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Carla & Vito
Ci eravamo conosciuti in un villaggio turistico in Sardegna, io Carla e mio marito Vito, sposati da oltre 25 anni appena più che 50enni pugliesi e loro Marianna ed Eriberto liguri stessa età ed anni di matrimonio. L’occasione era la stessa, festeggiare l’anniversario di nozze che capitava lo stesso giorno il 6 di settembre. Un caso fortuito poi, almeno all’apparenza, nulla ci avvicinava.
Io Carla 1,70 magra 2 scarsa di seno bionda, Vito 1,72 75kg di muscoli da palestra e dalla passione per la pesca. Marianna mora, 1,68, 4 di seno abbondante e svettante grazie a qualche tiratina, Eriberto 1,85 longilineo ma muscoloso grazie alla sua passione per il nuoto.
Eravamo capitati allo stesso tavolo ed avevamo legato. Anche come carattere di coppia eravamo molto diversi. Noi più chiusi ed introversi, loro esibizionisti ed estroversi eppure ci eravamo piaciuti anche fisicamente. Dopo qualche giorno in cui li vedevamo molto appiccicati come due fidanzatini nonostante i 25 anni di matrimonio eravamo entrati abbastanza in confidenza per prenderli un po’ in giro e domandare loro come facevano dopo tanti anni a mantenere la passione così viva e ci si aprì un mondo.
In breve ci dissero che erano una coppia aperta, che praticavano lo scambismo e che avevano due regole la prima che non si doveva nascondere nulla e la seconda che se un eventuale partner avesse cominciato ad interessare un po’ troppo avrebbero troncato di brutto.
Noi di contro non ci eravamo mai traditi, qualche sbandata normale in 25 anni di matrimonio ma avevamo resistito senza cedere alla tentazione. Eppure quella volta….
Marianna ed Eriberto ci avevano inquadrato perfettamente. Avevano già avuto più volte a che fare con coppie che non conoscevano lo scambismo, a volte li avevano portati nel loro talamo, altre la cosa non si era concretizzata.
Ci dissero in modo semplice e trasparente che se avessimo voluto avremmo potuto farci un giro di giostra con loro e proseguire solo se tutti d’accordo e contenti. Quando ce l dissero presentarono il tutto come una cosa molto naturale e che ravviva il matrimonio e per la quale si doveva essere convinti più come coppia che come singolo. Se uno solo dei due era interessato loro sconsigliavano, avrebbe rotto la coppia.
Non ci fecero nessuna pressione passammo la serata del terzo giorno come le precedenti in allegria, una buona cena, ballando ed ascoltando musica bevendo un po’ più del solito.
Quando entrammo in camera eravamo belli carichi per i discorsi osè (i nostri nuovi amici ci avevano raccontato alcune delle loro marachelle) e facemmo l’amore con una intensità che nessuno dei due provava da tempo. Il risultato fu che appena ci fummo ripresi dalla scopata tutti e due ci guardammo negli occhi e dicemmo “parliamone”.
Esaminammo pro e contro, concordavamo sul fatto che era un rischio, che i due coniugi pur così diversi fisicamente da noi ci stuzzicavano e che una ventata di aria fresca ci avrebbe fatto bene. Temevamo che potesse rompersi qualcosa ma il desiderio ebbe il sopravvento. Decidemmo di provare questa esperienza e, nel caso anche solo uno dei due avesse cambiato idea, saremmo tornati sui nostri passi.
Il mattino dopo era prevista una gita in barca con 3 ore libere in una cala molto bella. Io mi preparai con il costume più ridotto che avevo ed un copricostume traforato che lasciava vedere tutto quello che c’era sotto. Era un capo che Vito mi aveva regalato un paio di anni prima e che usavo raramente, di solito solo in casa quando stavo con lui. Al vederlo indossato per uscire, pur non essendoci nulla di scandaloso, Vito trasalì. “Cominciamo bene”, mi disse. “Marianna indossa completi ben più stuzzicanti” risposi aggiungendo “non voglio farti sfigurare” e ci facemmo una risata.
Alla partenza in barca Marianna non mancò le promesse. Un bikini bianco col reggiseno che metteva in grande evidenza la sua quarta abbondante, era coperto da un pareo trasparentissimo allacciato dietro il collo e lo slip era a freccia davanti e quasi inestistente dietro. Osservai Vito deglutire appena la vide. Forse sarebbe stata la giornata in cui se la sarebbe scopata e, conoscendolo, avevo capito da subito che la donna gli faceva parecchio sangue. Eriberto indossava invece una bella camicia di lino bianca trasparente da cui si intravvedevano i pettorali modellati dal nuoto. Anche io mi sentii l’acquolina in bocca per quello che speravo sarebbe successo in quella giornata. Marianna ed Eriberto si sedettero per primi sulla panca della barca e noi, per mostrare le nostre intenzioni, ci mettemmo ai due estremi io vicino ad Eriberto e Vito vicino a Marianna.
Il ghiaccio lo ruppe Marianna: “dobbiamo pendere questo posizionamento come un invito a procedere?”. “Si” fu la nostra risposta all’unisono.
L’inizio in barca fu giocoforza molto soft. Le loro mani ci sfiorarono con la consuetudine di chi è molto in confidenza, le carezze veloci e leggere di Eriberto alle mie ginocchia, salirono pian piano fino a metà coscia passando inoltre dal dorso al palmo e della mano. Mi stavo bagnando già così. Forse troppa aspettativa ma nessun uomo che non fosse Vito mi aveva toccato così negli ultimi 28 anni. Io ricambiavo premendo per esempio il mio pur piccolo seno contro il braccio di Eriberto ed intanto guardavo cosa stava succedendo dall’altra parte.
Marina aveva preso l’iniziativa senza remore, le avevo visto schiacciare e strofinare il suo seno prosperoso addosso a Vito che non si era ovviamente tirato indietro. Inoltre gli aveva sfiorato a più riprese l’uccello che intravvedevo gonfio pronto a scoppiare. Meno male che aveva indossato dei bermuda da bagno altrimenti sarebbe scappato fuori nel caso avesse avuto degli slip.
Eravamo in pubblico anche se defilati a poppa sulla barca che portava i turisti alla caletta dove avremmo avuto tre ore di mare.
La barca ormeggiò a 200 metri da riva ed un tender che fece la spola tre volte, portò 8 turisti alla volta a riva.
Prendemmo momentaneo possesso della spiaggia con i nostri salviettoni e subito, dopo esserci tolti magliette e parei, ci tuffammo in acqua. Il costume di Marianna oltre ad essere molto striminzito era pure trasparente dopo essersi bagnato. Quando uscì dall’acqua, tutti gli uomini che erano nei dintorni non la persero di vista. Non era nuda ma era come se lo fosse. Era una esibizionista nata, più sentiva gli sguardi posarsi su di lei, più le sue movenze offrivano spettacolo, si andò a sdraiare indossando un paio di occhiali da sole a specchio dietro i quali poteva vedere chi la stava sbirciando senza essere a sua volta vista. L’eccitazione precedente ma anche quella della sua passeggiata e l’acqua che non era caldissima a causa di alcuni forti temporali nella notte, avevano reso i suoi capezzoli dritti come chiodi, il costume bianco faceva il resto. Credo che tutti gli uomini lì presenti la avrebbero scopata sui due piedi.
Non reggevo certo il paragone, le mie gambe erano meglio ma il mio costume non valorizzava altrettanto il fisico e le sue grosse tette. Mi venne così improvvisa un’idea, nonostante nessuna altra donna nella spiaggia se lo fosse tolto, mi sfilai il reggiseno con lentezza. Le mie tettine certo non potevano competere ma essere l’unica a mostrare il seno mi faceva sentire terribilmente sexy anche se avevo un pelo di imbarazzo. Trassi il dado estraendo la crema. Il io corpo era abbronzato col segno del reggiseno per cui mi spalmai tutta insistendo in particolare sul seno che aveva la pelle più delicata.
La cosa non sfuggì a Vito che mi fecce l’occhiolino mentre andava a sdraiarsi di fianco a Marianna mentre Eriberto si avvicinò e mi fece i complimenti per come avevo deciso di agire.
“Per essere una alla prima esperienza ti sei lanciata molto bene, se tanto mi dà tanto oggi ci divertiremo tutti”.
Lo presi per mano e ci dirigemmo verso l’interno della caletta dove un sentiero saliva in mezzo alla macchia mediterranea. Quando fummo fuori dalla vista dei bagnanti Eriberto mi prese fra le braccia e mi baciò profondamente. Ero un po’ stranita, non baciavo uomini in bocca da un’era geologica, mi piacque però molto il suo sapore ed entrambi cominciammo, presi dalla passione, a muovere le mani. In breve fummo nudi, Eriberto aveva steso il suo telo e mi prese in braccio depositandomi sul salviettone. Mi allargò le gambe e si posizionò con la bocca iniziando un cunnilingus delizioso. Cominciai a gemere trattenendomi dato che non eravamo troppo distanti dalla spiaggia. Eriberto allora si stese chiedendomi di mettersi sopra di me a 69. Iniziai a leccarglielo con voluttà. Il suo uccello era durissimo ed umido di umori il cui sapore era diverso da quelli che ricordavo di aver provato in gioventù. Mi venne in mente un articolo che avevo letto anni prima in cui si sosteneva che il sapore del liquido seminale ma ancor di più dello sperma dipendeva da quello che si mangia. Ricordo che all’epoca Vito mi chiedeva di fare l’ingoio quando lo spompinavo ed il suo seme non aveva un sapore particolarmente piacevole così gli propinai per un po’ del succo di ananas che in effetti addolcì la sua produzione spermatica.
Eravamo talmente presi dal 69 che non ci accorgemmo che Marianna e Vito ci avevano aggiunti. Vito aveva il cazzo di fuori e portava sulla spalla un telo e Marianna lo teneva come al guinzaglio afferrando il suo cazzo in piena erezione. Si misero vicino a noi nella stessa identica posizione così mentre spompinavo Eriberto potevo vedere il cazzo di mio marito trattato con maestria da Marianna. Divenne quasi una competizione fra chi di noi due stava facendo il bocchino migliore. Rigatoni, ingoio di quanto più cazzo possibile, leccate di palle mentre l’uccello veniva masturbato. I due cazzi avevano dimensioni simili, entrambi sopra la media lunghi poco più di 20 centimetri. Eriberto era un pochino più largo mentre Vito un po’ più lungo. I nostri mariti, stufi della battaglia del pompino, ci ribaltarono e ci dissero di metterci alla pecorina. Ci mettemmo entrambe a 4 zampe e sorpresa ognuna venne presa dal cazzo del marito.
“Ti è piaciuto succhiare il cazzo di un altro uomo vero maialona mia” mi disse Vito mentre mi pompava con un ardore che non sperimentavamo più da anni.
“Si molto e mi sembra che anche tu gradissi assai la bocca di Marianna porcone”.
Marianna ed Eriberto intanto scopavano a loro volta buttandoci un occhio e ridendo di noi. Loro erano abituati allo scambio di coppia e probabilmente avevano già vissuto situazioni similari.
Andammo avanti per una decina di minuti in quella posizione poi improvvisamente i due uomini si sdraiarono e Marina si fiondò a spegnimoccolo su Vito, feci altrettanto calandomi sul bel cazzone di Eriberto viscido di umori della mia amica. Mi accorsi del diverso diametro del cazzo di Eriberto. Entrò senza fatica ma lo sentivo di più e la cosa mi piacque.
Mentre Marianna dava il tempo su e giù facendolo entrare Vito fino in fondo, lui le strizzava le belle poppe, tirandosi su per mordicchiarle e leccarle. Vito non stava ancora godendo ma grufolava come un maiale in calore fra le parole smozzicate dalle slinguazzate che dava alle tette di Marianna, intuivo che la stava ricoprendo di complimenti. Erirberto invece, non avendo a disposizione tanto ben di Dio a cui aggrapparsi, manovrava le sue mani per allargarmi e poter entrare il più possibile dentro di me.
“Non avrei potuto sperare di meglio, sei proprio una bella vacca, credo che la settimana volerà, ti voglio scopare in ogni buco perché sei una gran scrofa” furono le sue parole.
Le parole non mi offesero ma anzi una vampata di calore cominciò a salire ed un orgasmo lungo quanto intenso mi prese. Probabilmente strinsi di più le pareti della vagina perché anche Eriberto cominciò a mugolare e sentii chiaramente 4/5 schizzi di sborra riempirmi per bene. Di fiano a noi Marianna aveva già goduto e si stava dedicando ad un servizietto extra lusso a mio marito. Era sdraiata e Vito sopra di lei aveva il suo cazzo ben avvolto dalle tette della donna. Faceva un lento movimento di bacino per farsi segare dalle due grosse mammelle ed intanto lei alzava la testa e con la bocca leccava la cappella quando le veniva a tiro. Cone le mani strizzava le poppe per avvolgere meglio il cazzo di mio marito che poco dopo esplose con 4 schizzi che le coprirono tette e faccia.
Quello che successe dopo mi lasciò di stucco. Eriberto ormai col cazzo non più in tiro, si avvicinò alla moglie e cominciò a ripulire tutto lo sperma che mio marito le aveva spruzzato addosso.
Mentre Eriberto era dedito alla pulizia, Marianna ci disse che a lui piaceva molto questa pratica e che eccitava entrambi. In effetti mentre la leccava il cazzo di Eriberto stava tornando prepotentemente in tiro. Mi volsi verso Vito e gli chiesi se anche lui voleva provare indicando la mia passera da cui lo sperma di Eriberto stava iniziando a colare.
Vito non disse né si né no. Interpretai questa sua mancanza di risposta come un desiderio di qualcosa di troppo proibito e gli diedi una spintarella.
Lo presi per i capelli e lo feci inginocchiare davanti a me, quindi gli tappai il naso in modo che estraesse la lingua. Una volta superato il primo momento vidi Vito dedicarsi alla pulizia in modo entusiasta. Più entusiasta di lui solo il suo cazzo che, come quello di Erberto, riprese pieno turgore.
Era passata quasi un’ora da quando ci eravamo appartati e restava ancora un’ora. I due maschi avrebbero voluto ricominciare ma sia Marianna che io decidemmo che al rientro avrebbero avuto la seconda porzione di Pappa, al comodo in una stanza e con tutto il tempo a disposizione.
Ci rivestimmo, io restai però a seno nudo e tornammo in spiaggia dve lasciammo gli asciugamani per infilarci in acqua per pulirci degli ultimi residui.
Le donne notarono i membri eretti dei nostri mariti e fu un tutto darsi di braccio fra amiche e coniugi, immagino appellandoci in maniera poco urbana.
Facemmo il bagno ci rosolamo al sole e poi rientrammo al villaggio per il pranzo quindi ognuno tornò nella sua stanza. Il sole picchiava ancora forte nonostante fosse settembre ed avevamo “speso” un bel po’ di energie.
Vito ed io ci buttammo sul letto e ci addormentammo per risvegliarci dopo un paio di ore, belli pimpanti e con la voglia di scopare fra di noi.
Passammo il resto del pomeriggio a fare sesso e coccole raggiunti solo da un sms di Marianna che ci chiedeva se saremmo scesi in piscina, rispondemmo proponendo di uscire a cena in un ristorante non lontano dal villaggio ottenendo una risposta affermativa.
Io indossai un vestito che raramente mi ero messa; lo portavo sempre ma non trovavo mai l’occasione per indossarlo. Era un lungo abito nero con uno spacco inguinale ed una fascia rossa in vita, dei sandaletti gioiello con tacco da 10cm rossi come la fascia ed una pochette dello stesso colore. Sotto un perizoma rosso di pizzo. Vito indossò un completo di lino beige ed una camicia, sempre di lino, azzurra con un paio di scarpe da barca color cuoio come la cintura.
Quando ci vedemmo alla reception dell’albergo sia Marianna che Eriberto emisero un sonoro fischio ed un comento simpatico “siete di buon umore a quanto pare”. Quindi girarono sui tacchi e tornarono in camera per cambiarsi. Erano vestiti da turisti e tornarono quai vestiti da matrimonio.
Eriberto indossava una camicia tabacco con colletto alla coreana pantaloni e giacca beige e cintura e mocassini anche essi color tabacco.
Marianna sembrava uscita da un giornale di moda, un tubino azzurro con abbondante scollatura da cui spuntava leggermente il pizzo di un reggiseno color blu notte, borsetta e sandali altissimi senza plateau blu in tinta col reggiseno. Ci avviammo alla loro auto una Porsche Cayenne, noi donne salimmo dietro mentre gli uomini si sedettero davanti.
Nessun accenno a quanto successo in mattinata, gli uomini parlavano di calcio mentre noi di moda e cucina, in pieno stereotipo.
Al ristorante la cena fu ottima a base di pesce e la serata volò via leggera e veloce. Al ritorno tutti un po’ assonnati concordammo che per un eventuale bis ne avremmo parlato il giorno dopo.

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