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Racconti sull'Autoerotismo

Ritrovare il tempo

By 27 Febbraio 2020No Comments

Per la prima volta da troppo tempo, i programmi di un giovane uomo e di una donna non ancora entrambe trentenni sembrano essersi allineati perfettamente per vedersi prima che il sole tramonti. Non accadeva da tempo però peccato che entrambe siano terribilmente esausti. Erano riusciti a concordare che ad un certo punto dovevano trovare un punto d’incontro per stabilire se il loro rapporto di coppia potesse andare avanti e se da parte di tutti e due c’era la volontà di sacrificare un po’ di tempo per stare insieme.

Tra loro le cose non funzionavano perfettamente, ma sarebbe stato un po’ troppo conveniente dire che ci si lasciava.

Spesso lui è bloccato al lavoro un po’ più a lungo di quanto si aspettasse e lei arrivava a casa sempre con non pochi minuti di ritardo e con le braccia piene di provviste così come per il loro primo pasto quando entrò per la prima volta. Quel giorno era andata lì da lui ed era anche stata trattenuta in ufficio e di conseguenza non aveva avuto il tempo di raccogliere alcune delle cose di cui avrebbe avuto bisogno per passare una buona notte d’amore.

Lui la accoglie dandole un breve saluto e poi ciò che ha fra le braccia le cade per terra interrompendo quel saluto che si era preparato nel migliore dei modi.

Lui si muove e spera di trovarla già a portata di mano non appena raccolti gli oggetti caduti.

In quel momento entrambe si stanno muovendo l’uno verso l’altro prima ancora che lui inizi a dire “Ciao”

Lei si era appena levata il soprabito e lui le era andato alle spalle.

Lei ricambia offrendole il suo respiro ricambiando con un “Ciao”

L’abbraccio del suo Lui non è molto cambiato nel tempo, vale a dire che è sempre stato caldo e piacevole. Lui presume che lei non lo faccia con tutti quelli a cui tiene facendo la stessa dolce presa. Quell’idea lo fa sorridere un po’ più ogni volta che è avvolto a lei dalle sue braccia.

Le braccia del maschio sono forti, ma sembrano trattenerla tanto.

Oggi lei è stanca e ciò non lo sorprende affatto. Lei si comporta così da tanto tempo ed il loro rapporto sta scadendo sempre di più.

I due non parlano.

Ora sono uno tra le braccia dell’altra e lei sente la pressione del suo petto mentre respira profondamente fino a che l’abbraccio non si scioglie. Prima di lasciarla lei lo attira a sé con le mani appoggiate sulle tue spalle dando una leggera compressione e lui spingendo il bacino verso di lei chiede “Come te la passi?”.

“Bene, bene. Solo che….” E guarda da un’altra parte verso il pavimento cercando di nascondere la tu fatica e cercare anche il resto della risposta.

“Sono un po’ stanca. È stata una lunga giornata”

“La nostra è una lunga settimana” replica lui.

“Sì. Ti dico solo che ho necessità di farmi una doccia veloce. Mi sento sporca di smog. Non ti dispiace che la faccia, vero? Sarà veloce”

“Ovviamente, non mi dispiace.”

“Ok. Grazie. Sarò veloce”

“Prenditi tutto il tempo che ti serve. Io mi arrangio” le grida lui mentre lei entra in bagno e lui la guarda varcare la porta.

Proprio mentre lei sta per sparire, lui si ferma come se avesse appena notato qualcosa di cui non si rendeva conto che era lì “Fermati un attimo. Che cos’hai?” e lei chinando la testa “Che cosa?”

Lui si avvicina, solleva la mano e la appoggia su un fianco e con l’altra, tenendola saldamente, le accarezza il collo mentre lei lo inclina, poi lui nello stringere le spalle “Niente”. Voleva baciarla ma non lo ha fatto. Lei invece ha avuto la sensazione di un bacio sulla bocca.

Lei fa un rapido sorriso mentre chiude la porta del bagno dietro di sé.

Mentre lei è sotto il getto d’acqua, lui si rende conto di avere lo stomaco vuoto e contratto. Vuole riempirlo prima di andare in camera da letto dove suppone che si accoppierà con lei.

Va in cucina e ride di sé stesso e si guarda intorno decidendo se vuole iniziare a sistemare la spesa o semplicemente aprire una birra e aspettarla. La fame non è eccessiva e vuole aspettarla quindi la birra vince.

Nel tempo che a lui serve per sedersi sul divano e bere il primo sorso, ha cambiato idea: va in camera.

Gli vengono tanti pensieri e tante idee per lei e ride di sé stesso.

Tra i tanti pensieri c’è quello di unirmi a te sotto la doccia mi attraversa la mente mentre percorre il breve tratto tra la cucina e la camera da letto. Appena entra in camera pensa che quell’idea la si può realizzare anche un altro giorno.

Si tende sul letto e lascia le gambe penzoloni oltre il bordo nello scrutare la stanza che gli sembra nuova ed estranea. Ormai la sua prima volta qui è lontana nel tempo eppure trova sempre qualcosa che non aveva notato prima segno che non aveva mai avuto tempo di guardare. Anche questo lo fa sorridere.

Dal bagno proviene il rumore dello scroscio dell’acqua e poco meno di dieci minuti dopo il flusso della doccia viene soffocato dal silenzio.

É ancora lì in camera quando lei riappare con solo un asciugamano avvolto in fretta per coprirsi dalla vita in giù e lui la guarda con il polpastrello del dito medio premuto sulle labbra di lei che hanno un sorriso ammaliante, adorabile, modesto che ricorda i tempi passati, cioè prima che entrambe iniziassero a pensare al proprio corpo.

Non lascia cadere l’asciugamano e le esce una frase breve dalle labbra nel vederlo in quella posizione rilassata “Oh, sei proprio qui! pensavo fossi in cucina”

Lei continua ad asciugarsi i capelli ed infine si distende al suo fianco e parlando sottovoce vicino ad un orecchio del suo compagno “Devi sapere che ultimamente ho pensato molto al lusso di prendermi un po’ di tempo con te. Voglio riscoprire come il tuo corpo reagisce ai miei tocchi, ai miei respiri, all’eccitazione, all’erezione, al ritardo nell’eiaculazione, a come mi muovo a come godo. Voglio leccarti il cazzo quando è morbido per farlo diventare duro e viceversa. Voglio sentire le tue dimensioni sulla mia lingua. Voglio farti sapere che sapore ho all’interno e quale sia il tuo quando vieni. Non l’abbiamo mai fatto ma ora voglio sapere come reagisci quando ti faccio i pompini. Non tutti amano il sesso orale e lo capisco. Anche se ne sarò un po’ delusa però da quanto ho osservato finora, sospetto, tuttavia, che sia vero il contrario. Che forse le mie capacità sono un po’ troppo buone. Tu che ne dici? Temi che finiremo prima che possiamo arrivare a fare varianti al nostro solito sesso dicendoci che ci siamo divertiti tanto insieme?”

Lui replica così con una risata “Forse abbiamo più in comune di quanto pensassi e di quanto tu pensi”

E lei prontamente “Perché non mi vieni dentro?”

Era il momento di dimenticare gli impegni e l’orologio.

Per non perdere tempo ha aperto un cassetto del comodino per prendere Gigio. Era un vibratore grosso con la punta lucida di ottone.

Ancora umida, si è adagiata comodamente e dopo essersi sfilata lo slip da casa, si è accarezzata lentamente con lui che la guardava estasiato.

L’aria era come se del ghiaccio le stesse rinfrescando l’anima, passando per l’esterno della vagina.

Ha acceso il dildo impostando il primo livello di velocità ed all’istante una scarica elettrica le ha attraversato il corpo.

Da quando aveva fatto quell’acquisto, la masturbazione era diventata un qualcosa di unico, in grado di farle toccare vette di piacere che con gli uomini poteva solamente immaginare ma in particolare con lui che tanto le aveva dato.

“Fammi vedere come lo fai?” ha chiesto lui.

Lei volentieri senza dire una parola ha iniziato la dimostrazione.

Iniziava sempre allo stesso modo. Lasciava scorrere il suo sex toy lungo i bordi delle grandi labbra abituando la sua vagina alla penetrazione ed alla diversa temperatura.

Un primo gemito di piacere ha infranto il silenzio, fino a quel momento spezzato solo dal respiro di entrambe.

Avvicinandosi al clitoride con la punta del dildo ha sentito il piacere propagarsi in tutte le sue terminazioni nervose mentre iniziava a bagnarsi come se davanti a lei ci fosse un uomo specializzato nei cunnilingui. Le sensazioni erano tali da non poter evitare di metterlo dentro posizionando la parte ricurva, dedicata al clitoride, proprio lì ed il quel momento lei ha avuto uno scatto nervoso che le ha fatto arcuare il corpo verso l’alto.

Non era il meglio, ora era diverso. Quando sapeva di volersi scopare con il dildo, lo metteva nel freezer perché Il congelatore rendeva quel sex toy un buon rimedio contro il caldo estivo ma anche la mancanza di amplessi nella stagione calda.

Lei senza accorgersene era convinta di aver messo la prima velocità ma poi posizionandolo è passata alla velocità due. La voce era cambiata così come i mugolii e vibrava per l’eccitazione mentre le secrezioni vaginali del suo piacere bagnavano il lenzuolo.

Lui la guardava incantato e si spiegava il motivo dell’astinenza di sesso da parte della sua compagna; lei aveva trovato un sostituto e ne era soddisfatta e soprattutto era instancabile.

Il moto ritmico della mano della donna guidava ogni mossa del freddo generatore di piacere che le invadeva la figa tremando al suo interno e stimolando il clitoride come nessun amante era mai stato in grado di fare prima.

Nella testa passavano tante idee ed immagini di uomini e donne accoppiati con lei il vibratore iniziava a farle esplodere la libido nel cervello come dei fuochi d’artificio di piacere.

“Ahhhh, Uhhhhh, Ohhhhh!!” erano i suoni che le uscivano dalla bocca ed in un attacco di piacere violento si ha afferrato una m per poi rilasciarla e palpeggiarla mentre il vibratore continuava ad essere spinto dentro e fuori in maniera ossessiva con lei rapita dall’impeto e dalla passione di un nascente orgasmo.

Muovendo il bacino a ritmo della sua masturbazione si è accorta che sotto il sedere il lenzuolo si stava inzuppando sempre di più allargando la macchia diventando così grande che sembrava se la fosse fatta addosso.

Quell’attrezzo era incredibile, non solo sostituiva il maschio ma sembrava renderlo perfino instancabile ed obsoleto.

Lei ha afferrato un cuscino e lo ha posizionato sulla faccia, iniziando a gridare di piacere non volendo che lui vedesse quanto godeva rispetto a ciò che poteva darle lui che la guardava.

Era pronta per la terza velocità ma non voleva accelerare i tempi perché in fin dei conti l’importante era avere l’orgasmo più forte possibile.

Per fargli vedere che lei il sesso lo faceva ma con quel attrezzo, ha continuato a gemere e stringere le lenzuola a causa dell’eccitazione che si stava procurando da sola.

Ogni volta che lui non c’era era proprio così che cercava l’estasi solitaria.

Proseguendo nella sua azione, ha allontanato il vibratore dal clitoride per un paio di secondi ma ha continuato ad infilarlo all’interno di una vagina oramai completamente inondata dal piacere.

Quando lo ha riavvicinato al clitoride ha azionato la terza velocità andando verso un universo di piacere completamente inesplorato non avendo mai provato quello stadio di velocità.

Non era la prima volta che usava quel vibratore ed aveva scoperto che più passava il tempo e più imparava a conoscere il suo corpo e la sua intimità grazie a quel piccolo arnese che teneva sempre nel comodino accanto al letto.

Un attimo prima dell’orgasmo lei ha gridato cercando di limitare il suo piacere.

L’orgasmo è esploso in lei come una valanga di sensazioni altalenanti, fresco, caldo, piacere e visioni celestiali. Per un attimo si è sentita addirittura una divinità.

Non guardava lui anche lui la guardava estasiato ed eccitato segandosi lentamente.

Intanto l’orgasmo proseguiva senza accennare a diminuire d’intensità. L’orgasmo vaginale avuto davanti a lui si è trasformato in una serie di orgasmi multipli.

Lei era felice di fargli vedere come godeva nel darsi piacere da sola.

Il piacere saliva e scendeva facendole digrignare i denti.

Infine ha urlato per il più forte amplesso della sua vita ed Istintivamente ha estratto da sé il giocattolo, poggiandolo sul cuscino.

Si trovava in un limbo.

Era venuta ma non si era ancora liberata del tutto della voglia.

Fissò intensamente il suo uomo e sorrise. Il vibratore se ne stava lì, inerme, dopo avere regalato sensazioni indescrivibili. Le venne istintivo prenderlo in mano e leccarlo dalla base fino alla punta per assaporare il succo della sua stessa eccitazione. Aveva un sapore agrodolce che le piaceva sempre, quel sapore non l’ha mai tradita.

Lei l’aveva comprato avendo sentito da alcune amiche che dava molto piacere e perché nella presentazione c’era scritto che aveva la capacità di far affiorare il potere innato all’interno del corpo femminile che scassinava la serratura degli orgasmi delle donne spesso nascosti.

Rimettendo al suo posto il vibratore, si è accorta dell’ampia macchia sul lenzuolo come se avesse rovesciato una bottiglia d’acqua sul letto.

Tuttavia c’era qualcosa in lei che non riusciva proprio a spegnere, era una domanda che l’assillava da tempo e che teneva per sé “Perchè non andare oltre? Dove stava scritto che il piacere ha un limite?”

Ragionandoci su era arrivata alla conclusione che non esisteva morale in grado d’impedire ad una donna di gestire sé stessa e il suo corpo.

Ora però spettava a lui che l’aveva vista sfogarsi e dare dimostrazione di come aveva fatto a supplire alla sua assenza.

Anche lui sognava nel segarsi. Lei lo aveva immaginato anche se le erano venuti dei dubbi sulla sua fedeltà.

Il giovane uomo ricordava spesso una donna impiegata nella sua stessa azienda che era diventata protagonista dei suoi sogni erotici ma solo per poco tempo ed esattamente il tempo che ha impiegato la giovane figlia Serena ad oltrepassare la porta d’ingresso dell’ufficio dove lui lavorava ed entrare nel campo visivo. La ragazza era alta circa un metro e settanta ed era la versione riveduta e corretta della madre, 24 anni, occhi azzurri splendenti, labbra carnose ma discrete incurvate in un lieve sorriso che lasciano intravvedere i denti bianchi come la neve, il tutto in un ovale viso che affascinava ed attraeva. Inoltre sulla pelle una spolverata di lentiggini che si accordavano con i capelli rame scuro.

Lui ne era rimasto folgorato e la sua donna che già era lontana nei suoi pensieri è scomparsa.

Ciò che dopo una prima visione si poteva apprezzare era il corpo che beneficiava dell’attività fisica e nelle visite successive lui ha scoperto anche il paio di gambe ben tornite che sbucavano da un paio di pantaloncini di jeans sbiaditi ed un busto che ospitava un seno di non piccole dimensioni che la ragazza non cercava di nascondere, anzi ne era fiera.

A Serena piacevano gli uomini giovani e lui era caduto sotto la sua lente d’ingrandimento.

Purtroppo la giovane era presuntuosa e per quanto i suoi occhi fossero magnifici, per quanto avesse voluto baciare la sua bocca, per quanto avesse voluto spingerla contro un muro per poggiare le mani sulle sue tette meravigliose ed il suo uccello inondare la sua passera, era una donna che sembrava credere di essere l’unica con un cervello e non aveva una buona reputazione tra i maschi dell’azienda dove lui lavorava.

Tutto ciò non era stato sufficiente per evitare di immaginarla nuda sotto di lui mentre godeva sotto i colpi che le dava, con il seno ben fatto che non sobbalzava al ritmo della monta forse perché rifatto.

Lui se la immaginava girare per camera sua, cambiarsi e passare in salotto indossando reggiseno e perizoma color pesca striminzito che a malapena copriva i capezzoli ed il sesso depilatissimo.

La immaginava incrociare i loro sguardi.

Avrebbe voluto vederla stupita nel sognare di prenderle un piede, sollevarla e con tutte e due le mani, massaggiarlo e far seguire dello stupore a turbare la sua espressione.

Lui sognava lo sguardo fisso di lei sorpresa, inconsapevole di immaginare cosa stesse succedendo in quell’istante. Gli piaceva l’espressione che avrebbe assunto il viso tra la pressione delle dita di lui e la sua bocca che si apriva spontaneamente. Sognava il respiro che entrava nei polmoni sollevando le tette e la schiena che si inarcava e gli occhi che si chiudevano. Si figurava un gemito lungo e flebile, ma non di dolore bensì di piacere.

La sua mente creava il volto della ragazza che aveva abbandonato l’espressione di superiorità assumendo quello di altezzosa puttanella.

A lui che si segava sembrava di sentire il fiato di Serena diventare sempre più pesante, il suo seno sfondare la poca stoffa che impediva di vederlo completamente.

Come se si fosse accorta solo allora della mano che fino a quel momento era stata posseduta dalla libido, lui l’ha levata ma è stata sostituita da quella della ragazza andando ad occupare velocemente la sua umida femminilità.

Lei lo ha osservato stupita mentre lui, guardandola fissa negli occhi e molto vicino alla bocca, avvicinava le dita bagnate di desiderio per godersi il suo profumo di donna con un lungo e profondo respiro. In realtà avrebbe voluto assaporarlo direttamente dalla fonte.

Contemplando per l’ultima volta quel corpo meraviglioso lui le ha detto “Sei stupida e stronza”

La mano del giovane uomo era in piena attività sotto lo sguardo attento della compagna che recepiva tutto di lui con le gambe distese ed il cazzo dritto e turgido. Quella cappella sembrava voler esplodere. Ogni tanto chiudeva gli occhi e sognava, pensava sempre a quella ragazza che era per lui il desiderio sessuale inarrivabile ma che nella sua mente diventava attrice pornografica per i tanto generi che i film porno propongono.

La compagna non lo toccava ed aveva paura a farlo supponendo che il suo tocco lo distraesse dai suoi pensieri che lei non immaginava minimamente, pensava che lui pensasse a lei ed a nessun’altra.

L’ansimare ed il mugolare indicavano che la sega lo stava portando all’orgasmo ma non era ancora pronto.

La sua bocca era aperta e con gli occhi lui ogni tanto la guardava ma non la vedeva.

In mente è ripreso il dialogo tra Serena e lui “É se non fossi una stupida stronza?”

“Come fai a dirlo? Io amo le stronze e tu sei una di loro, quindi ti sto amando per davvero, guardami come mi sego! Se tu mi ammassi ora ti scoperei da dietro e ti contorceresti dal piacere”

La mano aveva accelerato la frequenza su quel cazzo che ora voleva sborrare.

Lui si preparava a farlo distendendosi sul letto con le gambe accostate, la mano libera a titillare un capezzolo, il respiro sempre più profondo a bocca aperta, mugolii sempre più frequenti ed infine un urlo soffocato di maschio gaudente.

Il suo corpo era cambiato, si dimenava, contorceva, respirava male ma molto profondamente, le gambe si erano aperte e poi chiuse, si era arcuato, era preda i scuotimenti ed appena la scarica di adrenalina è cessata è rimasto lì sulle lenzuola al fianco della compagna a riprendersi dal violento stordimento.

Lo ha risvegliato un bacio in bocca ed uno sul glande.

“Sei sempre magnifico” ha detto la sua donna che le ha messo una mano sulla bocca.

Lui era molto emozionato e rivolto a lei “Ti amo. Ho ancora voglia di amarti. Mi sei piaciuta. Ti sei fatta un ditalino sontuoso. Io to sono piaciuto?”

“Mi sei piaciuto molto. Sono sempre bagnata. Appena ne hai voglia ti voglio dentro ma stavolta anche con la sborra, che ne dici? Mi piace vederti segare ed a me mettere il dildo. Mi sa che abbiamo un terzo partner tra noi!”

Lui è rimasto sorpreso dalle parole ed ha guardato avanti felicemente pensieroso.

Quei giochini li avrebbero fatti altre volte molto piacevolmente.

Così, la sua compagna aprì nuovamente il cassetto del comodino accanto al letto per prendere il suo piccolo amante elettrico per unire ancora una volta il suo corpo ad un universo di sensazioni fantastiche.

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