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Racconti Erotici

Ghunter e Consolação

By 25 Febbraio 2023No Comments

Niente di più inappropriato sono i nomi che queste due persone si portano dietro dalla loro nascita.
Il nonno di Ghunter, migrante dalla profonda Sicilia, arrivò fino a Wolfsburg per trovare lavoro.
Il vecchio trovò sia il lavoro che una bella vikinga (Daisy) attratta dal suo aspetto mediterraneo e dalla leggenda che viaggia con tutti quelli che arrivavano dal profondo Sud.
Il nonnino non tradì questo mito e in collaborazione con la belloccia Daisy misero al mondo sei figli maschi l’ultimo dei quali pensò bene di rientrare nella sua terra d’origine dove sposò Melinda, la quale sfornò due figli di cui uno è Ghunter.
Un ragazzo alto ben piazzato ma non un armadio quattro stagioni, dagli occhi azzurro intenso che brillano sul viso dalla carnagione chiara, per quanto ci provi non riesce comunque ad imboscare l’evidente pacco che ha tra le gambe.
Quasi simile è la storia delle bella Consolação, per gli amici Consy, nata dal matrimonio di un aitante maschio caraibico e da Linda una prosperosa ragazza del sud.
Linda e un maschio locale si erano tra loro fatti promessi sposi pur mancando il consenso di entrambi i genitori.
La famosa fuitina finì male perché la belloccia rimase sola e sverginata, non potendo più tornare a casa preferì trasferirsi, con una compagnia di giro in Francia, dove conobbe Louis uno stallone caraibico.
La nuova coppia tirò avanti per più di tre anni facendo entrambi il mestiere più antico del mondo, tirarono su un bel po’ di soldi con i quali tornarono pomposamente al paese di lei; comprarono casa e aprirono una trattoria quasi nel centro del paese.
Fu un matrimonio fortunato dal quale nacquero due figli meticci.
La figlia –Consy – che ha gli stessi occhioni della nonna paterna che, chissà come aveva gli occhi azzurro scuro, la sua pelle morbida è color caffelatte, la portanza e il fisico quasi tutta roba di papà e del suo paese, le natiche sono da schianto, il seno lei lo porta libero sballonzolandolo al vento.
Consy e il fratello appena furono in grado cominciarono a dare una mano ai genitori frequentando il ristorantino, lo dotarono di salette per video giochi ed internet free diventando così il punto di incontro della gioventù del quartiere.
La ragazza dalla bellezza promettente ammiccava a destra e manca, gli ometti si allupavano ma lei comunque non dava speranze a nessuno, il fratellone invece, sedicenne intraprendente e piacente già non si risparmiava a consolare le ragazzine che sbavavano in attesa di una limonata e forse molto di più, perché?: perché più vocì sussurravano che il ragazzo, a prescindere dall’età, avesse una attrezzatura molto interessante che usava già più che bene. .
Consy è cresciuta diventando una giovane bella e molto desiderata, lei lo sa e ora non ammicca più ma fa di tutto per essere provocante, la sua legge era ed è: vedete, arrapatevi, non toccate ma toccatevi da soli.
È il tardo pomeriggio quando Consy arriva tutta stravolta nel bar CENTRALE dove Gunther lavora al banco, lui la vede e si emoziona, la faccia dalla bella pelle chiara si avvampa: Consy gli piace, gli fa salire il sangue alla testa cosicché il membro si agita nello slip e la patta già appariscente di suo si gonfia, vorrebbe mettersi insieme ma non riesce a capire se la tipa è libera o è già accannata.
Intanto Consy si è guardata intorno corre verso il banco, inciampa sta per cadere ma finisce con le tette fuori dalla camicetta tra le braccia di Gun corso per aiutarla.
Il giovane ha tra le mani il morbido seno di lei, sente come è setosa la pelle, ha una contrazione dei testicoli, uno spasmo al pene gli fa bagnare lo slip.
Consy ha ripreso fiato guarda negli occhi Gun appicciato a lei, si divincola lo respingendo chiedendo: “hai visto Rita? è urgente devo dirle una cosa” “dilla a me! se la vede glielo dico io” “No! sono cose di donne comunque dille che la cerco” ed esce dal Bar.
Sbatte la porta e nel bar entra Pietro, un ragazzo del giro “Gun vai visto Rita?” “No! ma dimmi perché tutta stanno cercando Rita?” “sono cose da uomini!!“, Gun allunga il braccio afferra Pietro lo trascina dietro il banco spingendolo poi nello stanzino, spranga la porta; “ a me non dire mai che sono cose da uomini!!! se no ti spacco la faccia visto che ti ho già spaccato il culo” molla il compagno che finisce su un sacco del caffè mezzo atterrito.
Gun sta per uscire quando Pietro chiama:“Gun!?” “sono incazzato con te che c’è?” “ vieni stasera a casa? i miei fanno il turno di notte” “Si!”.
Torna al banco e vede Consy e Rita che parlano fitto fitto, vorrebbe sapere che si dicono quelle due che ridono come delle sceme, Consy si gira e lo guarda, questa volta la ragazza sorride direttamente a lui; vuoi vedere – pensa Gunther – che ci mettiamo insieme?.
“Ragazze cosa vi porto?” Consy lo guarda e sta zitta ma abbozza un sorriso, l’altra gli risponde “non abbiamo un euro!” “non è un problema” dice borioso Gun “offre la casa” “a bè allora a me portami un cappuccino e una brioche calda con la marmmelata” a me, fa Consy ,“una bella ciocccolata calda densa densa con tanta panna morbida morbida: oggi ne ho una voglia mattaaa!”.
Guns, per la terza volta nella giornata sente fremere il pene, le palle gli vanno a mille per la terza volta nella giornata, si bagna di nuovo lo slip.
Torna al banco con un pensiero fisso nella mente “panna!! te ne darei tanta che ti stuferesti di ingozzartela, ti riempirei la pentolina”, il cazzo è permanentemente duro e lacrimoso.
È arrivata l’ora di tirare giù la saracinesca ma nonostante la stanchezza Gun ha in testa una sola cosa: Consy, se l’immagina adesso con lui, se la sogna nuda che cammina per la casa, sulla spiaggia soli a limonare, se la sogna in bianco.
Se ne va camminando mezzo romantico e mezzo infoiato quando gli arriva la telefonata di Pietro “Gun ma non devi venire a casa mia stasera?” “e allora? non potevo mica sbattere fuori i clienti, sto arrivando”.
Meno male che stasera c’è Pietro altrimenti mi sarei dovuto sparare almeno due seghe di continuo com’è incriccato da stamattina fracazzo, con questo pensiero suona il citofono e Pietro risponde “chi è” “chi vuoi che sia è Fraccazzo!!”, Pietro apre la porta e gli salta addosso “a..Pie…dobbiamo scopare sul pianerottolo? datti una calmata” “sono in fregola” “tu? sapessi fracazzo come sta!” “ ma chi è sto’ fraccazzo”.
Pietro prende per mano il compagno e lo trascina verso la camera da letto dei suoi, “stiamo più comodi”, cominciano a spogliarsi, “Gun lascia stare fatti spogliare da me dai…” lui lo lascia fare si stende sul letto e Pietro
servizievole gli toglie scarpe camicia pantalone e gli slip si sente venir meno vedendo il rotolone di carne afflosciato sui testicoli tra le gambe socchiuse.
“ Allora!! Pietro datti una mossa!” lo stuzzica.
Slarga di più le gambe si smanaccia le palle ed il bel pene così tutto scivola in mezzo, Pietro si accosta lo prende tra le mani lo scappella con delicatezza e poi lo unge di saliva: entrambi provano un brivido, la bocca scivola lungo l’asta e si arresta al fondo del palato, Pietro prende fiato e poi torna a giocare con la lingua lungo tutto il prepuzio e lo succhia “”piano Pietro! se non mi fai venire” “no! Gun ti faccio sborrare quando voglio io”.
Continua ad infilarsi l’asta nella bocca e se la fa scendere in fondo ma spinge per farlo andare oltre “Pietro…dai… dai…fatti spaccare la gola dai…” stimolato ci vuole provare, si stende supino sul letto facendo cadere la testa oltre la sponda, Pietro prende tanto fiato è lì in attesa: ”Gun.. scopami e stringimi il naso”
Gun gli spinge il pene ora floscio nella bocca gli serra le narici si muove come se fosse la vagina di Consy: è lei che sta chiavando.
Adesso Pietro subisce l’eccitazione di Gun che arrapato immaginariamente sta facendo sesso con Consy, non si accorge che l’altro è allo stremo sbava, lagrima, sbatte le mani sul letto si contorce per il dolore avendo il gargarozzo slargato.
Gun lo chiava e Pietro gode, alla fine quel cazzo turgido gli scarica lo sperma in gola che vien e rigurgitato tra conati di vomito e fuoriuscita dal naso.
Sono entrambi sfiniti ma il primo a riprendersi è Pietro “lo sai che sono vivo per miracolo? cazzo! mi stavi ammazzando però sei stato grande Gun!” “adesso puoi dire che ti ho rotto il culo e il gargarozzo”.
Pietro ancora eccitato si avvicina anzi si accuccia al corpo dell’altro che affettuosamente protettivo lo tira a se, restano in silenzio lasciandosi andare alle loro differenti sensazione di piacere.
Non hai niente da mangiare?” domanda poco dopo Gun “si andiamo in cucina”, mangiano seduti faccia a faccia e Pietro guarda Gun come fosse il suo uomo mentre l’altro non ancora appagato pensa alla sua – presunta donna – Consy.
“Me ne vado a casa” “Gun non vuoi restare?” “sei scemo? poi domani mattina devo scappare all’alba” “i miei non arrivano mai prima delle nove”.
Dormono nudi: Pietro da le spalle, si accosta tanto da sentirsi il pene tra le chiappe, si strofina con tanta leggerezza che non sembra nemmeno muoversi, Guns stende il braccio sul corpo di Pietro e se lo attira ancora di più a se, il pene gli vene in tiro e lo piazza tra le gambe del compagno che si acconcia in modo da dare soddisfazione al suo -“uomo”-.
Oramai il cazzo è duro e Gun eccitato vuole scopare, il culo è ben disposto insalivato e pronto a ricevere il tronco
che entra facile: “Pietro ti ho fatto diventare il culo come una figa, ti scivola dentro che un piacere” il colpo finale fa mugolare Pietro.
I movimenti sono ritmati e spingono sempre più in fondo, si godono il piacere di quella scopata, ogni tanto tra un sospiro e l’altro Gun chiama Consy, quando l’eccitazione sale cambiano la posizione e Pietro sente i colpi diventare duri rabbiosi e potenti, il corpo di Guns si solleva lascia vuoto il culo e poi si lascia cadere affondando il bastone nel ano: Pietro emette roche grida di dolere che si fondono col rantolo del piacere.
Godono entrambi anche se hanno immaginazioni diverse.
Da due giorni Consy non si vede al bar nessuno ne sa niente e questo mette in crisi Gun, alla fine eccola! quando la vede entrare ha un sussulto “dove sei stata?”, risponde lei quasi aggressiva: “lo devo dire a te?”, si rilassa e continua “a fare un colloquio di lavoro forse me lo daranno non so però dove” Gun sbianca.
Passa quasi una settimana senza che si veda Consy e questo ha messo in crisi Gun non bastano le parole di sostegno di Pietro il quale chiede “ma alla fine che ti importa di Cony non basto io?” “ma vai a cagare frocio” è la risposta rabbiosa.
Né Consy né Pietro si vedono al bar, Gun si sente abbandonato e pentito di aver offeso tanto il povero Pietro il quale è il primo a tornare, chiede :“ caffè per il frocio!” “scusami Pietro ero nervoso fuori di me, so di essere stato brutale ma tu sei il mio Pietro, il mio amico, perdonami”.
Si appartano nel retro del bar e fanno la pace suggellata da uno pompino a gola profonda. “Pietro questa volta non mi accusi di volerti ammazzare?” “se crepo io Consy non ti farà mai pompini come te li faccio io, stronzo! verrai sempre da me!”, Gun bacia Pietro sulle cui labbra c’è ancora il suo sperma.
Consy entra nel bar a sera tarda gioiosa e trepidante, Gun vorrebbe correrle incontro per abbracciarla ma fa la parte dell’indifferente, “pensavo che ti interessasse di sapere dove sono stata, invece non te ne frega niente, aspettavo che ti facessi avanti nemmeno” “ tu aspettavi?” “certo aspettavo che venissi a chiedermi Consy dove sei stata?, la promessa di lavoro a che punto è?, vuoi metterti con me per fare coppia?”.
“Consy ti dico solo tre parole: va’ fa’ ‘nculo. Se ti avessi fatto tutte quelle domande saresti scappata”, lei lo guarda con un sorriso e l’espressione raggiante “hai ragione Gun, ti voglio bene anzi ti amo, ti vuoi mettere con me?”.
Chiudono insieme il bar Gun domanda “dove vai?” “a casa, mia madre prima di partire mi ha lasciato la cena vieni?”.
Da quanto tempo aspettava quell’invito e ora non ha parole, fa solo cenno con la testa: SI!
Consy chiese “vuoi che preparo la cena?” “ ho lo stomaco chiuso” “anche il mio” si accostano tanto che le labbra si trovano così vicine da baciarsi, il timido bacio presto diventa impetuoso, non si staccano ma si spogliano, i loro vestiti restano sparsi nel corridoio, arrivano nella camera da letto nudi: che spettacolo quei due corpi nudi nella chiarore delle luci basse!!.
I capezzoli di lei sono ritti sulle mammelle belle tonde sode che formano un canale perfetto, le sue braccia sono poggiate sulle spalle di Gun con le mani intrecciate sul collo.
Così avvinghiati formano un corpo solo:.è un piacere guardarli, come è un piacere guardare quei glutei solidi tonici definiti perfettamente dal solco, si tengono per mano avanzano verso il letto, sulla vagina risalta un malizioso triangolino di peli sui quali scivolerà tra poco il pene.
Si baciano, si toccano, le lingue scivolano sui corpi che fremono, lui steso sul corpo di lei si erge, le slarga le gambe con delicatezza bacia e succhia le dita dei piedi, “Gun –sussura lei- lo sai che sono vergine?” il suo pene floscio sussulta si erge bello grosso circonciso, dritto largo e lungo, dal glande score già un filo di precum.
Consy guarda affascinata il suo amore, sa che lui si prenderà la sua verginità: SI! lei gliela offre volentieri, vuole sentire il piacere di essere penetrata sverginata da lui, da quello stupendo pene: si eccita e si bagna, vorrebbe gridargli prendimi!!!.
Sa che quella vagina umida aspetta il suo membro ma aspetta, l’affascina quel corpo fremente sotto di lui, sa che vuole essere presa sa che lei lo vuole, passa una mano sulla vagina la sente bagnata, si china e la sua lingua si fa strada tra i peli morbidi, lo stordisce quell’odore unico.
Strofina il glande sulla parte esterna della vagina, lei si offre e lui con tutta la sua grandezza e possanza la prende: “ahhhh!….si…” un piccolo grido, un sussurro “aspettavo che finalmente mi prendessi, ti volevo e ti ho”.
Lui penetrandola ha provato un brivido, l’ asta scivolata a metà non si muove, aspetta che lei lo senta e lo faccia suo, affonda lentamente sa che lei lo vuole e lui continua prenderla, le gambe snelle e lunghe gli stringono i fianchi.
Ora i suoi ritmi diventano incalzanti lei si torce offrendosi tutta e lui tutta la prende fino a farla gemere, finalmente sta facendo sesso con Consy, non riesce a trattenere la sua eccitazione: esplode!, ma non si ferma vuole che entrambi raggiungano all’unisono l’orgasmo.
Continua a muoversi dentro con un piacere indescrivibile, si muovono in sintonia, quel pene turgido grosso che la riempie tutta continua a darle quello che ha sempre desiderato, ora sale e scende lungo la sua vagina fino al limite e anche oltre, Il piacere che prova supera il dolore, le sue unghie affondano dolcemente nelle spalle del suo amante, lo sente che si eccita che ansima che si muove con rinnovata vigoria: al suo orgasmo segue la seconda eiaculazione di Guns.
Guns passa dallo stordimento della penetrazione al piacere di gustarsi la bellezza di quel corpo, quelle gambe tornite morbide se le pone sulle spalle, la sua bocca sulla vagina, la lingua che ne solletica i bordi, le dita gentili che la stuzzicano arrivano al clitoride lo toccano, lei ha un sussulto esala un respiro che è leggero come un soffio pronto a mutarsi in ansimo, quando la lingua scivola sulle le labbra per giocare con dolce passione, lui lo succhia lei esplode in orgasmo: Sono pronti di nuovo.
Il suo cazzo duro affonda subito “baciami, baciami….prendimi..lasciami dentro il tuo seme Gun…lo voglio…si….fammi sentire la tua donna.. dimmi che mi vuoi….” lei lo sollecita lui è stordito supera il limite e risponde con colpi di reni decisi forti, l’eccitazione li prende ora entrambi si muovono con la stessa intensità, si danno l’uno all’altra senza risparmio.
Godono finalmente appagati, voleva sentirlo suo quel membro che ora la riempie tutta ora ed è suo, anche la pentolina è pronta, sa che sarà sua anche pronta ricevere il suo seme, il suo amore.
Sono appagati distesi fianco a fianco mano nella mano.
“Finalmente siamo qui io e te, quante volte ho temuto che tu alla fine non mi volessi che cercassi un altro, uno di quelli cha da anni ti vorrebbero nel loro letto, io non avrei potuto superare la delusione” “perché allora non sei venuto a prendermi prima? a sbattermi contro il muro e dirmi ti amo!. Anch’io guardavo ogni tua mossa per scoprire se avessi scelto una di quelle tante cagnette che sbavano per te” “tante sbavano per me?? cretino che sono stato a farmi seghe mattina e sera e sera e mattina..”
Lei sorride “ sei esagerato sempre Guns” lui la guarda in tralice “Consy non provocarmi! Tu non sai cosa sono capace di fare” cos’ dicendo le salta addosso con il pene già in tiro.
Consy bella più che mai si erge sul letto lo guarda con occhio stranito e aggressivo “ basta non fare il gallinaccio” lui si sente sollevato dal ripetere un altro attacco, ma lei continua “credi che non me sia accorta che le tenevi lontane perchè ti sfogavi con Pietro?” “Pietro? che c’entra Pietro adesso?” “sta’ muto!, sappi che non ti dividerò mai con nessuna altra; allora è meglio Pietro!”

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