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CAPITOLO SEI una gara negativa e un duro castigo per l’allieva

By 12 Gennaio 2023No Comments

Questa è una storia di pura fantasia, nomi, fatti, vicende, tutte fantasie che mi è piaciuto buttare giù. Un racconto lungo quasi 9 pagine, che spero di allungare in base ai vostri commenti. Ricordo ancora una volta che è solo fantasia, e l’amore, in qualsiasi sua natura, è fondato sul reciproco rispetto. Spero di leggere vostri commenti. Buona lettura.
Se avete suggerimenti non esitate a scriverli nei commenti, io varierò quello che Tatiana farà a Elena o viceversa.
Questo capitolo è il penultimo, è piuttosto lungo, narra della dura punizione dell’atleta che poi ripaga la sua istruttrice.
Purtroppo non sempre le gare andavano bene, e poteva capitare che il risultato non fosse all’altezza delle aspettative, ed a volte anche peggio. In questo caso si trattava di una gara regionale di un certo spessore, aveva la sua valenza per arrivare alle nazionali. Speravo di qualificarmi ma il punteggio non era stato così elevato. Ci rientrai per il rotto della cuffia, ma, questo non evito le ire di Tatiana. Si era molto infuriata per la mia incompetenza e per lo scarso risultato. Alla fine della gara mi prese da una parte, occhi infuriati mi fissavano. Non visti da altri, m’infilo le mani dentro il body, si avvinghio sul capezzolo strizzandolo e torcendolo a morte mi disse “preparati che domani ti do una bella lezione…non meriti nemmeno l’orgasmo, cretina!” e così dicendo torse ancora di più il capezzolo costringendomi a mordere le labbra per non urlare mentre le lacrime mi uscivano copiose. Mi lascio di scatto estraendo la mano. Ando da mia madre e le disse che era dispiaciuta per lo scarso risultato, e che era proprio necessario che il giorno dopo rimanessi di più in palestra per un allenamento più intenso, mi avrebbe riportato lei dopo cena. Cattivo presagio per me… mia madre non sospettava nulla e apprezzo il gesto di Tatiana. La pensava premurosa e precisa, non una sadica diabolica come la conoscevo io.
Il giorno dopo, si attese la fine dell’allenamento. Una volta che tutte le mie compagne erano andate via, mi disse “ora rivestiti che la lezione per te non è qui”. Mi spaventai. Cosa intendeva ? perché non qui ? e dove mi avrebbe portato ? -..comunque, come al solito non glielo feci ripetere due volte. Mi rivestii direttamente in palestra senza nemmeno tornare nello spogliatoio. Spogliarmi e rivestirmi davanti a lei oramai era una cosa naturale. Chi meglio di lei conosceva il mio corpo acerbo ? Uscimmo dalla palestra e salì nella sua machina. Lungo tutto il tragitto, nemmeno una parola. Si arrivo in una strada disagiata, non asfaltata. Era fuori dal centro abitato. Era buia e portava nei campi. Eravamo abbastanza vicini al paese ma allo stesso tempo abbastanza distanti dal resto del mondo. Arrivammo a destinazione. Si trattava di un piccolo cottage singolo, lontano da altre case; Si apri un bandone che dava ingresso in un garage. Lei fece manovra e parcheggio al suo interno richiudendo immediatamente il bandone così che non si vedesse vi era una macchina parcheggiata al suo interno. Imperiosa ed adirata mi guardo seccamente e mi ordino di scendere. “non prendere la tua borsa della palestra, non ci servirà a niente”. Una porta all’interno del locale permetteva di uscire dal garage per andare non in casa, dove pensavo che si sarebbe svolta la mia punizione, ma in locale attiguo, come un secondo garage ma meno confortevole. Prima di entrarci mi costrinse con le spalle al muro. Mi ordino di spogliarmi completamente, senza tralasciare nulla, quindi di mettermi a 4 zampe, come un cagna. Indico la porta. Entrai ed era buio. Tatiana accese le luci, potenti, fredde. Quello che vidi mi diede pensiero, anzi, mi terrorizzò. Sembrava una piccola palestra ginnica ma per tutt’altri usi. Diciamo che allenava ma a ben altro. Mi ero bloccata sul ciglio della porta. Tatiana mi ridestò dandomi un forte sculaccione. Entra! Forza!! “bene cara”, inizio lei, “ora in piedi che inizia il tuo allenamento!!” “ fai 5 giri della stanza senza fermarti. Ma prima…” e cercò qualcosa in tasca… Ne tiro fuori dei piccoli pesi attaccati ad una pinzetta coccodrillo “…prima applicheremo questi alla tua fichetta , allarga bene le gambe su !” io obbedii divaricando le gambe. Le Dita di Tatiana si fecero strada dentro le fica esponendo le labbra. Le piccole ganasce si addentarono sulle labbra della mia giovane patatina facendola trasalire.. i pesi attaccati alle sue grandi labbra penzolavano verso il basso aprendo il giovane frutto. ”corri ora, vai!!” ogni passo che facevo sentivo pungere le carni, un dolore allucinante che dal basso ventre mi risaliva fino in gola “primo giro”….gli occhi inumiditi dalle lacrime…”secondo giro”…i pesi che tiravano verso il basso le mie labbra sembravano quasi staccarle “terzo giro”…facevo fatica a muovermi cercando di tenere le gambe più aperte possibile per non urtare su i pesi…”quarto giro, urlo Tatiana” sentivo freddo in mezzo alle gambe, non capivo se era la stretta delle mandibole o la perdita di sensibilità “ultimo giro, dai dai dai” ormai mi trascinavo e non vedevo l’ora di fermarmi ma con la paura di sapere cosa gli passava per la testa …”STOP” disse Tatiana. Mi fermai davanti a lei, ero senza fiato. Un dolore lancinante mi partiva dalla mia passerina fino ad arrivarmi al cervello. “allarga la gambe cretina! forza” Tatiana Apri le pinzette che mollarono improvvisamente la loro presa facendomi quasi svenire dall’improvvisa scossa causata dal dolore. Lanciai un urlo di dolore ma lei non se ne frego assolutamente, era tranquilla di essere al sicuro in quella casa isolata…furba quanto sadica! “bene, brava Elena. Hai imparato cosa succede se non fai quello che mi aspetto ?? E pensa che siamo solo all’inizio!! Sarà una lunga notte per te… “in ginocchio e mani dietro la schiiena! Forza” Assunsi la posizione ordinata…Senza preavviso mi mollò due sonori schiaffi! “vergognati per avermi delusa” e seguirono altri schiaffi. Ormai ero tutta un pianto, le lacrime scendevano copiose mentre frignavo . “idiota, smetti di piangere, non serve a niente”. Mi prese con violenza un polso e mi mise in bracciale di cuoio, cosa che poi fece anche con l’altro braccio. Mi immaginavo nuda in balia sua, delle sue sadiche voglie. Tatiana tiro fuori dalla tasca un telecomando e premendo un pulsante fece scendere un gancio attaccato ad una carrucola che aggancio ai due bracciali. Quindi mi tiro verso l’alto, come un animale da macello, in poco tempo le mia gambe, ma soprattutto la mia fica, erano sollevate da terra. Ero appesa e dondolavo sotto il mio peso. Ma ancora non era finita…Tatiana mi mise due cavigliere che agganciò ad un palo che mi costringeva le gambe ben aperte. Avevo le gambe spalancate e non riuscivo a chiuderle. Ero li, appesa con le braccia in alto e le gambe spalancate, tutta esposta a questa sadica. La fica aperta, senza un pelo che mi proteggesse, in balia dei quella amata aguzzina. Tatiana prese un frustino da cavalli ed inizio a colpirmi sulle gambe, sulle cosce, poi sul sesso e su i seni. Non c’era modo di difendermi, tutti i suoi colpi andavano a segno. Si concentrava su una parte e poi la colpiva, a ripetizione. Ancora stranamente non aveva preso di mira il culetto, e questo mi faceva paura…cosa aveva in serbo per questa mia parte del corpo ?. Smise improvvisamente di frustarmi per punirmi in maniera diversa…aveva preso uno spiedino di legno, quelli utilizzati per fare le prelibate pietanza… era molto appuntito! Con il lungo stecco di legno si divertiva a punzecchiarmi ovunque, badando bene di causare dolore ad ogni pressione. Vidi che stava per mirando verso i miei piccoli capezzoli ma esito e disse “no, per questo c’è tempo… così legata mi scapperesti e non mi riuscirebbe bene come vorrei ” così dicendo si procuro un paddle, una specie di paletta di cuoio, lunga e nera, e dolorosa….venne inaspettatamente il turno delle mia chiappe. Inizio a menare colpi, alternando sinistra e destra, a raffica, un lato e poi l’altro…e poi sulle cosce, sul ventre e di nuovo sul culo che ormai era in fiamme. Mi colpiva dovunque del corpo. Tatiana, ormai sicura del risultato ottenuto, smise di inveire, ma solo per il momento, su di me. Lasciandomi appesa come un animale da macelleria, andò in un angolo della stanza e prese una struttura che Elena non aveva notato. La mise sotto di lei, esattamente sotto, poi, con l’aiuto dell’argano elettrico calo Elena fino a coricarla sopra. Questa struttura permetteva di bloccare gli arti della penitente nelle posizioni preferite, una specie di esoscheletro che la avrebbe bloccata saldamente ed in molti punti. Questa cosa serviva a Tatiana per esporre la ragazza e poterla sottoporre a tutte le torture che Tatiana aveva in mente. Inizio nello sganciare le caviglie dalla barra ancorandole poi, con forti cinture di cuoi alla struttura stessa, cosa che fece poi con i bracci. Ora Elena era stesa su questa struttura che la imprigionava saldamente. Elena si rese conto che le era impossibile ogni movimento, ogni sforzo era vano, era completamente in balia di Tatiana…le baleno per la testa che lei avrebbe potuto farle tutto quanto, magari torturarla a morte e non avrebbe potuto fare niente per difendersi…“Dimmi Elena, sei d’accordo che hai sbagliato e che quindi andavi punita per bene?” “si Tatiana”, risposi “….ma non mi aspettavo cosi tanto” “cosi tanto ??? questo sarebbe niente in confronto a quello che meriteresti”.. così dicendo le mollo uno schiaffone sulla fica che, grazie a quella posizione era ben in vista e vulnerabile. “di più” disse “meriti molto di più…” poi aggiunse “tu non sai quante potrebbero essere le torture che ti potrei infliggere, quanto potrei farti soffrire ma non voglio perderti perché è cosi che poi finirebbe se continuo.” Elena, quasi inaspettatamente, meravigliando Tatiana, disse “no, Taty, mia padrona, non posso più fare a meno di te, fammi quello che merito e che tu desideri” e lo disse quasi piangendo. Tatiana rimase fulminata da questa affermazione ma non lo diede a vedere. “non mi commuovi, Elena, ma ti credo perché anche io ti voglio bene” …segui un silenzio interminabile, si percepiva solo il respiro delle due donne. Tatiana ruppe il silenzio e disse “Elena, mi stai forse implorando di continuare ? devo ugualmente punirti ? devo andare avanti anche se so che soffrirai ?” “si Padrona, lo voglio e senza pietà”. Tatiana le si avvicino alla bocca e la bacio profondamente. Le loro labbra si incollarono. Poi disse“questo è il mio pegno di amore, signorina, io non bacio mai nessuna, sappi che sarai sempre mia”. Elena era commossa da questa affermazione. In Tatiana aveva sempre visto la sua mentore, ed adesso la sua amante e padrona. Tatiana si stacca da lei scomparendo dalla sua vista. Riapparve poco dopo. “vorrei farti avere un orgasmo, ma non credo che tu lo meriti.. Elena, lascio a te la decisione, o ci si ferma qui o …” disse lasciando una lunga e misteriosa pausa, “oppure ti finisco di punire, come meriti, e non sarà una cosa piacevole ma poi concluderemo come desideri”…Elena non ci mise molto a darle risposta “Padrona “ (ormai non era più Tatiana ma la sua padrona, e lei la sua slave) “padrona, merito che mi punisca fino in fondo, …desidero essere punita, e voglio godere, te lo confermo”. “e sia. Sapevo che sarebbe andata così e ne sono felice”. Tatiana porto la bocca verso la piccola e meravigliosa fica di Elena, e, dopo averla lungamente massaggiata con le sue esperte dita le diede un lungo bacio sulla patata. Era momento di concludere quella sessione punitiva. Con pazienza e maestria Tatiana aggiustò la struttura in maniera tale che il corpo di Elena fosse arcuato e ben teso. Il monte di venere di Elena era esposto al massimo, sormontava il suo meraviglioso corpo. Tatiana prese dei lunghi e grossi elastici che, fissati alla struttura, giravano intorno ai seni strizzandoli. Già piccoli di natura cosi scomparivano quasi, lasciando ben in evidenza solo i capezzoli. Tatiana riprese lo spiedino di legno, mise una mano sulla bocca di Elena, e, con forza, punto il sottile legno sul capezzolo di Elena. Elena cercava di divincolarsi ma ogni suo sforzo era vano. Era saldamente bloccata. Urlava ma la mano di Tatiana le tappava la bocca con forza. L’aguzzina le punzecchiava i capezzoli causandogli delle fitte dolorosissime. Ando avanti solo qualche minuto ma a Elena parve un secolo. La struttura su cui era ancorata Elena poteva essere girata su se stessa, cosi Elena si trovò a faccia in giù con il culetto così ben esposto verso l’alto e leggermente divaricato, abbastanza aperto per poter accedere al piccolo orifizio anale dentro el sue giovani mele. Tatiana prese un dildo di metallo composto da tante palline d’acciaio. Dopo averlo cosparso di gel lubrificante, lo avvicino al piccolo ed inviolato buchetto di Elena. Sentendosi dilatare con forza Elena inizio ad urlare ma non servi a niente, il dildo forzò lo sfintere finche non riuscì a penetrarlo sfera dopo sfera, cm dopo cm. Ormai completamente dentro le sue viscere rimase imprigionato all’ultima sfera. Tatiana attacco al dildo un filo elettrico. La struttura venne fatta girare ancora una volta e Elena si ritrovo nuovamente col delicato e glabro pube verso l’alto. Tatiana, prima di dedicarcisi prese degli elettrodi che attacco ai seni di Elena, li collego degli altri dei cavi elettrici. Concluse la sua opera sulla fica, volutamente lasciata per ultima. Adesso Elena era nel panico più assoluto. Sentì Tatiana armeggiargli attorno alla parte più delicata del suo corpo, la fica… Prese delle pinzette metalliche che applico alle morbide labbra della sua fichetta. Anche a queste due ultime pinzette attacco dei fili. Tutti questi cavi terminavano ad una macchina elettrica che lanciava delle scariche elettriche brevi ma intense. Prima di azionarla, disse a Elena “Ti devo avvisare: questa cosa che sto per farti è molto dolorosa, il tuo corpo soffrirà cose mai provate…vorrai scappare ed urlare…v uoi qualcosa da mordere?” “no, grazie, resisterò”. Tatiana programmo la macchina in maniera quasi scientifica. Il programma prevedeva che le scosse partissero dai seni per andare verso il buchetto del culo causandone un dolorosissimo spasmo che si contraeva sul dildo con forza, e poi le scariche andavano verso la fica, tutto questo alternando potenza e frequenza. Le scariche partivano con una debole corrente a impulsi per poi aumentare fino al massimo sopportabile, svanire e quindi poi ripartire da zero, ciclicamente. Tutto questo Elena ancora non lo sapeva. Il programma era pronto, Elena anche. Legata ben stretta. Tatiana si rivolse ancora una volta alla ragazza “sei pronta ?” Elena non rispose ma, serrando a pugno le mani, fece di si con la testa. Tatiana si da parte e fece partire il macchinario. Una volta partita la macchina questa si sarebbe fermata da sola solamente dopo un tempo ben preciso, apposta per non permettere nessun ripensamento. START…Il corpo di Elena inizio a tremare ritmicamente e spasmodicamente, sempre più forte , poi il silenzio, e poi di nuovo aumentava. Elena inizio a strillare impazzita ma le scosse continuavano senza sosta, alternate. Elena soffriva e Tatiana la guardava godendo…senza rendersene conto la sua mano scese sul suo sesso, fradicio di umori, e con le dita strizzava la fica con forza ogni volta che il corpo di Elena si inarcava…ne seguiva i movimenti. Si stava masturbando guardando Elena. Era in preda all’eccitazione. Elena soffriva, lei godeva. Allo scadere del tempo che aveva impostato la macchina smise di emettere le scariche che avevano devastato Elena. La ragazza era tutto un fremito, sudata fradicia. Tatiana ebbe un idea che mai avrebbe previsto di mettere in atto…eccitata come era si spoglio completamente mettendo in luce il suo corpo che ancora dava le sue soddisfazioni. Allargo le gambe, si divarico la fica e, preso dei morsetti, se li applico al sesso, uno morsetto al labbro e l’altro sul clitoride, ormai grosso per l’eccitazione. Li per li il dolore la bloccò, ma, abituata al dolore come era stata, si riprese alla svelta. Con dei fili collego i suoi morsetti a quelli già presenti sul sesso di Elena. Imposto la macchina sullo stesso programma appena utilizzato ma inserendo una partenza ritardata cosi che Tatiana ebbe il tempo di salire a cavalcioni su Elena e stringerle le mani chiudendo così il circuito. Lei e Elena erano ora collegate. La macchina inesorabilmente ed implacabile parti svolgendo il suo programma… la corrente attraversava i due corpi facendoli tendere allo spasimo. In sincronia perfetta si contorcevano e soffrivano allo stesso modo. Anche lei, come Elena, era fradicia di sudore e di umori che sgorgavano e gocciolavano bagnando il ventre di Elena che le era sotto. Gli umori della fica imbrattavano il sesso di quella più giovane. I due corpi avvinghiati e sudati tremavano e godevano all’unisono. Giunse al termine del ciclo programmato, la macchina si fermo nuovamente….ci volle qualche minuto per permettere a Tatiana di riprendersi. Il suo corpo, sopra quello più minuto della sua Ginnasta, era un’esplosione di sensazioni. Con non poca difficolta Tatiana riuscì a trovare la forza di scendere. Senza battere ciglio per il dolore si tolse i due morsetti dalla fica. Si avvicino a Elena, e, perso ogni freno e riserbo verso la sua atleta, la bacio voluttuosamente toccandola ovunque. Le sue mani la perlustrarono, accarezzarono su tutto il corpo, dalla testa ai piedi, soffermandosi più volte sul quel ventre liscio e piatto. Le tolse i morsetti dalla fica, strappandole un urlo, le tolse gli elettrodi dai seni, e, infine, allungando la mano sotto di lei, le sfilo l dildo dal culo. Decise che era venuto il momento di far venire Elena, era giusto, se lo era meritato. Prima di dargli il meritato orgasmo la volle coccolare e preparare. Gli libero i seni che ormai erano paonazzi e sofferenti. Poi prese un asciugamano e terse tutto il corpo di Elena che ora le sorrideva estasiata ed eccitata come una gatta in calore. Era felice da tanta cura nei suoi confronti. Con l’asciugamano le terse la passerina che luccicava di umori e sudore, bellissima come non mai. Tatiana sapeva Elena ancora vergine, non avrebbe potuto violarla come avrebbe voluto, quindi con un dito e molta attenzione, la penetro fin dove poteva, Abbasso il suo viso sulla sua fica ed inizio a leccarla voluttuosamente. Prima un dito, poi due, avanti e indietro, la lingua che le arroventava il clitoride…In breve Elena fu presa dagli spasmi di piacere, forti, sempre più, fino ad urlare di piacere…venne improvvisamene in un orgasmo di forza ciclonica. La ragazza si tese come una corda di violino squirtando in bocca a Tatiana. Non aveva mai avuto un orgasmo di questo genere, la cosa la sorprese pazzamente. Rimase senza fiato per diversi istanti. Tatiana, solamente ora, la libero da quella posizione scomoda. L’aveva tenuta bloccata di proposito cosi che il suo corpo potesse sforzarsi allo spasimo un quell’orgasmo. Il corpo di Elena era ancora tutto un fremito, ogni muscolo era dolorante per lo sforzo. Non aveva più saliva ne umori. Era folle di piacere. Era una donna felice e soddisfatta, nonostante tutte le angherie ricevute.
Una vola libera, alzandosi lentamente, strinse a se Tatiana, restituendole quel bacio che aveva ricevuto. La sua giovane lingua penetro all’interno della bocca di Tatiana in un bacio profondissimo ed intimo. Elena, senza proferire una parola, con passione la prese poi per le braccia e la fece lentamente coricare in terra. Con un dito sulla bocca le indico di non parlare, Tatiana accolse il messaggio e la lascio fare. Elena le mise le cavigliere che l’avevano prima imprigionata, e, allo stesso modo anche il palo che le teneva aperte le gambe. Attacco il gancio del paranco elettrico alla barra, quindi azionando il meccanismo sollevo Tatiana fino a farla sollevare da terra, testa in basso e con le gambe in alto ben larghe. Il sesso oscenamente esposto era alla portata di Elena. “Tatiana” disse Elena con uno sguardo voluttuoso “ora sarai punita, sei pronta a subire quello che meriti ? Tatiana non rispose ma chiuse gli occhi abbandonandosi alle sensazioni. Elena prese un rotolo di nastro adesivo con cui fece vari giri della testa di Tatiana coprendole occhi e bocca…si stava eccitando nel essere lei ora la padrona. Prese il frustino che era stato utilizzato su di lei, e con colpi deboli ed imprecisi inizio ad infierire sulla fica di Tatiana. Elena si rese conto che così non avrebbe ottenuto nulla, erano colpi troppo deboli e senza effetto…allora si fece coraggio e inizio a mirare meglio e con meno riguardo. Colpiva con più forza il sesso e il clitoride. Tatiana inizio a mugolare e a lamentarsi ma non venne ascoltata. Elena ormai era in preda all’eccitazione del momento. La fichetta di Elena era una fontana di umori, la fica di Tatiana aperta ed esposta e riceveva tutti i colpi che ora andavano adesso sempre a segno segnando fica larga della donna. Più la vedeva dimenarsi e più forza ci metteva senza badare al dolore che gli causava. Elena prese il gel lubrificante con cui le passo tutto il sesso di Tatiana. Infilò più e più volte le dita al suo interno aprendola come un frutto succoso. La penetrava con violenza, le sue dita si perdevano nel suo interno. Il pugno della mano sbatteva sul pube stimolando il clitoride di Tatiana. Quindi piego le dita come una specie di uncino che utilizzò per tirare verso di se Tatiana da dentro la fica. Tenendola bloccata inizio a colpire i seni calciandoli ritmicamente cercando di colpirla direttamente nel punto più delicato ed esposto, i suoi scuri e grossi capezzoli. Improvvisamente gli venne in mente una cosa diversa da fare, una piccola vendetta… Lasciò li la donna appesa e dolorante e corse verso il baule della macchina a prendere la borsa da palestra che porto li, davanti a Tatiana. L’aprì e ne estrasse le clavette. Ne prese una, magari era la stessa con cui Tatiana le aveva esplorato la piccola e vergine fica la prima volta. La differenza era con non avrebbe usato la parte del manico, la parte più fine e delicata, ma l’altra parte, quella ovale è più grossa, rugosa e dura. Tatiana non sapeva cosa l’aspettava, bendata ed in balia delle sensazioni. Ormai Elena era inebriata dal piacere, ubriaca di sesso e non badava a niente. Appoggio la clavetta sulla fica di Tatiana, inserendola lentamente fra le sue grandi labbra. Facendo sempre più forza e roteandola su se stessa più volte, la clavetta trovo la strada per entrare profondamente all’interno della fica di Tatiana che mugolava di piacere e dolore. Elena inizio a spingerla dentro e tirarla fuori a ripetizione, dentro e fuori, avanti e indietro, come un vero fallo. La fica si allargava e stringeva al suo passaggio. La vulva era dilaniata dall’oggetto che la divaricava con forza. Elena poi si concentro sul buchetto del culo della sua istruttrice; Prima di perforarlo ci sputo rendendo il suo anfratto abbastanza scivoloso per essere varcato. Prese l’altra clavetta che punto dritta sullo sfintere della donna, e con una certa resistenza lo passo riempendo la cavita anale. Tatiana ormai era violata da entrambi i lati, sfondata e abusata come non pensava potesse accaderle, tutti suoi buchi riempiti a forza…ma invece di soffrire godeva, godeva come una cagna. Elena muoveva le clavette in maniera da stimolarla a forza… era ora di fargli avere un orgasmo che la facesse esplodere. Si dedico alla sola clavetta che usciva dalla sua fica, la girava e tirava su e giù, la trombava come fosse un fallo di notevoli dimensioni, con l’altra mano gli stimolava violentemente il clitoride. In meno di qualche minuto Tatiana esplose di piacere ululando versi incomprensibili. Da carnefice era diventata, per dire, vittima. Ed aveva goduto come non sperava! Elena estrasse le due clavette dagli orifizi ormai spanati di Tatiana, e, la riabbasso verso terra liberandola poi dalle cavigliere.
Si fecero la doccia, insieme, baciandosi più volte, toccandosi, ridendo, e godendo dei loro corpi nudi. Ripresero sfinite ripresero la strada per tornare a casa di Elena. Si salutarono sulla porta di lei e dicendosi “a domani, Tatiana” “a domani Elena”

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