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Racconti EroticiTradimento

Una vera porca e il suo cuckold

By 2 Ottobre 2022No Comments

ANTEFATTO

Rico – La riunione di lavoro si era svolta in maniera del tutto positiva e così, col collega con cui avevo rappresentato la mia azienda, ci fermammo per un aperitivo prima di tornare a casa. Esauriti gli argomenti di ordine professionale la nostra conversazione si perse fra i più svariati argomenti. Salvo, scapolo e donnaiolo impenitente, non poté esimersi, come suo costume, di addentrarsi in ciò che più lo appassionava e cioè il sesso del quale prediligeva gli aspetti più licenziosi e perversi. Quella volta mi incuriosì davvero raccontandomi di essere stato qualche giorno prima invitato a cena da una coppia di amici e finito di desinare si era sentito proporre dall’amico di disporre della propria moglie – una bellezza formosa sua coetanea – per un rapporto sessuale mentre lui avrebbe osservato.
– Tu come ti sei comportato? – La mia domanda era pleonastica, non c’erano dubbi sulle conclusioni.
– E me lo chiedi? Mi sono scopato quella bella maiala, mentre il marito si masturbava eccitato. Lei era inebriata nel farsi sbattere davanti al suo uomo ed era completamente disinibita. Avresti dovuto sentire le frasi che proferiva! È stato molto, molto divertente, esperienza esaltante da ripetere senza ombra di dubbio.
– Non mi sembra un comportamento corretto anche per un seduttore incallito come te.
– Mi sa che sei troppo puritano. Dovresti aprirti a tali esperienze, ti farebbero bene e aggiungerebbero una nota piccante al tuo menage familiare un po’ piatto, mi vien da pensare. Se credi, potete invitarmi a cena – soprattutto in vista di un interessante dopo cena – tu e Jenny: son sempre disponibile. Esplose in una risata fragorosa.
– Non credo di averne bisogno. Forza andiamo a casa, si è fatto tardi. – Tagliai corto un po’ imbarazzato anche se, conoscendo il personaggio, non avevo dato troppo peso a quelle frasi.
Ci incamminammo verso le auto parcheggiate. Comunque lui non demordeva.
– Non vedi l’ora di tornare dalla tua mogliettina, eh? Ti capisco, sai. È una deliziosa bellezza tutto fuoco e pepe sotto quella scorza di dolce riservatezza. Fra le lenzuola deve essere magnifica – credo proprio di non sbagliarmi, me ne intendo io -. Scommetto che alla sua capigliatura bruna corrisponda un folto boschetto scuro, luogo di delizie fra le cosce che non so cosa darei per esplorare e gustarne i profumi e i sapori che essa racchiude come preludio di quello….
– Basta! Penso tu stia esagerando…
Sorprendentemente – e mi guardai bene dal manifestarlo – quelle parole non mi avevano suscitato indignazione ma, al contrario, intrigato.
– Ma lascia perdere e sciogliti dal tuo moralismo bacchettone. Non sai quali divertimenti si possono trovare uscendo dalla solita, insipida routine? Se ci ripensi riguardo alla mia proposta ci son sempre. Vedrai come farò vibrare la tua Jenny, farla gemere e urlare di piacere e come anche tu trarrai un proficuo insegnamento e godimento.
In auto sulla via del ritorno ripensai a quelle parole dovendo riconoscere che mi avevano interessato e colpito emotivamente. Mi figuravo di trovarmi nell’ inedito ruolo di cuckold provandone inaspettatamente una indubbia emozione. Tornato a casa, celando la mia malizia e fingendomi scandalizzato, finii per raccontare fedelmente alla mia giovane moglie i dialoghi intercorsi fra me e Salvo pensando di sconvolgerla per poi divertirmi al suo imbarazzo, ma fui sorpreso e spiazzato. Jenny, si interessò palesemente al racconto cuckold e mostrò di gradire gli apprezzamenti triviali che il collega aveva espresso nei suoi confronti. Notai il luccichio dei suoi occhi e la bocca appena dischiusa: era molto colpita e visibilmente emozionata.Né rimasi meravigliato, quando le mie mani la esplorarono, di trovarla già bagnata per l’intensa eccitazione che avevo evocato con le mie parole. Mi venne il dubbio, fra il divertito e preoccupato, di aver scatenato qualcosa di eroticamente dirompente in lei.

Jenny – Mio marito stava ritardando ed ero un po’ in ansia. Al suo rientro, pur felice, non potei fare a meno di notare in lui qualcosa di inconsueto, un sentimento che tradiva ansia e agitazione. Mi fece partecipe dell’avventura che il suo collega Salvo aveva vissuto e gli raccontato senza lesinare sui dettagli. Mi immedesimai tanto nella situazione da emozionarmi e da desiderare di poterla sperimentare. Nei miei trascorsi molto normali la sessualità era cosa semplice e, da giovani sposi, ce la gustavamo così: tranquilla, quieta senza fantasie trasgressive, ma quegli scenari così diversi, inaspettati e proibiti mi affascinarono. Non avevo neppure considerato che tali situazioni fossero possibili, nella mia ingenuità. Inoltre quei volgari apprezzamenti indirizzati proprio nei miei confronti non solo non mi disturbarono, ma mi lusingarono e mi resero consapevole, eccitandomi straordinariamente, di poter essere un desiderato oggetto della lussuria di un depravato. Mi prese allora la voglia bruciante di essere con lui, di essere spogliata e ammirata, di udire i suoi commenti volgari sul mio corpo e bramando fisicamente il suo cazzo, la mia figa bollente al pensiero, si riempì di secrezioni. Sognai di concedergli anche il culo – mio desiderio proibito e inconfessato -, frutto prelibato ancora da assaggiare. Avrei voluto dare sfogo alla tempesta scatenata in me e gridare:
– Non perdere tempo, telefona adesso a Salvo. Si, invitalo, stanotte stessa. Voglio essere sua, farmi fare di tutto da quel porco perverso e godere davanti a te senza remore e inibizioni alcune. Son già tutta bagnata. Voglio sia una notte perversa e indimenticabile.
Tuttavia, non senza sforzo e facendomi violenza, mi limitai solo a spronarlo:
– Raccontami di nuovo, con calma, quella storia. Ma poi veramente Salvo parlava di me in quei termini?
Quella notte scopammo magnificamente. C’era – sia pur nella mia immaginazione – un ospite focoso nel letto con noi.

CONSEGUENZE

Rico – Eravamo stati due giovani sposati da poco inesperti di sesso, certamente anche moralisti, ma da quella sera le cose assunsero risvolti inaspettati. Emerse un turbamento in noi e si fecero strada certe pulsioni, una repressa voglia di trasgredire che non ci era mai appartenuta e che venne convogliata e contenuta in un alveo di rappresentazioni fantastiche dove il leit motiv era il suo essere adultera e troia e il mio ruolo quello del cornuto umiliato oppure il partecipe di un trio, di un’orgia. In quei momenti non c’erano dubbi su quello che passava nella sua mente, che cioè in quell’eccitazione erotica lei non avrebbe esitato un momento a concedersi ad altri se l’occasione si fosse presentata realmente, ma anche io approvavo. Perciò quando le ponevo la domanda immancabilmente rispondeva:
– Certo che lo farei, in fondo sono una puttana – provava uno strano piacere a pronunciare quelle parole – io mi accendevo.al dubbio:
– Ma davvero lo faresti?
– Ma figurati, si scherza soltanto.
Ma non ero troppo sicuro analizzando il sorriso malizioso che le si dipingeva sul viso.
Cercammo strumenti per realizzare le nostre costruzioni fantastiche e finimmo col rivolgerci alla rete. Provavo un grande godimento nel mostrare il corpo nudo di mia moglie – mentre il suo volto era nascosto – e offrirlo agli occhi eccitati di sconosciuti. Per ora si trattava solo di piacere voyeuritico, ma per quanto si sarebbe limitato a questo?

Jenny – Rico aveva liberato in me, qualcosa di oscuro, che mi incalzava, mi spingeva a desideri nuovi e perversi. Lui mi assecondava in questa nuova esperienza.
Scoprimmo così le chat porno; dapprima costituite solo di contatti mail, ma via via approdammo a situazioni più spinte con nell’utilizzo di web cam.
Mi fingevo donna insoddisfatta sessualmente del mio matrimonio e desiderosa di nuove emozioni che mi elevassero dalla noia quotidiana. Devo ammettere che un fondo di verità c’era e che mi divertiva vivere in una realtà, sia pure fantastica, dove contraddicevo la mia immagine pubblica di moglie fedele e devota.
Quel gioco, condiviso con mio marito, mi aveva coinvolto sempre di più. Trovavo, in contrasto con la mia abituale timidezza, emozionante l’utilizzo del live streaming, dove consentivo al mio anonimo interlocutore di chiedermi ciò che lui desiderava, di essere la sua obbediente allieva, provavo compiacimento nell’immaginare la sua eccitazione per il mio corpo e per la mia sottomissione. Divenni abilissima nello spogliarmi voluttuosamente, espormi libidinosamente, masturbarmi – spesso con l’ausilio di dildo e plug anali – e nel sapiente uso della voce, con mugolii e grida che sottolineavano il mio godimento.
Il gioco eccitava anche mio marito ma mentre lui sembrava soddisfatto, altrettanto non poteva dirsi di me.
Avrei voluto veramente in certi momenti essere scopata da altri uomini, provare nuove esperienze e solo il mio autocontrollo mi impediva di abbandonarmi concretamente alle mie voglie sfrenate.
Fingevo che fosse solo un gioco e che mi bastasse, ma la tentazione di sostanziarlo realmente rimaneva bruciante.

LA VACANZA

Rico – Finalmente la vacanza al mare, al Sud. Pochi giorni, ma da gustarci pienamente e spensierati, considerando che i bambini erano in montagna con i nonni.
La natura era incantevole e il villaggio ben organizzato. Alloggiavamo in un piccolo, grazioso bungalow. Avevamo fatto amicizia con una coppia di mezz’età molto simpatica a cui si era aggiunto da un paio di giorni il nipote Cosimo di ritorno da una missione militare all’estero e a cui i due erano molto legati.
Il ragazzo di 24 anni guardava a Jenny con particolare interesse e a ragione. Mia moglie da flessuoso giunco si era trasformata a 38 anni in una splendida bellezza dalle curve conturbanti. Ne ero ben consapevole ed ero combattuto fra la gelosia e l’orgoglio per i sentimenti di ammirazione che mia moglie suscitava. Jenny e il giovane palesarono ben presto grande intesa fra loro, si lanciavano occhiate che, forse solo nella mia mente, apparivano complici.
Il venerdì sera invitati a cena dai nostri vicini mentre io ero catturato dalla conversazione in cui mi avevano coinvolto gli anziani coniugi, Jenny e Cosimo seduti l’uno accanto all’altro parlavano sottovoce fitto fitto. Mia moglie riusciva ad essere molto provocante nel suo outfit, giocato su colori chiari che esaltava la sua pelle abbronzata e le sue forme generose a stento trattenute. Li guardavo e mi apparivano conniventi presi da un piacere erotico, ma d’altra parte le loro mani erano bene in vista sul tavolo. Mi balenò un pensiero – ma era frutto solo della mia mente – che le nostre fantasie sessuali, almeno per Jenny fossero vicine a diventare realtà.

Jenny – Stavamo bene in vacanza e soprattutto io da quando Cosimo, militare al ritorno da una missione impegnativa, aveva raggiunto gli zii. Era un ragazzo di ventiquattro anni, non bello ma dal fisico statuario e imponente. Manifestava smaccatamente il suo interesse nei miei confronti che io facevo di tutto per assecondare, esibendo i capi più sexy che possedevo con atteggiamenti che chiamare civettuoli era eufemistico – forse sarebbe stato più esatto definirli da puttana. Il fatto di trovarci fra sconosciuti mi stimolava molto in quegli atteggiamenti desiderando che potessero essere forieri di sviluppi piuttosto interessanti.
La sera di venerdì alla cena organizzata dai suoi zii davanti al loro bungalow, Cosimo sedeva fianco a me. La mia camicetta annodata grazie a qualche bottone aperto dava modo di ammirare i miei seni di cui andavo fiera.
Trovandomi seduta accanto a Cosimo, potevo parlare liberamente con lui approfittando della appassionante discussione politica che coinvolgeva mio marito e i due ospiti. Scherzammo, ci divertimmo quando lui si lamentò della sua lunga astinenza sessuale legata alla missione, ci furono allusioni, spiritosaggini e cercai di capire se il suo interesse nei miei confronti verso potesse concretizzarsi o no.
Improvvisamente avvertii il piede del ragazzo che sfiorava il mio. Era casuale? Il gesto fu ripetuto, rimasi immobile e lo guardai: da quel momento i nostri piedi si produssero in un intensa danza libidinosa fatta di sfregamenti e carezze. Un gioco erotico nascosto, di intensa seduzione, tanto più eccitante perché così vicino al mio ignaro marito immerso com’era nella contesa politica che lo appassionava.
Finita la cena mi fermai ad aiutare la mia ospite a rigovernare la cucina mente mio marito aveva già fatto ritorno al bungalow. Cosimo si offrì di accompagnarmi nel breve tragitto verso il mio alloggio e approfittando del riparo offertoci da un cespuglio di oleandro mi baciò mentre le sue mani mi stringevano i seni. Ricambiai il bacio e come avrei voluto abbandonarmi e cedere al suo attacco! Capivo però che non sarebbe stato opportuno. Così lo allontanai dolce ma decisa e gli sussurrai fingendomi un po’ sdegnata:
– Quanto corri! Potrebbe vederci qualcuno.
Poi dimostrandomi più arrendevole:
– Cerca di pazientare. Domani pomeriggio mio marito sarà impegnato in una partita di calcio organizzata nel villaggio. Vieni da me, se lo vuoi. Sarò nel bungalow tutta sola.
– Non vedo l’ora. Allora Jenny a domani.

Rico – Ma era solo la mia fantasia o Jenny stava architettando qualcosa? L’insistenza con cui aveva voluto conoscere i particolari del mio impegno calcistico aveva alimentato i miei sospetti, così, in un frangente in cui mi trovai solo, piazzai la mia microcamera che collegata allo smartphone mi avrebbe reso informato dei fatti eventualmente accaduti. Mi ero ripromesso, che dopo pochi minuti di gioco, avrei accampato una scusa e defilandomi in un posto tranquillo avrei, attraverso il mio cellulare, spiato il comportamento di mia moglie.
In realtà infervorato dalla partita trascorsi parecchi minuti dimentico della registrazione in atto, ma quando lo feci era tutto fin troppo chiaro.

Jenny – Cosimo si presentò puntuale e controllato che nessuno fosse nei paraggi entrò richiudendosi la porta alla spalle e girando la chiave. Lo attendevo indossando un abito aderente con sottili bretelle e spacchi di pizzo, volgare ne convengo, ma molto sexy – lo avevo talvolta utilizzato per i nostri giochi in web cam – e soprattutto senza biancheria. La furia di Cosimo mi sorprese. Fosse stata la sua prolungata astinenza sessuale oppure il mio aspetto invitante, lui mi fu addosso come una furia, strappò letteralmente il mio vestitino e mi ritrovai nuda, stretta fra quelle braccia poderose.
Le sue mani mi palpavano rudemente le mammelle, stringevano con forza i miei glutei, le sue dita si bagnavano dei miei succhi violando le mie intimità. La sua bocca sulla mia, sul collo, sui capezzoli succhiati fino a farli dolere.
Strillai e implorai:
– Ti prego, mi fai paura, non essere brutale…
– Il problema è che brucio da tempo per la voglia di una donna e, trovarmi con una magnifica femmina come te, mi rende pazzo.
Mi sollevò con estrema facilità e mi depositò sul letto. Sentivo brividi lungo tutta la colonna. Ebbi la piena consapevolezza di tradire Rico, non solo come era sempre accaduto nella mia fantasia, ma non esitai.
Baciava ogni centimetro del mio corpo. La mia figa era ardente, bollente e zuppa di umori profumati, come un frutto molto maturo. Mi aprì le gambe, aspirò il profumo che promanavo. Spinse il volto fra le mie cosce e ingordamente mi leccò, assaggiò, mi succhiò, bevve, deglutì, si inebriò.
– Te la mangio.
Gemevo e miagolavo per quella delizia.
– Sei bellissima.
Lo aiutai a spogliarsi: il suo corpo era statuario e fui ammirata dalla sua verga di carne maestosa. Mi inginocchiai davanti a Cosimo e con le mani che tremavano per l’emozione, mi avvicinai al suo cazzo, percependo l’acuto odore di maschio, lo strinsi, lo leccai dal glande, giù giù ai testicoli poi di nuovo su fino al turgido e lucido glande. Lui ansimava di piacere. Si era trasformato in un un animale infoiato: mi fu addosso. Ormai, desideravo arrivare al sodo:
– Forza Cosimo adesso ficcami dentro quel tuo grosso, bellissimo uccello.
– Mi diverte il tuo linguaggio disinvolto.
Finalmente il suo membro in erezione, gonfio da scoppiare, mi penetrò in profondità spinto da colpi possenti che forzavano le calde, umide pareti della mia figa che gli si stringevano addosso al passaggio. I nostri pubi si sfregavano, il suo pene durissimo premeva fino a toccare dolorosamente, in affondi, il collo uterino, ma io femmina in calore lo apprezzavo. Continuava a martellarmi e i nostri inguini producevano rumori sordi.
– Vengo, ti supplico non mollare, spingi più forte. È stupendo!
Sentii il piacere che mi invadeva, sotto forma di calore, tutto il basso ventre e si propagava fino all’ano.
Nell’orgasmo che mi pervadeva, mi divincolavo, mi agitavo, sudavo copiosamente, gemevo con mugolii di piacere, appagata totalmente.
Raggiunto pure lui l’orgasmo, mi appoggiò sulle labbra il suo cazzo, scosso da contrazioni di piacere. Lo accolsi nella mia bocca. Certo avevo fatto altre volte sesso orale ma l’esperienza di quella cappella così voluminosa in bocca che lambivo con la mia lingua mi soddisfece come mai prima: quando un caldo fiotto di sperma mi riempì, colò sul volto, scese sul collo, sui seni, me lo feci scorrere, vischioso in gola gustandone il sapore e lo inghiottii. Cosimo mi osservava divertito e soddisfatto.
– Sei proprio una grandissima, magnifica zoccola.
Pensai che era la pura verità e me ne compiacqui.
Rimanemmo nudi abbracciati sul letto, che profumava di sesso, accarezzandoci e baciandoci, finché il suo pene ritrovò vigore.
Mi venne un’idea. Volevo altro.
– Avresti voglia di mettermelo di divertirti ancora e…ehm…mettermelo nel culo? Ma se sei contrario a questo gioco, come non detto.
Lui ridendo trascinandomi mi portò sul bordo del letto e, sollevandomi per i fianchi mi posizionò in ginocchio mettendo così allo scoperto entrambi i miei orifizi. Mi emozionava abbandonarmi alla sua mercé. Giocò un poco col mio buchetto inumidendolo delle nostre secrezioni, lo percorse dentro e fuori con la sua lingua e mentre io sempre più fremevo dall’impazienza, finalmente invase il mio retto. Fu molto bello essere riempita e sentir scorrere su e giù quel bel cazzo sperimentando un misto di dolore, piacere. L’essere completamente posseduta, dominata in questa pratica sessuale aggiunse un’esaltante eccitazione. Ormai del tutto priva di freni lo incitai:
– Si, inculami e ficcalo ancora più su, dentro al culo quel tuo lungo cazzone! Sto godendo come non mai.

Spinse a mille e così il secondo orgasmo, quello anale, fu ancora più squassante del primo. Cosimo aveva corrisposto totalmente a tutte le mie aspettative.
Ancora con il cuore in tumulto, riassettai alla svelta la stanza che odorava di sesso. Volevo correre in spiaggia, perché lì desideravo mi trovasse Rico al termine della sua partita. Un particolare mi colpì. Osservai attentamente: ben nascosta individuai una microcamera. Non rimasi per nulla preoccupata, anzi fui presa da una stuzzicante esaltazione. Mi avvicinai all’obiettivo e, salutando, sorrisi.
– Ciaaooo Rico! Ti sono piaciuta? – Ormai era inutile fingere.

EPILOGO

Rico – Al termine della registrazione che osservai rapito mi recai in spiaggia. Non ero arrabbiato ma alquanto eccitato, con una poderosa erezione. Mia moglie mi vide e correndomi incontro mi baciò. Si strusciò contro il mio pene durissimo, ridendo.
– Che bello!
– Sai Jenny che le immagini della telecamera erano troppo scure per potersele gustare appieno, anche se il senso era fin troppo esplicito. Mi sembra tu sia molto soddisfatta e anche a me piacerebbe saperne di più.
– Non ti preoccupare caro. Fra poco a letto ti racconterò tutto nei minimi particolari compresi i dialoghi intercorsi fra me e lui ieri sera a tavola mentre tu eri impegnato a parlare di politica e ti piacerà moltissimo. D’altra parte il ruolo di troia mi piace e, a te, quello di cuckold sta a pennello. Torniamo perché desidero renderti integralmente partecipe dello spettacolo che non hai potuto gustare appieno – rise lasciva.
Pensai a che razza di porca fosse mia moglie, a come fossi eccitato e ansioso di ascoltare in tutti i dettagli la cronaca dell’erotico adulterio. Già intravedevo il prossimo step, magari un gioco a tre senza esclusione di colpi.
Jenny – Ero pienamente soddisfatta della piega che avevano assunto gli eventi e mi si aprivano scenari molto interessanti dinanzi. Avevo già un bel programmino in testa per l’indomani: un bel momento a tre con Rico e Cosimo nella nostra alcova completamente privi di inibizioni.

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