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Lirica eroticaTradimento

VOGLIA DI CAZZO A MILAZZO

By 7 Novembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

La libido mi fa pulsar la figa,

Ho tanta voglia di un bel cazzo

Che mi prende, mi fotte e mi castiga.

Lo voglio tosto, grosso e paonazzo

Prodigo di colpi, che non transiga,

Di questi ne vorrei un bel mazzo

Come asparagi al mercato, su quella falsariga,

Sicura che tutti me li spupazzo

Non li lascio tracimare, sono una diga.

La mia passera ha bisogno di strapazzo

E’ bella, è bionda come una spiga,

Dentro con le dita io ci sguazzo

E tutta la mano mi irriga.

Ma non mi soddisfa questo andazzo,

Far da sola non mi intriga,

Non mi basta, necessita un rimpiazzo

Un bel bastone che la metta in riga.

Prendo il bus e vado a Milazzo

Troverò chi i miei bollori mitiga.

E dal portone di un palazzo,

In una via vicino a piazza della Liga,

Sta uscendo un bel ragazzo

Alto, moro, coi capelli a mezzariga,

Mi guarda il culo ed io scodazzo

Convinta che le natiche prediliga.

Si avvicina e propone un intrallazzo

“Huheh! non sono troia miga!”

E mi atteggio in imbarazzo

Come Santa che alta si eriga.

Esita, poi mi offre uno sbevazzo

“Su, dai, vieni” insiste e mi istiga,

“Su in casa mia, sul terrazzo”

Accetto, l’invito mi intriga.

Lo seguo come un razzo

E un pensiero mi rediga

“Questo qui me lo scopazzo,

Voglio che m’imbrigli come fa un’auriga”.

Entriamo, mi siedo sul materazzo

Con la gonna molto in alto, a peldifiga,

Parlo, ciancio, rido e starnazzo,

Le mie cosce lui investiga

Dilettato dal mio schiamazzo

In elogi e lusinghe si prodiga,

Palpa una tetta e pensa che m’incazzo

Non lo sa quanto m’intriga.

Gli sorrido e dei vestiti mi sbarazzo,

La topa mi bolle, come pentola di striga,

E sul letto mezza nuda stramazzo

Mi zompa addosso e sulla patta briga

La sbottona e mi mostra il suo biscazzo

Minchia è un nerbo di 3000 giga!

Grosso e duro, un bel pupazzo

Non vedo l’ora che in me si ridiriga. 

Vogliosa, lo agguanto e lo smanazzo

Con due mani, e l’una con l’altra litiga,

Poi  con la lingua tutto lo sbavazzo

Lo ingoio come un’aringa suffimiga.

Mi palpa le tette ed è un sollazzo,

Con le mani fra le cosce si prodiga

Mi caccia un dito in culo ed io svolazzo

Con la lingua tutto il corpo mi leviga,

Mi mette a pecora ed io sghignazzo

Sembro la giumenta della biga.

E’ dietro, se non mi fotte io l’ ammazzo

Ma ad infilarlo sto stronzo non si sbriga

Glielo prendo e in fica me lo piazzo

Fatica a entrare, è una gariga,

Mamma com’è grosso sto randazzo

Un gran colpo e tutto dentro si imbriga.

Va avanti e indietro come un turborazzo

Io sono un lago e sembra che naviga.

E fotte, e tromba come un pazzo

Corre come una quadriga,

Io vengo come un fontanazzo

E il mio umore tutto lo irriga.

Poi mi sfonda dove scacazzo

Che dolore! Voglio una lettiga!

Grido, piango, godo, io impazzo

Dio, come fotte sta mezzariga.

Sborra, esce e col culo io strombazzo

E ridiamo dopo tutta sta fatiga.

Lo saluto e col bus torno a Patrazzo

Con il culo largo come una sestiga,

Vo da mio marito il cornutazzo

Che di nulla lui s’intriga

Mangia, beve e dorme il cacacazzo

E a scopar non ci pensa miga.

Prima di dormir penso allo smazzo

Di come si fotte bene in  piazza della Liga

Forse domani mi tornerà la voglia di cazzo

Già ho un fremito dentro la figa

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