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Rebecca cap 8: l’adunata degli alpini

By 19 Agosto 2023No Comments

Dovete sapere che mio marito ha trascorso tre anni negli alpini in ferma volontaria. Il corpo degli alpini è uno di quelli che da appartenenza più forte e, quando ci sono le adunate annuali lui partecipa ogni volta. Di solito va solo per le giornate del weekend ma qualche volta ha preso ferie per partecipare all’organizzazione. Quando torna è stanco ma contento come una Pasqua.
Immaginatevi che gioia per lui quando il corpo ha deciso che l’adunata successiva si sarebbe tenuta nella nostra città. Saputa la notizia venne a casa dicendomi se avevo qualcosa in contrario ad ospitare per la settimana di preparazione un paio di suoi commilitoni, i bambini avrebbero dormito dalla nonna al piano di sopra. Naturalmente non ebbi nulla in contrario. Ero già andata un paio di volte la domenica a vedere la sfilata che mi era molto piaciuta. Avevo anche avuto modo di conoscere alcuni dei suoi amici in particolare ricordavo quelli del periodo in cui lui aveva fatto la ferma Hubert e Tone rispettivamente di Merano e di Bergamo. Due begli uomini che all’epoca avevo guardato senza alcuna pulsione ma che, alla luce della scoperta del sesso degli ultimi mesi, mi erano apparsi come due manzi che mi sarebbe piaciuto provare. Mandavo indietro il pensiero, troppo alto il rischio che mio marito mi scoprisse.
Venne la settimana in cui avremmo ospitato per 5 giorni due dei suoi commilitoni e anche altri due nel weekend, si sarebbero portati i sacchi a pelo ed avrebbero dormito per terra.
Il martedì sera, preannunciati, si presentarono Hubert e Bepi, quest’ultimo un omone grande e grosso di circa 60 anni in pensione da poco. Avevo preparato uscendo dall’ufficio ed in onore loro, una polenta con le costine innaffiata da una generosa dose di vino rosso (Cabernet del Friuli). La cena era trascorsa in allegria, alle 9:30 avevo portato i nostri bambini dalla nonna al piano di sopra. I due non avevano mollato per un istante il cappello da alpini con la piuma che i due uomini avevano portato loro in regalo. Vennero le 11 ed Hubert e Bepi si ritirarono perché il mattino successivo avrebbero dovuto alzarsi molto presto e dovevano fare la doccia.
In casa abbiamo due bagni uno con la sola doccia e quello padronale con vasca idromassaggio e cabina doccia così ne dedicammo uno a loro. Per essere buoni ospiti lasciammo loro quello più grande con vasca e cabina doccia. Mio marito, che non avrebbe potuto partecipare ai preparativi in quanto non aveva potuto prendere le ferie a causa di un lavoro improvviso capitato alla sua ditta, se ne era andato a dormire mentre io ero indaffarata a sistemare alcune cose. Andavo avanti indietro per sistemare delle cose e ad un certo punto, passando davanti al bagno, vidi che Bepi aveva lasciato la porta socchiusa, sebbene solo uno spiraglio, e si stava spogliando per infilarsi nella doccia. L’uomo pur essendo ultra sessantenne era in splendida forma aiutato da una altezza superiore al metro e novanta, si vedeva che si esercitava facendo lavori manuali. Era stato prima muratore poi capomastro ma sempre con le mani nella malta. Spensi la luce del corridoio e mi misi a spiare quel corpo così piacente. Quando si girò dopo essersi tolto le mutande rimasi sorpresa, in mezzo alle gambe aveva un arnese in linea con il resto delle dimensioni del suo corpo. La visione durò pochi secondi perché aveva già aperto l’acqua per farla scaldare ed entrò subito in doccia. Per un attimo guardò verso di me e mi parve mi facesse l’occhiolino ma era impossibile che sapesse che ero lì dato che avevo spento la luce.
Andai in camera con un certo languore sessuale e provai un approccio con mio marito che, mezzo addormentato, non seppe fare altro che darmi la buona notte. Ero però eccitata sia per la visione dell’uomo nudo che per il fatto che forse si era accorto di me. Per farla breve andai in bagno e mi masturbai. Tornata a letto mi addormentai rilassata.
Era ormai giovedì ed Hubert e Bepi andavano e venivano tranquillamente da casa, avevamo dato loro un mazzo di chiavi perché fossero più comodi così un pomeriggio tornata dal lavoro alle 18, prima di mettermi a preparare la cena per tutti, andai in bagno per fare una doccia. I bambini erano a pallavolo e li avrebbe recuperati mia suocera che li avrebbe tenuti per cena ed a dormire. Mi infilai in bagno ma distrattamente non chiusi completamente la porta del bagno. Mi spogliai in attesa che l’acqua si scaldassei quando Bepi entrò in bagno con i pantaloni calati e l’uccello già duro e di una dimensione notevole. Disse “ti ho visto ieri che mi spiavi mentre stavo per entrare in doccia, ora hai l’occasione di vedere il mio cazzo da vicino”. Rimasi basita ed al tempo stesso eccitata. Istintivamente mi misi una mano sui seni e l’altra sul pube. Cercai qualche parola da dire, mi avevano beccato con le mani nella marmellata e non avevo una giustificazione valida. Riuscii solo a balbettare: “mi hai visto nuda, siamo pari ora vattene”.
Bepi fece come non mi avesse sentito e con gentilezza e risolutezza avanzando prese la mano che copriva il pube e se la mise sul cazzo costringendomi a carezzarlo. Chiusi la mano per significare che non volevo ma intanto la mia patatina si stava bagnando. Bepi non indietreggiò ed insistette nel carezzarsi il cazzo con la mia mano che nel frattempo si era un po’ aperta. Bepi intuì che la mia resistenza stava cedendo e fece un passo ulteriore. Lasciò la mia mano e con la sua manona grosso come un badile mi costrinse ad inginocchiarmi davanti a lui. “Succhiamelo per bene, lo so che è da ieri da quando lo hai visto che lo vuoi fare. Quando sarà bello dritto poi ti darò la ripassata che desideri”.
Resistetti veramente solo per una decina di secondi quindi, obbediente, mi accovacciai davanti a lui e cominciai a leccarlo dalle palle, grosse in proporzione a quanto era fuori scala il membro. Ne presi una in bocca e delicatamente la succhiai mentre con le due mani tenevo e segavo il membro. Bepi intanto aveva aperto un po’ di più la porta e scorsi Hubert anche lui con l’uccello duro in mano che si segava godendosi la scena porno. La cosa mi stimolò, volevo far vedere quanto ero brava come pompinara. Cominciai a salire lungo l’asta, non finiva più. Avviluppavo il cazzo dell’uomo con la lingua alternando le mani sul fusto e sulle palle.
Hubert, che si era goduto tutta la scena dalla soglia del bagno, dopo aver visto che lo avevo notato e non avevo detto nulla, non resistette oltre ed entrò nel bagno reclamando la sua parte. Mi ritrovai con due uccelli davanti alla bocca e li afferrai con le due mani strofinando le due cappelle fra di loro leccandole e prendendole in bocca a turno. Andai avanti così per 5 minuti buoni mentre la mia passera colava umori e mi faceva fremere. Che vacca che ero diventata. Stavo spompinando due uomini praticamente sconosciuti senza alcuna remora e solo per il piacere di farlo. Bepi mi sollevò, mi appoggiò al mobile del bagno e mi penetrò in un colpo solo nonostante le dimensioni enormi del suo membro. Hubert invece stava a guardare ma non voleva rinunciare alla mia bocca e provò senza successo a salire sul mobile per mettere il suo cazzo vicino alla mia bocca. Dovette accontentarsi di una sega almeno fino a che Bepi non si stufò della posizione e mi tirò giù mettendomi a pecorina ed iniziando a pomparmi con foga, i colpi arrivavano fino all’utero dandomi anche un po’ di fastidio. Hubert approfittò invece della nuova posizione per prendere la mia testa fra le mani e scoparmi in bocca con foga e veemenza.
Bepi si era anche attaccato alle mie tette strapazzandole provocandomi brividi di piacere e di dolore, io ebbi un primo orgasmo che probabilmente strinse leggermente le pareti sature di quel grande cazzo che allora crebbe ancora un po’. Ne seguì una eruzione di sperma. Non getti forti data l’età dell’uomo ma un flusso copioso e caldo mi riempì. Hubert sentendo i mei gemiti e quelli di Bepi venne anche lui tirando fuori l’uccello dalla mia bocca e segandosi mi riempì volto capelli e tette di 6 schizzi forti ed abbondanti di calda sborra. Mi sentivo stordita. Così come erano entrati in bagno i due se ne andarono senza proferire parola richiudendo la porta del bagno alle loro spalle.
Ci misi 15 minuti buoni a ripulirmi di tutta la sborra che avevo ricevuto e per lavarmi, 10 per asciugarmi i capelli e vestirmi da casa. La mia micetta era indolenzita per il passaggio dell’enorme cazzo. Meno male, pensai, che non ha preso anche il culo. D’altro canto avevo già preso, seppure con difficoltà, un uccello simile nell’ano ma per qualche giorno mi aveva fatto male e avevo dovuto mettere una crema emolliente e trovare scuse con mio marito.
Riuscii ugualmente a preparare la cena per i 3 uomini. L’indomani sarebbero arrivati ed avrebbero dormito in soggiorno, anche Daniele un “bocia” ancora in servizio e Tone compagno di mio marito nei pattugliamenti sugli sci delle discese di Bressanone negli anni del suo servizio.
La cena fu piacevole e nessuno dei due che mi avevano scopato fece alcun accenno o provò ad allungare la mano. Pensavo fra me e me che anche gli altri due non erano male ma che con mio marito in casa sarebbe stato difficile potermeli gustare. Il cervello era contento perché non avrei corso rischi, la mia topa invece era incazzata nonostante il bruciore dovuto alla scopata di poche ore prima.
Andammo a dormire e passai una notte agitata sognando di “affrontare” i 4 alpini in un colpo solo. Mi svegliai sudata, col fiatone e bagnata. Bevvi un bicchiere di acqua e tornai a letto. Il resto della notte fortunatamente passò tranquillo. Era ormai venerdì, avevo preso n giorno di ferie per gestire al meglio in viavai che mi aspettavo ci sarebbe stato in casa nostra.
I bambini usciti da scuola vennero portati in giro per due ore da un carretto insieme ad altri loro amici con gli alpini che cantavano canzoni di montagna invadendo gioiosamente tutta la città. Venne sera, i bambini vennero lasciati dalla mamma di Fortunato ed a cena c’erano tutti e 5 gli alpini, mio marito ed i suoi amici, il giorno successivo sarebbero stati molto impegnati. Daniele aveva 25 anni ed era proprio un bel ragazzo, abbronzato ed atletico, sono certa che avrebbe fatto girare parecchie fanciulle mentre Tone era più normale ma con due mani come enormi ed anche lui faceva il muratore.
Mangiarono tutti abbondantemente e mi aiutarono a rigovernare, mentre uno asciugava i piatti che avevo lavato mentre gli altri si distribuirono per la casa e la ribaltarono spostando i mobili e fu come se avessimo fatto le pulizie di primavera. Non avevo mai avuta la casa così pulita, niente da dire bravissimi.
Mentre Fortunato era in bagno Daniele con un sorriso mi porse un sacchettino. “L’ho trovato dietro l’armadio che abbiamo spostato per pulire”, diventai rossa. Avevo riconosciuto il pacchettino, c’erano dentro un completino che mi aveva regalato Fortunato un paio di anni prima e che avevo indossato una sola volta per una festa di capodanno e poi avevo dimenticato. Era composto da un catsuit velato ed aperto nelle zone strategiche, un tanga rosso ed un reggiseno a balconcino coordinato con lo slip. Fortunato aveva provato un paio di volte a spingermi ad indossarlo ma io, ancora pudica, avevo sempre svicolato. Come mi sarebbe piaciuto che fosse tornato alla carica, lo avrei accontentato molto volentieri. Misi via il pacchetto e pensai che una volta che tutto il trambusto dovuto alla presenza degli ospiti fosse finito, avrei cercato di indurre mio marito a farmelo mettere.
Quando entrai in camera misi il sacchetto nel mio cassetto del comò e mi coricai.
Il sabato mattina quando aprii gli occhi la casa era vuota, erano le 9 ed i 5 alpini erano usciti presto per andare a preparare non so cosa. Sul tavolo in cucina colazione pronta ed un cappello con la famosa piuma nera accompagnata da un biglietto che recitava: “se vuoi raggiungici con i bambini dove abbiamo la base, passeremo una giornata spensierata”.
Passai da mia suocera ed essendo sabato i bambini non avevano scuola e stavano facendo i compiti e la colazione era stata completata. Enrica mi strizzò l’occhio dicendomi “c’è stato movimento ieri sera ma diverso da quello di giovedì pomeriggio”. Mia suocera, per chi non ha letto i capitoli precedenti, è una bella donna ancora piacente e da quando non ha più il marito ha cominciato a divertirsi i tutti i modi. Mi ha sempre rimproverato di essere spenta sessualmente vestendomi come una saccocciona ma, in corrispondenza della mia conversione a “maiala”, si era accorta che in me qualcosa era cambiato e non perdeva occasione per farmi degli accenni. Anche in questo caso ci aveva preso.
Le risposi con un sorriso invitandola a venire con noi cosa che accettò volentieri. Ci recammo presso la piazza dove aveva sede il gruppo di mio marito. Erano in corso attività di preparazione per la parata del giorno successivo e c’erano anche degli stand gastronomici con cui gli alpini si finanziavano ed un mini parco giochi. Passammo la mattinata in modo molto piacevole e decidemmo di fermarci a mangiare lì un panino con dell’ottimo salame. Mi accorsi che mia suocera e Bepi parlavano spesso fitto fitto e mi vene il terrore che l’uomo potesse sputtanarmi anche se avevo l’impressione che mia suocera non si sarebbe scandalizzata se le avesse raccontato quello che avevamo fatto poiché era ancora terribilmente molto attiva. Ad un certo punto i due scomparirono insieme ed ebbi la certezza che Enrica, come me, si sarebbe gustata l’altro tipo di salame.
Fortunato mi disse che se volevo andare a casa a rilassarmi si sarebbe occupato lui dei bambini per tutto il pomeriggio e che la sera avremmo mangiato sullo splendido terrazzo di sua mamma una pizza tutti insieme, alpini bambini e donne.
Non mi feci sfuggire l’occasione, avevo alcune commissioni da fare e la città tutta sottosopra per la presenza di decine di migliaia di alpini aveva moltiplicato il caos abituale. Completate le commissioni mi presi del tempo per un po’ di shopping insieme alla mia amica del cuore a cui non avevo ancora raccontato le evoluzioni del giovedì. Ci fermammo a prendere un caffè ed in quel mentre passarono Daniele e Tone con un veicolo con a bordo un lotto di bambini, fra cui i nostri. Il veicolo procedeva a passo d’uomo ed emetteva musica ad un buon volume. Canti di montagna che gli alpini cercavano, con successo, di insegnare ai bambini che cantavano a squarciagola.
I due mi salutarono, il commento di Paola, la ma amica (single al momento) fu “apperò, tutto quel ben di Dio e non mi inviti stasera?”.
Restammo d’accordo che sarebbe venuta anche lei a cena da Enrica quindi ci salutammo e me ne andai a casa, erano le 17 e verso le 19 sarebbero arrivati alla spicciolata i nostri ospiti. Approfittai mentre ero in casa per rilassarmi ancora un po’ e per farmi una doccia. Questa volta però chiusi la porta e così non i accorsi che Daniele e Tone erano rientrati prima. Uscii infatti dal bagno completamente nuda con le sole ciabatte di spugna. Diventai rossa come un peperone e mi girai per rientrare in bagno quando Daniele disse “non ti devi vergognare, sei splendida come un raggio di sole e sei tremendamente sensuale”. Mi fermai per un attimo. Poi rientrai in bagno senza chiudere a chiave come mia abitudine.
Passarono una quindicina di secondi e la porta del bagno si aprì, entrò Daniele tutto nudo. “Così siamo pari e mi hai visto nudo pure tu. Che ne dici di fare la doccia insieme?”. Aprì la porta della cabina doccia che è molto spaziosa, mi prese per mano e mi tirò dentro quindi chiuse la porta ed aprì l’acqua. Ero attonita incapace di reagire. L’acqua inizialmente fredda mi colpì dandomi una sferzata. Evidentemente, pensai, si sono parlati con gli altri due altrimenti non sarebbe così sfacciato. Decisi che non potevo ribellarmi (e non volevo dentro di me farlo) e che una doccia insieme non sarebbe stata male. L’acqua si scaldò ed i miei capezzoli rigidi come chiodi svettavano dai seni. Daniele si mise dietro di me appoggiando il suo membro duro fra la cima delle mie natiche e la schiena. Era ben dotato senza però raggiungere le vette di Bepi. Quindi iniziò a baciarmi sul collo ed a strofinare i capezzoli mentre la sotto il suo cazzone stava ancora aumentando di volume e si strofinava su di me come per farsi una sega. Poi si girò, sempre scaldati dall’acqua che scendeva in modalità pioggia, mise la bocca sulla mia e mi baciò profondamente. Resistetti con i denti chiusi per qualche secondo almeno fino a che la sua mano non si insinuò fra le mie gambe raggiungendo il clitoride e massaggiandolo con delicatezza. Il piacere cominciò a prendermi e socchiusi la bocca quel tanto sufficiente alla sua lingua per infilarsi nella mia bocca. Mi ero illanguidita e cominciai a ricambiare quel bacio profondo. Le mie mani cominciarono a cercare il suo membro ed a massaggiarlo. Ci stavamo masturbando a vicenda sotto la doccia cosa che con io marito avevo fatto si e no un paio di volte e senza il coinvolgimento che stavo provando in quel momento. Lo volevo provare. Mi staccai dal bacio e mi accovacciai e lo presi in bocca. Quindi me lo strofinai addosso sulle guance sul naso e sulle labbra quindi mi rialzai e mi misi con le braccia contro la parete offrendogli la mia natura. Ci mise pochi secondi per posizionarsi alla giusta altezza dietro di me. Appoggiò la cappella che scivolò dentro in un attimo seguita da tutto il resto del cazzo. Avevo gli occhi chiusi e stavo cominciando a godere. Rese a pomparmi con un buon ritmo e la mia topina fradicia di umori ed acqua lo accoglieva con grande piacere. Aprii gli occhi per un attimo e vidi che Tone era nudo fuori dalla doccia che si stava masturbando godendosi la scena da film hard che mi vedeva protagonista. Non so che mi succedette. Vedere questo secondo uccello mi fece eccitare ancora di più e venni. Daniele invece era ancora lontano dal venire. Vedendo la mia faccia trasfigurata per il piacere Tone decise che avrebbe partecipato anche lui. Aprì la porta della doccia e si infilò dentro. La nostra cabina doccia è grande come una vasca per cui in 3 ci si sta comodamente, soprattutto se attaccati. Daniele si ritrasse quando capì che il mio orgasmo era completo.
“Mi dicono che ti piace il doppio gusto” disse un po’ volgarmente Tone facendomi inginocchiare davanti ai due uccelli che svettavano. Ne presi uno per mano e cominciai a masturbarli quindi presi quello di Tone in bocca. Era leggermente più grande di quello di mio marito e pensai che una altra passata sotto la doccia non sarebbe stata male. Ormai ero sputtanata, non potevo fare la difficile tanto valeva la pena di gustarmi il tutto fino in fondo. Spalancai la bocca più che potei cercando di infilarci entrambe le cappelle ma non ci riuscii anzi rischiai quasi di soffocarmi a causa dell’acqua della doccia. Tone se ne accorse, levò il suo cazzo dalla mia bocca e pure Daniele lo sfilò. Mi sollevò di peso ed appoggiandosi alla parte mi infilò facendomi calare sul suo cazzo. Nonostante avessi già avuto uno orgasmo, mentre succhiavo i due cazzi mi ero di nuovo bagnata quindi Tone lo infilò tutto senza fatica. Daniele intanto stava pensando a cosa fare gustandosi la visione di me presa dal suo amico. Decise che voleva infilarlo anche lui così, mentre la cappella di Tone scappava fuori, approfittò per infilarlo lui. Mi diede una decina di pompate quindi lo estrasse lasciando spazio di nuovo all’amico. Daniele replicò la cosa restando però dentro di me per un numero superiore di avanti-indietro.
Si ritrasse lasciando di nuovo spazio a Tone. Andarono avanti così per tre o 4 volte. Mi sentivo una gran vacca e la cosa mi piaceva. Avevo già preso due uomini insieme e lo preferivo al cazzo singolo. Probabilmente avevo scoperto il sesso per se stesso tardi e stavo recuperando il terreno perduto. Poi successe qualcosa che non mi aspettavo. Daniele estrasse il suo cazzo lasciando però dentro la cappella, la mia micina era tutta scivolosa per il trattamento ed anche i due cazzi degli alpini. Tone infilò due dita nella mia passera e, resosi conto che ci sarebbe stato, le ritirò sostituendole con la sua cappella. Cominciò un lavorio di fino, uno entrava fino in fondo e l’altro lasciava la cappella all’ingresso. Poi il primo si ritirava ed il secondo faceva l’affondo.
Sentivo le viscere sconvolte e la sensazione era piacevole. Sentii la cappella di Daniele ingrossarsi dato che era ormai stato sollecitato parecchio ed esplodere in una sborrata, non contai i fiotti ma venni anche io con un orgasmo lungo durante il quale Daniele si era ritirato lasciando il posto completamente libero a Tone il quale, eccitato dai miei versi e dalla mia parete pelvica che si contraeva, venne a sua volta con un orgasmo che parve un grugnito. Quando il tutto fu finito, i due si lavarono velocemente e mi lasciarono la doccia non prima di avermi stampato un tenero bacio sulla testa. Daniele uscendo mi disse: “sei favolosa, la femmina che vorrei accanto a me per tutta la vita”. Mi sentivo molto vacca e pensai che evidente fosse molto libertino non solo per sé.
Mi lavai mettendoci un bel po’ a far uscire i due carichi di sperma che mi avevano riempito. Meno male che prendo la pillola pensai. Quando uscii dalla doccia e mi fui asciugata andai in camera mia per prepararmi per la serata. Da lì a poco Fortunato sarebbe rientrato con gli altri due commilitoni e volevo preparare un piccolo aperitivo prima di salire da mia suocera per la pizza.
E venne anche la domenica, giorno della parata. I 5 alpini si alzarono di buon mattino, con i bambini e mia suocera avevamo concordato di posizionarci in una via dove avremmo potuto vederli bene passare. La sfilata sarebbe durata alcune ore, il loro gruppo sarebbe stato più o meno a metà, calcolammo così, per non correre rischi, di essere li mezz’ora prima del loro passaggio.
C’era molta gente e facemmo fatica a trovare un posto dove i bambini potessero vedere per bene il passaggio. Verso le 11 arrivò il gruppo di mio marito, il passaggio era sempre ricco di applausi e cori, alla loro brigata appartenevano diversi concittadini quindi fu una delle più seguite e festeggiate. Quando passarono davanti a noi vidi chiaramente il saluto dei 5 rivolto al nostro gruppetto, in particolare vidi Bepi strizzare l’occhio a mia suocera che da parte sua ricambiò. Non ero stata la sola a divertirsi in quei giorni e Bepi aveva fatto doppietta pensai.
“Mascalzone” mi sfuggì ed Enrica mi sentì e rispose “Parecchio, ma delizioso non pensi?”. Non andai oltre ma era evidente che Bepi non era stato zitto al riguardo di quello che era successo fra di noi, chissà se aveva detto tutto e cioè che mi avevano ripassato in due. Non era la prima volta che mia suocera mi faceva intuire che era al corrente delle mie “marachelle” nonostante questo la sua bocca era stata cucita con suo figlio, apprezzai la cosa ma avrei voluto chiarire cosa pensava di me. Mi tranquillizzava il fatto che da quando non c’era più stato suo marito la sua casa aveva visto un viavai notevole.
Fu lei, quando fummo in casa ed i bambini a giocare in cortile con il loro cappellino con la piuma, a rompere il ghiaccio.
“Scusa se sono indiscreta ma sono curiosa ed è un passo che vorrei fare pure io ma sono un po’ spaventata” esordì. La guardai stranita e lei continuò. Bepi mi ha raccontato come sei riuscita a soddisfare due uomini insieme, è un desiderio che ho da tanti anni ma non ho mai osato. Con mio marito abbiamo guardato film hard ma è un tabù che non è mai caduto. Dopo che se ne è andato come hai sicuramente notato la mia vita sessuale si è fatta più ricca e variegata ma la “doppietta” mi manca. E’ difficile?”
La domanda così a bruciapelo mi lasciò attonita, mia suocera che sapeva che avevo tradito suo figlio con due uomini mi chiedeva come fosse. Decisi di aprirle il mio cuore e dirle la verità.
“E’ capitato, non la ho cercata ma evidentemente ho la calamita. I 4 ospiti mi hanno scopata a due a due. E se per i primi due è stato un caso frutto delle circostanze, credo che nel secondo le circostanze le abbiano create loro ed io semplicemente non mi sia ribellata. Si mi piace avere due cazzi a disposizione e poterli guidare, ti da un senso di potere piacevole quasi quanto il fatto che avrai sicuramente un orgasmo. Come fare? Credo che se dici a Bepi questo tuo desiderio riuscirà ad aiutarti. Lo puoi andare a trovare a casa sua per essere più tranquilla e vedrai che ti troverà la persona o le persone giuste. L’importante credo sia stabilire da subito i limiti che non si vogliono superare”.
Arrivò sera ed i 5 alpini ripassarono da casa per prendere le loro cose ed ebbi una sorpresa. I 4 commilitoni di mio marito vollero ringraziarci per l’ospitalità invitandoci a cena fuori in un bel ristorante che, guarda il caso, era gestito da un ex alpino che gli trovò un tavolo per 7 (anche Enrica fu invitata). I bambini li lasciammo da mia sorella che non avendone ancora avuti ogni volta che poteva tenerli era molto felice.
La cena fu molto piacevole, Bepi aveva occhi solo per mia suocera e li vedevo parlare fitti senza riuscire a capire cosa stessero dicendo. Vedevo che gli altri bevevano molto meno di mio marito a cui continuavano a riempire il bicchiere. Fortunatamente il ristorante non era molto lontano da casa così Fortunato, sorretto per buona parte della strada da Daniele ed Hubert riuscì ad arrivare a casa. Lo misero a letto dove crollò con un sonno profondo.
Enrica ci invitò tutti a casa sua per il bicchiere della staffa. Già facendo le scale Bepi le palpava il sedere incurante del fatto che noi dietro potessimo vedere. Tone ed Hubert dietro di me, incoraggiati da quel gesto, fecero lo stesso. Un po’ per l’alcool un po’ perché immaginavo come sarebbe finita le mie mani spostarono le loro senza grande convinzione, mentre ne toglievo una, quella dell’altro si riproponeva ancora più insistente. Arrivai sulla soglia di casa che entrambe le mani mi stavano massaggiando il clitoride con il pollice attraverso il collant mentre le altre dita stringevano con forza le parti intorno. Li scostai un’ultima volta prima di entrare in casa di mia suocera.
“Sedetevi” disse Enrica. Ci accomodammo sul suo splendido divano angolare da 7 posti. Di fianco a me ritrovai ancora i due che mi avevano palpeggiato il culo. Daniele e Bepi ci lasciarono dicendo che andavano ad aiutare Enrica con i bicchieri. Passarono alcuni minuti durante il quale mi sentii come Fort Apache. Tone ed Hubert sembravano due piovre, mi ritrovai ad un certo momento e nonostante gli sforzi per tenerli lontani, con una mano di ciascuno infilata nel vestito da sopra a titillarmi i capezzoli e l’altra fra le cosce a giocare col clitoride.
Mi alzai di colpo per togliermeli di dosso e sentii inequivocabili gemiti provenire dalla cucina. Mi diressi lì e vidi Enrica che stava succhiando il cazzo di Bepi appoggiato al bancone mentre Daniele inginocchiato dietro di lei le stava leccando passera e buco del culo. Rimasi immobile e questo fu preso come un segnale da Tone ed Hubert come un via libera. Mi saltarono letteralmente addosso. Io eccitata dalla scena che avevo davanti non opposi praticamente alcuna resistenza. Un paio di svogliati no non furono presi in considerazione. Tone mi prese di peso e mi mise sul massiccio tavolo di legno della cucina sollevandomi la gonna, strappando i collant e finalmente spostando il sottile slip. Quindi si inginocchiò e cominciò a leccarmela con foga. Hubert salì su una sedia col cazzo di fuori per mettermelo davanti alla bocca e co la mano spinse la mia testa verso il suo uccello.
Quello che successe poi fu qualcosa da bolgia dantesca. Avevo già avuto a che fare con 4 uomini ma comandando io, quella volta invece, seppure con delicatezza e gentilezza, mi ritrovai ad eseguire ordini e soddisfare le voglie dei 4 uomini che condividevo con Enrica. In un certo senso era paradossale, lei che non aveva mai fatto l’amore con 2 uomini si trovò ad un certo punto ad averne 4 dentro di sé come capitò anche a me a più riprese. Ma andiamo con ordine.
Tone mi stava leccando con una foga terribile, era quasi fastidioso, con le mani gli spingevo via la testa per alleggerire la pressione “Più piano” gli dissi. Quello che ottenni fu che tirò fuori il cazzo e ritenendo di avermi lubrificato a sufficienza appoggiò la cappella all’ingresso della mia passera e lo spinse dentro. Intanto io avevo dato corda ad Hubert che non spingeva più sulla mia testa soddisfatto da come lo leccavo. Mi interruppi e gli dissi: “mettimelo nel culo mentre Tone mi scopa”. La cosa eccitò tutti e 4 gli uomini.
Tome si sedette su una sedia mi prese di peso e mi calò sopra di lui. Quando si fu ben bene piantato dentro di me Hubert cominciò a massaggiarmi l’ano sputandoci sopra per lubrificarlo. Appoggiò la cappella bella umida dal pompino che avevo iniziato a fargli e spinse. Non trovò gran resistenza, il mio buco del culo si aprì senza opporre resistenza, tnto che gli sfuggì un commento poco lusinghiero nei miei confronti: “guarda come è sfondata questa troia”. Il movimento dei due insieme al turpiloquio nei miei confronti mi eccitarono da morire e cominciai a sentire una vampa di calore salirmi dentro. Gli altri due si interruppero, non so a che punto fossero arrivati ma Bepi me lo mise davanti alla bocca tappandomi il naso per farmi spalancare le fauci il più possibile mentre Daniele si mise dietro di me in mezzo agli altri due e provò a trovare un pertugio. Con mia somma sorpresa riuscì ad infilare, anche se solo la cappella, dentro la mia figa grondante di umori miei e dei maschi che i stavano maltrattando. Non era una posizione comoda e Daniele allora tornò verso Enrica che si sera un po’ indispettita tanto che a voce alta disse: “chi vuole il mio culo?”.
Bepi si diresse verso di lei mentre Toni ed Hubert continuavano imperterriti a pomparmi come forsennati. Sentii Enrica lanciare un grido di dolore, Bepi con il suo cazzo taurino le era entrato nel culo fino in fondo. Un rivolo di sangue usciva dal culo ma dopo 5 minuti di dolore i suoi versi cambiarono tonalità e significato. La cosa cominciava a piacerle e Daniele la stava prendendo a colpi di cazzo sul volto dandole della vecchia baldracca. Venni con un suono rauco, i due che erano dentro di me allora si ritirarono per prestare le loro attenzioni a mia suocera. Bepi si ritirò lasciando l’ano di Enrica aperto. Hubert e Daniele la infilarono velocemente senza che apparentemente facessero sforzi ed Enrica rantolò per alcuni secondi in un orgasmo anale che non aveva mai provato. Bepi e Tone intanto venivano segati e spompinati da mia suocera che li alternava in bocca. Ad un certo punto mi fece segno di avvicinarmi ed iniziammo a leccarli insieme scambiandoci gli uccelli di continuo. Nel culo di mia suocera intanto stavano quasi per venire gli altri due. Enrica però sorprese un po’ tutti. “sborrateci in faccia”. Eravamo inginocchiate e segavamo e succhiavamo i 4 cazzi alla rinfusa. Il primo a venire fu Tone che puntò il suo pisello verso Enrica riempendole guance e seno. A ruota sborrò sulle mie tette Bepi. Passarono un paio di minuti prima che anche Daniele ed Hubert fossero pronti a venire. Hubert in particolare mi gratificò di una ulteriore scopata. Mi mise alla pecorina e mi pompò con foga. Lo estrasse un attimo prima di venire e mi sborrò sul collant sulla schiena dicendomi che mi stava dando una bella imbiancata.
Cedemmo esauste sul pavimento. Enrica dopo un paio di minuti e come se niente fosse si diresse al frigorifero, estrasse una bottiglia di prosecco e la diede a Bepi da aprire prendendo 6 bicchieri. Enrica ed io facemmo un brindisi bevendo poi vino e sborra che era attaccata ai nostri volti. Mi alzai aiutata da Hubert e Daniele, a cui mi appoggiai per tornare a casa mia. Mi lasciarono in bagno, pian piano mi spogliai dei brandelli di vestiti che avevo addosso e mi infilai nella doccia che su lunga e rilassante. La mia mente vagava fra quello che avevo fatto e quello che avevo visto fare a mia suocera. Era ormai una complice e mi feci convinta che ne avremmo combinate diverse insieme.
La mattina successiva degli alpini nessuna traccia alle 7 quando suonò la sveglia per andare al lavoro. Mio marito si alzò con la testa pesante scusandosi perché era crollato e non aveva partecipato all’ultimo brindisi. Meno male pensai io mentre preparavo la colazione per entrambi.
Più tardi ricevetti un messaggio WA di Enrica che mi ringraziava per quello che era successo la notte prima “senza il tuo incoraggiamento ed il tuo esempio non sarebbe mai successo ed avrei perso qualcosa che mi è piaciuto molto. Lo dobbiamo rifare”.
Salutai Fortunato accordandomi con lui su chi sarebbe andato a rendere i bambini a scuola e cominciai una banale settimana lavorativa.

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