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Stagione di caccia

By 13 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella mattina, Christian era decisamente più presentabile rispetto al pomeriggio precedente.
Il giorno prima, dopo aver fatto ginnastica e riassettato casa, dovette declinare l’invito di Tiziana di incontrarsi per discutere le mozioni da sottoporre all’assemblea condominiale la settimana successiva. Aveva urgentemente bisogno di una doccia, non sarebbe certo uscito di casa senza sistemarsi un po’. E la sua vicina sembrava, invece, avere i minuti contati. Si accordarono, così, per la mattinata successiva.
In verità, responsabile dell’amministrazione del loro condominio era la sola Tiziana. Christian però, in quanto laureato in giurisprudenza, veniva spesso interpellato dalla donna per avere qualche parere informale circa i problemi che lei si trovava ad affrontare nell’esperimento del suo ruolo.
Dando un’occhiata all’orologio, il ragazzo notò che erano ormai le nove del mattino. Ritenendolo un orario adeguato, scese di un piano sino all’appartamento di Tiziana e bussò alla porta. Attese invano qualche istante, dopodiché si decise a suonare il campanello. ‘Un attimo’, udì, in tono flebile.
Quando Tiziana aprì la porta, Christian si pentì di non aver aspettato un’ora più tarda per presentarsi a casa della donna. Aveva i lunghi e biondi capelli completamente scompigliati, gli occhi semichiusi e indossava un pigiama di cotone bianco. Tutti chiari segni del fatto che la vicina fosse stata in malo modo strappata dalle braccia di Morfeo.
‘Ops’, disse Christian in tono colpevole, ‘Ti ho svegliata?’.
Mentre Tiziana si stiracchiava davanti a lui, il ragazzo non poté non notare le trasparenze dell’indumento indossato dalla donna. Sia le linee del reggiseno che quelle delle mutandine, entrambi bianchi, erano perfettamente visibili attraverso il pigiama che, all’altezza soprattutto delle cosce, lasciava intuire anche il colorito quasi bronzeo della donna. Christian non riuscì a trattenersi dallo scorrere con lo sguardo il corpo della sua vicina: dalle spalle, lungo il seno, fino ai fianchi stretti e alle gambe lunghe e snelle. A quella vista, avvertì distintamente qualcosa risvegliarsi nei suoi pantaloni, ma si impose di soffocare quegli istinti e tornò a guardare Tiziana nei suoi profondi occhi azzurri.
‘A dire il vero si’, rispose lei, ‘Ma hai fatto bene. Son già le nove’, aggiunse, guardando l’orologio sul mobile alla sua sinistra. ‘Vieni, entra’, gli disse.
‘Se vuoi torno tra una mezz’ora, così hai tempo di far colazione e sistemarti un po”.
‘Non preoccuparti, mi basta sciacquarmi la faccia e assumere una buona dose di caffeina per essere completamente operativa. Lo prendi anche tu?’, chiese Tiziana, voltandosi ed avviandosi verso il bagno.
‘No, grazie, non lo bevo’, replicò Christian, soffermandosi sul piccolo ma polposo sedere della donna, che gli ondeggiava davanti a pochi metri di distanza.
‘Ma non c’è nessuno? La bimba, a scuola?’, chiese Christian, mentre Tiziana, dopo aver lavato il viso, si accingeva a preparare la moka.
‘No, Amanda è in gita, torna domani sera. Mentre Gilberto è uscito presto per andare a caccia. Io son in ferie da oggi, così ne ho approfittato per dormire un po’ di più’.
‘Mi dispiace di aver rovinato i tuoi piani, accidenti! A caccia?’, sottolineò il ragazzo con aria contrariata.
‘Si, purtroppo’, replicò la donna, affranta.
‘Abitudine pessima’.
‘Non dirlo a me, facciamo le peggiori litigate a causa di questa sua passione. Pensa che l’altro giorno elogiava un suo amico che ha riempito casa di tappeti di pelliccia e teste appese ai muri’.
‘Disgustoso’.
‘Già. Gli ho detto di non pensarci neppure, altrimenti la sua testa andrebbe ad aggiungersi a quella dei cervi’.
Un sorriso amaro si dipinse sul volto di Christian, mentre Tiziana continuava a parlare.
‘Non sai quante volte ho provato a distoglierlo, a fargli capire che esistono hobby ben più sani da coltivare. Ma non ne vuol sapere. Eppure ce ne sono di alternative in giro!’.
‘Si, concordo. E, in quanto a Gilberto, ce ne sarebbero anche in casa’, rispose Christian, per sdrammatizzare i lugubri discorsi intrapresi.
Lei rise di gusto, afferrando al volo l’allusione: ‘Ma figurati! Con me combinata così, è chiaro preferisca scappare nei boschi!’, rispose, riempiendosi la tazzina di caffè e rivolgendosi verso la portafinestra a fissare il panorama.
‘Esagerata! Io, comunque, al suo posto mi darei all’esplorazione delle bellezze autoctone!’, incalzò Christian, in tono scherzoso seppur, dentro di sé, intrigato dalle circostanze.
La confidenza tra loro non era mai stata eccessiva. Erano semplici vicini di casa che, nonostante una innegabile simpatia reciproca, non avevano mai avuto l’opportunità di coltivare un vero rapporto di qualche tipo. Lei, quarantacinquenne sposata e donna in carriera, lui trentenne scapolo ancora alla ricerca di un percorso professionale da seguire, non avrebbero avuto, in teoria, molti argomenti o affinità. Eppure, spesso si trovavano a parlare di politica, di economia, di astronomia nelle pause in cui aspettano l’ascensore, piuttosto che nel tragitto fino al parcheggio. Discutevano, scherzavano, ma la loro conoscenza non si era mai spinta oltre queste brevi parentesi.
Lei gli sorrise in maniera complice, poi tornò ad osservare il mondo oltre il vetro.
‘Guarda’, disse a Christian, senza distogliere lo sguardo dal parapetto del balcone.
‘Cosa?’, chiese lui, avvicinandosi alle spalle della donna.
Date le dimensioni della finestra, non poteva affiancare la sua vicina per guardare fuori, così le si posizionò da tergo, posandole le mani sulle spalle e, in quella posizione, notando un uccellino guardarsi intorno in attesa di spiccare il volo. ‘Che tenero’, disse il ragazzo, facendo scorrere le sue mani lungo le braccia della donna.
‘E’ vero’, rispose lei, piegando appena la testa per guardarlo con la coda dell’occhio.
Christian, d’istinto, con la mano destra scostò i capelli di Tiziana, sfiorandole appena il collo con la punta delle dita, mentre le posizionò la mano sinistra leggera sul fianco. Erano gesti probabilmente troppo intimi dato il loro rapporto, ma la vicinanza dei loro corpi aveva inebriato il ragazzo, rendendoli quasi naturali. E anche la donna sembrava non sottrarsi a quelle inaspettate attenzioni. I due si fissarono a lungo e, prima che potessero rendersi conto di quanto i loro volti si fossero avvicinati in quegli istanti, le loro bocche si stavano già sfiorando. I loro occhi si chiusero, mentre le loro labbra si aprivano per meglio assaporare quelle dell’altro. Christian strinse fra le sue le labbra di Tiziana, trovandole più carnose di quanto immaginasse. Poi, mentre la sua lingua era impegnata a percorrere il labbro inferiore della donna, incontrò quella di lei, e i due si ritrovarono a baciarsi in maniera vorace, con le labbra incollate e le lingue a saettare rapidamente nelle loro bocche spalancate.
Con le mani di Tiziana avvinte al suo collo, Christian aveva piena libertà di vagare lungo il corpo della donna. Non perse tempo ad infilare la mano sinistra sotto la maglia del pigiama e a scostare le coppe del reggiseno. Due mammelle sode di una buona terza misura divennero presto succulente prede dei suoi istinti, mentre l’altra mano vagava lungo le cosce della donna, cercando l’elastico dei pantaloni. Una volta trovato, la mano destra del ragazzo si insinuò all’interno di essi, palpando le cosce di Tiziana sino a sfiorare le mutandine.
Lei, intanto, si era completamente adagiata sul corpo del suo vicino, avvertendo nettamente il suo pene gonfio e duro premuto contro le sue natiche. In preda alla lussuria, Tiziana divaricò appena le gambe permettendo, in tal modo, a Christian, di giungere nell’ancora inesplorato territorio tra le sue cosce.
Il ragazzo avvertì immediatamente il calore emanato dalla zona pelvica di Tiziana e, quando scostò le mutandine per accarezzare il suo sesso, lo trovò già umido. Con un dito ne percorse le labbra, fino ad incontrare i folti peli pubici al di sopra di esse. Trovato il clitoride già gonfio della donna, prese a stimolarlo con cura. Lei gli riversò in gola i suoi gemiti, mentre iniziò a mordergli le labbra quasi con violenza.
Fu proprio mentre un dito di Christian stava per penetrare il sesso già fradicio di Tiziana che il telefono della donna prese a squillare. Come un bambino sorpreso con le mani nella marmellata, lei sussultò e, d’istinto, si divincolò dalla presa del ragazzo per afferrare il cellulare e rispondere alla chiamata.
Quando il suo ‘Pronto?’ affannato le risuonò nelle orecchie, si rese conto della sua avventatezza. Avrebbe dovuto aspettare qualche secondo forse, riprendere fiato. Ma, ormai, la frittata era fatta.
‘Com’è che hai il fiatone?’, le chiese Gilberto, dall’altro capo del telefono.
‘Ho’ appena fatto le scale’, rispose Tiziana, con espressione preoccupata.
‘Capisco’, replicò lui, con estremo sollievo della donna, ‘Io, invece, sono arrivato da poco al boschetto’.
La donna trasalì quando si accorse che Christian le stava sfilando i pantaloni del pigiama e le mutandine, lasciandola seminuda. Lo guardò con aria quasi di rimprovero, estraniandosi dalla conversazione telefonica per qualche istante di troppo.
‘Ehi, ci sei?’, insistette Gilberto.
‘Si, si. Quindi sei arrivato?’, rispose lei, mentre Christian la induceva a piegarsi su un ripiano della cucina.
‘Te l’ho appena detto’, replicò il marito, ‘Ma stai dormendo?’.
‘No, è che”, esitò, avvertendo la bocca di Christian farsi largo nel suo intimo, alle sue spalle. ‘Non si sente bene’.
Il ragazzo, intanto, le aveva divaricato appena le gambe, per baciare le labbra della sua vagina che, pochi istanti dopo, prese a leccare. Tiziana faticava a trattenere i suoi sospiri mentre, poggiata coi gomiti sul ripiano, reclinava la testa all’indietro in segno di piacere.
‘Comunque, volevo dirti che dovrei tornare verso l’una’.
‘Mmhhh”, rispose lei, avvertendo la lingua dell’intraprendente vicino insinuarsi nel suo sesso ormai fradicio.
‘Sei ancora arrabbiata per questa storia della caccia, vero? E dai, è un hobby come un altro. Mi diverte, che c’è di male’.
Lei non rispose, coprì con una mano il microfono dell’apparecchio telefonico e gemette con inequivocabili suoni gutturali mentre Christian la penetrava con la lingua, bagnandosi dei copiosi umori prodotti dall’eccitata donna davanti a lui.
‘Per quanto ancora mi terrai il muso?’, continuò Gilberto, con voce adirata.
Lei lasciò libero il microfono per rispondere, nell’esatto istante in cui Christian le infilò l’indice per intero nella vagina, ormai aperta e sensibile. ‘Aahhh”, si lasciò scappare Tiziana. ”’ncora non l’hai capito?’, si sforzò di continuare mascherando il suo piacere, mentre il ragazzo prese a muovere in circolo il suo dito, allargando il suo antro voglioso di attenzioni. ‘Il tuo hobby è schifoso’, concluse in fretta, prima di coprire di nuovo il microfono del cellulare. ‘Sei uno stronzo Chri”, sussurrò, fissando il muro dinanzi a sé. Il ragazzo, eccitato e divertito, prese a muovere il suo dito indice dentro e fuori, mimando l’amplesso che avrebbe voluto consumare con la donna.
Il fiato di lei, ormai rossa in volto, si fece sempre più corto, non riusciva quasi più a non godere a voce alta, mentre i suoi succhi le colavano tra le gambe e le sue ginocchia non la sorreggevano con la consueta stabilità.
In un istante di lucidità, mentre Gilberto continuava a sproloquiare parole che lei neppure ascoltava, riuscì a liberarsi dall’intensa masturbazione di Christian, spingendolo poco lontano. Si rialzò in piedi e, telefono alla mano, mise fine alla telefonata con suo marito: ‘Mi hai rotto tu e la caccia. Sei solo un povero coglione. Ricordati che il male che fai può avere delle conseguenze!’. ‘Ma che”. Riagganciò, troncando a metà la replica irata dell’uomo.
Subito dopo, lanciò il telefono sul ripiano sul quale era riversa fino a poco prima e, afferrato per il bavero un Christian incredulo per quanto stava avvenendo, lo attirò a sé, baciandolo furiosamente. ‘Basta giocare’, gli disse. ‘Scopami. Qui. Subito’.
Il ragazzo non se lo fece ripetere. Sollevò di peso l’avvenente bionda seminuda davanti a lui e, dopo averla fatta sedere, sempre su quel ripiano di marmo, liberò il suo pene, impalandola senza perdere neppure un secondo e strappando un urlo di piacere alla donna. La trovò estremamente lubrificata, così, nonostante le sue notevoli dimensioni, riuscì agilmente a farsi strada fra quelle labbra aperte. Mentre lui iniziava a stantuffare sempre più rapidamente e in profondità, Tiziana si avvinghiò al suo collo baciandolo con foga crescente e urlandogli in gola il suo piacere.
‘Sii’ così’ ancora”, stimolava Tiziana, alternando gemiti sommessi a urla quasi fragorose.
Il ragazzo si muoveva velocemente, dentro e fuori di lei, prendendo anche possesso del suo seno, che sobbalzava sotto i suoi colpi.
‘Oddio’ vengo’ riempimi’ ti voglio tutto”, sussurrò la donna, quasi senza fiato e con la testa reclinata all’indietro, mentre incrociava le sue gambe attorno alla vita del vicino per farsi riempire il più possibile di quel palo di carne caldo e duro. Proprio in quel momento, Christian piantò il suo membro completamente dentro di lei, fino alla radice, inondandole l’utero del suo sperma bollente, mentre Tiziana tremava, abbandonandosi tra le braccia del ragazzo.
Senza staccarsi, i due presero ancora a baciarsi con passione e, pochi istanti più tardi, con ancora il suo membro semirigido nel sesso della sua vogliosa vicina di casa che, a sua volta, era stretta a lui con gambe e braccia, Christian sollevò Tiziana portandola sino alla camera da letto, adagiandola sul materasso per continuare più comodamente a soddisfare tutte le loro voglie, ancora ben lontane dall’accennare a placarsi.

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