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Erotici Racconti

Espediente prelibato

By 4 Dicembre 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Ester impastava con il petto proteso sul piano del tavolo della cucina con gesti lenti e misurati, cadenzati nel ritmo di quei seni che sembravano danzare a ogni mossa. Lei affondava le mani nella pasta lavorandola in modo compatto, poi con la sinistra la bloccava contro il tavolo di legno, mentre con la destra la distendeva piegando il polso in una larga porzione che s’arrotolava su sé stessa, dopo ricominciava a penetrare con le dita nell’impasto comprimendolo con gesti energici trasmettendo ai suoi fianchi un dondolio continuo. I piedi nudi nel frattempo ricevevano l’adeguata frescura delle piastrelle del pavimento, compensando in tal modo l’arsura di quella giornata, giacché lei era chiaramente accaldata per quel lavoro che stava svolgendo, cosicché allargò un poco le gambe e in quella postura i muscoli delle cosce e dei glutei guizzarono, finché Basilio non si tenne più.

Dall’inizio del lavoro, in realtà, era rimasto a osservare tutta la scena seduto in disparte su d’uno sgabello, squadrando accuratamente quella donna nuda occupata nelle sue faccende che così stupendamente si mostrava al suo sguardo. Basilio per l’occasione si era appoggiato sistemandosi di traverso, un po’ dietro di lei in maniera tale d’averne una visuale ampia senz’ulteriori ingombri, tenuto conto che poteva mutare se lui si fosse piegato o se si fosse girato sullo sgabello. Lui si era gradatamente estasiato eccitandosi nel vedere saltellare quei prosperosi seni, osservando il dimenarsi cadenzato dei fianchi e con il guizzo dei suoi muscoli la misura fu colma: Basilio si sollevò d’impeto facendo cadere lo sgabello, per il fatto che le fu addosso e stringendo Ester da dietro in un vigoroso abbraccio le fece intercettare tra i glutei spiccatamente il suo cazzo eretto, mentre le mani si serravano sui suoi seni, a tal punto Ester si schermì cercando di distoglierlo:

‘Dai Basilio, piantala, aspetta, vedi che non ho ancora finito’ – disse voltando la testa verso di lui, tuttavia lui non l’ascoltò e iniziò a sfregarsi contro il suo corpo, mentre le chiudeva la bocca con un bacio.

La faccenda era diventata piacevolmente interessante, poiché Ester s’abbandonò senza protestare, mentre una fitta di desiderio le saettò in un baleno dai capezzoli che lui solleticava fino alla fica risvegliata dalla carezza del cazzo proteso tra le sue cosce, perché sentirselo lì così massiccio, pieno e rigido fu per Ester il punto decisivo della libidine. Al presente sospiri affannosi e tormentosi le uscivano dal petto e sfregandosi voluttuosamente contro il corpo di Basilio si girò così da stargli davanti, appresso lentamente si lasciò scivolare lungo il petto, il ventre e le cosce, finché fu in ginocchio ai suoi piedi con il viso contro la sua tangibile erezione. In quel frangente con ambedue le mani s’adoperò per privarlo il più rapidamente possibile dagl’indumenti, captando in maniera netta il poderoso aroma del suo desiderio, sì, perché quell’odore deciso, forte e perseverante di maschio in calore le dava testualmente alla testa facendola folleggiare, giacché era per Ester un profumo appassionante, esaltante e in special modo afrodisiaco, che lei aspirò eccitatissima prima d’accarezzare delicatamente la trionfante virilità che le stava di fronte. Ester faceva scorrere le dita su e giù senza tirare la pelle ammirando rapita quel ben di Dio, poi impresse su tutta l’asta dei baci leggeri e fitti come gocce di pioggia, e in seguito come vide sulla punta del glande una gocciolina splendente come una perla, con un colpo di lingua rapidamente la cancellò.

Basilio gemette e il suo membro ebbe una vibrazione, dal momento che pure Ester sentì uno spasmo attraversarle il ventre e un’abbondante secrezione le bagnò la fica continuando a solleticare il cazzo che attualmente impugnava stringendolo alla base con una mano, mentre con l’altra palpeggiava con maestria i testicoli di Basilio solleticandoli dottamente. In seguito con la lingua cominciò a leccare il cazzo dalla base verso l’alto, così come si lecca un gelato e frattanto ascoltava i mugolii continui di Basilio, reale testimonianza del piacere che lei gli donava, giacché l’eccitava procurandole una continua lubrificazione. Lei al momento picchiettava con la punta il filetto del prepuzio, insisteva sul frenulo, girava tutto attorno al glande in circolo, con dei colpetti leggeri e poi con delle larghe e intenzionali slinguate percorreva il cazzo in senso inverso fino alla base, accarezzando frattanto i testicoli, stringendoli e rilasciandoli in continuazione. Lei s’interruppe soltanto perché Basilio indietreggiando rallentasse di proposito la cadenza, scongiurando in tal modo l’imminente eiaculazione, perché lei non voleva ancora, non glielo avrebbe permesso, perché desiderava e pretendeva reclamando di prolungarne il piacere, scansando ancora volontariamente quella dolcissima agonia, quell’abile e valida pena d’amore che Ester sapeva sapientemente donargli. Basilio la fece alzare in piedi, la sollevò tra le braccia, la mise a sedere sul tavolo infarinato in mezzo alla pasta e afferrandola per le caviglie le sistemò i piedi sull’orlo, sollevandole le ginocchia con le cosce aperte e ben distanziate tra di loro, in tal modo la sua pelosissima fica era completamente esposto alla sua vista, poiché ammirandola si sentiva sempre più eccitato e spronato all’azione.

Le grandi labbra dolcemente rigonfie erano soffuse di rossore, mentre le piccole leggermente aperte e gonfie d’un colore rosso più cupo sporgevano lucenti di secrezioni. Il clitoride eretto e gonfio sembrava reclamare le attenzioni che Basilio volentieri gli accordò, così inginocchiato ai piedi del tavolo con il viso all’altezza di quelle meraviglie ci affondò prima gli occhi e successivamente il viso con la bocca aperta, aspirandone il profumo di Ester e baciandone con trasporto la fica iniziando a solleticarla delicatamente e con crescente eccitazione. Lei gemeva contorcendosi, allora lui la bloccò tenendola ferma con una forte presa sui fianchi, mentre con inesorabili leccate la conduceva all’orgasmo. Ester frattanto godeva nella sua bocca, lei gli trasmetteva intensi fremiti di piacere, le pulsazioni del clitoride, le contrazioni del ventre e la sua pelosissima fica al momento gridavano in preda a una frenesia incontrollata, facendole pronunciare per di più definizioni illogiche e vocaboli sconnessi tra quei respiri affannosi. Basilio adorava di lei questo suo lasciarsi trasportare, questo suo accanito, caparbio e crescente furore erotico al quale sapeva abbandonarsi, dimenticava tutto quasi come in una radicale perdita d’identità. Lei in quei lascivi frangenti chiedeva, esigeva, diceva di toccarla in un certo modo, in certi punti, dichiarava proclamando che soltanto lui la faceva godere, l’incitava con parole forti e faceva l’amore come una puttana e insieme come una dea. Talvolta accadeva che quando il suo orgasmo era più lungo e travolgente del solito, Ester emettesse un liquido chiaro del quale inzuppava il cuscino qualora si trovavano nel letto. In verità non era urina anche se vi assomigliava vagamente, in quanto era diverso anche da quelle normali perdite dovute all’eccitazione sessuale prolungata, questi ultimi erano invece spruzzi inodori e dispensatori per Basilio di un’infinita soddisfazione, perché lui era in grado di portare la sua donna a livelli di piacere altissimi, avvenimento che li legava sempre più intimamente l’uno all’altra. Ebbene sì, accadde anche questa volta che Ester spruzzasse dei getti che colpirono in parte il viso di Basilio e in parte caddero sul tavolo assorbiti infine dalla farina.

Con le braccia tese dietro di sé lei si puntellava al piano del tavolo e al colmo dell’orgasmo le sue dita artigliarono l’impasto abbandonato sul quale stava parzialmente seduta, fu così che minuscoli frammenti di pasta le rimasero infilati sotto le unghie. Lui rise soddisfatto e riprese a succhiare la fica bagnata e pulsante mentre le palpeggiava i seni, poi l’accarezzò a lungo baciandola dappertutto finché lei si calmò diradando in conclusione le scosse che l’avevano sconvolta. Allora s’alzò, in quanto al livello dell’orlo del tavolo c’era il suo cazzo eretto e pieno di voglia che puntava dritto e sicuro verso l’intimità pelosissima di Ester. Quel cazzo entrò scivolando dentro come risucchiato da lei, giacché strinse i muscoli vaginali serrandolo in una morsa, al momento restarono immobili guardandosi negli occhi persi in un godimento infinito. Lei sentiva la fica aderire completamente al cazzo, totalmente riempita da esso, lui lo sentiva imprigionato fra le strette pareti di carne che premendolo ne aumentavano il suo piacere, facendolo ingrossare sempre di più. Poi Ester lo rilasciò con un sospiro di beatitudine e allora Basilio si ritrasse un poco ma senza sfilarlo del tutto le alzò le gambe mettendole sulle spalle, poi con un affondo spietato la penetrò profondamente strappandole un grido. Basilio la scopava con foga scuotendola tutta, facendola gemere mentre la teneva saldamente per i fianchi, lei lo abbracciava serrando le mani sui suoi glutei tirandolo verso di sé a ogni colpo, quasi come se volesse essere penetrata fino a farne uscire il cazzo dall’altra parte. Lui captava distintamente che lui stava per venire di nuovo, poiché le contrazioni le squassavano il ventre, in quanto erano così violente dato che cominciò a sbraitare. Basilio temette d’averle causato dolore e si fermò, adesso con molta delicatezza l’accarezzava nell’intimo mentre pronunciava parole d’amore, giocherellò con il glande sulla fica, poi lo ruotò dentro toccando quel punto dove più profondo s’annida il piacere e cominciò a premerlo picchiettandolo con il glande, scaraventando Ester in una varietà di sensazioni altalenanti, che andavano da un profondo rilassamento a un coinvolgente piacere, cagionato dall’intimo e dal completo abbandono di tutto il suo corpo, anzi, di tutto il suo essere, all’orgasmo che di nuovo l’invadeva causandole una profonda emozione.

Dagli occhi di Ester travolta nel profondo dell’anima scesero le lacrime mentre godeva e abbracciava il suo uomo. Lui la guardava rapito e quasi timoroso, godeva anche lui di riflesso il suo orgasmo, perché vedeva incarnato e rappresentato in lei come svelato il mistero dell’erotismo femminile, anzi, il mistero della femminilità stessa. Poi Ester mise giù le gambe dal tavolo e s’alzò in piedi, mentre una nuvola di farina sfarfallò con lei posandosi per terra. In questo momento lei desiderava soltanto ricambiare Basilio, restituirgli tutto il piacere, donargli tutto l’amore che lui le aveva offerto, sentirlo vibrare dentro di sé nuovamente però in un modo diverso. Vide lo sgabello rovesciato, lo pose di fronte al tavolo e vi fece sedere di nuovo Basilio. Curvo su di lui cominciò a baciarlo, inizialmente sulla bocca e sul collo, in seguito sul petto. Prendeva in bocca i suoi capezzoli e li succhiava dolcemente, alternativamente, finché non li sentì indurirsi e rizzarsi sotto i suoi baci e i suoi morsi delicati. Basilio gemeva con gli occhi chiusi, avvertiva una miriade di brividi voluttuosi percorrergli il corpo dalla testa fino al cazzo pulsante. Ester allora scese giù con la bocca sul ventre, si chinò nella cavità invitante dell’ombelico leccandolo: nel frattempo le sue mani cercavano il cazzo, lo trovarono e lo strinsero, Ester lo guardò e rise: era bianco di farina e cosparso di minuscoli frammenti di pasta che dalle sue mani si erano attaccati su di esso:

‘Adesso occorrerà dare una ripulita a questo porcellino’ – disse lei cominciando dal glande, cosicché lentamente lo agguantò tra le labbra aspirandolo in bocca.

Ester gli avvolgeva la lingua tutt’intorno e lo leccava, poi si dedicò all’intero membro giungendo a leccarlo fino in fondo, proseguì sullo scroto, risucchiò nella bocca un testicolo massaggiandolo con la lingua, poi fece la stessa cosa con l’altro, andò avanti a solleticare il perineo e tornò indietro ripetendo i gesti precedenti all’inverso. Basilio all’inizio l’aveva osservata eccitatissimo nel vederla dedicarsi così a lui, poi man mano che Ester proseguiva nel suo viaggio erotico sul suo corpo si era sentito quasi venir meno per l’intenso piacere che provava. Adesso a occhi chiusi e con la testa all’indietro gemeva come una femmina in pieno calore emettendo respiri affannosi, finché cominciò a uscirgli dalla bocca un mugolio, quasi un rantolo che si trasformò in un grido nel momento in cui Ester iniziò a succhiarlo con forza invitandolo a godere nella sua bocca.

Lui non aspettava altro, rapidamente si sentì scaricato sborrando placidamente nella bocca di Ester tutto il suo fluido vitale, lei beveva inebriandosi mentre gli carezzava le cosce scossa da un tremito. Quando le sembrò che lui avesse terminato gli schizzi Ester si sfilò il cazzo dalle labbra e baciò Basilio, insinuandogli la lingua in bocca. Fu questo gesto di sconvolgente intimità che provocò ulteriormente Basilio donandogli un ultimo impeto di sfrenata passione, perché un piccolo getto di sperma stavolta schizzò sul tavolo, precisamente su d’un mucchietto di pasta che si era separato dalla massa quando Ester si era seduta sopra.

Dopo una doccia tonificante e molti baci restava ancora il tempo d’occuparsi dell’impasto abbandonato, perché di quel mucchietto di pasta su cui era caduto l’inaspettato fiotto di Basilio Ester ne fece accuratamente un panetto mettendolo a lievitare in disparte, mentre lui scriveva su d’un bigliettino l’insolita dicitura: ‘Baguette Erotica’.

Bonariamente lo infilò indi su d’uno stuzzicadenti issandolo a modo di bandierina sulla pasta, più tardi ridendo e tenendosi per mano s’avviarono in conclusione nella camera da letto.

{Idraulico anno 1999}  

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