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Sulla panchina

By 13 Ottobre 2016Aprile 2nd, 2020No Comments

Il problema di Nora e gli appuntamenti. Cerca di uscire sempre almeno mezz’ora prima di quanto farebbe una persona normale per arrivare con congruo anticipo e non rischiare ritardi, ci possono sempre essere dei contrattempi, no? Beh a volte i contrattempi sono a favore: niente traffico, tutti semafori verdi ed ecco che ora &egrave sul luogo dell’appuntamento con più di un’ora di anticipo. – Sono la solita, che cazzo ci faccio qui alle tre del pomeriggio, l’appuntamento &egrave alle 16.15′ Posso sfruttare il tempo per finire di leggere quel romanzo, mi mancano poche pagine –
Si dirige verso una panchina sotto un grande albero, ci sono poche persone nel piccolo parco, la temperatura &egrave gradevole, non c’&egrave vento. Nora si siede e tira fuori il suo tablet dalla grande borsa, si sistema al centro della panchina, accende il tablet e inizia la sua lettura. Tiene il tablet con entrambe le mani, leggermente sollevato dal suo grembo, la schiena dritta, l’angolazione dello schermo le permette di tenere la testa in una posizione dignitosa, odia vedere le persone ingobbite sopra i loro dispositivi. Gli occhi scivolano veloci, divora riga dopo riga scorrendo le ultime pagine di quello splendido romanzo; avrebbe preferito finirlo a casa nel suo letto perché, visto l’argomento altamente erotico, avrebbe potuto accompagnare la lettura con qualche coccola intima. Mentalmente segna i pezzi da rileggere più tardi, almeno due momenti meritano una seconda lettura in solitaria. Le labbra si schiudono, il respiro &egrave pesante, ormai si &egrave estraniata completamente da ciò che la circonda, totalmente avulsa dalla lettura. L’ultima pagina &egrave una vera rivelazione, le fa battere il cuore con un colpo di scena assolutamente imprevisto (non sarebbe un colpo di scena altrimenti…). Lascia cadere le braccia sulle gambe e stringe il tablet sul ventre. Si guarda in giro un po’ spaesata, ha perso completamente la nozione del tempo. Guarda l’orologio e con piacere scopre che &egrave riuscita a far passare quasi tre quarti d’ora. Si sente molto eccitata per la lettura appena conclusa, un sorriso spontaneo le si disegna sul volto. Ripone il tablet e prende il cellulare. Controlla le mail – Incredibile quante mail mi arrivano in poco più di mezz’ora! Uffa… le leggerò domani dall’ufficio’ oh un messaggio di Franco! Chissà se riusciremo a rivederci, almeno per un film’ Che scemo, mi manda sempre notizie sconce da dagospia! – Nora ora sorride divertita davanti allo schermo mentre legge il messaggio di Franco. Un po’ di cazzeggio sui social ed ecco che può alzarsi per prendere un caff&egrave prima di arrivare al suo appuntamento con un anticipo accettabile. Ripone il cellulare e prende la borsa. Si alza un po’ indolenzita per essere rimasta troppo a lungo in quella posizione.
‘Solo un attimo, aspetta solo un altro minuto per favore, non andartene proprio ora’
Nora si volta cercando di capire la provenienza della voce. Un uomo seduto in una panchina di fronte alla sua si sta alzando e si dirige verso di lei. Si guarda intorno per capire meglio ma sembra ce l’abbia proprio con lei.
‘Mi scusi’ dice a me?’
‘Certo. Ero qui tutto il tempo, da quando ti sei seduta sulla panchina e non ho potuto fare a meno di osservarti, avevi un’aria così assorta, sognante e… intrigante allo’ stesso’ tempo…’ L’uomo raggiunge Nora, regge in mano un blocco da disegno, mentre cammina continua a tracciare dei segni sul foglio. Rimane davanti a lei per qualche istante, insistendo su linee e curve sul foglio, lo sguardo fisso sul suo lavoro. Un sorriso e finalmente alza lo sguardo verso Nora. Gira il foglio e glielo mostra con orgoglio.
‘Oh!’ Nora non riesce a trattenere un gridolino di stupore. Sul foglio c’&egrave lei, bendata e legata, le mani dietro la schiena. Si intravede la panchina sulla quale era seduta poco prima. Si vede solo la parte superiore del suo corpo, nudo e attraversato da corde e nodi tipici dello shibari: il seno &egrave completamente esposto, imbrigliato, trattenuto ed esaltato dagli intrecci delle corde. Il volto &egrave parzialmente coperto da una benda che nasconde gli occhi e gran parte del naso, i capelli ricadono fluenti sulle spalle nude. La smorfia sulle sue labbra sembra immortalare un gemito, di piacere, di timore, non &egrave dato saperlo. Nora continua a fissare i dettagli di quel disegno.
‘Ti piace? Eh? Che te ne pare?’
Nora si schiarisce la voce per dissimulare l’imbarazzo.
‘Ma’ perché’ perché mi hai ritratta così?’
‘Non lo so’ mi &egrave venuta così. Ti sei offesa? Non ti piace?’
‘No, non mi sono affatto offesa, &egrave un bellissimo disegno, mi piace proprio tanto…’
‘Mi spiace averti bendato, ma con questi occhiali da sole che ti coprono fino agli zigomi non &egrave stato facile immaginarti…’
‘Hai ragione’ Ma mi piace molto anche il fatto che abbia deciso di bendarmi, sembro quasi la statua della giustizia!’
‘Ah’ vero, ma non era quello che avevo in mente…’ ridono entrambi.
‘Sei carino, mi hai fatto decisamente più esile di come sono in realtà’ ma la somiglianza &egrave davvero impressionante. Sei proprio molto bravo…’
‘Grazie! Bene, questo &egrave tuo. Però’ non vorrei separarmene perché mi piace proprio tanto…’ L’uomo guarda con apprensione il suo disegno.
‘Ecco’ ti do il mio indirizzo email, così puoi spedirmene una copia e tu tieni l’originale, va bene?’ Nora tira fuori un post-it dalla sua borsa, ci scrive sopra nome e email e lo porge all’uomo.
‘Sì, &egrave un’ottima idea, grazie, te lo invio appena arrivo a casa… Nora’
Uno sguardo all’orologio: le 16:10.
‘Scusami, ma io ora devo proprio scappare, sono quasi in ritardo…’
‘Certo, a presto Nora, ci sentiamo, via mail’

Nora cammina a passi lunghi per raggiungere il portone, ma la pervade la strana sensazione di aver dimenticato qualcosa. – Il caff&egrave, certo, ecco cosa ho dimenticato, ma ormai non c’&egrave proprio più tempo’ pazienza, ci ho guadagnato uno splendido disegno! – Sorride e sparisce dentro l’ascensore.

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