che visto qualche giorno prima in cui un leone dopo una forsennata corsa
azzannava una veloce gazzella e cominciava a stapparne via con violenza le carni.

Luca sembrava un treno impazzito: gocce di sudore solcavano il suo viso per poi cadere sul corpo della sorella,
i muscoli del suo sedere intenti a dare il ritmo della cavalcata, mentre il resto dei muscoli suo corpo erano tesi.

I gemiti di Lucia cominciarono a riempire nuovamente la stanza, segno che ben presto un nuovo orgasmo avrebbe sconvolto il suo corpo.

Ai gemiti della sorella si unì presto il pesante ansimare di Luca che iniziava ad accusare fatica di quella che sembrava una monta infinita.

Improvvisamente, Luca reclinò il capo indietro inarcando la schiena.

Con gli occhi chiusi spinse con tutte le forze dentro la sorella e rimase immobile mentre un grido gutturale, animalesco, annunciava l’orgasmo di Luca.

Vidi chiaramente la sua asta carnosa contrarsi ripetutamente: stava scaricando potenti fiotti del suo seme dentro il sesso di Lucia.

Lucia, ormai prossima all’orgasmo, sentendo suo fratello godere e vedendosi riempita del suo caldo piacere, venne rapidamente.

A differenza degli altri orgasmi, questo fu per lei davvero devastante: cominciò ad agitarsi sotto al fratello in preda a violenti spasmi,
la bocca aperta, le pupille rivolte verso l’alto nascoste dalle palpebre.
Stava provando sensazioni di un’intensità mai vista.

Quasi sicuramente i muscoli della vagina di Lucia stavano mungendo vigorosamente il palo di carne di Luca che, ben piantato nelle viscere della sorella
e ancora preda degli ultimi scampoli di piacere, apprezzo la cosa lasciandosi sfuggire un lungo ‘oooohhh’ mentre il suo corpo crollava su quello di Lucia.

Rimasero immobili uno nell’altra a riprendere fiato per un tempo che mi sembrò infinito.
Avevo assistito a uno degli amplessi più sconvolgenti della mia vita.

Mentre il silenzio tornò a riempier la stanza, Luca, con la poca forza che gli era rimasta in corpo, fece leva su una gamba,
si tirò sù e si distese esausto accanto alla sorella.

Il suo sesso, reso lucidissimo dagli umori di Lucia, non aveva ancora perso il suo turgore.
Qualche goccia bianca del suo seme faceva capolino sulla cappella, mentre alla base della sua asta, delle gocciolina rossastre
mi confermavano le ultime tracce della verginita che Lucia aveva perduto.

L’immagine di Lucia era altrettanto perversamente bella: un rivolo di sperma, uscito dal suo sesso, le rigava l’interno coscia scendendo lentamente verso una macchia scura
che si era formata sulle lenzuola. Di tanto in tanto contraeva il ventre lasciando fuoriscire dal suo sesso altro bianco sperma che andava ad alimentare
il rivolo che le si era formato tra le cosce.

Fissavo per sempre nella mia mente quella scena.
Una parte di me avrebbe voluto far parte di quel quadretto.
La tentazione di leccare il frutto dei loro orgasmi, di ripulire entrambe i loro sessi assaporando il risultato di quello che per me era stato uno degli amplessi più belli di sempre
era indescrivibile.

Ma non ci fu tempo.

La voce di Luca, mi scosse riportandomi a terra: “Mi hai fatto davvero un bel regalino, Mary…”

“Davvero un regalo indimenticabile: una bambolina di carne da usare per dimenticarti per sempre!”

La cattiveria delle sue parole mi ferì mortalmente.

Luca non aveva capito il senso di quanto accaduto e le sue parole mi confermavano che Lucia sarebbe diventata il suo spasso personale sotto le coperte.
Non mi faceva male il fatto che Luca mi avrebbe dimenticata ma il non essere riuscita a spezzare quella terribile catena di umiliazioni a cui Lucia era
quotidianamente sottoposta dentro e fuori casa.

Mi sentivo terribilmente in colpa per aver peggiorato tutto.

Scappai.

Arrivata a casa, in lacrime, cercai rifugio in camera mia.

Piansi di disperazione.

Poi, riavutami, provai a cercar pace nel tepore di un bagno caldo.

La mia mente era un caos: le immagini di Luca che umiliava Lucia si alternavano a quelle della delicata danza di Lucia sul corpo del fratello a
quella in cui i due gemelli facevano sesso animalesco.

Mi toccai.

Venni copiosamente senza però potermi gustare in pieno l’orgasmo: una nuova immagine di Lucia incapace di fermare la violenza brutale del fratello mi fece precipitare nell’angoscia.

I miei, rientrati a casa, vedendomi sconvolta provarono a chiedermi qualcosa.
Con uno sforzo immane riuscìi a tenere per me quello che era accaduto quel giorno.

Il passare del tempo e la nuova città riuscirono a sbiadire pian piano quel ricordo e a rendere meno doloroso il ricordo dei gemelli.

Per molto tempo non volli sapere nulla dei miei vecchi amici, provando a dimenticare il passato.

Uun giorno ricevetti una telefonata.

Era Lucia.

Le chiesi come stava.

Lei, senza tanti preamboli, cominciò a raccontarmi quanto accaduto dopo la mia fuga.

Luca continuò imperterrito a umiliarla pubblicamente.
A casa, appena i genitori sparivano cercava Lucia per fare sesso violento e animalesco.

Dopo qualche settimana vennero finalmente scoperti dai genitori e successe un putiferio.
La forza che usava Luca nel possedere la sorella venne considerata violenza.
Luca venne spedito in collegio.

Lucia, ormai incinta, fu costretta ad abortire e a seguire una lunga terapia la aiutò, così mi disse, a buttarsi alle spalle l’inferno che aveva vissuto.

Mi ringraziò per tutto quello che avevo fatto per lei in particolare quel maledetto giorno.
Quello che l’avevo spinta a fare, disse, le aveva tirato fuori desideri e sentimenti inespressi per anni.

Mi confessò che se da un lato odiava profondamente le vessazioni continue del fratello, dall’altra aveva scoperto di essere profondamente innamorata di Luca.

Ancora adesso faccio fatica a comprendere il senso delle sue parole.

So solo che ho combinato un gran casino.

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