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Racconti di DominazioneSensazioni

Dovendo scegliere, meglio avere il controllo.

By 4 Marzo 2023No Comments

Salve a tutti, mi chiamo Alma e…non posso raccontarvi la mia storia.
Per chi non mi conoscesse, vi fornisco brevemente un identikit del mio aspetto fisico: sono una ragazza come tante, ordinaria, abbastanza snella, statura nella media, capelli castani leggermente ondulati con occhi marroni, e contrariamente a tutte quelle che scrivono qui (a quanto pare) non posso dire di avere nè un seno prosperoso nè un “culo a mandolino”.
Non vesto elegante, non partecipo ad eventi, non mi piace uscire per pub o frequentare discoteche, nel tempo libero mi piace semplicemente rilassarmi in camera, chiudendomi da sola lontano da tutti.
Mio padre è morto quando ero ancora adolescente, mia madre…beh, non credo sia mai stata una vera madre per me.
Da più di un anno sono andata via di casa dato che la situazione per me era diventata insostenibile: una serie di abusi verbali e fisici contro di me non solo da parte di mia madre ma anche da parte dei diversi partner che si sono susseguiti nel corso del tempo, tanto che ad un certo punto preferivo passare le notti fuori casa -con tutti i rischi del caso- e non rientrare se non per rubacchiare qualcosa dalla dispensa o fare un cambio vestiti.
Potrei raccontarne tante sulla mia vita ma stavolta vorrei parlarvi di uno degli episodi che mi hanno definitivamente segnato e, indirettamente, fatto capire che se si ha la possibilità è meglio occupare una posizione forte che una posizione debole. Almeno hai tu il controllo.

La scuola era finita e si stava avvicinando l’estate, fantastico penserete voi!
Tutt’altro. Non andare a scuola avrebbe voluto dire passare molto più tempo a casa, e come accennavo la situazione lì non era delle migliori.
Da un po’ di tempo però mia madre aveva smesso di frequentare più uomini contemporaneamente, anzi si può dire che facesse coppia con un signore che a dirla tutta a me non dispiaceva troppo: un tipo alto e leggermente robusto, spesso in giacca e cravatta, e che stranamente fino a quel momento non si era mai comportato in maniera schifosa o sgarbata nei miei confronti, anzi addirittura rimproverava mia madre quando lo faceva lei!
Non parlavamo troppo a dire il vero, qualche frase di circostanza sulla scuola o sulle mie amicizie, però è come se in quel periodo mi sentissi “salva”, e per la prima volta dopo tanto tempo non avevo paura che qualcuno mi facesse del male.
Il caldo iniziava a farsi sentire, alcuni compagni di liceo potevano già andare in giro con le loro auto mentre le altre ragazze ne approfittavano per scroccare passaggi facendosi portare al centro commerciale o al mare; da un paio di ragazzi mi era stato perfino chiesto di andare in giro con loro…inviti che dovevo rifiutare perchè non solo non potevo permettermi neanche un gelato, ma a parte gli abiti scolastici ormai non c’era nessun costume o abitino estivo che mi andasse, e secondo la logica di mia madre fare spese per me era fuori questione.
Così i giorni passavano lenti, fin quando una sera come tante in cui eravamo a cena tutti e tre insieme, il partner di mia madre (che chiamerò Flavio d’ora in poi, nome inventato), ci parlò di una proposta alla quale quasi non potevo credere. Una settimana in villeggiatura! Io, lui, mia madre, tutto offerto!
Non ero più stata in vacanza dalla dipartita di mio padre, ero così contenta di poter essere per una volta tornata alla normalità che davvero non stavo nella pelle, ero praticamente sotto dose di adrenalina!
E mentre ancora non ero tornata sulla terra per quelle parole, mi aspettava un’altra notizia che aveva dell’incredibile: conoscendo la nostra situazione economica, non solo aveva regalato a mia madre diversi nuovi vestiti, per quanto l’indomani mi avrebbe accompagnata a fare shopping! Accettai entusiasta e ripeto, ancora non ci potevo credere…
La mattina seguente ero sveglia fin dall’alba, non pretendevo nulla ma almeno avrei voluto comprare un paio di costumi, magari qualche vestito carino per la vacanza se Flavio lo consentiva, quindi più passava il tempo più ero emozionata.
Una volta in macchina mi chiese se avessi preferenze, ma figuriamoci, non volendone approfittare qualsiasi negozio mi andava bene; mi portò in effetti in dei negozietti a basso costo ma non mi importava, presi qualche maglietta e un paio di pantaloncini senza neanche provarli, infradito, un pareo, occhiali da sole, e poi c’erano diversi vestitini che mi piacevano davvero tanto ma che avevano un costo leggermente più alto…gli chiesi il permesso e lui annuì senza problemi, anzi disse che mi avrebbe dato una mano a scegliere.
Mi portai in camerino diversi vestiti tra cui uno giallo molto fresco con la chiusura a zip sulla schiena, Flavio era lì davanti “a fare da guardia” quando notai una cosa strana. Ogni volta che lo sbirciavo ai lati della chiusura della tenda lui abbassava lo sgardo, come se fosse stato colto in fallo. Mi stava osservando! Era una sensazione strana per me, il suo non era il solito sguardo viscido che mi rivolgevano i precedenti compagni di mia madre prima di obbligarmi a compiacerli, per la primissima volta nella mia vita un uomo mi guardava con curiosità, con desiderio. E per la primissima volta ne ero compiaciuta, quasi orgogliosa.
Nella mia mente partirono come un tornado i pensieri più peccaminosi, la vedevo sia come una vendetta nei confronti di mia madre sia come un senso di rivalsa verso il mio corpo, fino a quel momento trattato come un mero oggetto di piacere…iniziai a indugiare di più nel rivestirmi, mi sforzavo di comportarmi normalmente ma nell’inconscio qualcosa era scattato, e mentre ero assorta nell’immaginazione mi accorsi che l’ultimo vestito (quello con la zip) era troppo piccolo per me. Idea. “Scusi signor Flavio, può darmi una mano?” chiesi innocentemente. “Ma certo cara, dimmi pure” “Ecco, questo vestito non mi entra” dissi scostando di un bel po’ la tenda “può prendermi quello più grande? Un attimo che lo tolgo…”
Ora era lui ad essere incredulo, avevo volutamente lasciato la tenda semiaperta quindi da una certa angolazione tutto all’interno del camerino era visibile: mi mangiava con gli occhi mentre mi liberavo a fatica dell’abito rimanendo in intimo, e che imbarazzo quando glielo porsi! Deglutendo andò a prendere lo stesso modello di una taglia più grande “Ecco qui cara, prova questo” disse aprendo ancor di più la tendina “Grazie mille!” A questo punto volevo osare, quando mi sarebbe capitata un’occasione simile? Mi vestii con tutta calma muovendomi in maniera provocante più del dovuto, per poi specchiarmi per bene. “Allora, come mi sta?” “Eh bene direi…anche se stona un po’ con il reggiseno…” Be’ era vero, il reggiseno nero risaltava troppo sotto il colore chiaro del vestito, stavo per rispondere dicendo che non importava dato che era solo una prova quando lui mi sorprese: “Forse dovresti toglierlo…così vediamo anche se copre bene il seno…” Cazzo, mi aveva fregato. Avevo avuto un istante di gloria e già me ne stavo pentendo, ora non potevo tirarmi indietro. Mi voltai di spalle, abbassai le spalline dell’abito e tolsi l’intimo di sopra cercando quanto più possibile di coprire il seno, nel frattempo lui gustava la scena perchè riflessa nello specchio del camerino, poi finito di rivestirmi osservai il risultato. Niente, i capezzoli erano perfettamente visibili. “Su, girati, vediamo come sta!” disse lui deciso. “Ecco, ehm, mi imbarazz…” “Ma no figurati, dai che voglio vedere se sta bene” mi interruppe bruscamente. Mi voltai con le braccia a coprire il seno acerbo ma non servì a nulla “Togli quelle mani, altrimenti che consigli posso darti?” Partita persa. Rossa in viso mi mostrai a lui con quel vestito che copriva poco, per sentire “Eh no non va bene, qui si vede tutto! Ora sai cosa facciamo? Ti porto da una mia amica che vende bei costumi scontati, così troviamo qualcosa da abbinare eh? Tranquilla, pago io” Nonostante l’imbarazzo come potevo dire di no? “Ok rivestiti, prendiamo questi e cambiamo zona”
Il viaggio in macchina fu tranquillo, lui era di ottimo umore e non accennò alla situazione precedente, ero ancora assorta nei miei pensieri quando l’auto si fermò. “Perfetto eccoci qui, conosco la propietaria da quando eravamo bambini…ah caspita è quasi orario di chiusura, ma sono sicuro che con me farà un’eccezione”
Entrammo in un negozio molto pomposo -soffocante direi- , con una serie di abiti esposti esageratamente sfarzosi, pellicce, sciarpe fumose, costumi striminziti, era tutto troppo “adulto” per me. Appena entrati una signora platinata dal vestito attillato corse verso di noi dicendo “Scusatemi signori stiamo chiudend…oooooh Flavio! Quanto tempo! Ma come stai??? Non ti vedo più da queste parti!” “Serena, carissima! Bene bene, tu? Porto questa bella ragazza a fare shopping, le servono proprio dei costumi nuovi! Trattala bene eh!” “Sicuuuuuro! Sai che di me ti puoi fidare!” Strizzando l’occhio continuò rivolgendosi a me “Vieni da questa parte tesoro, cerchiamo qualcosa al caso tuo…Flavio seguici, il parere di un uomo è importante!” Poi si rivolse alle due signorine che lavoravano lì “Giusy! Stefy! Andate pure, qui ci penso io! Mettete il cartello di chiusura e fate pure pausa pranzo!”
Ok questa svolta non mi faceva impazzire ma se non altro avevo a disposizione l’intero negozio tutto per me, iniziai con cura a selezionare dei costumi e stavo per andare in camerino quando fui fermata dalla tipa “Ma no bimba, fai pure qui! Tanto siamo tra amici no?” La guardai imbarazzatissima e provai a balbettare “Ehm ma qui…cioè…davanti a voi…non so se mia madre vorrebbe…” “Tranquilla di cosa ti vergogni? Scommetto che hai un corpicino niente male, dobbiamo metterlo in mostra!” Flavio intervenne “Ma sì Alma, fai come dice la signora, e poi tua madre mi ha dato il permesso!” COSA? Allora erano d’accordo! O stava mentendo? Conoscendo mia madre avrebbe venduto tutto di me per qualche soldo in più, forse era questo l’accordo stipulato? Lui ci comprava le cose ma io dovevo mostrarmi?
“Ma signor Flavio…la prego…” “Su che la signora è rimasta aperta solo per noi, mica possiamo essere scortesi no? Anzi guarda, dopo prendo anch’io qualche costume nuovo così ti dimostro che tra di noi non ci sono problemi eh?” Male, malissimo! Che dovevo fare? In stato confusionale tolsi la maglietta, i jeans, ma la penitenza non era finita. In intimo, Serena mi fece salire su uno sgabello per prendere delle misure a suo dire “Brava adesso togli il reggiseno e allarga bene le braccia che prendiamo le diverse circonferenze…” Potevo solo obbedire. Lo sganciai da dietro cercando di vincere il pudore, volevo mostrarmi adulta ma la verità è che le mie tette sfiguravano nei confronti della signora: ora che la osservavo meglio era davvero una bella donna, capelli corti biondi, sguardo vorace, trucco acceso, fisico da modella, la maglietta stretta che indossava a stento tratteneva il suo enorme seno. “Benissimo allarga le braccia…così…vediamo…” e iniziò con un metro a prendere delle misure che sinceramente mi sembravano una scusa per palparmi “Ma guarda che belle tettine!Flavio lo sapevi? La tua amica qui è un bel bocconcino! Cavolo le mangerei tutte! GNAM!” E con un piccolo morso sul mio seno destro mi fece sobbalzare! “Signora! Ma cosa fa? Per piacere vorrei solo un costume…” Flavio nel frattempo ci guardava divertito, mi vedeva in topless per la prima volta ma al momento non commentava nè sembrava così ansioso di partecipare all’umiliazione. “Non preoccuparti cara te l’ho detto, siamo tra donne! E Flavio è un carissimo amico, chissà quante ne avrà viste di donne nude! Ahahahah…” Dopo un po’ di palpeggiamenti, evidentemente soddisfatta, ordinò “Ok adesso le mutandine…vediamo un po’ cosa nascondi qui sotto! Cielo sembrano quelle di mia nonna!” Non riuscivo a guardarla per il disagio nè riuscivo a compiere quell’ultimo atto, mi avrebbe esposta completamente all’uomo che credevo mio amico fino alla sera prima…e quanto mi faceva rabbia esserci cascata! Rassegnata pensai “Oramai mi hanno vista nuda tante persone, e mi hanno fatto di tutto…dopo questa delusione, tanto vale perdere ogni inibizione…” Presi coraggio ed abbassai le mutandine piegando il culo, nella maniera più sensuale che conoscessi. Le lanciai con un piede verso Flavio in segno di sfida, che aveva iniziato a massaggiarsi la patta dei pantaloni, poi mi voltai a gambe allargate verso di lui. Le labbra della mia fica erano coperte da un cespuglio di peli, forse non se la aspettavano così ma non sembrarono farci caso, ero come da programma nuda ed esposta nelle loro mani. “Ohoh cosa abbiamo qui? Una patatina pelosetta!” Ancora una volta era Serena a prendere l’iniziativa “Mica puoi andare in vacanza così, serve una bella ceretta! Anzi sai che ti dico, più tardi mi segui a casa così la facciamo! Per ora dobbiamo ancora scegliere il costume, vado subito a prendere qualcosa della tua misura!” Io non proferivo parola, guardai lei allontanarsi e poi fissai intensamente Flavio che finalmente parlò “Wow, allora è così la tua fighetta! Tua madre me ne aveva parlato, mi ha fatto vedere tanti video che la coinvolgono…ma dal vivo è diverso, ora vediamo se sei slabbrata come dice lei…” Si avvicinò a me portando le sue mani a diretto contatto con la mia fessura, iniziò a tastare, apire, toccare il clitoride mentre per me la libido era zero. L’avevo presa sul personale, non volevo bagnarmi. All’improvviso mise un dito dentro creandomi un po’ di scompiglio, ma lo tolse subito per assaggiarlo “Che sapore delizioso, altro che quella puttana di tua madre. Una puttanella giovane, questo serve agli uomini! Ora scendi da questo cazzo di sgabello, vediamo come fai i pompini.” Non risposi nemmeno, misi dei vestiti a terra per appoggiare le ginocchia, gli abbassai pantaloni e boxer e iniziai a succhiarglielo senza nemmeno fare caso all’aspetto, sempre fissando lui con sguardo di sfida. Lo prendevo in bocca, poi colpi di lingua leggeri attorno alla cappella, leccate lungo l’asta per arrivare a mettermi in bocca le palle, e risalivo lentamente per riprenderlo in bocca: voleva i pompini di una puttanella? E allora lo avrei fatto impazzire. Nel mentre Serena era tornata ma non voleva disturbarci, una rapida occhiata e notai che anche lei si stava eccitando, si era tolta quel vestito strettissimo e aveva spostato di lato le mutandine, toccandosi lentamente con movimenti circolari. La mia opera di bocca stava procedendo bene, il cazzo del mio patrigno non era enorme ma bello largo, duro e pulsante, gli presi le mani portandole dietro la mia testa, e portai le mie mani dietro il suo culo per afferrarlo meglio, incitandolo a scoparmi la bocca sempre più forte, sempre più veloce, volevo farlo venire portandolo allo stremo. Successo garantito, dopo nemmeno due minuti spinse ancora di più il suo cazzo nella mia gola, scaricando tutta la sborra che aveva trattenuto quella giornata. E ingoiai tutto senza storie, quel set doveva essere mio. “AAAAAAAAAAAH! Sì prendilo tutto! Sì che sei una vera pompinara! MMMMMMMMMH” Intervenne Serena “Cazzo questa qui è una troia coi fiocchi! Non parla ma ci sa fare! E chi lo pensava!” “Sì sì” Confermò Flavio “Uno dei migliori pompini della mia vita! Guarda, me l’ha così prosciugato che ora il mio cazzo si è del tutto ammosciato! Ma Sere…potrebbe dare una mano a te adesso…” Lei prese la palla al balzo “Senti un po’ ragazzina…vieni qui verso di me…Con il cazzo ci sai fare, ma hai mai leccato una figa?” Bah, non sapeva con chi aveva a che fare. Ne avevo leccate poche ma sapevo come far godere una donna, perdipiù a volte mi avevano costretto a leccare pure quella di mia madre…una sconosciuta non poteva farmi paura. E senza paura gattonai verso di lei, sculettando come una gatta, soprendendoli ancora una volta. Mi avvicinai alle sue mutandine, mordendole volutamente più del dovuto per toglierle con la bocca. Era molto pulita, completamente glabra con le labbra sporgenti e il clitoride quasi inesistente, ed emanava un fortissimo odore di femmina in calore. Era già bagnata quando con la lingua iniziai a lavorarmela, di nuovo utilizzai le mie mani per stringerle contro il suo culo e spingermi quanto più in profondità possibile, prima leccando e mordicchiando tutti i punti che ritenevo sensibili, poi utilizzando la lingua come un vero e proprio cazzo in miniatura per penetrarla in profondità. Lei dal suo canto mi spingeva ancora più la faccia contro il suo sesso, torturandosi un capezzolo con l’altra mano, ma stavolta non avevo fretta. Abbassai il ritmo poco a poco, con suo grande disappunto, fin quando non mi staccai del tutto guardandola decisa negli occhi “Cazzo fai puttana! Continua!” mi gridò, ma io le dissi perentoriamente “Mettiti a quattro zampe e girati.” Quello era il mio ordine, la mia trasformazione da ragazza timida a prostituta era arrivata al suo apice. Stranita, forse impaurita, quella donna eseguì. Ora avevo davanti sia la sua bella fica grondante umori sia il suo buco del culo oscenamente esposto, e lo fu ancora di più quando le aprii per bene le natiche per infilarci la lingua. “MA CHI E’ QUESTA? AAAAH SI’ MI FAI MORIRE! CONTINUAAAAH…” Non c’era bisogno di sottolinearlo, il sapore del culo non mi piaceva quanto quello della fica ma so che portava la gente alla massima eccitazione. Forse perchè ci vedevano qualcosa di perverso, di proibito, a me non importava, di solito volevo solo farli venire più velocemente possibile.
Non mi ero accorto di Flavio, si era spostato vicino a noi e si segava furiosamente rapito dalla scena, il suo cazzo di nuovo durissimo.
La donna invece si stava sgrillettando mentre io continuavo il lavoretto: lingua attorno al buchetto, poi fino in fondo sentendo bene le pieghe del culo, fin quando decisi che era ora di passare alle maniere forti. Lubrificai il più possibile le mie dita con i succhi della sua vagina, per poi inserirle una dopo l’altra; prima uno, poi due, poi tre, sempre spingendo e roteando, fin quando non riuscii ad inserire tutta la mano all’interno del suo corpo. Di sicuro fino a quel momento aveva resistito bene alle mie strategie, ma quello era troppo anche per lei. Con un urlo liberatorio, venne copiosamente contorcendosi per poi accasciarsi a terra senza più forze; a quella scena anche Flavio schizzò per la seconda volta quella giornata, stavolta imbrattando di sperma sia i miei capelli sia il culo di Serena.
Io mi alzai in piedi, leccandomi le labbra con atteggiamento sfrontato. “Papà, se mi comporto bene tu mi regali tutto ciò che voglio, vero?”
Non riusciva a sostenere il mio sguardo mentre farfugliava qualcosa come “Sì piccola mia quello che vuoi…sono il tuo paparino…”.
Come avevo detto all’inizio, se proprio devo scegliere, preferisco avere il controllo.

Tutti i protagonisti della storia sono maggiorenni.
Per commenti, suggerimenti o altro scrivere a martalma2000@hotmail.com

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