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MARINA, ALBERTO E PAOLO

By 28 Giugno 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao amici, voglio raccontarvi la mia storia. Ilota la romanzerà come suo solito, e mi farà fare la figura della ninfomane, ma la cosa in fondo mi diverte altrimenti non gli avrei affidato le mie confidenze.La storia &egrave realmente accaduta, non giudicatemi, la coerenza non sempre &egrave possibile e non &egrave neanche detto sia la scelta migliore, a volte per coerenza ci si rovina la vita.

Mi chiamo’Marina, diciamo. La mia storia comincia l’estate di ventisei anni fa, l’estate dopo la maturità. Con tre mie amiche eravamo a Lampedusa, ospiti presso la casa di una di loro, con noi la madre della padrona di casa. Per la nostra sicurezza, questa era la motivazione ufficiale.
Se riguardo le foto di quella vacanza vedo quattro ragazzine bionde circondate da ragazzi di carnagione scura, più bassi di noi. Ciò nonostante tutte noi abbiamo avuto qualche piccola avventura. Piccola o meno piccola; Adria, la padrona di casa era decisamente la più disinibita tra noi. Dovevamo rientrare tutte insieme entro le due, ma parecchie sere abbiamo dovuto aspettarla, lei arrivava di corsa, tutta ‘stropicciata’ e ci raccontava avventure mirabolanti a cui non credevamo realmente. Anche io avevo baciato un paio di ragazzi, giusto per non fare la figura di quella che se la tira, ma non ero andata oltre il petting mentre lei si vantava di fare molto di più con il ragazzo di turno. Uno degli ultimi giorni, in un negozio, ho conosciuto un ragazzo diverso, alto, magro, con la barba, Alberto, più vecchio di me. Ci siamo rivisti in un bar e abbiamo chiacchierato per ore. Era molto diverso dai ragazzi che avevo frequentato fino ad allora: posato, tranquillo ma con grandi progetti. Lavorava in banca ma voleva prendere la laurea e fare carriera, viveva da solo. Mi ha colpito. Quella sera ci siamo baciati e le ultime sere siamo stati insieme. Ho apprezzato che abbia subito dichiarato di voler aspettare i miei tempi, sotto l’aspetto sessuale. Gli ho confidato di essere vergine e lui ha apprezzato la cosa, ci siamo baciati ed accarezzati ma nulla più. Noi comunque ci eccitavamo insieme ed eravamo ansiosi di vederci.
Durante il viaggio di ritorno le mie amiche mi prendevano in giro dicendo che un vecchio, in vacanza da solo e che corteggia una ragazza tanto più giovane dev’essere uno sfigato. Erano invidiose del nostro rapporto che era adulto, in confronto alle loro avventurette estive.
La settimana dopo &egrave venuto a Trento a trovarmi, &egrave arrivato con la sua macchina, una Golf TDi che mi &egrave subito piaciuta; tutta un’altra cosa rispetto alle utilitarie dei miei coetanei. Ha conosciuto i miei genitori e mio padre mi ha detto: ‘Sembra un bravo ragazzo, ma non ti preoccupa la differenza d’età?’ ci ho pensato ma non mi sembrava una cosa insuperabile, quanti uomini hanno mogli più giovani. Sono stata nella sua camera d’albergo e ci siamo toccati, lui era irruento e mi ha fatto anche male, poi &egrave migliorato e mi &egrave piaciuto. La settimana dopo &egrave tornato ma lo abbiamo ospitato a casa nostra, in una stanza ospiti che abbiamo in soffitta e che abbiamo attrezzato per l’occasione, ci siamo toccati in macchina, io ero eccitata, gli ho morso le orecchie, baciato i capezzoli e carezzato il pene fino a farlo godere. Non era la prima sega che facevo e sono stata molto brava, lui ha goduto molto in fretta. Io ci ho messo decisamente di più.
Intanto mi sono iscritta all’università e poi sono andata quindici giorni a Jesolo con la famiglia; anche lì &egrave venuto a trovarmi in un fine settimana, i miei genitori si stavano abituando a lui, mia madre gli preparava i piatti che preferiva e con mio padre parlava di sport. Ai miei genitori non ha detto, dietro mio suggerimento, che viveva da solo da dopo la morte della madre, così ho avuto il permesso per andare a Torino, da lui, un fine settimana.Ricordo che quando ho preso il treno ero molto eccitata, sarebbe stata la mia prima notte con un ragazzo, lui &egrave venuto in stazione con un mazzo di fiori, abbiamo pranzato fuori e poi siamo andati a casa sua. L’appartamento era un trilocale in una bella zona cittadina, un bel palazzo ma l’arredamento era tremendo, tutto legno scuro, sembrava la casa dei miei nonni. In salotto un altarino con la foto della defunta madre e sotto una piantina e dei ceri, angosciante. La camera da letto era anch’essa scura, con un letto imponente, in legno, e coperte di lana stile anni cinquanta. Mi &egrave venuta l’angoscia ma Alberto mi ha spiegato che la madre era mancata da solo un anno e non aveva ancora potuto rinnovare l’appartamento. Lo faremo insieme, mi ha detto.
Abbiamo iniziato a baciarci, era settembre, fuori faceva caldo ma quella stanza era opprimente e fredda. Mi ha spogliato rapidamente, si &egrave tolto i pantaloni ed ha cercato di entrarmi dentro. Subito, senza una preparazione, delle coccole. Io mi sono irrigidita e ho sentito male, lo ho respinto e lui mi ha guardato senza capire. Mi sono chiusa in bagno, piangendo. Quando mi sono calmataabbiamo parlato, gli ricordo che per me &egrave la prima volta, gli spiego le mie aspettative; per il mio primo rapporto mi attendo qualcosa di speciale. Lui si scusa, incolpa l’eccitazione del momento, promette che si farà perdonare. Ci abbracciamo e baciamo a lungo. La sera andiamo a cena in una trattoria romantica, poi andiamo in un piano bar, luci soffuse e musica d’ambiente. Infine torniamo a casa. Io vado in bagno a prepararmi per la notte, mi lavo accuratamente ed indosso una sottoveste di seta comprata per l’occasione. Quando esco lui indossa un pigiama di cotone, a righe. Secondo me un regalo di mamma. Ci baciamo lui mi accarezza il seno, poi scende alla vulva, la manipola e mi bagno. Scende a baciarla, le dà tanti baci intorno e sopra, a quel punto valuta io sia pronta e si mette tra le mie gambe per penetrarmi, appoggia il glande e spinge, avverto come uno strappo dentro di me, lui entra tutto ed inizia a muoversi. Mi eccito, ora mi bagno molto, il mio corpo si muove per agevolare i suoi movimenti. E lui viene, mi riempie del suo seme, ansima. Dopo dieci secondi estrae il pene e mi domanda:
A. ‘Tutto bene amore? Ti &egrave piaciuto?’ io dico di si, lo bacio e abbraccio. Pensavo sarebbe stato più intenso, più travolgente ma non ho metri di paragone se non i romanzi che ho letto. Lì la cosa &egrave ben diversa!
Da quella volta, comunque, abbiamo avuto rapporti regolari, tutti i fine settimana. In macchina, a casa mia, a casa sua. Dove riuscivamo, erano rapporti piacevoli, nulla di travolgente, ma gradevoli. Come anticoncezionale usavamo i preservativi, ma a Novembre non mi arrivano le mestruazioni, prendiamo il test e verifichiamo che sono incinta. Mi crolla il mondo addosso, niente università, matrimonio, trasferimento a Torino, responsabilità di una casa. Alberto, invece, sembra felice della cosa.
Durante il viaggio di nozze la nostra intesa sessuale migliora, abbiamo rapporti giornalieri e sono soddisfacenti. Monotoni ma piacevoli. Rientrati in Italia, a forza di discussioni ottengo di cambiare l’arredamento di casa. Scelgo mobili chiari, moderni. L’altarino di mia suocera lo confino in una nicchia nella nostra camera da letto. Oggi posso dire che fu una scelta sbagliata: solo un paio di giorni fa Alberto mi ha confessato che la presenza della foto della madre lo inibiva. Che coglione, dopo oltre ventisei anni me lo dice!
Nel periodo della gravidanza, fortunatamente non soffro quasi nulla per le nausee, avverto un bisogno crescente di sentirmi desiderata, invece, a partire dal quinto mese, lui mi sfugge. Capisco che non mi trova attraente, effettivamente ho una pancia molto pronunciata, tanti mi chiedono se attenda due gemelli. La cosa &egrave frustrante, mi sento respinta.
In quel periodo ho delle piccole perdite e la mia ginecologa mi consiglia una visita con il primario. Vado nel suo studio che &egrave vicino a casa mia, in un palazzo lussuoso. Il professore &egrave basso, con una pancia pronunciata ed ha più di cinquant’anni. Alla visita &egrave presente la sua assistente, una giovane dottoressa con un bel viso, alta come me, oltre il metro e settanta. La visita &egrave molto accurata, esegue anche la palpazione mammaria in maniera troppo prolungata. Mi imbarazza quando chiama l’assistente per mostrarle parte delle mie intimità. Terminata la visita mi rivesto dietro il paravento e mi accomodo davanti alla sua scrivania, una scrivania imponente, massiccia.
P. ‘Mia cara ragazza, la gravidanza procede bene, non vi sono pericoli né per lei né tantomeno per il feto’ sono sollevata
P. ‘Sulla base dell’esame fisico, però, rilevo che lei ha problemi in famiglia’ non comprendo ma sono concentrata ad ascoltare cosa dice il professore, l’assistente &egrave seduta su uno sgabello alle mie spalle.
P. ‘Purtroppo vi sono uomini che nel periodo della gravidanza perdono interesse per la femmina e si occupano solo della futura mamma. Invece &egrave un periodo in cui la donna ha bisogno di essere desiderata ed amata. Soprattutto durante il secondo trimestre della gravidanza l’assenza di sfoghi sessuali può produrre accumuli ormonali che causano depressione, insoddisfazione e, a lungo andare possono nuocere al feto. Lei, oggi, &egrave in questa condizione’ sono rossa come un peperone, vorrei sapere come lo ha capito, da cosa si vede. Ma sento lo sguardo dell’assistente sulla mia nuca e mi limito ad un cenno di assenso. Lui mi incalza:
P. ‘Prenda un appuntamento con la mia assistente e vedremo come superare questo problema. Eventualmente venga con il coniuge’ non mi chiede se voglio un appuntamento, me lo impone. Mi saluta ed esce, al suo posto si accomoda l’assistente, ora che la vedo da vicino &egrave una bella donna, avrà al massimo trent’anni, indossa un camice che contiene a fatica il suo seno, &egrave molto formosa. Mi colpisce l’assenza di un colletto sotto il camice bianco, un pensiero mi coglie: sotto potrebbe anche essere nuda!
Mentre formulo questi pensieri l’assistente nota il mio sguardo sul suo seno e mi chiede:
A.’Allora, pensa di venire da sola o con il marito?’ io chiedo, incerta:
M. ‘Non ho ben capito la differenza ed in base a cosa devo scegliere’. Lei mi fissa negli occhi:
A. ‘Parlando francamente, se voi avevate una sessualità piena ed appagante prima della gravidanza può venire accompagnata, altrimenti &egrave inutile’per chiarezza, se copulavate almeno tre volte a settimana possiamo fare un appuntamento con il marito, altrimenti &egrave meglio senza!’ io arrossisco e fisso l’appuntamento da sola.
Il giorno dell’appuntamento sono nervosa, in cosa consisterà la visita? Mi preparo con cura, un po’ di trucco, un abito che fascia le mie curve, reggiseno e mutandine di pizzo, piuttosto ridotte. Mi sento bella, certo ho il pancione ma il seno &egrave cresciuto, la pelle &egrave luminosa, le gambe sono rimaste magre e belle. Arrivo in studio, sono sola, l’assistente mi fa accomodare e mi ordina:
A. ‘Avvolga la gonna in vita ed abbassi le coppe del reggiseno facendo uscire le mammelle’ non vedo il paravento e devo spogliarmi di fronte a lei, sto per togliere le mutandine e lei mi ferma:
A. ‘Mutande e scarpe le tenga, sarà il professore a decidere se toglierle. Si accomodi sul lettino, le gambe sui supporti’ In questo stato, in parte vestita ed in parte no, mi sento più nuda di quando sono totalmente nuda, mi metto in posizione ed arriva il professore, saluta cordialmente e si posiziona tra le mie gambe. Scosta le mutandine ed inizia ad esplorarmi la vagina, noto che non indossa i guanti, entra in me a mani nude. Ha le dita calde, bollenti e molto esperte. Tocca dei punti che mi stimolano fortemente, la vagina si bagna. Il professore mi parla:
P. ‘Mia cara, per fortuna vedo che le sue reazioni sono positive. Molto bene, quindi questa astinenza &egrave prodotta dal marito. Purtroppo vi sono uomini che non apprezzano la bellezza botticelliana di una donna gravida. Sono poveri di spirito e perdono dei piaceri esclusivi, che durano pochi mesi, i seni floridi, la vulva piena, morbida e carnosa, l’incarnato luminoso. Mi dica mia cara, lei quante volte si masturba?’ io sono eccitata e fatico a restare ferma, rispondo con difficoltà:
M. ‘Non mi masturbo, mai professore’ noto che l’assistente &egrave di fianco al professore e osserva le mie intimità, la cosa mi provoca un brivido, mi sento oscena, oscenamente provocante. Godo, &egrave l’orgasmo più forte che abbia mai provato prima! Forse &egrave perch&egrave mi osservano, non ho il tempo per pensarci, il professore riprende a parlare:
P. ‘Mia cara, male, se il marito latita la masturbazione &egrave un buon surrogato. La usi tutte le volte che le sembra utile, anche più volte al giorno. La signora mi sembra pronta, cosa ne dice dottoressa? Il marito &egrave in sala d’attesa?’
A. ‘No professore, &egrave venuta da sola. Per il resto verifico se &egrave pronta’
P. ‘Peccato non ci sia il marito’
L’assistente prende il posto del dottore e introduce due dita dentro di me, sono fredde e mi toccano il punto G, stimolandolo. Sono attraversata da brividi, tremo e colo un rivolo di umori dalla vagina. Quindi taglia le mie mutande e le butta in un angolo.
A. ‘Si professore, &egrave pronta e molto ricettiva ‘, a bassa voce sussurra ‘una vera porca’ ma lo sento. Il professore si rivolge all’assistente che si inginocchia ai suoi piedi, gli apre il camice, gli abbassa pantaloni e mutande e prende in bocca il suo membro. Io osservo e vedo che il professore &egrave piccolo, obeso, brutto, ma molto dotato. L’assistente apre due bottoni del camice, estrae le mammelle dalle coppe del reggiseno e con quelle massaggia lo scroto del professore. Sale e scende lungo l’asta, lecca il glande, lo succhia e lo massaggia con i capezzoli. Il professore la allontana:
P. ‘Molto brava dottoressa, come sempre. La sua bocca &egrave una certezza. Ora mi dedico alla signora’ e avvicina il glande alla mia vulva, lo appoggia e lo introduce un paio di centimetri. &egrave come se un ferro rovente volesse penetrarmi, inarco la schiena. Il professore mi parla:
P. ‘Ora mia cara noi riprenderemo la seduta con la telecamera, &egrave una tutela per dimostrare la sua collaborazione partecipativa. Ora quando glielo chiederò lei mi dirà ‘Si, lo voglio’ ha compreso?’ in quel momento farei qualsiasi cosa per sentire quell’asta magnifica tutta dentro di me.
M.’Si, lo voglio’
P. ‘Bene, dottoressa si prepari. Mia cara vuole che riprendiamo la seduta odierna?’ ripeto il mio assenso e subito dopo il professore mi entra fino in fondo, sbatte sul mio utero facendomi gridare di piacere. Il suo membro mi riempie totalmente e mi fà godere, subito sono scossa dai brividi, inarrestabili. Il professore mi scopa a lungo, con ritmo regolare e movimenti ampi, esce quasi tutto e rientra in me. Provo diversi orgasmi, &egrave magnifico. Infine sento il cazzo gonfiarsi ed eruttare dentro di me, tanti getti di sperma che mi allagano. Il professore estrae l’uccello e subito l’assistente si inginocchia e lo pulisce con la bocca, lo lecca, lo succhia, lo pulisce con passione e dedizione.
P. ‘Ottimo lavoro dottoressa, come sempre. Ora le affido la paziente, completi lei il trattamento. Arrivederci mia cara’ ed il professore esce. La dottoressa si inginocchia tra le mie cosce ed inizia a leccarmi. La sua lingua mi provoca un piacere sublime, intinge due dita nel seme del professore e me le porge da leccare, io ubbidisco. Ripete la manovra più volte. Mi sento veramente”una porca. Non ho mai goduto tanto nella mia vita. Dopo alcuni lunghi minuti la dottoressa mi fa alzare, mi aiuta a coprirmi e mi accompagna all’uscita, sulla porta mi infila la lingua in bocca, ho un ultimo brivido di piacere.
Dopo la seduta con il professore sono stata male, a livello morale trovavo ingiusto tradire il padre di mio figlio. Avevo compreso che lui non era un amante capace, ma poteva migliorare. Nel frattempo ho seguito i suggerimenti del medico in merito alla masturbazione, tutte le volte che ne avevo l’estro mi masturbavo, dolcemente e con soddisfazione. Alla nascita del bimbo, battezzato Mario in ricordo della madre di Alberto, ho compreso che tutto il mio impegno sarebbe stato dedicato a lui. Quando ha compiuto tre anni ho cercato e trovato un lavoro part time, in una agenzia di assicurazioni. Alberto, ovviamente, non ha fatto carriera e il mio stipendio mi ha permesso di offrire a Mario tutto il necessario per prepararsi ad un futuro di successo. Fisicamente ha preso i geni della mia famiglia, alto, biondo. Ha praticato diversi sport ed ha un fisico muscoloso senza essere un palestrato. A scuola ha sempre avuto risultati buoni ed io ho integrato gli studi con corsi di lingua francese ed inglese, che ora parla correttamente. Anche le vacanze sono state dedicate alle lingue straniere. Il rovescio della medaglia? Così bravo, appena si &egrave laureato in ingegneria meccanica, ha avuto una offerta da una multinazionale del settore auto, un’occasione da non perdere, ma si &egrave dovuto trasferire a Bruxelles. Quindi sono rimasta sola, con Alberto. Non mi sono abbattuta, mi sono dedicata un po’ a me, concedendomi piccoli lussi, la palestra con dei corsi di danza, dei massaggi, e il pranzo fuori casa. In un piccolo bar vicino al mio ufficio. Così mi pare di mangiare in compagnia, &egrave sempre molto frequentato e si possono scambiare due chiacchiere senza difficoltà. Un giorno, saranno stati tre mesi fa, mi si avvicina un cliente abituale e mi chiede ospitalità al tavolo, non ci sono posti e lui ha un appuntamento tra mezz’ora. E’ un bell’uomo, fisico asciutto, bel viso, non altissimo ma più alto di me. Capelli e barba curati. Gli faccio segno di accomodarsi, si presenta: Paolo, ha una agenzia immobiliare che affaccia sul corso dove si trova il bar. La pausa pranzo si prolunga per oltre un’ora, l’appuntamento era una scusa, ma il tempo scorre in maniera piacevole per entrambi. Da quel giorno la pausa pranzo &egrave il momento più bello della giornata. Lui mi dice che per lui &egrave lo stesso. Dopo alcuni giorni di pause pranzo trascorse a chiacchierare e a verificare le nostre affinità, arriva un giorno in cui Paolo non arriva, scopro che mi manca, lo attendo fino alle due, poi ancora quindici minuti, mi rassegno ad uscire, dispiaciuta. Appena fuori dalla porta mi sento chiamare, e lo vedo correre, trafelato, verso di me, il cuore mi balza nel petto, corre per me, gli mancavo! Si scusa, ha dovuto definire una trattativa importante, poi &egrave arrivato più in fretta che poteva. Ci scambiamo i numeri di cellulare, lui non ha pranzato, brindiamo all’affare concluso con un Prosecco.
Un giorno, poco dopo questo evento, Paolo &egrave in ritardo. Mi chiama e mi dice che ha tardato per raccogliere un mandato di vendita, ora deve fare un sopraluogo in una villa in collina, subito perché poi deve restituire le chiavi. Se non ho impegni voglio fargli compagnia? Così possiamo parlare con calma. Io esito un istante e poi accetto. Vado in bagno a ritoccare il trucco, mi guardo, indosso un tailleur giacca e gonna neri e grigio, una camicetta beige. Collant, intimo carino senza esagerare e delle belle scarpe decolt&egrave nere. Ho una passione per le scarpe. Perch&egrave mi preoccupo dell’intimo? Mi sorrido allo specchio. Esco dal bar e Paolo mi attende sulla sua Audi Q5 nera e con interni in pelle, bellissima. Io amo le auto, questa &egrave una cosa in comune con Paolo. Ci salutiamo con un bacio sulla guancia e partiamo per la collina. Durante il tragitto non parliamo molto, io sono nervosa ed incerta. Mi attendo che lui provi a baciarmi ma come reagirò? Non ho certezze, una parte di me lo desidera, finalmente dopo tanti anni dedicati a Mario posso pensare a me stessa. Ma, temo di far la figura della donna facile. Sarebbe il colmo dopo tanti anni di fedeltà ed astinenza. Sorrido tra me e me: in pratica vorrei dargliela dopo avergliela fatta sospirare.
Arriviamo ad una villa con una splendida vista su Torino, &egrave una giornata soleggiata e il panorama spazia fino alle Alpi. Paolo scatta alcune foto, quindi entriamo all’interno. La villa &egrave ancora parzialmente arredata, i proprietari vogliono trasferirsi presso la figlia, all’estero e desiderano venderla. Giriamo per le stanza scherzando, in camera da letto cala un silenzio teso e carico d’aspettative. Non succede nulla e ne sono delusa, non mi pareva timido. Mentre osservo il panorama da una vetrata del salotto lo sento avvicinarsi da dietro, mi bacia il collo, io non mi ritraggo, continua a baciarmi, con passione e voluttà. In dieci secondi la giacca vola via, mi apre la camicia, mi abbassa le coppe del reggiseno scoprendo le mammelle. Non lo credevo così focoso e intraprendente. Apre la gonna che scivola a terra. Mi bacia e mi lecca, si inginocchia di fronte a me, con i denti pratica un buco nei collant, lo allarga con due dita. Il cavallo &egrave completamente aperto, scosta le mutande, con le dita scopre il clitoride e la lingua si concentra a leccarlo. Io smanio:
M. ‘Mio Dio, mio Dio!! mi fai godere’.impazzisco’.godo.’ arriva il mio primo orgasmo, inatteso e travolgente. Sono ancora in piedi. Mi sdraio sul divano, lui estrae il pene, mi prende la mano e mi ordina:
P. ‘Mettilo dentro, nel suo nido’ io ubbidisco e provo un piacevole sensodi calore e di riempimento, lui si muove dentro di me, mi prende la mano destra e la porta ad appoggiarsi sul monte di venere, inizio a muoverla intorno al clitoride, lui mi strizza i capezzoli, mi fà male, ma l’unione di dolore ed eccitazione mi porta ad un secondo orgasmo. Mi fa mettere alla pecorina e finalmente si sfila pantaloni e mutande, si posiziona dietro di me e, nuovamente, mi ordina:
P. ‘Prendilo in mano e portalo nel nido’ allungo la mano tra le mie gambe, prendo il suo cazzo, umido dei miei umori, e lo guido dentro la mia vagina. Dio come lo sento, entra tutto agevolmente, fino a sbattere contro il fondo dell’utero, strappandomi un urlo di sorpresa e piacere. La mano destra &egrave ancora attorno al fusto dell’uccello, lui la guida nuovamente sul clitoride che inizio a stimolare. Lui posiziona le mani sui glutei, e li massaggia avvicinandosi all’ano. Lo penetra con il pollice, io mi inarco e mi lamento:
M. ‘No, li no! Non lo ho mai fatto’ lui continua a scoparmi ritmicamente e a muovere il dito nel mio culo, ruotandolo.
P. ‘Tranquilla, non ti forzo in nulla, ti aiuto a prepararti’ che preveda come ineludibile il rapporto anale mi turba; con la mano libera si attacca ad una mammella e la stringe. Accelera il ritmo e la respirazione, capisco che stà per venire, mi muovo verso di lui e ruoto il bacino, per aumentare le sensazioni. Paolo ruggisce e viene, grida mentre mi riempie di sperma. Anche io raggiungo l’apice del piacere. Crollo sul divano, lui esce da me e si siede, massaggiandomi le gambe e il sedere. Io mi giro e metto la testa sul suo grembo, lui mi prende i capelli con la mano e mi guida a pulirgli l’uccello. Io rammento come l’assistente avesse pulito il cazzo del professore e replico il lavoro al mio amante che pare apprezzarlo. La sua mano sulla testa guida il mio ritmo in base al suo piacere.
P.’Brava Marina, così”..prendilo tutto in bocca” pompalo” così, molto brava ”’.minchia me lo fai tornare duro’ effettivamente lo sento indurirsi nella mia bocca. Non ho esperienza, ma voglio far godere il mio uomo e questo &egrave un elemento decisivo. Siamo entrambi eccitati. Lui ora &egrave nudo io indosso i collant strappati e le scarpe, gli succhio il cazzo con tutta la voracità del mondo.
P. ‘Così mi fai venire, vuoi che ti venga in bocca?’ non lo ho mai fatto con Alberto ma ora lo voglio. Faccio un cenno di assenso con il capo, lui mi solleva la testa tirandomi per i capelli.
P. ‘Hai capito che se ti vengo in bocca devi ingoiare? Non pensare di sputare o altre bambinate del genere’. Non ho mai ingoiato, ma la situazione non mi offre tante alternative
M. ‘Si, ingoio tutto’ rispondo in un soffio. Lui mi bacia e poi mi porta di nuovo sul cazzo, mi lascia i capelli e mi sfida:
P. ‘Fammi vedere, ero convinto non fossi così brava, devo ricredermi. Fammi ricredere’ io inizio a salire e scendere lentamente sull’asta, lo bagno abbondantemente con la saliva, quindi lo sego con una mano e lo succhio. Scendo a leccare i coglioni, ma mi mancano le sue indicazioni, mi sembra che la situazione sfugga al mio controllo, mi sale l’ansia.
M. ‘Dimmi cosa ti piace di più, aiutami a farti godere’ gli chiedo, lui sorride e torna a prendermi i capelli nella mano destra, riprende a guidarmi, mi sento rassicurata.
P. ‘Brava, vuoi farmi godere? bravo il mio amore ‘.pompami, così”..intanto sgrillettati””..così ”’così, dai che vengo’.. siiii ti riempio’ e gode, per fortuna &egrave il secondo orgasmo e non emette tanto sperma, esce una grossa goccia che ingoio assaporandola. Temevo un gusto schifoso, invece il gusto non &egrave sgradevole, il problema &egrave mentale, ti senti sottomessa e porca, devi essere disposta ad accettarlo.
Dopo la gita in collina sono stata preda dell’insoddisfazione, non rimorsi verso Alberto che non si merita nulla, mi ha fatto fare una vita noiosa e misera, non mi ha mai soddisfatto ed &egrave fondamentalmente egoista. Insoddisfazione non perch&egrave Paolo non sia un amante capace, tutt’altro. Insoddisfazione per il tipo di rapporto instaurato, io bramavo un po’ di romanticismo, di poesia, d’amore. Invece Paolo era stato troppo pragmatico, per le mie aspettative. Il giorno dopo non sono andata al bar e non ho risposto alle telefonate di Paolo. Non sono andata al bar per otto giorni, poi ho deciso di tornare, mi mancava il pranzo il compagnia. Ovviamente non c’era Paolo ma, non credo casualmente, si &egrave manifestato quando stavo uscendo, mi ha salutato con allegria, non sembrava offeso o urtato, però era felice di vedermi. Mi riempie di complimenti e mi propone di accompagnarlo in ufficio, ho il pomeriggio libero ed accetto. Arrivati all’ufficio entriamo nell’androne del palazzo e saliamo al terzo piano dove Paolo ha un alloggio d’appoggio, un trilocale moderno e luminoso, mi chiede se ho voglia di preparargli qualcosa da mangiare, la dispensa &egrave spoglia ma riesco ad organizzare un risotto al vino bianco. Mentre cucino, sollecitata da lui, mi apro e manifesto insoddisfazioni e aspettative. La sua risposta pacata mi spiazza:
P. ‘Amore mio, &egrave colpa della mia passionalità, sei così eccitante, mi piaci così tanto che sono stato travolto dalla passione. Io ti amo, ti desidero. Spero che potremo vivere tanti bei momenti insieme. Il matrimonio con Alberto non mi pare ti soddisfi, io sogno di offrirti molto di più’. Questo discorso, tenuto con tono pacato e sincero, mi colpisce. Ci abbracciamo, gli dico che questi giorni senza di lui mi sono sembrati eterni. Ci baciamo, sento le sue mani calde infilarsi sotto la mia maglia e sollevarla, arrivano al reggiseno, fa uscire i capezzoli dalle coppe e li tormenta, io mi eccito. La maglia vola via, subito seguita dalla gonna, indosso stivali e collant. Lui prende delle forbicine e apre il cavallo delle calze, mi taglia le mutande e mi accarezza, sono fradicia. Lui mi chiede:
P. ‘Amore mio, sei eccitata?’ le sue dita mi aprono la vulva ed entrano nella vagina. Riesco solo a fare un segno affermativo con il capo.
P. ‘Amore cosa vuoi fare?’
M. ‘Voglio fare l’amore con te’
P. ‘Tu sei la mia amante, e io non sono Alberto! Noi scopiamo, il mio cazzo entrerà in tutti i tuoi buchi, anche in questo bel culetto vergine. E mi chiedersi, mi implorerai di scoparti il culo. Ora tirami fuori il cazzo dai pantaloni’ io sono succube, voglio essere succube. Gli apro la cintura e i bottoni, abbasso calzoni e mutande, con frenesia. Paolo mi deride:
P. ‘Amore mio che foga, cosa vuoi, dimmi’ io lo fisso, so cosa vuole:
M. ‘Voglio che mi scopi, voglio il tuo cazzo. Dammi il cazzo’ lui mi accarezza, come fossi un cane ai suoi piedi e si complimenta per la mia intelligenza. Mi fa appoggiare con la schiena al muro, allargo le gambe, lui mi prende sotto le ginocchia e mi solleva.
P. ‘Mettilo dentro’ mi ordina, io guido il cazzo dentro di me. E Paolo mi scopa, in piedi, contro il muro, sono aggrappata al suo collo e stringo le gambe ai fianchi. Il suo cazzo mi sembra una enorme spada di fuoco che mi apre. Mi porge un dito:
P. ‘Leccalo, bagnalo per bene’ non ci vuole molta fantasia per comprendere la finalità di questa manovra. Infatti lui subito porta le mani a sostenermi sotto il sedere e mi titilla lo sfintere con il dito che ho lubrificato. Entra superando gli sfinteri senza problemi. Chiudo gli occhi, la sensazione mi eccita e emetto un OHHH di piacere. Paolo mi incalza:
P. ‘Bello vero? Vedrai, quando sarai pronta godrai da matti a prenderlo in culo. Tu sei un’amante calda, ti farò godere totalmente’ in quel mentre accelera il ritmo, inizio a gridare di piacere e lo fa’ anche lui. Veniamo insieme, &egrave bellissimo.
Ora sono consapevole di cosa pensate: sei incoerente, parli di amore romantico e ti fai scopare in piedi, come una puttanella qualsiasi. Avete ragione, ma per ventisei anni a288;ventisei anni, non due mesia289;il mio piacere sessuale era come una brezza primaverile. Ora scoprivo che poteva essere un tornado tropicale. Comprendete la differenza? Dovevo restare fedele ad Alberto? Lui meritava la mia fedeltà? Cosa ha fatto per meritarla. E poi non credo che la qualità più ricercata in una donna sia la coerenza. Intanto sono tornata con i piedi per terra, Paolo mi bacia ed abbraccia, mi prende per mano ed andiamo in camera da letto. Una parete scorrevole, con ante rivestite a specchio cela un armadio, un altro specchio molto grande riveste unla parete, infine vi &egrave la porta d’accesso al bagno. L’arredamento consta di un grande letto, due comodini e due poltroncine. Paolo ed io ci sdraiamo continuando a coccolarci, mi bacia il collo, i seni, la pancia. Poi si stende al mio fianco e mi porge il pene, ammosciato dopo l’orgasmo.
P. ‘L’altro giorno, alla villa, mi hai eccitato talmente tanto che pochi minuti dopo l’orgasmo ero nuovamente pronto. &egrave strano perch&egrave noi uomini, dopo l’orgasmo, abbiamo un periodo refrattario in cui non ci eccitiamo facilmente. Il fatto che con te si sia di nuovo drizzato depone a tuo merito. Vediamo se era un caso o sei proprio così”’ tace alcuni secondi, io lo guardo e capisco che vuole che completi la frase:
M. ‘Così maiala. Ti farò vedere di cosa sono capace, con il tuo sostegno’ gli imbocco l’uccello mentre gli massaggio lo scroto ed abbasso il prepuzio lasciando il glande scoperto. Lui si gode alcuni minuti di questo trattamento, poi mi chiede di salirgli sopra, al contrario. Mi lecca la vulva con voracità, dopo alcuni secondi sono colpita da un pensiero: lui mi &egrave venuto dentro e non mi sono lavata! Un brivido d’eccitazione mi attraversa, intanto lui sale fino a leccarmi lo sfintere, sento la lingua bagnarmi e cercare di aprire il buchino, Paolo solleva le gambe, così mi trovo con il suo culo a portata di lingua, comprendo che devo restituirgli il servizio e lecco lo sfintere e tutta la zona circostante. Il pene inizia a gonfiarsi, intanto lui lubrifica un dito con i miei umori e mi entra nel sedere. Sospiro, la mia eccitazione cresce.
P. ‘Anche tu, massaggiami la prostata’ mi incoraggia Paolo, infilo l’indice in bocca e lo bagno, poi colo un filo di saliva, appoggio il mio dito e penetro gli sfinteri. Paolo mi incita a continuare. Lo muovo dentro di lui, il cazzo gli si inturgidisce, Dio che meraviglia di cazzo ha, prendo in bocca il glande e lo lecco, lo succhio, lo infilo in profondità. Sono così concentrata ed eccitata che non ho notato i movimenti di Paolo, sento un gel freddo che mi lubrifica il buco, lui lo spalma anche dentro lo sfintere, più in profondità possibile, immediatamente sento un oggetto sferico che si appoggia al mio buchino, lo allarga e mi penetra, non sento dolore, solo un senso di allargamento e di riempimento. Quando &egrave entrato inizia a vibrare, sento le vibrazioni che mi attraversano la spina dorsale e arrivano al cervello.
P. ‘Amore guarda lo specchio, direi che abbiamo inaugurato un nuovo percorso dell’amore, una nuova via del piacere’ mi dice. Osservo lo specchio, un dildo &egrave infilato nel mio culo per metà e vibra, vibrazione e situazione mi eccitano molto, sono nuovamente bagnata. Ho sentito di donne che sono state traumatizzate nella loro prima esperienza anale, per me tutto sta succedendo in modo semplice, quasi naturale. Anche Paolo &egrave in piena erezione, il suo cazzo &egrave rigido e caldo ed io continuo lavorarlo con la bocca.
P. ‘Sei bravissima amore, me lo hai fatto tornare duro. Cosa ne dici se gli facciamo provare questo bel culetto?’
M. ‘Come vuoi, &egrave la prima volta per me’
P. ‘No, amore mio, ti ho spiegato che io farò quello che tu vorrai. Devi essere tu a chiedermi di ficcarti il cazzo in culo ‘ mentre mi dice questo si sposta da sotto il mio corpo, mi gira con la schiena sul materasso e mi tiene le gambe sollevato. Il mio culo in questa posizione &egrave offerto a lui, muove il dildo estraendolo e introducendolo per alcuni centimetri, sempre mentre vibra.
M. ‘Sei un porco, quanto sei porco, ma mi piace. Ficcami il cazzo in culo, lo voglio’forza non meniamola troppo per le lunghe’ gli chiedo, lui sorridea307;questo voleva, che io lo pregassi di fare ciò che vuole. Estrae il dildo, prima che lo sfintere si richiuda appoggia il suo glande e lo spinge in me. Entra senza sforzo apparente, grazie al lubrificante mi riempie. Lui mi domina, &egrave in ginocchio tra le mie cosce e mi tiene le gambe sollevate e aperte. Si muove dentro di me:
P. ‘Ti piace, lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. Dillo che ti piace il cazzo in culo, che sei la mia troia.’ io provo sensazioni nuove, gradevoli, psicologicamente mi sento sexy, desiderata e, perch&egrave no, porca.
M. ‘&egrave vero, sono la tua porca, inculami che mi piace, scopami il culo”si, così’ Paolo viene dentro di me riempiendomi l’intestino di sborra. &egrave una sensazione di appagamento, mi rilasso mentre Paolo si stende al mio fianco. Abbracciati siamo colti da appagamento e stanchezza.
Dopo alcuni minuti Paolo si riprende:
P. ‘Purtroppo devo andare, ho un incontro tra poco. Mi faccio la doccia e vado. Ti lascio le chiavi sul tavolo, la casa &egrave nostra, tua e mia. Usala come credi. Ti lascio un buono per l’estetica sul corso, ti farà la depilazione alla brasiliana, vedrai che bella. Che anticoncezionale usi? Hai un ginecologo? Altrimenti ti fisso un appuntamento con un mio amico.
Si &egrave vestito, un bacio ed esce, dandomi appuntamento a domani. Mi tocco lo sfintere, &egrave chiuso e non mi fa male, mi dirigo verso il bagno. Sono appagata, ho goduto tanto.

Da quel giorno la storia tra me e Paolo si &egrave consolidata ed assestata. Sono cambiata molto, esternamente ho iniziato a curare di più il mio abbigliamento ed il mio aspetto, internamente la mia autostima &egrave cresciuta, mi sento amata e desiderata da un uomo affascinante e di successo. Il mio look si &egrave evoluto secondo i desideri del mio uomo, solo e sempre gonne, fascianti e corte sopra il ginocchio. Calze o collant aperti sul cavallo, lingerie molto curata e di dimensioni ridotte o ridottissime. Maglie o camicie aderenti. La depilazione integrale &egrave la norma. Ho anche modificato pettinatura, ho fatto crescere i capelli che raccolgo in una coda o uno chignon quando sono con Paolo. La nostra intesa &egrave favolosa, non abbiamo più parlato di convivenza, ma sinceramente la situazione attuale mi soddisfa, con Alberto viviamo come fratello e sorella e con Paolo ho un amante. Diciamo che faccio il tipo di vita che non ho potuto fare in gioventù. Un mesetto fa Paolo ha una sorpresa, avevamo finito di fare l’amore, io ero accoccolata contro di lui quando mi ha detto:
P. ‘Amore, domani ci vediamo più tardi. Verso le tre, indovina con chi pranzo?’ ovviamente non lo posso sapere.
P. ‘Con il cornuto!’ chiamiamo così mio marito tra noi.
P. ‘Settimana scorsa ho dovuto andare nella filiale dove lavora per un mutuo. Il direttore mi ha appoggiato per l’operazione ad un cassiere che ho scoperto essere lui. Era un’occasione troppo ghiotta, ne ho approfittato per conoscerlo. Abbiamo preso un caff&egrave e si &egrave attaccato come una cozza. Non mi mollava più. Abbiamo combinato per pranzare insieme, poi ti racconto tutto’ io non capisco cosa voglia da Alberto ma non mi dispiace che verifichi di persona la sua pochezza. Il giorno successivo Paolo &egrave entrato in casa ridendo, io lo attendevo indossando una vestaglia di seta color perla, così corta da coprire appena le mie natiche.
M. ‘cosa ti fa ridere tanto?’ gli chiedo, lui mi bacia lungamente poi mi parla:
P. ‘Come hai fatto ad innamorarti di quel cretino?’ mi chiede baciandomi, le sue labbra morbide mi piacciono molto
M. ‘Ero giovane, avevo diciannove anni’ rispondo. Le sue mani hanno aperto e sfilato la sottoveste, indosso solo le scarpe. Mi tocca:
P. ‘Pensavo di trovarti bagnata’pronta per me. ‘
M. ‘Scusa, non sapevo quando saresti arrivato’
P. ‘Mostrami quanto mi desideri’ so molto bene cosa intenda con questa frase. Mi inginocchio, slaccio i pantaloni e li sfilo, con le mutande. Imbocco il cazzo e mi dedico a lui, leccando e sollecitando i suoi punti preferiti. Intanto mi stimolo il clitoride: lui mi vuole pronta per scopare.
P. ‘Brava amore, intanto ti racconto del cornuto. Siamo andati in una trattoria, ho offerto io ovviamente. Tra il cibo ed il bere ha iniziato ad aprirsi e mi ha raccontato tante cose interessanti. Mi ha confidato di avere una bella moglie, mi ha mostrato una tua foto in costume, ma dopo tanti anni i rapporti si sono raffreddati’ io rido
M. ‘Non sono mai stati neanche tiepidi’ mi prende la coda e mi tira sù, io mi alzo in piedi, ubbidiente. Mi guida verso il tavolo, mi posiziono appoggiando i gomiti, apro le gambe, lui &egrave dietro di me. Con la mano guido il suo cazzo dentro la figa. Dio mio come mi piace sentirlo entrare. Mentre si muove si diverte a raccontarmi le confidenze di Alberto:
P. ‘E così mi ha confidato di questo raffreddamento, nulla di grave, ha specificato, ma forse il vostro rapporto ha bisogno di qualche nuovo brivido. Ho chiesto cosa intendesse e mi ha confessato che forse una persona che ti corteggiasse avrebbe potuto movimentare il matrimonio. Gli ho prospettato l’ipotesi che questo corteggiatore possa aver successo e lui non si &egrave dimostrato indispettito. Ora devo approfondire la questione ma la cosa mi intriga’ . Intanto accelera il ritmo e viene dentro di me, anche io godo, i miei umori colano abbondanti dalla figa; come godo insieme a lui. Mi giro e, in ginocchio, gli pulisco l’uccello con la lingua, &egrave un atto di devozione tradizionale ormai.
Due giorni dopo, arrivo nel nostro nido e lui mi ha preceduto, sta lavorando con il PC:
P ‘Amore mio, vieni, ti stavo aspettando’ mi avvicino e lo bacio appassionatamente. Sta navigando su un sito di incontri.
P. ‘Ti ricordi che il cornuto mi aveva mostrato una tua foto ‘ faccio un cenno affermativo con la testa
P. ‘Bene, me la sono fatta mandare ‘ io sono sorpresa
M. ‘E lui ti manda una mia foto in costume? Ma &egrave pazzo?’ a riprova Paolo mi mostra lo smartphone con una mia foto in costume della scorsa estate.
P. ‘Ho capito che questa sua disponibilità doveva nascondere qualcosa. Ho un programma che confronta una immagine con quelle presenti su internet, mi serve per evitare truffe o menzogne. Lo ho utilizzato ed &egrave emerso che il cornuto la ha pubblicata anche su due siti di incontri, viene a vedere’ mi avvicino e osservo lo schermo. L’annuncio recita ‘Cerco persona in grado di trasformare mia moglie, bella ma fredda, in un animale da monta. Disponibile ad un ruolo inizialmente passivo’ seguono tre mie foto in costume da bagno con il viso nascosto. Sono incazzata, lo stronzo mi espone in pubblico, afferma che sono fredda e cerca qualcuno che mi scaldi. Paolo sorride e continua:
P. ‘Non solo, su questo sito ha anche pubblicato dei racconti. Vuoi leggere qualcosa?’
M. ‘Sono troppo incazzata, immagino tu possa farmi un riassunti’ lui sogghigna
P. ‘Scrive maluccio, sono tutti racconti a tematica chuckold. Un marito offre la moglie ad un amico o una amica. La moglie scopre le gioie del sesso e poi torna dal marito comportandosi come una assatanata’ io sono ancora più incazzata.
P. ‘Vuoi punirlo?’
M. ‘Certo, per oltre vent’anni non mi fa godere ed ora pare sia io ad essere fredda. Secondo te sono fredda?’
P. ‘Potrebbe aver ragione lui, magari sei fredda e non ti piace il sesso’ mi provoca scherzando. Lo bacio, lui appoggia una mano sul ginocchio e sale lungo la coscia. Io indosso degli stivali in pelle nera, alti fino al ginocchio e con tacchi sottili e sexy. Me li ha regalati Paolo, come molti altri capi d’abbigliamento. La mano arriva alla gonna, e la solleva, scoprendo il perizoma, in pizzo nero trasparente, infila l’indice dentro la mia vulva, mi sfrega il clitoride. Mi apro la camicetta, scoprendo il reggiseno abbinato.
P. ‘Tirati fuori le tette amore’ mi chiede, io abbasso le coppe e espongo il seno. Paolo me lo succhia mentre continua a massaggiarmi il clitoride, ora sono bagnata.
Paolo mi fa stendere sul divano, si posiziona tra le mie gambe e me lo infila dentro. Mi sbatte bene, io alzo le gambe per sentirlo tutto, fino in fondo. Mi piace, lui riprende a parlarmi:
P. ‘Il cornuto vuole vivere un’esperienza chuckold, possiamo fare come dicevano gli dei greci: se vuoi perdere un uomo soddisfa i suoi desideri’ sento il piacere salire dall’inguine verso il cervello. Paolo continua:
P. ‘Domani pranzo con lui e gli propongo di venire insieme a casa mia al mare. E vedremo se tu accetti il mio corteggiamento e cosa succederà. E lo accontenteremo, ti scoperò di fronte a lui, lo umilieremo e realizzeremo i desideri che ha raccontato, ci divertiremo.’ veniamo insieme, lui mi riempie di sborra e mi porge l’uccello da leccare. Lo accontento leccandolo con passione. Dopo riprende ad illustrarmi il suo programma:
P. ‘Il cornuto attende un piccolo incoraggiamento, io lo farò parlare e poi getterò l’esca. Quando te ne parlerà tu cerca di farla passare come una grande concessione, non accettare subito’. Io non sono entusiasta, per quale motivo dovrei soddisfare il desiderio del cornuto? Io sto bene così. Paolo non vuol sentire ragioni, con questa impostazione potremo vederci nel fine settimana, la nostra storia potrebbe sfociare in una convivenza. Alla fine cedo per evitare contrasti.
La sera successiva Alberto &egrave euforico, rientra alla sera e mi parla di questo cliente con cui ha stabilito un rapporto d’amicizia che lo ha invitato a trascorrere il fine settimana al mare. &egrave un uomo di successo, può farci entrare in giri che contano, a sentire lui sembra la svolta della nostra vita. E lui non immagina neanche quanto ciò sia vero. Dopo essermi fatta pregare per un po’ acconsento, lui contatta Paolo e si fissa la partenza per il sabato alle nove e trenta, preparo la valigia con completini intimi, costumi ed abiti sexy. Scelgo le scarpe, in parole povere riempio due valigie, mentre Alberto si accontenta di una sacca da viaggio. Il mattino successivo siamo pronti puntualmente per l’arrivo di Paolo, Alberto ci presenta, io indosso un abito in maglina, aderente e con una scollatura che valorizza il mio decolt&egrave. Lui indossa jeans e giacca blu. Alberto &egrave invitato a sedersi dietro, davanti stiamo noi due, durante il viaggio chiacchieriamo curandoci poco di Alberto, facciamo il programma per il fine settimana. Arrivati a destinazione scopro che Paolo possiede un appartamento che occupa metà di una villa con giardino e piscina. &egrave lussuosa, io e Alberto veniamo assegnati a due camere separate, la cosa non sorprende n&egrave me n&egrave lui. &egrave una bella giornata, soleggiata, io decido di indossare un costume e stendermi al sole. Indosso un bikini bianco e mi stendo. Dopo un’oretta sono raggiunto da Paolo che mi porta una macedonia fresca e si siede con me.
P. ‘Il cornuto &egrave sceso in paese per lasciarci fare conoscenza, rientrerà per le sei’
M. ‘Allora non perdiamo tempo, ho voglia di te’. Mi sfilo le mutande e sollevo la gamba esponendo la vagina, Paolo si abbassa a leccarmi, mi bagno rapidamente, la situazione &egrave eccitante, decido di prendere in bocca Paolo, indossa una tuta, gli abbasso i calzoni e le mutande e lo succhio, scendo a leccare lo scroto e succhio i testicoli, monto a cavalcioni su Paolo, gli porgo i capezzoli da mordere e lo cavalco. Mi ferma, mi mette alla pecorina e mi scopa con le mani sui fianchi. Quindi si sdraia e lascia che lo cavalchi dandogli la schiena, il clitoride sfrega sull’asta e colo umori in abbondanza. Infine anche lui viene, dentro di me. Come sempre, dopo l’orgasmo, gli pulisco tutto il cazzo, soffermandomi sul glande. Quindi mi ordina:
P. ‘Questa sera chiedi al cornuto come devi vestirti, resterai stupita. Lui punta molto su questa serata, vuole vedersi crescere le corna in testa e lo accontenteremo, vedrai’ mi bacia e mi lascia sola, vado a farmi la doccia. Dopo mezz’ora rientra Alberto che mi chiede com’&egrave andato il pomeriggio, gli rispondo che non &egrave stato carino lasciarmi con uno sconosciuto. Avrebbe potuto corteggiarmi, ed un po’, in modo educato lo ha fatto. Lui &egrave eccitato da quello che gli ho raccontato, gli dico che ho bisogno del suo aiuto per prepararmi, sfilo l’accappatoio e resto nuda, inizio infilando perizoma e reggiseno, il reggiseno &egrave a balconcino e lascia scoperto il capezzolo. Provo un paio di abiti, infine opto per un abito fantasia nero e grigio, fasciante sui fianchi e drappeggiato sul seno. Non posso indossare la calze, la gonna &egrave troppo corta, non coprirebbe la balza che le orna in alto. La scollatura &egrave ampia e provocante, le spalle sono scoperte. Infine indosso gli stivali preferiti da Paolo, in pelle nera, con tacco e plateau. Alti sopra il ginocchio. Mi trucco con cura, quando mi specchio mi pare di essere una escort, sexy e provocante. Alberto si complimenta, dice che sono bellissima. &egrave eccitato, vede il traguardo agognato avvicinarsi. Quando scendiamo Paolo resta sorpreso, si complimenta con me e con Alberto, mi bacia sulla guancia, la sua mano mi sfiora il culo. Ci dirigiamo all’auto, Paolo offre ad Alberto la possibilità di provare la sua auto. Io mi siedo dietro mentre ci dirigiamo al ristorante, io e Paolo scendiamo davanti ed Alberto deve cercare parcheggio. Noi entriamo e ci accomodiamo, mi sento osservata dagli uomini presenti.
P. ‘Ci avrei giurato che non avrebbe resistito, che ti avrebbe voluto far vestire da troia. Ed anche tu sei molto sicura di te, per nulla imbarazzata. Brava, stai crescendo molto. ‘ Alberto tarda alcuni minuti, il parcheggio &egrave difficile il sabato sera. Finalmente arriva, ceniamo a base di pesce, Alberto mi riempie continuamente il bicchiere, mentre lui beve acqua perch&egrave deve guidare. La cena &egrave ottima, al termine Paolo paga, Alberto va a recuperare l’auto ed io vado in bagno. Quindi ci dirigiamo verso un locale notturno, saranno vent’anni che non ci vado. Paolo conosce il proprietario ed abbiamo un tavolo nel priv&egrave rialzato rispetto alla pista. Il locale &egrave pieno, parecchi conoscono e salutano Paolo, soprattutto ragazze, giovani e provocanti. Un paio di loro si siedono con noi. Paolo propone di andare a ballare, in pista le due ragazze ballano in modo sensuale, io cerco di adeguarmi, Alberto sembra un pesce fuor d’acqua mentre Paolo &egrave oggetto delle attenzioni di una delle due che struscia il culo contro il suo inguine. Ha un gran seno, che sembra voler uscire dall’abito. Dopo un po’ andiamo a bere al tavolo. Quando torniamo in pista sono io a strusciarmi su Paolo, sento le sue mani sui fianchi, la bocca sul collo. Mi bacia e mi sussurra:
P. ‘Vai dal cornuto e digli che ti sto corteggiando, che ti senti in imbarazzo perch&egrave la cosa ti turba, temi di cedermi. Vediamo lui cosa ti consiglia’ mi stacco da Paolo e torno al tavolo, Alberto &egrave solo, mi siedo vicino a lui per non dover gridare:
M. ‘Alberto, il tuo amico ci stà provando’
A. ‘Ma dai &egrave solo cortesia la sua, figurati’ incredibile
M. ‘Veramente mi ha messo una mano sul culo e mi ha baciato il collo’
A. ‘E tu? Cosa hai fatto? Sei turbata?’ sono basita, in fondo speravo che l’idea di Paolo fosse sbagliata
M. ‘Che cazzo vuoi dire? Sono venuta da te, coglione! Devo dare una sberla ad un tuo amico? Non mi pare una grande idea’
A. ‘Ma ti ha infastidito la cosa?’ dice sorridendo Alberto
M. ‘Ma sei scemo? Tu sei infastidito o ti piace che ti corteggino la moglie sotto gli occhi? ‘
A. ‘In fondo &egrave la prova che sei una bella donna. Dovrebbe farti piacere, ho notato che da alcuni mesi ti vesti in modo più femminile. Ora hai la prova di quanto tu sia bella e sexy. Non mi dispiace che mia moglie sia bella’ che coglione.
M. ‘Ma razza di cazzone che sei, non crederai che Paolo si limiti a scherzare e basta. &egrave un uomo affascinante, ricco, sicuro di se e con mille opportunità a portata di mano. Hai visto quelle troiette come si strusciavano? Se gli dò corda penso che lui mi trombi. E tu? Cosa farai?’
A. ‘Amore, tu fai quello che vuoi, spingiti fin dove ti fa piacere. Io accetterei ogni tua scelta’ io resto a bocca aperta. Me ne vado, mentre raggiungo Paolo raccolgo due offerte di compagnia, il mio look ha successo. Paolo &egrave al bar, con le due ragazzine ed il titolare del locale. Quando arrivo noto che il padrone mi osserva con sguardo voglioso. Probabilmente il mio fascino nasce dall’essere differente dalle altre ragazze nel locale. Paolo mi prende sotto braccio e mi chiede cosa ha detto il ‘cornuto’. Gli rispondo che aveva ragione sotto tutti i fronti, che Alberto mi ha lasciata libera di fare ciò che voglio, che &egrave lusingato del fatto che la moglie sia corteggiata. Paolo ride e mi porta sulla pista, balliamo vicini, dopo mezz’ora mi propone di andare a casa, andiamo da Alberto, abbracciati la gonna &egrave salita e copre a mala pena il mio perizoma.
P. ‘Alberto andiamo a casa e beviamo qualcosa con calma. Vai a prendere l’auto per cortesia’ Alberto sorride e si avvia. Io e Paolo usciamo, mentre l’auto arriva Paolo mi bacia, la sua lingua mi esplora la bocca, il bacio dura a lungo Alberto ci attende in doppia fila. Paolo mi sussurra:
P ‘Il cornuto sarà eccitato. Ora gli diamo qualcosa per pensare. Vieni’ mi abbraccia e mi porta verso l’auto.
P. ‘Albi non ti spiace se io e Marina ci sistemiamo dietro, vero? Abbiamo bevuto un po’ e ci riposiamo.’ Alberto accetta, entusiasta.
Mentre ci muoviamo Paolo continua a baciarmi, mi sfila il perizoma e lo getta sul sedile anteriore del passeggero. Mi bacia e mi masturba, a meno di un metro da mio marito. Sono eccitata:
P. ‘Alberto mi dicevi che tuo moglie &egrave tiepida. Cazzo, meno male che ho i sedili in pelle perch&egrave me li allaga. &egrave fradicia”senti ‘e gli allunga il dito bagnato dei miei umori. Alberto lo tocca, incerto.
P. ‘Non andiamo subito a casa. Mostriamo il panorama a Marina, sali verso l’autostrada, al bivio in alto continua diritto, poi c’&egrave un belvedere da cui si domina il golfo’ mentre ci dirigiamo al parcheggio Paolo mi apre la cerniera del vestito e lo abbassa scoprendomi le tette. Le succhia rumorosamente per provocare Alberto:
P. ‘Che belle tette ha tua moglie, io le preferisco più grosse, di solito, ma le sue sono sode come quelle di una ragazzina’ arrivati al belvedere Alberto parcheggia con il muso verso il panorama.
P. ‘Vieni, mettiti qui, ammira il panorama’ salgo a cavalcioni di Paolo, dandogli la schiena, e mi impalo sul suo cazzo.
P. ‘Racconta ad Alberto, dai’ mi incita il mio amante, io voglio umiliarlo.
M. ‘Mamma mia, mi ha infilato il cazzo dentro. Il tuo amico ha un cazzo magnifico”lo sento che mi riempie” cazzo come mi scopa bene, ‘ godo, sto già godendo. Cazzo che bello’ io grido per l’orgasmo, Alberto si gira, io sono a poche centimetri da lui, impalata sull’uccello di un altro uomo. Allunga una mano a toccarmi una tetta. Lo fermo:
M. ‘Che cazzo fai? Non mi toccare cornuto!’ Paolo ride della mia reazione.
P. ‘Alberto, Alberto, tu con le donne non ci sai proprio fare. Io mica la scopo di mia volontà, prima le ho chiesto se voleva e lei lo vuole. Vero che lo vuoi?’
M. ‘Siii, lo voglio” scopami ” fottimi, fottimi ” cazzo come GODOOO’ grido nuovamente, la situazione mi eccita oltre misura. Paolo &egrave al limite:
P ‘Sto per venire, ti vengo dentro’
M. ‘Siii, vienimi dentro. Riempimi’sono la tua troia’ sborrami dentro’ veniamo insieme, quindi ci accasciamo sul sedile.
M. ‘Cazzo, il tuo amico mi ha fatto godere come una vacca. Mai provato nulla del genere’ Paolo mi guida la testa sull’inguine ed io imbocco l’uccello.
P. ‘Alberto ma che cazzo dici. Tua moglie &egrave una maiala insaziabile. Guarda come mi lecca l’uccello, &egrave appena venuta e ne vuole ancora” va be’, oggi imparerai tanto. Ora parti e torniamo a casa, senza fretta, con calma che la notte &egrave lunga ed io mi godo il pompino di tua moglie.’ mentre stiamo rientrando Paolo mi suggerisce cosa dire:
M. ‘Sei contento adesso? Volevi vedermi scopata da un altro, volevi che fossi una troia. Eccoti accontentato. Ma visto che piace anche a me’ penso che supererò i tuoi desideri. Mentre ballavamo Paolo non si staccava dal mio culo. Gli piace, così sodo e tornito. Ho dovuto spiegargli che non lo abbiamo mai sperimentato. Pensa che non gli pareva possibile! Si &egrave offerto di essere il primo a sfondarmelo. Ero molto titubante, ma ora che mi ha fatto comprendere quanto posso godere con un vero uomo penso che gli consentirò di sbattermelo in culo. Cosa ne pensi, cornuto?’ Alberto risponde con voce strozzata:
A. ‘Vedi tu amore.’ si sta’ sfregando l’uccello da sopra i pantaloni. Lo mostro a Paolo.
P. ‘Alberto, guida con due mani che ci sono i tornanti. Avrai tempo per segarti’ ridiamo entrambi. Arriviamo alla villa, Alberto parcheggia e scendiamo. Sono seminuda, la gonna &egrave risalita e copre appena la mia intimità, il seno &egrave all’aria, dentro ad un reggiseno che lo sostiene e lo offre in modo osceno, con i capezzoli scoperti. Gli stivali sono da puttana. Paolo mi abbraccia, mentre camminiamo mi tocca la figa, la sua sborra stà colando. La raccoglie con un dito e:
P. ‘Alberto, vieni ad assaggiare!’ si fa leccare il dito. Al che io infilo un dito dentro di me, lo intingo abbondantemente nello sperma e glielo faccio succhiare
M. ‘Cornuto, assaggia la sborra di un vero uomo!’ lui lecca il dito, noto che ha uno sguardo eccitato, lo trovo pazzesco.
Siamo rientrati e ci siamo accomodati nel salotto, che guarda sulla piscina. Paolo ha servito da bere ed abbiamo commentato la serata come vecchi amici. Ho richiuso la parte superiore del vestito ed abbassato la gonna, ero sempre sexy ma non oscena. Dopo un paio di bicchieri Paolo si &egrave avvicinato a me, ed ha iniziato a parlarmi, come se Alberto non ci fosse. Mi corteggiava più che parlare, si &egrave complimentato per le gambe, il viso, le labbra. Secondo lui dimostro trent’anni, e probabilmente &egrave vero, non &egrave l’unico a dirmelo, anche delle mie amiche dicono lo stesso. Mi baciava sul collo ed &egrave arrivato sino alle orecchie, mi ha mordicchiato il lobo, intanto ha infilato la mano nella scollatura e mi strizzava le zinne, prima una e poi l’altra.
P. ‘Che bei seni hai. Io li adoro, se fossero più grossi, una misura in più ti piacerebbe?’
M. ‘Non vorrei apparire volgare’ che detto in quel momento pareva una battuta.
P. ‘Uh, ho una idea, aspetta.’ si stacca da me, mi chiede di aprire le gambe e mi scatta una foto.
P. ‘Tuo marito potrebbe condividere questa’ e mi mostra la foto in cui sono immortalata fino al collo, la gambe aperte lasciano sognare il frutto proibito, l’areola del seno destro fa capolino dal vestito, nel complesso &egrave una foto sexy.
M. ‘Cosa vuol dire?’ chiedo a mio marito
A. ‘Per gioco, ho postato una tua foto in costume di questa estate. Niente di volgare’
M. ‘Coglione, ti eccitava sapere che i maiali tuoi simili si facevano le seghe con le mie foto. ‘ hai ragione Paolo, un bel paio di tette della terza misura mi possono donare! Ma sono un investimento mica da ridere’ Paolo ride
P. ‘Sarei orgoglioso di omaggiartele. A patto di essere il secondo uomo a palpeggiarle.’
M. ‘Il secondo?’
P. ‘Dopo il chirurgo’ ride
M. ‘Meno male, pensavo dicessi il cornuto, lui le potrà vedere in foto!’ ci baciamo e Paolo apre la cerniera dell’abito, lo faccio scendere e tolgo il reggiseno, sono nuda, con solo gli stivali. Mi inginocchio e tolgo i pantaloni al mio amante, inizio a fargli un pompino, Alberto ha la vista del mio posteriore di fronte a se. Lo muovo per provocarlo, mimando una scopata. Paolo mi incita:
P. ‘Dai porcona, prendilo tutto in bocca’tua moglie &egrave una gran pompinara Albi’ dai Albi, lo vedo che muori dalla voglia, fatti una sega’
M. ‘Cornuto’ preciso io, ancora incazzata per il discorso delle foto. Mi eccita lavorarmi l’uccello di Paolo di fronte a mio marito, ed anche Alberto &egrave eccitato perch&egrave viene dopo meno di un minuto.
P. ‘Minchia Albi, anche con la mano sei troppo rapido, e che cazzo hai fretta?’ rido alla battuta. Paolo mi fa alzare, mi porge la mano e mi guida verso la camera da letto padronale, entriamo abbracciati, Paolo mi bacia.
P. ‘Secondo te cosa &egrave peggio per il cornuto, sapere che sei qui ed immaginare cosa succede o averne la certezza’
M. ‘Sei un maiale, ti eccita scopare di fronte a lui’ lui sorride, io continuo:
M. ‘Però non deve masturbarsi, deve impazzire di voglia quel mezzo uomo!’ Paolo sorride:
P. ‘Ho quel che fa al caso nostro, vedrai’. Si allontana per tornare da Alberto, entrano in camera dopo pochi minuti, Paolo davanti e Alberto dietro, intimidito.
P. ‘Alberto vuole fare una confessione, in modo che tu possa comprendere il suo atteggiamento’ indica ad Alberto una poltrona su cui sedersi. Lo incita a parlare:
A. ‘Ecco, io devo confessarti una cosa. Avevo dodici anni, a scuola c’era sciopero e sono rientrato a casa due ore prima del solito. Sono entrato a casa ed ho sentito dei rumori mi sono affacciato alla camera di mia madre e’ c’era lei con un uomo. Lo conoscevo, era il meccanico del negozio di bici. Stavano facendo l’amore. A quell’età credi che i tuoi genitori non facciano sesso, io sapevo che mia mamma era vedova e viveva nel ricordo del defunto. &egrave stato la mia scoperta del sesso. Da allora tutte le volte che sono riuscito rientravo prima a casa. E tutte le volte mia madre aveva un compagno diverso. Così ho capito che mia madre aveva appetiti robusti. Io sono sempre rimasto sottomesso a mia madre, e probabilmente la mia sessualità ha risentito di questa esperienza’ Alberto &egrave provato dalla confessione. Sull’orlo del pianto. Paolo le sostiene, ma noto un fondo di derisione:
P. ‘Marina, amore mio, non ti fa pena? &egrave un povero sfigato che ha sempre sbagliato tutte le scelte. E poi ha avuto solo te’ non a pagamento ovviamente’ mi sale il sangue al cervello, grido
M. ‘Come non a pagamento! &egrave andato con delle troie? Abbiamo un’auto che ha dieci anni, non riesco a far dare una verniciata in casa e lui butta i soldi con le troie? Ma sei uno stronzo!!’. Paolo sorride, lui voleva ottenere questo, che Alberto confessasse i suoi peccati davanti a me! Che uomo. Lo bacio, a lungo, le sue mani accarezzano il muo corpo nudo. Poi mi rivolgo ad Alberto:
M. ‘Stronzo impotente. Ora mi darai il bancomat e controllerò ogni centesimo, non sprecherai più i miei soldi. Ed ora ‘ non voglio che si masturbi, deve impazzire di voglia’ Paolo mi mostra una coppia di manette rivestite in pelo rosa. Io sorrido, gli leghiamo le mani dietro la schiena, poi gli calo i calzoni e le mutande alle caviglie e lo faccio sedere sulla poltrona, &egrave a un metro dal letto ma &egrave come fossero chilometri di distanza. Paolo gli mette un bavaglio:
P. ‘Così non ci disturba con i suoi mugolii’ spiega ridendo. Ho voglia:
M. ‘Ora basta perdere tempo con il cornuto, dedicati a me!’ lo invito. Paolo mi fà posizionare alla pecorina, si accerta che Alberto abbia una buona visuale, comunque una parete &egrave interamente rivestita da uno specchio, ed anche la parete di fronte ha uno specchio enorme appeso. Tutto questo crea un gioco di riflessi che permette di osservare perfettamente ciò che avviene sul letto. Paolo &egrave in ginocchio dietro di me, mi lecca partendo dalla figa e risalendo al culo, che lubrifica con abbondante saliva.
P. ‘Sgrillettati, maiala così godi più in fretta. Alberto, la tua insipienza mi obbliga a fare quello chevsarebbe stato un tuo compito. Ti spiego, ho lubrificato il culo di tua moglie con la saliva, così, bello umido. Ora lo provo infilando un dito’ si! Entra senza sforzo, lei intanto si masturba. Dimmi troia, ti piace il dito in culo?
M. ‘Siii, non mi fà male. Mi eccita’
P. ‘Bene, tua moglie &egrave proprio porca. Ora sostituisco il dito con qualcosa di diametro maggiore, qui abbiamo questa candela. La faccio leccare alla vacca ‘ così, bagnala bene’ e la ficco dentro per alcuni centimetri’ il mio ohh di piacere riempie la camera.
P. ‘Vedi, cornutone, se lo fai dolcemente non c’&egrave problema!’ mi lavora il culo con la candela, io continuo a masturbarmi. Alberto &egrave eccitato, un filo di bava cola dal bavaglio, che morde con rabbia.
P. ‘Con questo movimento circolare allento lo sfintere ‘ guarda, ora estraggo la candela e lui si richiude, ma lentamente’ mi stringe una tetta, improvvisamente e con forza. Io urlo.
P. ‘Troia, vuoi che ti inculi? Dillo al cornuto!’
M. ‘Siii, inculami ‘ voglio il cazzo in culo, cosa cazzo aspetti?’ Paolo appoggia il glande ed il mio culo, ormai allenato, lo accoglie agevolmente. Dopo un minuto che mi trapana si estrae e si sdraia:
P. ‘Forza, fai vedere a tuo marito quanto ti piace prenderlo in culo’, per prima cosa gli succhio il glande e scendo lungo l’asta. Mi piace far vedere quanto sono porca, questo aspetto esibizionista lo sto scoprendo solo ora, ma mi sembra che si rinforzi con l’accresciuta sicurezza. Mi sollevo sopra la sua asta e mi abbasso dirigendola verso lo sfintere, l’anello cede e accolgo il cazzo dentro di me con un sospiro di piacere. Continuo a stimolare il clitoride mentre Paolo mi strizza i seni con forza, vorrei protestare ma vengo colta dall’onda del piacere, grido, dimeno la testa, bacio il mio amante con foga. Quindi mi stendo di fianco a lui, appagata. Dopo alcuni istanti di relax Paolo mi propone un nuovo gioco, a bassa voce. Alberto non ci osserva, la testa abbassata, vinto e depresso. Paolo si alza e, con fare allegro gli si avvicina.
P. ‘Cornutone, sei fortunato. Ora realizzi uni dei tuoi sogni. Amore sai che il cornuto scrive racconti con soggetti cuckold e li infarcisce dei suoi desideri, uno dei più frequenti lo realizziamo ora’ gli toglie il bavaglio e lo prende per il colletto della camicia, sollevandolo. Lo trascina versi il letto, i pantaloni alle caviglie gli inibiscono i movimenti. E lo porta con la testa tra le mie gambe:
P. ‘Hai la possibilità di leccare lo sperma che ha farcito tua moglie, appena prodotto, fai un bel lavoro. Cornutone’ e gli spinge la testa verso il mio culo. La lingua di Alberto, dapprima in modo titubante, poi con una foga crescente mi pulisce dello sperma che esce dal culo, io spingo per farne uscire il più possibile.
Noto che Alberto si sfrega sul lenzuolo per masturbarsi:
M. ‘Guarda, si sfrega come i cani’ Paolo lo solleva senza sforzo apparente e lo gira sulla schiena, in tal modo non può soddisfarsi. Il suo uccello svetta, io mi accomodo sulla sua faccia, facendogli completare il lavoro, chiamo Paolo vicino a me e mi occupo del suo cazzo, leccandolo ed ingoiandolo. Sono stanca, mi sdraio e mi addormento, Paolo &egrave vicino a me mentre Alberto viene buttato su un tappeto, a terra. Al mattino successivo la sua cuccia &egrave imbrattata del suo sperma, chissà quante volte si &egrave segato sfregandosi sul tappeto. Gli faccio leccare il tappeto, come si fa con i cuccioli di cane per abituarli a non sporcare in casa. Il resto della domenica scorre velocemente prendendo il sole e scopando con Paolo. Ritorniamo la sera, dopo la cena, sempre facendo guidare Alberto e noi godendo dei comodi sedili posteriori dell’auto.
Sono trascorsi due mesi da quel primo fine settimana, la mia relazione con Paolo si &egrave consolidata, oltre agli incontri giornalieri, di pomeriggio o di sera, trascorriamo insieme i fine settimana, esclusi quelli in cui Mario torna a casa. Paolo &egrave stato di parola, mi ha pagato l’operazione di ritocco al seno, sono così passata da una bella seconda ad una terza abbondante. Ho deciso, su suo suggerimento di non cambiare abiti n&egrave intimo, in tal modo le mie misure risultano valorizzate. Infatti ho notato un incremento degli sguardi degli uomini.
Non tutto &egrave rose e fiori, ovviamente, due giorni fa, ero nello scannatoio di Paolo, ho trovato un mini perizoma nero tra i cuscini del divano. Paolo, ridendo, mi ha detto:
P. ‘Sarà tuo’ al che anche io ho riso, ma, ovviamente, non posso credere che Paolo sia fedele. Alberto &egrave cambiato profondamente, &egrave più taciturno e servizievole, paradossalmente ha avuto benefici sul lavoro, la promozione che aspettava da due anni gli &egrave stata riconosciuta. Ha chiuso tutti gli account su siti di cuckold, non credo scriva più. In cambio gli lascio cento euro al mese per sfogarsi con qualche troia, ovviamente io non gli permetto di toccarmi se non &egrave presente Paolo. Ma voglio aggiungere un evento avvenuto giovedì scorso. Come sapete mio figlio lavora in Belgio, aveva bisogno di alcuni farmaci che gli ho acquistato, ma anzich&egrave inviarli per posta mi ha detto di consegnarli ad un suo nuovo collega, anche lui di Torino, cha avrebbe trascorso alcuni giorni a casa. Sarebbe passato giovedì in serata a ritirarli e sarebbe ripartito il sabato mattina per Bruxelles. Alle 18 suona il campanello, vado a sentire di chi si tratta, &egrave Bruno, l’amico di mio figlio. Lo faccio salire, caspita &egrave proprio un bel ragazzo, alto, capelli corti, scuri e barba curata. Spalle larghe e fisico da nuotatore, si presenta ed io lo bacio sulla guancia. Che buon profumo, muschiato. Noto il suo sguardo soffermarsi sulle mie curve. Indosso una dei miei abiti preferiti, un vestito aderente, lungo fino a metà coscia, con una scollatura quadrata che calamita gli sguardi sui miei seni, il disegno del tessuto &egrave una bella fantasia floreale con sfondo bianco. Un paio di calze autoreggenti e delle ciabattine da casa, bianche, con un piccolo tacco ed un ponpon completano la mia tenuta. Bruno si scusa per il disturbo, ma in realtà ci sta facendo un piacere, gli propongo di fermarsi a cena da noi, per sdebitarci. Risponde che ha un appuntamento con amici, ribatto offrendogli almeno un aperitivo. Accetta e sento il suo sguardo che segue il mio culo che si dirige verso la cucina. Preparo due spritz senza soda e un piatto con salumi e formaggi, porto il tutto verso Bruno e mentre mi abbasso a posare il vassoio sul tavolino provvedo a fare in modo che lui abbia una visione completa ed esaustiva delle mie tette. Resto piegata per alcuni secondi, lui arrossisce. Che amore!
Parliamo della vita fuori casa, lui non ha la fidanzata e in Belgio trova che l’ambiente sia chiuso e razzista. Oltretutto lui parla inglese ma non francese, quindi &egrave ancora più isolato. Insomma, dopo il lavoro si dedica alla palestra e frequenta un corso di francese ma non ha vita sociale. Per questo motivo torna a casa il più spesso possibile. Rientra Alberto che saluta il ragazzo e si ritira rapidamente in cucina lasciandoci soli. Io mi lamento della poca considerazione che mi riserva, dicendo quanto mi senta sola. La gonna sale mostrando la balza delle autoreggenti e gioco con la ciabatta facendola oscillare con il piede. Rinnovo la proposta di cenare con me. Bruno tituba, insisto:
M. ‘Dai, mi faresti un grande regalo’ gli dico con fare civettuolo, poi apro le gambe, lo sguardo di Bruno si fissa sull’interno delle mie gambe.
B. ‘Non posso non accettare un invito così grazioso’ sorride lui. Mi alzo e nuovamente mi piego in avanti per raccogliere i bicchieri, ormai vuoti. Lui mi fissa la scollatura, ipnotizzato. Io resto ferma cinque secondi, poi sorridendo, gli dico:
M. ‘Alla mia età, per restare in forma, seguo un regime alimentare. Stasera ho bistecca ed insalata. Tu cosa gradisci’ lui degluttisce.
B. ‘Quello che mangia lei’ scusa che mangi tu’ gli avevo detto di non darmi del lei, mi faceva sentire vecchia. Sorrido e mi sollevo, ancheggiando vado in cucina. Alberto apparecchia la tavola e apre il vino, intanto Bruno annulla l’appuntamento con i suoi amici. Le bistecche sono pronte, per Bruno una bella bistecca succosa e spessa, per me un filetto, sottile ma gustoso, per Alberto una fetta meno invitante. Bruno ringrazia,
B. ‘&egrave troppo grossa’ si schernisce. Io sorrido
M. ‘Voi giovani dovete nutrirvi, consumate tanto’ ribatto, intanto accendo la tv su una stazione che trasmette video musicali. Alberto ha finito di mangiare, si scusa dicendo di essere stanco e ci saluta.
M. ‘&egrave sempre stanco, mi sento così sola ‘ senti che bella canzone”proviamo a ballarla’ &egrave una musica latino-americana, gli porgo la mano e balliamo, appoggiando la mano sul fianco dell’altro. Io oscillo il culo e mi abbasso sulle gambe.
B. ‘Balli molto bene’
M. ‘Grazie, sei gentile. Che muscoli hai!’ gli dico riferendomi ai suoi addominali che ho palpato ballando. Intanto la mia gonna &egrave salita, ora &egrave visibile la carne nuda sopra le calze.
B. ‘Ho sempre fatto molto sport, anche adesso faccio footing almeno un’ora al giorno’ non resisto:
M. ‘Fotting un’ora al giorno. Uau, che resistenza’ scherzo mentre mi appoggio col seno al suo braccio. Siamo vicinissimi, ci baciamo, a questo punto nulla potrebbe fermarmi. Gli bacio il collo e salgo all’orecchio. Gli sussurro:
M. ‘Facciamo fotting insieme. Ma per più di un’ora” le nostre lingue si intrecciano, impazienti.
Mentre ci baciamo le sue mani mi palpano, le cosce, poi su, fino alla vulva, mi scosta il perizoma e mi tocca la carne nuda. Mi eccito. Lo provoco, non ha senso fare la verginella ora:
M. ‘Senti come sono bagnata? ‘
B. ‘Si, ma ti sei vestita così per un’occasione speciale o lo fai sempre?’ mi chiede. Io faccio la finta ingenua mentre traffico con i suoi calzoni, per aprirli:
M. ‘Perch&egrave, come sono vestita?’ lui esita
B. ‘In modo molto ‘ sexy’ io gli lecco le labbra
M. ‘Non fare il timido. Non ti si addice, sono vestita da porca, da maiala, da troia. Mi piace vestirmi così, mi piace che gli uomini mi guardino e mi eccita soprattutto quando vedo i ragazzi che dopo avermi guardata vanno al cesso a farsi una sega pensando a me’ le nostre lingue si intrecciano ancora, finalmente i suoi pantaloni sono aperti e scivolano al suolo, mi inginocchio per abbassare i boxer e’ sorpresa appare un cazzo ragguardevole, da pornostar, senza prepuzio, con la cappella gonfia e l’occhio che mi fissa come volesse ipnotizzarmi, sulla punta una goccia di liquido pre-spermatico. La lecco, &egrave dolce. Prendo in bocca il suo cazzo, mi entra per metà, &egrave lungo e largo sento la mano di Bruno posarsi sui miei capelli e spingermi verso il basso, mi impegno abbassando la lingua e arrivo a sentire la cappella, calda, sul palato, a fatica evito di tossire. Mi risollevo e ridiscendo, Bruno apprezza il trattamento. Mi alzo in piedi, lui abbassa le mani e sento che strappa il perizoma, mi prende sotto le ascelle e mi solleva, mi aiuta a stringere le gambe intorno ai suoi fianchi, quindi mi fa appoggiare la schiena contro il muro e guida il cazzo dentro di me. Cazzo! Che cazzo magnifico ha! Mi scopa senza sforzo apparente ed io colo come un rubinetto aperto.
B. ‘Avrà una sorpresa signora. Ha visto che sono circonciso, forse a causa di questo la cappella &egrave desensibilizzata e duro di più. Molto di più’
M. ‘Dammi del tu’ farfuglio mentre inizio a godere per la prima volta.
B. ‘Troia, stai già godendo. &egrave solo l’inizio questo’ mi scopa alcuni minuti, in piedi, senza sforzo apparente. In effetti anche Paolo, che come amante mi soddisfa completamente, dopo tutto questo tempo sarebbe venuto. Bruno no, ho male alle gambe ed alle braccia:
M. ‘Possiamo metterci più comodi?’ lui mi sostiene sotto le chiappe e mi porta verso il divano, apre la cerniera del vestito e mi deposita dolcemente, mi osserva mentre sfilo l’abito:
M. ‘Cazzo come sei bella. Chissà quante seghe si &egrave fatto Mario pensando a te. Tutti i maschi vorrebbero scopare la loro madre’ non avevo mai pensato a questo! Mi fa posizionare alla pecorina e mi spennella la figa con la cappella.
B. ‘Minchia quanto sei bagnata! ‘constata il ragazzo. Mentre mi entra dentro con le mani mi massaggia le chiappe:
B. ‘Hai il buco del culo bello aperto! Ti piace prenderlo in culo, maialona!’ aumenta il ritmo e mi infila due dita nel sedere. Inizio a godere per l’ennesima volta, finalmente anche lui viene. Mi sorprende il numero di getti e la quantità di sborra con cui mi farcisce, poi mi ricordo che a tavola ha detto di non avere una fidanzata e neanche amiche in Belgio. Dev’essere un po’ che non scopa.
Siamo sul divano, dalla figa cola un rivolo di sperma, lo blocco con due dita, che non macchi la tappezzeria e lo lecco.
B. ‘Minchia quanto sei porca, lascia che ti aiuti’ e prende a raccogliere la sborra dalla mia figa con due dita che poi lecco e succhio. Quindi lo guardo, vogliosa e mi abbasso sul cazzo, infilandolo in bocca. Ora entra tutto, non &egrave ancora eccitato ma subito reagisce indurendosi, in breve &egrave completamente eretto, &egrave maestoso. Mi piace, lo bacio con devozione.
B. ‘Brava mammina, bacialo per bene. Cosa ne dici se lo usiamo sul lato b?’
M. ‘&egrave troppo grosso, mi farà male. Non mi sento pronta’ effettivamente mi preoccupa. Mi sollevo sopra di lui, sulle ginocchia e scendo guidandolo dentro la figa con la mano. Ci muoviamo insieme, mi piace, cazzo se mi piace. Ho dei brividi di piacere, lui mi chiede di girarmi, ora gli do la schiena, mi piego in avanti in modo che il clitoride strusci sullo scroto facendomi impazzire, sento che le sue mani tornano a massaggiarmi i glutei, mi penetra con un dito e poi con due. Li muove dentro di me allargando lo sfintere.
B. ‘Minchia Marina, ne puoi prendere due di cazzi, non ti preoccupare’ non vuole recedere dalla sua idea. Mi sollevo, vuole che mi sdrai con la schiena sul divano, il culo &egrave appoggiato sul bracciolo, mi solleva le gambe, ora il mio sfintere &egrave offerto, lui dirige il cazzo:
B. ‘Allargati le chiappe e non te ne accorgerai nemmeno’ non &egrave vero, me ne accorgo eccome, sembra mi debba aprire in due, ma entra, mi invade l’ano ed inizia a muoversi. Avverto subito sensazioni contrastanti, un senso di piacere ed uno sfregarsi fastidioso, esce da me. Sono sollevata, va sul tavolo da pranzo e bagna d’olio un tovagliolo, lubrifica il glande e lo sfintere e mi torna ad inculare. Il senso di sfregamento cessa e resta il piacere.
M. ‘Come fai a sapere tante cose, sei così giovane’ sorride
B. ‘Per un anno sono stato fidanzato con una professoressa dell’università che era una vera ninfomane. Ho imparato molto’ mi spiega mentre prende un ritmo più rapido, io mi sento invadere dal piacere e poi mi invade lui con la sua sborra bollente. Godo tanto da dimenarmi come in preda alle convulsioni. Si estrae da me e si siede sul divano, mi giro e gli prendo in bocca l’uccello, lo lecco e lo succhio con passione, voglio ringraziarlo del piacere che mi ha donato. Lui gradisce il trattamento ma inizia ad essere stanco.
Si riveste e mi saluta, anche io sono provata ma, una volta entrata in camera da letto vedo Alberto che, sveglio, mi attende.
M. ‘Che cazzo vuoi, cornuto!’ capisco dal suo sguardo speranzoso cosa vuole, lo faccio sdraiare e mi sistemo con figa e culo a portata della sua lingua. Me li lappa con una dedizione commovente. Mentre mi godo il servizio mi arriva un messaggio, &egrave di Bruno:
B. ‘Purtroppo ho dimenticato la busta per Mario. Devo tornare domani per ritirarla, così possiamo approfondire la conoscenza!’ dopo di che mi arrivano cinque foto del suo cazzo che mi entra in figa e nel culo. Non mi sono accorta di quando le ha scattate, la mia risposta &egrave lapidaria:
M. ‘Dalle 17 sono a casa. Vieni che approfondiamo tutto quello che vuoi’.
&egrave meglio che mi riposi, penso, anche domani sarà una giornata intensa.
Ieri, sabato lui &egrave partito per Bruxelles, aveva ancora scordato la busta per Mario, allora io e Alberto lo abbiamo accompagnato a Caselle, Alberto alla guida e io e Bruno dietro, gli ho fatto un pompino sontuoso, il che considerando le sue dimensioni non &egrave facile. Per fortuna si era sfogato i due giorni precedenti e non ha sborrato tanto come le altre volte. Altrimenti rischiavo di affogare!

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