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Gin tra le belve 4

By 7 Maggio 2021Settembre 10th, 2021No Comments

4 Leonessa
“Pronto Francesca, sei già lì?… Senti abbiamo un piccolo contrattempo…no, no tranquilla arriviamo per la conferenza, siamo a 10 minuti… lo so che c’è gente… sentimi bene, invece: fatti trovare all’angolo… si, sulla strada principale… e quando passiamo, sali subito con noi in macchina al posto di guida. Noi scendiamo e tu prosegui con Gin che si sente poco bene e vai a posteggiare in un posto tranquillo…accanto al nostro solito BB! …tanto è lì vicino… Cosa? ..Perché? Da quando in qua mi chiedi il perché, Francesca??? Ti ripeto…LEI… non sta bene e Tu con MOLTA discrezione la accompagni al BB? …E’ chiaro?…Si, è con noi… Si, non si sente molto bene… Si, esatto, diciamo che le gira la testa… Ahahaha…si, un poco… diciamo che non lo regge… Ahahaah… No, adesso Tu, No!!… la prossima volta, forse… No, stasera resta con noi!… Si, fino a tardi… Tu comunque tieniti sempre a disposizione, casomai ti chiamiamo… Ok, va bene, anche molto tardi… Ho capito”
Francesca prese il posto di Lena e ancora prima di salire, cominciò a ridere di te… Era sovraeccitata, esaltata… e nel breve tragitto non fece altro che guardarti e ridacchiare con quella sua voce garula che Ti dava sui nervi….
Ma che ti hanno fatto?…Ahahaha…
Ma una leonessa come te, come ha potuto ridursi così…Ahahaha…
Ma che avete combinato? …Ahahaha…
Ma quanto hai bevuto? …Ahahaha…
Sembra di stare in una distilleria!!! …Ahahaha…
E questi vestiti… sei sudata, o tutta bagnata…!!! …Ahahaha…
Taci, per favore
Amò…sembri strafatta… non ti ho mai vista così…Tu sempre perfettina… Ora si che Ti riconosco…
Vaffanculo
Amò… dai… fatti guardare…. Sei uno spettacolo… Ahahaha
Continuò con continue e stupide battute piene di doppi sensi fino al parcheggio. E già mentre ti aiutava a uscire sorreggendoti, non smetteva di ridere e provocarti mettendoti le mani addosso, infilandole ovunque le fosse possibile…
Bene o male, arrivaste in camera e ti buttasti sul letto, cercando di chiudere gli occhi e restare in silenzio…Ma Francesca no, era irrefrenabile, salendo sul letto e con la scusa di volerti aiutare…cominciò a toccarti e cercarti di spogliare:
Dai, Tesoro, mettiti comoda… Ci penso io a Te…
Spogliati, che sei tutta bagnata… Dai, aiuto io…
Così dai togli tutto, Amò, non essere Timida…
Brava, anche Tu senza slip… anche io, sai… non li uso mai…
Mmmmm che bella che sei… amò… e che profumo che fai….mmmm
Perché mi allontani, Amò,… rilassati… non vedi come sei contratta…
Vieni qui, Ti faccio rilassare io… sono brava sai … Ahahaha
Ho una grande esperienza, sai, me lo dicono tutte le mie amiche… Ahahaha
Malgrado Tu fossi ancora devastata da una voglia malsana non raccoglievi i suoi inviti, sperando che andasse via… ma lei invece si infervorò sempre di più…e ancora… era esalata… eccitata… rossa in viso… e non le bastava vederti nuda, voleva, finalmente… frugarti…. E così Ti sentivi violata, violentata… E questo, non potevi accettarlo…
Forse, se fosse stata dolce, sinuosa, lusinghiera… forse se fosse stata più affettuosa… forse, in quel momento, le avresti magari concesso qualcosa di Te… ma così, non potevi proprio!
“Tieni giù le mani”… “Smettila”… una, due, tre volte, poi…Ti incazzasti…e Ti incazzasti di brutto! Così rabbiosa con un colpo di reni, la girasti sul letto, la mettesti sotto di te, le tenesti ferma i polsi… e cominciasti TU a strusciarti con violenza su di lei… insultandola e dicendo che ora avresti pensato Tu a Lei.
Rimase sorpresa all’inizio e persino divertita… ma quando le afferrasti i capelli e le portasti violentemente la testa tra le Tue cosce, spingendole il viso sulla fica… ebbe uno scatto convulso e confuso, incerto tra il desiderio e lo stupore… fino poi a uscire la lingua… affondandola e inghiottendo… facendoti diventare violenta, molto violenta… non volevi che le piacesse, volevi farle male: le tiravi i capelli, la schiacciavi sulla tua figa imbrattandole il trucco, la soffocavi spingendola dentro di Te insultandola come cagna, scrifa, ninfomane, deviata, depravata, troia…e solo allora cominciò a dimenarsi…
Le sfregavi con violenza la figa sulla sua faccia diventando sempre più aggressiva e violenta, soffocandola con forza… Eri ebbra nel guardare quel viso imbrattato da un trucco ormai sbavato… impazzivi nel vedere il suo rossetto disfatto e quel viso congestionato, fradicio della Tua figa, sporco di rimmel e rossetto… e sentisti persino montare un orgasmo violento… Ti pregava…ma te ne stavi fottendo, anzi ti eccitava ancora di più… Ti faceva impazzire scoparle la sua faccia, violentarla…farle male… verso un orgasmo esplosivo e devastante, mente le davi della vacca, della puttana, della zoccola, … mentre lei boccheggiava cercando di respirare…
L’orgasmo arrivò ed esplose come un boato. Ti buttasti di fianco, appagata come una leonessa appena dopo la cattura di una veloce gazzella ma ancora affamata, mentre chiudevi gli occhi ansimante e sconvolta.
Li riapristi dopo un tempo immemorabile… e lei era lì… a poca distanza da te, si era lavata il viso, rifatta il trucco ma era nuda e ti guardava con occhi da folle… invasati e famelici. La vedesti allungare la mano sul tuo seno e avvicinarsi al tuo collo, vogliosa di Te… forse avrebbe voluto morderti, mangiarti, magari baciarti…ma Tu non potevi permettere che questa “cosuccia da niente”… potesse prendersi queste libertà… e così, in un attimo, ti ritornò la stessa rabbia di prima, accresciuta… e con uno scatto delle reni le afferrasti il braccio piegandolo con una forza sconosciuta, mentre con l’altra mano le afferravi il lago tra le cosce, immergendo la mano e cominciandola a squoterla con violenza… facendole presto perdere senno e contegno:
Ahi… Amooooo…mi fai male!!!
Amò.. un paio di palle… Puttana!
Daiiii Amò… mi fai davvero male…
Ti fa Male? Questo è niente… Zoccola
Dai…ahi… non così…
Stai zitta… incapace…Ti faccio vedere io come si scopa, Puttana…
Ti senti spregiudicata? Vero?
Sei solo malata….piccola puttanella!!
Credi di sapere scopare? Ti senti seducente? Ti pensi porca?
Sei solo una troietta succhiacazzi…
Ti faccio vedere io come si fotte… dilettante!!
Cazzo… ma hai una caverna… Troia! Ma sei davvero una sgualdina…
No, dai…Mi fai male… lasciami…
Ma quanto sei sfondata… Puttana…Sei proprio un cesso, un cesso per cazzi!!
Guardati… hai la caverna e Ti bagni come una fogna ad essere sbattuta… ma sei davvero Troia…
Ti massacro e Ti piace!!!!… ma che gran puttana sei? Ci infilo tutta la mano in questo pantano!!!
Si…. Ahi… mmmmm
Quindi è vero che sei una cagna in calore!! …una Ninfomane!!!
Amò… dai…
Ti spacco e continui a bagnarti…e a dimenarti…te la spacco questa grotta, Piccola Troia…
Ma quanto ti piacere fottere? Non pensi ad altro, non è così?
Si…Ahi…
Dimmelo che sei Ninfomane… Ammettilo!
Siiii… ma mi fai male!
E invece Ti piace, zoccola… sei davvero una depravata e stai godendo come una troia
Si… si…. Ma fai piano!!!
Minchia, Ti piace!!!!… Ma da quanti cazzi e fighe ti fai sbattere ogni giorno? Puttana!
Ahi…Tanti…
Quanti, puttana? Quanti cazzi prendi? Dimmelo…
Più… che… posso…
E fai pure tanti tanti pompini, Troia…non è vero?
Siiii… E’ più forte di me…  Non resisto…
Sei proprio una depravata… Incredibile… Ti sto devastando la figa e Ti piace… Ma io…Te la faccio a pezzi… te la fotto col pugno!!
Si si… fammi Tua…Amò…sfondami…
Sei davvero una vacca!!! Ma io te la sfondo proprio… Troia, succhiacazzi…
Mmmmm…. Ahi….Si… mi fai male…
La mano è dentro… ma ti voglio fottere con tutto il pugno… Tanto ne hai presi di cazzi grossi, non è così? Troia di una ninfomane….?
Si..grossi….mi… piacciono
Cazzo… Ti sto aprendo in due e Ti piace pure… sei veramente una Ninfomane…..
Si, Amò… scopami, dai… ho bisogno, dammi qualcosa in bocca… voglio succhiare …Ti prego!
Così mentre con una mano le sfondavi la figa, già larga di suo e con l’altra le forzavi la bocca spingendole fino in gola le tue dita, per non sentire quella voce garula, lei venne… sconvolta tra conati di vomito e spasimi di piacere, …venne, malgrado la violenza o proprio per essa, con un orgasmo devastante, sciamanico e rumoroso,… venne dimenandosi senza controllo, finchè si piegò in due come una bambola rotta e senza vita.
Credevi smettesse, che fosse appagata…e invece, dopo pochi secondi era di nuovo sul tuo corpo a strusciarsi come una vera cagna in calore…  Ti alzasti allora di scatto dal letto, la prendesti per la mano e la tirasti fino alla porta, mandandola a quel paese e buttandola fuori dalla stanza: nuda. Ora la sentivi bussare, implorare, piagnucolare, ma te ne sei fottuta: raccattasti i suoi vestiti, apristi la porta, glieli tirasti fuori, in faccia, andando in bagno per una doccia.
E ti ci voleva lunga, questa doccia… per riprendere un poco di lucidità… quel minimo che ti serviva per rinfrescare le idee e darti un contegno… sentivi ancora nel tuo corpo il richiamo della foresta, una inquietudine tribale… la tua natura lussuriosa covava dentro, non si era calmata, anzi pretendeva attenzioni ben maggiori degli orgasmi di poc’anzi, dovevi farti ancora… per scaricarti… per poi controllarti… ripulirti… far passare i fumi dell’alcool… lavare il tuo vestitino e senza sgualcirlo, asciugarlo al sole del balcone… e chiamare tuo marito e poi me, con calma.
Ti eri così buttata una mezz’oretta sul letto, nuda, anche Tu, del resto, volevi che quella sera, quella notte fossero indimenticabili… E dopo aver scambiato alcuni messaggi con Lena e Vinzia che Ti sollecitavano perché le raggiungessi, ci sentimmo per poco, dicendomi che era stato un delirio e che non era ancora finito… ma mi rimandavi a dopo, per avere più tempo e goderne insieme, mentre giocavi con tuo corpo, restando tesa per come Vinzia ti aveva chiesto e ripetuto di fare… e per come io volevo che stessi.
Così dopo poco, ti calmasti, rimettesti il vestitino leggero, stirato a mano e asciugato alla meno peggio dall’estate, alla finestra e scendesti verso il convegno. Era appena finito, la gente usciva ed era rimasto il gruppetto dei soci, dove furono tutti felici nel vederti arrivare. Tra i mille complimenti e scuse per non essere potuta arrivare prima, anche Vinzia e Lena Ti fecero la gran festa, fingendo di rivederTi dopo mesi….  “dispiaciute” per non averti avuta al convegno, felici di vederti e ben felici di invitarti a sedere tra loro in pizzeria…dicendo davanti a tutti che erano ansiose di poter parlare con Te del tuo progetto, scatenando l’invidia di tutti e in primo luogo di Francesca, che rabbiosa e quasi famelica, Ti avrebbe in quel momento divorato…
Vinzia stessa, invece, poco prima di uscire per la pizzeria, ti chiamò in disparte, dicendo che doveva dirti qualcosa di specifico sul progetto, ma non appena foste dietro un pilastro… con uno sguardo devastante di lussuria Ti chiese se avessi indosso le mutande…  Abbassando gli occhi, evitasti di rispondere, così, con un tono che non ammetteva deroghe, ti intimò di toglierle e dargliele immediatamente. Eseguisti subito, come rapita, incurante di tutto, con i suoi occhi piantati nei tuoi, mentre speravi in una sua carezza lasciva tra le cosce, che ti avrebbe fatto quasi ululare, e piegare, dal bisogno feroce di compiacerla…
Ti sorrise lascivamente, portando il tuo fradicio perizoma al viso per annusarlo… Mentre i ragazzi vicino l’ingresso Vi chiamavano per avviarvi verso la pizzeria. “Vieni, leonessa” e Ti avviasti dietro Lei verso la pizzeria. Camminavi piano, restando un poco indietro Lena e Vinzia. I Tuoi amici si avvicinavano a te con battute più o meno felici, ma ottenevano solo risposte di circostanza, perchè Tu eri concentrata solo su di loro… sulle due consulenti davanti a Te, verso cui sentivi impulsi da maschio: guardavi i loro culi, mordendo le labbra, incurante delle risate e delle chiacchiere degli altri… sapevi che le loro dita e le loro bocche avevano il tuo sapore e resistevi all’impulso di avvicinarti e toccarle. Sentivi l’aria fresca nella figa, mentre il tuo ciprigno cominciava a colare lungo le cosce, mentre ti eccitavi sempre di più e Ti sentivi una poco di buono, una puttana lesbica, in giro senza mutande… affamata di fica.
Così giunte alla pizzeria, presero subito i posti a capotavola e richiamandoti a gran voce, ti fecero sedere tra loro. Furono i minuti più imbarazzanti della Tua vita… Tu che avevi scopato nei supermercati, nei prati, nei bagni pubblici, nei laboratori delle scuole, che avevi fatto orge, con uomini e donne…a quella cena ti sentisti morire, perché  Vinzia e Lara non aspettarono neppure pochi minuti per portare le loro mani tra le tue cosce, dentro la tua fica, a tormentare il bottone del tuo clitoride… Sorridevi e cercavi di mantenere il contegno, guardavi loro così impassibili mentre la Tua voglia cresceva sempre più… Combattevi con te stessa per restare impassibile e mantenere una forma rispettabile… per bene…  mentre vampate di voglie di calore risalivano dalla tua fica bollente, tormentata, fradicia … mentre la tua mente iniziava ad essere attraversata da pensieri sempre più torbidi e incontrollabili…
Cominciavi a sudare ed agitarti… faceva sempre più caldo ed eri riarsa… ma i sempre più frequenti brindisi e il sempre più abbondate vino fresco non riusciva a spegnere il calore crescente, anzi… Durava poco il vino nel tuo bicchiere e il giovane cameriere pronto a servirlo era sempre più pericolosamente vicino…  Avevi voglia ed era una gran voglia… controllavi a malapena il tuo contegno e sempre meno… mentre cresceva un sempre più violento bisogno di sesso…
Ben presto le dita delle due consulenti…rallentarono il loro ritmo e le loro mani e i loro piccanti commenti, bisbigliati con finta noncuranza si fecero più radi e prudenti… Ti volevano tesa, non fuori controllo! Ma ora eri Tu che volevi di più…. Qualcosa di duro, di grosso che Ti stantuffasse per bene fino in fondo, spappolandoti il cervello.
Ora il tuo contegno latitava, il tuo sguardo si velava di un’espressione torbida e depravata… indugiava sui presenti all’iniziativa che meritassero delle tue valutazioni oscene: il collega che ci provava era da stupire!… uno sconosciuto, meritava un goloso approfondimento!… la formale e perfettina collaboratrice l’avresti presto disfatta… alla stessa Francesca, ti rammaricavi di non aver rotto il culo… e alle sue numerose amiche, avresti presto riservato lo stesso trattamento impartito a Francesca solo pochi minuti prima…
E fu proprio in uno di questi momenti che notasti come il cazzo del giovane cameriere, nel versarti il vino aveva cominciato a sfiorare la tua spalla, il tuo avambraccio… per poi ben presto, aderire… tanto che centimetro dopo centimetro, goccia dopo goccia, sorso dopo sorso, bicchiere dopo bicchiere… facesti tu stessa in modo di sentire per bene il suo pacco ormai diventato durissimo… mentre la mescita diventava sempre più lenta e il contatto cercato, prolungato, accolto e strusciato … nell’incavo dell’ascella. Così, mentre, il tuo autocontrollo stava per rovinare miserevolmente e ormai desideravi gustare nella Tua bocca quel cazzo e la sua sborra… furono Lena e Vinzia a farti ritornare in te…
“Gin, smettila… concentrati… Gin, ti guardano tutti…”
“Gin, capiamo che hai una gran voglia… ma il pompino glielo fai un’altra volta…”
“Gin, tesoro…dai, alzati!… forse è meglio che vai, ora…aspettaci in camera… ci penseremo noi a Te”

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