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Racconti Erotici

Vedevo il ventre incresparsi ad onde

By 20 Marzo 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Il dolore passa in fretta e lascia il posto a un piacere sleale.
Mi sento venire.
Il desiderio squassa la testa.
Ti sento scardinare la coscienza e il mio mare trabocca, la mia anima è simile a un binario sul quale procedo dritta guardando le mie certezze cadere.
Mi conduci alla voracità di una bestia senza pudore.
Ti sento carpire ogni mia bocca, liquefarla ed annusarla, preferisci guardarla sbocciare, espandere e appassire, morire sullo stelo che mi irrita ma non mi lascia deserta.
Prigioniera mi sento, stremata da un desiderio tiranno.

Mi prometti il pianto.

La cera profuma a ogni passaggio e mi lascia martoriata.
Ti sento scorticare agli angoli le labbra e scavarmi il ventre, noncurante ed egoista non esistono barriere tra le mie pieghe e i miei anfratti. Mi schiudi in gemiti di sofferenza.
Ti sento squassare la sorgente e immancabilmente dargli forma, il gusto che mi ingorda, mi perdo al conto delle bocche ripulite, dei colli circondati e delle natiche graffiate.
Mi rendi mercenaria.

Ti sento colare cera sulle labbra e le mie carni invece di contrarsi e raggrinzirsi, brillano e si allargano. L’entrata resta tenera, si inumidisce e gonfia. Mi rendi torrida, aggredita dalla morsa di un orgasmo che mi ubriaca.

I miei pensieri annidano già urla, la più sublime delle infamie.
Ti sento traboccare dalla parte interna, la mia figa viene inflitta, le mie grandi labbra pulsano battute. Sotto la Tua mano che va e viene, mi fai complice alla carne capricciosa. Dalle mie gambe fino al volto che mi invadi, mi mordi e del mio amore fai un incesto con un cucciolo impaziente.
Ti sento sradicare folle dalla pelle il godimento e spietato come un lampo, dal corpo, mi strappi un grido involontario. Mi sconvolgi.
Nient’altro conta, solo ogni contrazione sottomessa al suono sordo con cui Ti imploro:

Ti voglio.

Come l’acqua al fuoco mi comprimi con la lingua per punirmi. Mi devasti il sesso incatenando il pianto alla manifestazione del piacere.
Ti sento adagiare il mio clitoride sull’indice e comprensivo sostenerlo, lo possiedi e nella sua rigidità lo stanchi. Un’inquietudine mi arrechi da scoppiarmi il cuore.
Ti sento cambiare il mio linguaggio, la concatenazione dei pensieri. Come da bambina giuravo una promessa, mi rendi pura la coscienza:

Mio Signore
sgomentami nel cuore
purifica il mio sesso nell’Essenza.

(A Michael)

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