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30 anni dopo il testimone – parte prima

By 9 Marzo 2022No Comments

Il racconto che segue è frutto in parte di fantasia ed in parte di realtà, per suggerimenti e commenti scrivetemi a nadiagang@libero.it
Ciao a tutti, mi chiamo Fabiano e mia moglie si chiama Stefania, ci siamo conosciuti a Padova dove abbiamo frequentato l’università venendo da due città diverse. Sono stati anni divertenti in cui ne abbiamo combinate di tutti i colori prima da soli e poi insieme. Finiti gli studi, essendo entrambi veneti abbiamo cercato e trovato lavoro nella città di Giulietta e Romeo da dove proviene mia moglie, io da veneziano mi sono dovuto adattare alla terraferma ma le occasioni nella città scaligera erano molto superiori e così abbiamo fatto.
Durante gli anni dell’università, durante i weekend, se non avevamo esami importanti da preparare, ognuno di noi due tornava a casa sua. Ci davamo appuntamento la domenica a Padova lei veniva da me, facevamo una bella scopata e poi uscivamo con gli amici.
Questo preambolo è funzionale alla storia che sto per raccontarvi. I fatti si svolgono nel 2018 30 anni abbondanti dopo che entrambi abbiamo finito di studiare e ci siamo sposati.
Una sera torno a casa e Stefania mi dice: “te lo ricordi Mariano?”
“Certo che sì, è stato mio testimone di nozze”. Da quella giornata lo abbiamo visto solo poche volte. Lui finito di studiare si è trasferito all’estero ed abbiamo perso i contatti.
“Lo ho incontrato oggi in ospedale, ero al bar con le mie colleghe e lo ho visto entrare, i capelli sono gli stessi solo ora sono argentati, il fisico con un paio di chili in più e qualche ruga di espressione sul viso. Le mie colleghe dopo che lui si è allontanato lasciandomi però il suo numero di cellulare, visto il caloroso saluto mi hanno fatto il terzo grado. Fa ancora colpo, e molto, sulle donne come ai tempi dell’università!”.
Dovete sapere che Mariano ha preso gli anni dell’università con comodo, non che non studiasse ma il suo interesse primario era rimorchiare quante più fighe possibile. Per lui era come buttare l’amo in una vasca di un allevamento di trote. Pescava sempre, quelle migliori le teneva un mesetto, massimo due, le altre un paio di appuntamenti e di scopate e poi le rimetteva nella vasca. Lo aiutava in questo anche il fatto che è un superdotato. Quando andavamo a giocare a calcio e poi si faceva la doccia eravamo tutti un po’ invidiosi di lui. Non avendo mai avuto peli sulla lingua ed un rapporto apertissimo con Stefania gli avevo detto della cosa, fatto peraltro che le avevano confermato nostre amiche che erano state pescate (o per meglio dire si erano fatte pescare volentieri, al suo amo). Lei si era mostrata curiosa perché, pur avendo avuto diversi ragazzi prima di me, non aveva mai fatto l’amore con un superdotato ma la cosa finì lì.
Tornando ai tempi nostri Stefania mi disse: “vedendolo mi è venuta la voglia del suo cazzone, ti devo confessare una cosa”.
Dovete sapere che Stefania ed io siamo una coppia aperta; dopo i primi anni di entusiasmo, pur amandoci moltissimo, abbiamo concordato che il sesso deve essere pepato per cui siamo liberi di entrare ed uscire da altri letti con l’unica condizione di non nasconderci alcunché. Se possibile inoltre portare l’altro nel giro. Abbiamo frequentato scambisti, usiamo siti per avere appuntamenti con altre coppie e così via. Sempre però con il patto di dirci tutto.
Stefania iniziò: “ti ricordi quando ai tempi dell’università la domenica pomeriggio ci vedevamo a casa tua ognuno arrivando dalla sua città? Ecco una volta tu avevi avuto un problema ed essendo io già in viaggio in treno e non essendoci i telefoni avevi chiesto a Mariano che andava a casa molto di meno e che aveva il fisso, di passare ad avvisarmi che saresti arrivato solo dopo le 20. Quella volta avevo deciso di vestirmi da troia per te tirarti su di giri. Quando Mariano citofonò, pensavo fossi tu. Ero vestita solo con la guepiere rossa che mi strizza i seni e che ti piace tanto, le calze nere velate e le scarpe rosse che ora non ho più per quanto le ho usate nei nostri folleggiamenti ma che all’epoca in pratica usavo solo in casa e solo per scopare da quanto erano da mignotta. E così andai ad aprire la porta a Mariano così svestita”.
Quando mi vide non batté ciglio e mi disse “che benvenuto, non me lo aspettavo” poi scoppiò a ridere.
Ormai mi aveva visto nuda, all’epoca praticavamo già il nudismo per cui non ero particolarmente imbarazzata e pensai subito di approfittare della cosa.
“Entra dissi a Mariano”. Lui non se lo fece dire due cose e mi rispose:
“Mi ha telefonato Fabiano e mi ha chiesto la gentilezza di passare per informarti che ha avuto un contrattempo e che arriverà verso le 20, passerà a prenderti per andare a mangiare la pizza come eravate d’accordo e si scusa tanto per averti fatto aspettare”.
Il pensiero che fosse un superdotato e che un paio di mie amiche che lo avevano provato mi dicessero di come si erano sentite piene e di come era loro piaciuto farsi leccare e succhiare il suo cazzo, mi portò ad avere lo sguardo puntato sul suo pube per capire se il vedermi così gli avesse provocato qualche reazione. Lo aveva fatto i pantaloni abbastanza stretti non potevano nascondere una erezione che mostrava quanto notevole fosse il suo cazzo.”
“Scusami” mi disse Mariano, sei una bella ragazza ma sei la ragazza di un mio amico per cui adesso vado a casa e mi farò una sega pensandoti. Il tuo ricordo mi resterà per sempre impresso come una fotografia”.
Mi bagnai all’istante. “No non andartene, Fabiano non è geloso e siamo una copia aperta” (anche se all’epoca non era ancora così.
Mariano non perse l’occasione e mi abbracciò e baciò profondamente mentre le sue mani percorrevano il mio corpo. Io andai subito ai pantaloni che gli slacciai velocemente per tastare quell’anguilla che si trovava in mezzo alle gambe. Era duro come il marmo ma Mariano mi prese di peso e mi posò sul divano inginocchiandosi poi davanti a me e cominciando una leccata che mi ricordo ancora oggi.
Dopo 5 minuti di quel trattamento ero così bagnata che avrei potuto prendere un paracarro, lui se ne accorse e si alzò, i pantaloni erano scesi alle caviglie, se li tolse con scarpe e calze e si denudò completamente. Il fisico da canottiere distolse il mio sguardo dal suo cazzo ma solo per un momento, lui prese la mia testa e la guidò al suo cazzo e gli resi il favore. Lo gustai leccandolo dalle palle fino a su. All’epoca gli uomini non si depilavano ma lui aveva le palle ed il pube completamente lisci ed era un piacere poter leccare tutto senza trovarsi peli in bocca. La mia patatina invece era poco depilata, sicuramente molto di meno di quanto si usa oggi. Negli anni 80 anche i film porno mostravano per la maggior parte dei bei boschetti. Come stavo dicendo gli leccai le palle prendendole in bocca e giocandoci mentre lo segavo. Salii poi lungo l’asta non tralasciano nemmeno un centimetro. Attivato alla cappella il suo cazzo era turgidissimo e la cappella grossa come una pesca. Il pene era di circa 25 cm, non ne avevo mai visti di così grossi nemmeno nelle spiagge nudiste ma solo nei film porno che vedevamo ogni tanto insieme.
Quando il suo cazzo fu bene insalivato mi fece girare alla pecorina e cominciò a strofinarlo sulle grandi labbra appoggiandolo poi con una pressione leggermente maggiore per saggiare l’apertura. Ero fradicia di umori e mi aprii in un attimo. Il mostro scivolò dentro riempiendomi di una sensazione di calore favolosa.
Lo spinse dentro quanto più poté ma non riuscì ad infilarlo tutto poi, liberandomi le tette dalla guepiere, ci si aggrappò con entrambe le mani usandole come ancoraggio per spingere il suo cazzone avanti ed indietro. Tempo un paio di minuti ebbi un orgasmo squassante ma lo volevo dentro ancora e di più. Mi sfilai, lo feci sedere sul divano e gli montai sopra, in questa posizione entrava tutto. In questa posizione guidavo io il ritmo e potevo vedere i pettorali e gli addominali che facevano di lui un manzo anche senza quel super uccello. Uccello che però non potevo scordarmi. Cominciai a fare un lento su e giù mentre lui mi stropicciava le tette tirando su la testa per mordicchiarmi i capezzoli dandomi ulteriori brividi di piacere.
Lo cavalcai per 10 minuti buoni ed ebbi un secondo orgasmo quando sentii che il piacere stava salendo anche dentro di lui. Feci appena in tempo a sfilarmi quando 4 o 5 getti di sborra eruttarono da suo bel cazzo. I primi due finirono sulle gambe ma gli altri non me li persi inginocchiandomi davanti a lui, il terzo mi riempì le tette mentre il quarto mi coprì il naso, il quinto me lo feci andare tutto in gola continuando a succhiarlo e leccarlo fino a che non perse di volume.
“Uau” disse Mariano, mi piacevi e qualche pensierino non proprio da educanda lo avevo fatto su di te ma non ti immaginavo così calda, Fabiano è proprio fortunato, se avessi una ragazza così non la perderei d’occhio un attimo”.
I complimenti mi fecero molto piacere ma sapevo che facevano parte del suo modo di compiacere le donne. Nondimeno la potenza e le dimensioni del suo cazzo non mi avevano lasciato indifferente.
“Senti Mariano, è stato bello, avevo la curiosità del tuo cazzo e me la sono tolta con reciproca soddisfazione. Hai fatto la tua ambasciata, vai in bagno lavati e vai che dopo mi farò una doccia.
Mentre andava in bagno gli porsi una salvietta pulita, si lavò e mi salutò con un bacio sulla guancia dicendomi: “ho capito l’antifona ma se e quando vorrai io per te sarò sempre disponibile”. Aprì la porta di ingresso e se ne andò.
Quella sera quando arrivasti mi sentivo un po’ in colpa per cui mi vestii molto carina e senza mutande per uscire con te e darti tutto il piacere che potevo la sera stessa.
Finita la confessione Stefania mi guardò e mi disse “sei molto arrabbiato? Sono le uniche corna che ti ho fatto ma dovevo dirtelo, io un altro giro di giostra me lo farei volentieri. Nel corso degli anni mi sono fatta scopare con e senza di te da diversi superdotati certi ragazzi di colore a Cuba erano anche più dotati, sebbene di poco, di Mariano ma il primo supercazzo non si scorda”.
“Senti Stefania, avrei motivo di essere incazzato se tu poi avessi intrattenuto una relazione così, se è stata solo quella volta ti sei fatta una bella scopata e sono contenta per te, alla prossima però vorrei esserci, telefonagli ed invitalo a cena da noi, vedrai che non sarà difficile fare in modo che tu abbia la possibilità di fare il bis e stavolta il tuo culo non sarà vuoto. Sono certo che lo vorrai provare anche li ma sarà meglio che prima te lo riempia io. Per quanto tu sia ormai abbastanza spanata se è come me lo descrivi il cazzo di Mariano potrebbe non essere subito piacevole se non trova la strada già aperta”.
Mariano lo frequentai molto durante tutto il periodo universitario a tal punto che quando Stefani ed io decidemmo di sposarci gli chiesi di farmi da testimone. Capii allora il perché quando ero con lui Stefania evitava di uscire con me e trovava sempre da fare con le amiche o da studiare.
Stefania mi sorrise e mi baciò appassionatamente e mentre chiamava Mariano cominciò a farmi una sega. Appena mise giù mi disse “lo ho invitato per sabato sera, che ne dici di andare al negozio di scarpe a procurarmi qualcosa di interessante? Vorrei ripresentarmi come mi ero presentata quel pomeriggio ma mentre la guepiere, sebbene un po’ usata, la ho ancora e ci entro senza problemi, le scarpe non le ho più.
Facciamo così mi preparo ed andiamo a prenderle insieme. Tornò dopo 10 minuti indossando una gonna di pelle nappata nera al ginocchio con cerniera che si apre verso l’alto. Mi fece l’occhiolino ed andammo. Era un gioco che facevamo ogni tanto, sotto la gonna indossava le calze ed un paio di scarpe nere col tacco a spillo. Andavamo nei centri commerciali che hanno quelle catene di scarpe enormi, lei sceglieva 3 o 4 paia di scarpe ed io facevo come il commesso, lei apriva le gambe per mostrarmi la passera nuda ed io, ovviamente, mi eccitavo. Lei faceva anche in modo da accavallare le gambe per mostrare la balza delle calze ad uomini che passavano per vedere la loro faccia arrapata.
Andammo al negozio di scarpe del centro commerciale vicino e subito Stefania puntò un paio di scarpe che ricordavano quelle di 30 anni prima. Queste però avevano il tacco a stiletto del 12, più alto e sottile di quanto fosse quello delle scarpe di allora. Stefania è amante dei tacchi alti e riesce a portarle essendo molto sexy e senza cascare, un esercizio non da tutte soprattutto per le donne della sua età che cominciano ad avere qualche dolorino. Lei però ha una adorazione per questo tipo di tacchi ed a volte li mette anche per andare in ufficio provocando gli sguardi arrapati dei colleghi e poco approvativi delle colleghe.
Mi diede in mano la scatola e si sedette aprendo bene le gambe perché potessi vedere, una volta accucciato, la sua passera ben conscia dell’effetto che mi fa. Le sfilai la scarpa destra, presi dalla scatola quella rossa corrispondente e la aiutai a calzarla sbirciando più che potevo e carezzandole la parte inferiore del polpaccio. Mi venne subito duro. Intanto notai che un gruppetto di tre ragazzotti sui 20/25 anni passavano avanti ed indietro mormorando fra di loro ed occhieggiando le cosce di Stefania. La cosa non mi infastidì anzi non fece altro che rinforzare la mia erezione. Infilai anche la 2 scarpa a Stefania che si alzò e fece due passi in modo molto sensuale. Il gruppetto dei ragazzi si era messo defilato in posizione strategica per vederla bene. Abbozzai un sorriso ed uno sguardo di ammirazione a Stefania esternando la mia approvazione per l’articolo. Stefania si risedette, tolse le scarpe e me le porse per rimetterle nella scatola, si fece aiutare per rimettere le sue quindi ci avviammo verso la cassa seguiti a distanza dai 3 ragazzi. Sussurrai all’orecchio di Stefi che aveva un codazzo di ammiratori e lei mi rispose che lo sapeva e che un po’ era anche colpa sua. Mentre ero concentrato sulla sua passera ed i ragazzi erano passati per la terza volta, aveva rivolto loro un sorriso smagliante e fatto l’occhiolino.
“Sei proprio una birbantella! Che intenzioni hai? Te li vuoi fare nel parcheggio, portarli a casa …”
“No li lascerò sognare e farsi seghe pensandomi” mi rispose.
Salimmo in macchina seguiti fino al parcheggio del centro commerciale dai tre ragazzi forse speranzosi che Stefania restasse sola per poterla approcciare.
Era venerdì sera ed il giorno dopo sarebbe stato quello della “reunion”
Ordinammo una pizza con i nostri vicini con i quali avevamo “scambiato i fluidi” qualche volta ma senza avere un feeling sessuale particolarmente interessante. Erano invece molto simpatici fuori dal letto per cui avevamo continuato a frequentarci senza imbarazzo per nessuno dei 4. La sera scorse veloce ed allegra, uscimmo dal loro appartamento che era l’una passata e mentre entravamo in casa Stefania mi mise la mano sul pacco e mi disse “oggi al negozio di scarpe eri ben arrapato e scommetto che ti sarebbe piaciuto che mi facessi i ragazzi nel parcheggio, non ti mando a letto a bocca asciutta altrimenti domani con Mariano che figura mi fai fare”.
Detto questo mi spinse sul divano mi sbottonò i pantaloni e cominciò a spompinarmi per bene. Mi venne dura in un attimo, non so quanto per il suo lavoro di bocca e quanto per quello che mi aveva detto. Praticavamo lo scambio di coppia ma la cosa che più mi piaceva era vederla posseduta e godere presa da altri uomini. Guardare i suoi buchi pieni di cazzo mi piaceva. Appena erano uscite le prime telecamere amatoriali con cassetta non da sviluppare ne avevamo presa una e messa in posizioni strategiche riguardandoci poi i filmini. Nel corso degli anni la qualità era evoluta ma guardare live con l’angolazione giusta non aveva paragoni. Quando riuscivamo a coinvolgere qualcuno che accettava di essere ripreso facevo sempre il filmino anche se spesso risultava difficile perché erano molto di più le volte che ci vedevamo con coppie che con singoli. Stefania mi diceva sempre che non le sembrava giusto che lei godesse ed io restassi a bocca asciutta a farmi una sega mentre lei si stava divertendo.
Quando il mio cazzo fu ben dritto stefania si tolse il vestito e il tanga e si calò sopra di me. Era bagnata, le chiesi se era per il pompino o per il pensiero dei tre ragazzotti che si facevano seghe pensando a lei e la porca mi rispose per entrambi e che le dispiaceva un pochino non aver fatto loro nemmeno un pompino.
Scopammo per 10 minuti poi cambiammo posizione e la presi a pecorina schiaffeggiandole il culo ed insultandola dicendole quanto fosse vacca a volersi fare quei tre. Lei mi rispose che dovevo solo aspettare il giorno dopo e mi avrebbe fatto vedere con Mariano quanto si sarebbe scatenata. “Voglio farmi inculare da lui mentre tu mi lecchi la passera”. Fu il colpo di grazia venni copiosamente nella sua figa lei mi segui pochi secondi dopo mentre la stavo ancora pompando. Ci facemmo una doccia ed andammo a letto molto rilassati in attesa della serata del giorno dopo. Ma cosa successe ve lo racconterò la prossima volta.

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