Il potere di una donna

Tratto da Antica Grecia, il primo forum sul sesso italiano

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IL POTERE DI UNA DONNA
di DIO OCEANO

ATTO PRIMO

Leggere risuonavano nella stanza le note.

Lo specchio rifletteva labbra rosso rubino. Daniela richiuse il rossetto poggiandolo sul ripiano della specchiera e si sfiorò delicatamente le labbra con un dito per sfumarne un po’ il colore. Gli orecchini d’oro bianco, due eleganti pendenti con brillante finale, regalo dell’anniversario passato, furono l’ultimo dettaglio che completò l’opera. Un’opera, perché è così che apparve agli occhi del marito che, seduto sul letto, aveva seguito in un silenzio colmo di devozione, tutti i preparativi della moglie.

Mentre sistemava l’ultimo orecchino chinò delicatamente il viso su di una spalla. Ripercorse tutti i dettagli risalendo fino al viso poi, guardandosi negli occhi, sorrise soddisfatta. Lo sguardo infine penetrò attraverso lo specchio l’immagine riflessa degli occhi del marito. Era uno sguardo pieno di mistero. Pochi attimi di silenzio, poi seguirono due semplici parole. Parole tanto temute, ma tanto desiderate:

‘Sono pronta’

Due semplici parole. Due parole che risuonarono come il click di una pistola pronta a colpire al cuore. Restò qualche secondo in silenzio fisso ad ammirarla. Poi trovò la forza di alzarsi e le si fece davanti. Chinò il viso sul collo di lei. Un po’ perché aveva voglia di baciarla delicatamente. Un po’ perché aveva voglia di inebriarsi del profumo di lei. Quel profumo che per qualche ora sarebbe stata l’unica cosa che poteva avere di lei.

Alla fine la situazione aveva preso una piega che non aveva previsto. Troppo eccitato dal vederla finalmente complice delle sue fantasie era finito per assecondare la sua immaginazione. Che tenera diavoletta che aveva di fronte.

Fino a pochi attimi prima era seduto trionfante nel letto. Osservava la sua donna che stava esaltando la sua bellezza preparandosi con tutta la malizia che sapeva infondere in ogni gesto. La osservava mentre si stava preparando per una notte di passione con un altro uomo e mentre lo faceva pensava a quanto era stato bravo in quegli anni. Pian piano si era aperto con lei, le aveva confidato le proprie fantasie, le proprie emozioni, le proprie paure.

Erano passati attraverso il momento del litigio, il momento dell’incomprensione. Poi si erano riavvicinati. Era arrivato il momento del confronto.

Alla fine due esseri che si amano veramente arrivano al momento della complicità, il momento del gioco.

Durante i loro momenti di passione lei era diventata sempre più partecipe nel gioco delle fantasie. Non recepiva soltanto quelle del suo uomo riflettendogli semplicemente le proiezioni che lui sperava di vedere.

Era lei diventa attrice e regista dei loro giochi.

Fu così che lentamente affiorò l’idea dell’incontro con un uomo misterioso. Un uomo del quale lui non avrebbe saputo nulla prima dell’incontro. Un uomo del quale lui non avrebbe saputo nulla neanche dopo l’incontro. Già. Lei sarebbe andata da sola e poi’.

Mentre j’adore gli riempiva le narici, le diede un bacio sul collo.

Fissandola negli occhi ebbe la sensazione che lei fosse stata più regista di quanto avesse pensato. Era riuscita a disfare i fili della loro, della sua, fantasia ed a ritesserne una che più le piaceva. Era meno ingenua ed innocente di quello che aveva sempre creduto.

Si avviarono alla porta. Lei si fermò un istante, prese il telefono dalla borsa e lo spense di fronte a lui, poi lo guardò, strizzò un occhio e disse:

‘non tornerò presto’ma tu aspettami sveglio’non te ne pentirai amore mio’.

Il rumore della porta fu un brivido che non seppe descrivere. Lei era uscita da sola. Andava incontro alla passione, ma ci andava sola. Il telefono sarebbe restato spento tutta la sera. Nessun indirizzo. Nessun nome.

Il gioco era iniziato.

Nelle regole stabilite non c’era la possibilità di tornare indietro.

( continua )

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