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La Notte di San Lorenzo – Capitolo 6

By 9 Ottobre 2021No Comments

“Finalmente posso godermi il mio porco preferito un po’ da sola” disse Claudia mentre mi faceva strada “Ti porto su una spiaggetta che non è proprio il massimo ma non c’è mai nessuno, ci staremo solo io e te…”

“Ti facevo più esibizionista”

“Lo sono, ma per quello che voglio fare, in pubblico, c’è l’arresto”

Ridemmo. Dopo 10 minuti finalmente raggiungemmo la spiaggetta ma non eravamo soli. Già una coppietta era stesa a prendere il sole al centro della piccola spiaggetta.

Io e Claudia ci guardammo complici. Era il momento di dare scandalo.

Stendemmo gli asciugamani poco distanti. Me li studiai un po’, erano due ragazzi meno che trentenni. Lei si vedeva che era giovane e fresca, bella e con un corpo mozzafiato. Due seni sodi e rotondi, un corpo longilineo e con le curve giuste. Anche lui era un bel ragazzo, un fisico asciutto e con un accenno di addominali. Indossava un costume a slip che lasciava notare che il suo attrezzo si faceva rispettare.

Forse però avevo indugiato troppo a fissare la ragazza.

“Vuoi scattarle una foto?” Domandò Claudia con un accenno di gelosia.

“Beh non sarebbe male, vedi quanto è bella e giovane?”

“Vuoi scoparti la cucciola quando hai davanti questo pezzo di puledra?” Chiese lei intendendo chiaramente se stessa.

“Potrei scoparvi entrambe, così tu le fai vedere un po’ come si fa, sai… Le cedi un po’ della tua esperienza”

Claudia rise e mi diede uno schiaffo su una spalla.

“Scusatemi” ci interruppe il ragazzo della coppia prendendoci in contropiede.

“Si?” Rispose Claudia.

“Noi in realtà eravamo venuti qui perché pensavamo non ci fosse nessuno e volevamo fare un po’ di nudismo… Ma per caso vi dispiace se…”

“Volete mettervi nudi? Ottimo, anche noi in effetti” lo interruppe Claudia togliendosi il pezzo di sopra del costume.

Porca troia quella donna sembrava costantemente in attesa dell’occasione per denudarsi. Lui sorrise e rispose togliendosi lo slip, rimanendo in piedi davanti a noi e mostrando un cazzo notevole anche se moscio.

“Ottimo” disse sorridendo e tornando verso la ragazza.

“Hai visto che bel cazzo?” mi chiese Claudia togliendosi anche lo slip del costume “Sbaglio o è più grosso del tuo?”

Risi togliendomi anche io il costume.

“Ci hai provato, a te non frega che ce l’ho grosso, a te frega che duro un sacco”

Intanto anche la ragazza si era tolta il costume ed entrambi erano andati a farsi un bagno a mare.

“E noi che volevamo dare scandalo” disse Claudia guardandoli schizzarsi acqua nel bagnasciuga.

“Ci hanno fregato sul tempo” ammisi sorridendo.

“Secondo me possiamo comunque rifarci”

Detto ciò Claudia si chinò sul mio bacino e iniziò a leccarmi lascivamente il cazzo. Teneva la lingua molto allungata e mi lambiva la cappella con la punta, giocherellando con il buco dell’uretra. La posizione permetteva una visione chiara di ogni suo movimento alla coppia di ragazzi e lei, in effetti, li stava fissando.

“E poi danno a me del porco” dissi divertito.

Ovviamente le attenzioni di Claudia subito risvegliarono il mio cazzo che iniziò a diventare duro come il marmo. Non voglio vantarmi, ma il mio cazzo è lungo e doppio fuori norma e quando lo tiro fuori attira molte attenzioni. Le capacità orali di Claudia inoltre erano in grado di rendermelo ancora più duro.

Lei lo afferrò alla base per tenerlo ben dritto e visibile dal mare e continuò ad attaccarlo con guizzi di lingua intorno alla corona della cappella.

Quando si rese conto che la ragazza e il ragazzo la stavano fissando prese in bocca la glande e iniziò a succhiarlo emettendo suoni osceni e gemendo come in un porno.

“Madonna che cazzo che hai” diceva sbrodolando saliva ed emettendo suoni umidi “Ti voglio succhiare pure l’anima”

“Ti stanno fissando, missione compiuta”

“Voglio che mi fotti come una cagna” Claudia aveva messo su chiaramente uno spettacolino per la coppia che, I effetti, aveva iniziato a risalire dal mare avvicinandosi a noi.

“Scusatemi se vi disturbo” disse la ragazza “Ma da quanto siete sposati?”

“10 anni” intervenni subito “Non porto la fede perché ho paura di perderla in spiaggia”

Claudia mi lanciò un’occhiata complice e divertita.

“E come fate a mantenere una passione così accesa? È bellissimo” continuó la ragazza.

“Basta variare, tenere viva la passione” intervenne Claudia togliendosi il mio cazzo dalla bocca “Magari divertendoci anche con qualche bella coppia conosciuta al mare”

“Sul serio?” chiese lei leccadosi le labbra “In effetti sembra divertente”

“Amore ma che dici?” intervenne il ragazzo.

“Ma non fare il pesante” disse Claudia alzandosi in piedi e avvicinandosi a lui. Senza dargli tempo di parlare gli afferrò il cazzo che intanto era diventato duro “Dal tuo cazzo sembrerebbe che l’idea non ti dispiace”

“Io…” Claudia non gli diede il tempo di finire che lo spinse con forza facendolo cadere seduto sulla sabbia. Si inginocchiò e iniziò a succhiargli il cazzo.

“E tu che fai? Rimani a guardare?” Chiesi alla ragazza.

Lei non si fece pregare, montò sul mio bacino col suo, sfruttando il cazzo già bagnato della saliva di Claudia e se lo indirizzò nella figa. In pochi secondi mi stava cavalcando come una provetta cow girl.

“Cazzo è ancora più grosso quando entra” mugugnò lei mordendosi le labbra mentre accellerava il ritmo.

“Amore ma che dici?” domandò lui con un tono geloso che suonava assolutamente falso dal momento che intanto Claudia gli stava facendo un pompino.

“Ma non rompere, pensa a godertela anche tu” poi lei si rivolse a me mentre il mio cazzo veniva sollecitato dalle strette labbra della sua giovane vagina che saliva e scendeva lungo la mia asta “A proposito non ci siamo presentati, io mi chiamo Jessika”

“Mario, molto lieto” onestamente avevo un bel curriculum da porco, eppure una presentazione così non mi era mai capitata prima.

Claudia muoveva una mano sapiente sul cazzo del ragazzo mentre l’altra gli massaggiava le palle e intanto succhiava la sua cappella. Dall’altra parte il mio di cazzo veniva coccolato tra le cosce di Jessika che mi stava scopando emettendo gemiti sempre più rumorosi. Ma in realtà nessuno di noi due era concentrato su quella coppietta di giovani ragazzi, io e Claudia ci lanciavamo sguardi complici e divertiti.

Ad una certa lei si tolse il cazzo di bocca, mentre con una mano continuava a smanettarlo, si infilò l’indice dell’altra mano in bocca, succhiandoselo lascivamente. Non so come, ma ebbi una mezza intuizione di cosa quella pervertita volesse fare al ragazzo. Decisi che era il caso di fare anche io la mia parte.

Afferrai Jessika per i fianchi e la spostai lateralmente, mettendola a pecora sulla spiaggia. Lei in preda al piacere si lasciava fare qualsiasi cosa.

“Sì dai, fottimi a pecora, hai un cazzo magnifico, il cazzo più bello del mondo” iniziò a dire mentre mi posi dietro di lei e iniziai a leccarle il buco del culo.

Ogni volta che il suo ragazzo mostrava fastidio per gli apprezzamenti, Claudia accelerava le manovre per distrarlo.

Alla fine mi posi in ginocchio dietro Jessika e le appoggia la massiccia cappella sull’ano, iniziando a spingere.

“Porca puttana sono vergine nel culo!” si lamentò lei, non facendo per nulla per sottrarsi alla sodomizzazione.

“Ehi non ti inculare la mia ragazza!” si lamentò il fidanzato, intanto, ma non ebbe modo di preoccuparsi oltre per lei, perché Claudia gli posò l’indice sull’ano.

“E tu? Non lo vuoi anche tu nel culo?” gli chiese un attimo prima di spingergli il dito nel buchetto posteriore.

“Ahhh!” urlò lui sentendo la penetrazione.

“Quante storie” dissi io che ormai avevo abbondantemente penetrato Jessika “La tua donna per un cazzo molto più grosso di un dito non ha emesso mezzo lamento”

Afferrai i fianchi della ragazza a pecora davanti a me e iniziai a pompare nel suo culo con violenza, ma mentre lo facevo mi godevo la scena di Claudia che sodomizzava col dito il suo fidanzato. Lui era come immobilizzato dalla situazione, steso al suolo e con le gambe alzate, si lamentava ma intanto lasciava che lei gli succhiasse il cazzo mentre gli infilava e sfilava il dito dal culo.

“Come si chiama il tuo ragazzo?” chiesi a Jessika mentre la inculavo sempre con crescente violenza.

“Fra… nce… scooooo” disse lei scandendo ogni sillaba ad ogni colpo che davo con le mie anche.

“Diglielo a Francesco quanto ti sta piacendo prenderlo nel culo”

“Francesco… Francesco… È bellissimo nel culo… È bellissimo… Sto godendo tantissimo” iniziò a dire Jessika gemendo sempre di più.

Intanto Francesco era troppo preso da un piacere nuovo per lui che lo stava coinvolgendo.

“Smettila, lasciami il culo” continuava a lamentarsi senza troppa convinzione, mentre ormai si reggeva le gambe con le mani, per mettere il suo stesso culo più a disposizione di Claudia.

Quest’ultima stava facendo un ottimo lavoro di massaggio prostatico mentre gli smanettava il cazzo poi, quando comprese che lui era prossimo all’orgasmo, smise di segarlo.

Si limitò a tenergli fermo il cazzo mantenendolo alla base e infilò anche il medio nel culo di Francesco, quindi iniziò a scopargli il culo con movimenti rapidissimi della mano.

“Ahhhh noooo così noooo” iniziò a urlare lui, ma un attimo dopo il suo cazzo iniziò ad eruttare copiosamente. Una sborrata quasi continua gli colava dalla punta lungo tutto l’asta.

“Jessika guarda il tuo ragazzo come gode col culo” disse Claudia voltandosi a guardarci.

Anche io ero prossimo all’orgasmo. Lo raggiunsi quando lo sguardo mio e di Claudia si incrociarono. Sborrai nel culo di Jessika fissando Claudia che mi sorrideva.

Io e Marina non avevamo un gran rapporto. Anzi non lo avevamo proprio. Per questo mi straní un po’ la proposta di Claudia di andare a mare in tre coppie diverse. Del resto però avevo capito che voleva passare una giornata di sesso acquatico con Mario e voleva dare l’opportunità a mio fratello di sfogarsi con una che non fosse una frigida repressa, quindi acconsentii.

“Fa proprio caldo eh?”

“Già…”

La conversazione con Marina stentava proprio a decollare su quella spiaggetta dalla sabbia fine e bianca. Mi guardai un po’ intorno fischiettando mentre lei faticava a spalmarsi la crema sulla schiena.

“Serve una mano?”

“No grazie”

“Mmm mmm ok” e ripresi a fischiettare.

“Ieri poi Stefano mi ha detto che ti sei addormentata presto” continuai cercando un argomento.

“In che senso?”

“No dico, quando ti sei addormentata Stefano e venuto da noi che eravamo ancora svegli… È rimasto a chiacchierare con me, Claudia e Sabrina per un po’”

“Ma quando scusa?”

“Boh, ma poco dopo che siete andati a dormire, una decina di minuti…”

“E Mario?”

“Ma non lo so, ha chiacchierato un po’ con Stefano e poi è andato a dormire”

Marina calò improvvisamente in uno strano silenzio.

“Ehi tutto ok?”

“No è che…” Si interruppe “Oddio ma…”

“Marina ma ti senti bene?”

“Si no no scusami” e si zittí.

Poco dopo lo scambio di coppia i due ragazzi avevano subito preso a litigare e, dopo pochi minuti, avevano raccolto le loro cose e se n’erano andati, molto indispettiti.

“Siamo ancora i numeri uno a dare scandalo” mi aveva detto subito dopo Claudia ridacchiando.

Finalmente soli su quella spiaggia, nudi e crudi, decidemmo di gettarci in acqua per una bella nuotata.

“Mi devi un orgasmo, lo sai?” disse Claudia iniziando già a stuzzicarmi. Arrivammo fin dove non si toccava e ci abbracciamo. Lei avvolse le sue gambe intorno al mio bacino lasciando che il mio pene, ancora a riposo, strusciasse con la sua vagina. Ci tenevo a galla io, nuotando con le gambe abbastanza per entrambi.

“Ah ma non temere, la giornata è lunga lunga” e ci baciammo, appassionatamente. Il sapore del sale sulle sue labbra, la sensazione dei nostri corpi a contatto, l’uno contro l’altra, pelle su pelle, sospesi nell’acqua del mare, liberi, soli, lontani dal mondo.

“Ma quindi fammi capire, io sono la tua mogliettina?” chiese lei divertita dal gioco di ruolo.

“A quanto pare… Hai visto che bravo tuo marito? Sfonda tutti i culi che trova”

“Si ma da stamattina ancora non ha sfondato il mio.”

Quei discorsi, quei baci, quei contatti… il mio cazzo tornò subito a farsi vivo, iniziando ad indurirsi e far sentire la sua presenza tra le cosce di Claudia. “Ah ma così? Già si risveglia?”

“Tutto dedicato a te, mogliettina mia, è il tuo super potere questo… risvegliare i cazzi”

Iniziò a strusciare il bacino sul mio cazzo, in modo che la mia cappella stimolasse il suo clitoride. Poi, improvvisamente, si staccò da me e si immerse completamente sott’acqua. Un attimo dopo avvertì chiaramente la bocca di Claudia intorno al mio cazzo mentre mi faceva un pompino subacqueo. Riuscivo a vederne la sagoma deformata dalla rifrazione dell’acqua, aggrappata alle mie cosce per rimanere sott’acqua mentre prendeva in bocca il cazzo. Se qualcuno fosse arrivato sulla spiaggia in quel momento mi avrebbe visto nuotare da solo, in mezzo al mare, ma con una faccia estasiata, ignorando completamente la fellatio marina che stava avvenendo.

Ovviamente trattenendo il fiato non poteva resistere molto, quindi ben presto si staccò e risalì a galla, iniziando a nuotare lontano da me, come per sfuggirmi. La inseguii e in un paio di bracciate ero già pronta a ghermirla. Decisi di immergermi a mia volta e lì, sott’acqua, le afferrai le cosce bloccandole e allargandole, infilando la mia testa nel mezzo per raggiungere la sua vagina.

Aprii la bocca in immersione, che subito si riempì d’acqua. Non era facile trattenere il respiro in questa situazione, ma volevo sperimentare anche io la fellatio marina. Tirai fuori la lingua e iniziai a leccarle la vagina. Il sapore del sale marino e degli umori di Claudia si mischiarono nella mia bocca. Poi, improvvisamente, uno strano calore mi avvolse il volto e la lingua.

Quando risalii in superfice trovai Claudia che rideva divertita mentre tornava a scappare da me nuotando verso riva.

“Ti è piaciuta?” domandò ancora ridendo. Quella puttana mi aveva pisciato in faccia mentre la leccavo sott’acqua. Non riuscii a trattenermi dal ridere a mia volta.

“Puttanella ora me la paghi, ti sfondo il buco del culo”

“Ma è una minaccia o una promessa?” chiese lei ormai raggiunto il punto in cui si tocca.

La rincorsi e una volta sul bagnasciuga la agguantai per i fianchi sollevandola e dandole un morso sul collo, un morso delicato ma deciso.

“Ah lasciami!” urlò lei divertita.

La misi a terra, pancia sotto, con i piedi rivolti verso la risacca del mare. Ogni onda le risaliva quasi alle spalle coprendola di acqua. Quindi mi posi in ginocchio all’altezza del suo culo e mi sputai in mano per poi carezzarle l’ano.

“Ora ti faccio il culo per benino” avevo le ginocchia ai lati dei fianchi di Claudia e i piedi ad uncino intorno alle sue cosce, così da tenerla bloccata. Mi piaceva darle l’impressione di tenerla immobilizzata, anche se era ovvio che lei non vedeva l’ora di prenderlo nel culo.

“Oh no, un uomo brutale vuole rompermi il culo! Aiuto!” urlò sulla spiaggia deserta, con un tono canzonatorio.

“Te lo lascio fumante questo buco del culo” dissi un attimo prima di penetrarle l’ano con la cappella.

Il mio cazzo e il suo culo avevano già tanta esperienza insieme, quindi sapevo benissimo come approcciarla. Affondai le mie anche per spingere il mio cazzo in profondità dentro di lei. La sua carne avvolgeva la mia dura che si innestava sempre di più. Sentivo l’ano chiudersi attorno alla mia cappella e all’asta mentre ondate ritmiche e continue di acqua mi carezzavano perineo e ano. Era una sensazione nuova e piacevolissima. Probabilmente quelle ondate sollecitavano anche lei, perché la sentii iniziare a gemere quasi subito.

La sua pelle era schiacciata sulla sabbia bagnato dal mio bacino mentre io mi tenevo dritto sulle braccia. Ogni colpo di anche andavo più a fondo, ma sapevo benissimo che il suo culo poteva accogliere senza problemi il mio cazzo.

“È tutto qui?” Chiese Claudia, con tono di sfida.

Mi chinai col petto sulla sua schiena e le passai le mani sotto le braccia fino ad afferrarle le spalle, in modo da avere una presa solida da cui darmi slancio.

Quindi feci forza e iniziai ad accelerare i colpi coi fianchi. Da una parte spingevo sulle gambe, dall’altra tiravo a me Claudia dalle spalle. Colpi profondi e rapidi. Sentivo il mio cazzo farsi largo nel suo culo senza sosta.

Lei iniziò a gemere.

“Non fai più la dura eh” le sussurrai all’orecchio. Ma lei non mi rispose se non con gemiti.

“Di più… Di più…” Disse alla fine, tra un gemito e l’altro.

Iniziai a spingere ancora più velocemente. Il mio inguine sbatteva contro il suo culo carnoso producendo dei colpi secchi sempre più rapidi e alzando schizzi d’acqua.

Iniziai a sentire la sensazione familiare del piacere che lentamente risaliva dalle palle.

“Sì… Sì…” continuò a denti stretti Claudia.

Il mio cazzo iniziò a pulsare e a emettere getti di sperma. Le sborrai nel culo e, contemporaneamente, lei urlò di piacere, godendo con me.

“Me lo hai sfondato più del solito” ammise Claudia ansimando “Sei proprio un bravo maritino porco”

Marina era andata a fare un bagno, da sola. Le avevo chiesto se volesse compagnia.

“No, voglio riflettere” mi aveva risposto.

Non so perché ma credo non le sia mai stato troppo simpatico, almeno era la mia impressione. Chissà forse era più silenziosa del solito perché pensava a Sabrina e Stefano. Tra i due c’era una certa alchimia fisica e lei ne era gelosa.

Lei probabilmente pretendeva fedeltà… Fisica. Perché alla fine quelli che non capiscono il mio stile di vita la riducono tutta a quello, al fatto che un altro uomo non introduca il pisello in tua moglie. Tanto basta.

Non ne ho mai capito il senso.

La gioventù, la bellezza, il desiderio sessuale, sono tutte cose che col tempo si esauriscono. E noi decidiamo di immolare queste bellissime e preziose cose sull’altare di una fedeltà di cui non si vede lo scopo. Se mia moglie mi ama può scoparsi chi vuole e godersi la sua bellezza. Io voglio al mio fianco una donna che non spreca i piaceri che la vita può darle. L’obiettivo della fedeltà fisica qual è? Arrivare ad essere vecchi, senza più alternative, e domandarsi come sarebbe stato scoparsi una che ci piaceva o fare una cosa a tre? Non credo.

Ero così perso in questi pensieri filosofici che non mi ero reso conto che Marina stava risalendo rapidamente dal mare. Aveva una strana espressione. Corse verso di me e si inginocchiò vicino al mio asciugamano. Con una mano si teneva la parte di sopra del costume, scostandolo leggermente vicino al seno.

“Daniele pisciami addosso” disse improvvisamente.

“Cosa?” chiesi strabuzzandogli occhi.

“Daniele presto pisciami addosso…”

“Marina guarda non mi sei assolutamente indifferente sia chiaro, e non metto in dubbi che robe così siano intriganti, ma magari possiamo iniziare da qualcosa meno… hardcore, no?”

“Cretino mi ha punto una medusa! Pisciami addosso!”

“Certo, lo avevo capito, stavo scherzando” Non avevo capito e non stavo scherzando. Ed in effetti ora che ci facevo caso una larga irritazione rossa si estendeva sul petto di Marina, fino al lato del seno destro.

Mi alzai in piedi guardandomi intorno, per fortuna non c’era molta gente.

“Vado?” domandai per assicurarmi fosse certa della faccenda.

“Daniele cazzo brucia da morire sbrigati!”

Tirai fuori il pene dal costume, moscio com’era non faceva una grandissima figura e un po’ mi dispiaceva che Marina lo vedesse così. Iniziai a massaggiare la radice del pene, appena sopra, per stimolare l’urina che in breve tempo iniziò a zampillare.

Con la mano indirizzai il cazzo verso il petto di Marina e iniziai a pisciarle addosso.

Lei alzò il capo, per evitare che gli schizzi le colpissero il volto e allargò ancora di più il costume, scoprendo involontariamente un capezzolo.

Pisciarle addosso fu stranamente eccitante. Non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo petto su cui scrosciava la mia piscia, gli schizzi che colpivano il suo capezzolo nudo… Inevitabilmente il cazzo iniziò a diventarmi più duro, sufficientemente perché mi sfuggisse per un attimo di mano, impennandosi e lasciando che uno schizzo copioso colpisse Marina direttamente sul volto.

“Oh cazzo scusa” dissi mortificato.

“Daniele ma che cazzo” rispose lei con poco tempismo, beccandosi più di qualche schizzo direttamente in bocca.

Con l’aria disgustata lasciò colare dalle sue labbra l’urina mista a saliva che le scivolarono lungo il mento e la gola, fino ad unirsi al resto dell’urina sul petto.

A quel punto la mia erezione era completa e la pisciata finita.

“Mi dispiace molto”

“Daniele ma che problema hai?” mi rispose Marina vedendo il mio cazzo duro e turgido.

Non lo nascosi subito, a questo punto volevo che lo vedesse per bene in tutto il suo splendore. Mi presi alcuni secondi di tempo e poi lo rimisi apposto.

Era ormai tardo pomeriggio quando io e Claudia tornammo a casa. Era stata una giornata intensa, ma per me non finiva lì. Dovevo ancora darle una piccola “punizione”.

Chiaramente la spiaggia dov’eravamo stati non era attrezzata e la nostra pelle pizzicava ancora dell’acqua salata. Percorremmo il corridoio fino al bagno, ma era occupato.

“Beh, doccia all’aperto?” proposi e lei acconsentì.

Andammo nel piccolo cortile e attivammo il getto della doccia. Subito mi liberai del costume mostrando il mio cazzo ancora moscio.

“E se nel bagno c’è tua sorella? Lo sai che può vederci da lì” mi avvisò Claudia.

“Allora diamole qualcosa di interessante da vedere” dissi tirando Claudia a me e baciandola con passione. Le nostre lingue si intrecciarono nelle nostre bocca mentre con la mano destra le tenevo bloccata la schiena spingendo il suo petto sul mio. L’altra mia mano nei suoi capelli, resi crespi dall’acqua di mare, carezzandole la nuca. Poi la mano sulla schiena salì rapidamente slacciandole il reggiseno.

“Sul serio non ti frega di Sabrina ci vede… di nuovo?”

“In che senso di nuovo?” le chiesi, ma lei rispose con il suo solito sorriso malizioso e lentamente si inginocchiò, portando il suo viso all’altezza del mio cazzo.

L’idea che mia sorella mi avesse già visto scoparmi Claudia, per qualche motivo, mi eccitò un casino. Ma dovevo riuscire a non farmelo venire subito duro, avevo un progetto.

“Ancora così moscio?” chiese lei con tono di derisione.

“Prova a coccolarlo un po’” non se lo fece ripetere che già era nella sua bocca.

Avevo bevuto moltissima acqua tutto il pomeriggio e mi ero trattenuto dal pisciare, proprio in visione di questo specifico momento. Infatti appena il mio cazzo le fu in bocca finalmente mi lasciai andare.

Claudia sentì la bocca riempirsi del getto caldo dell’urina e subito la aprì e tirò fuori il cazzo. Il getto proseguì investendole il petto nudo mentre quella che le aveva riversato in bocca le colava lungo la gola. Vederla investita dal mio getto di piscio era eccitante, ma il suo sguardo mentre riceveva la mia urina era veramente troppo. Mi guardava dritto negli occhi, sorridendo, con un’aria maliziosa e piena di desiderio. Il cazzo mi diventò rapidamente durissimo e il getto iniziò a diventare più intermittente, così Claudia riprese a succhiarlo, senza aspettare che la pisciata finisse completamente.

“Pensavi di sconvolgermi con così poco?” domandò lei tiradolo fuori di bocca qualche istante.

“Ma prima o poi ci riesco a sconvolgerti non preoccuparti”

Claudia mi teneva letteralmente per le palle, le massaggiava con una mano mentre con l’altra andava su e giù sull’asta. La lingua all’interno della bocca aveva il suo da fare con la cappella, giocherellandoci per bene. Per un attimo buttai un occhio alla finestra del bagno, da cui qualcuno poteva vederci. Mi spostai leggermente per assicurarmi che lo spettacolo fosse chiaramente visibile.

Quindi feci cenno a Claudia di alzarsi e le sfilai gli slip. Lei mi mise le mani intorno al collo e si diede uno slancio per saltarmi in braccio. Infilai le braccia sotto le sue cosce e la misi le mani sul culo, per sorreggerla, una mano su ogni natica. In questo modo la sorreggevo in braccio e le tenevo le cosce ben larghe. Lei lasciò una mano dal suo collo e la usò per indirizzare il mio cazzo verso la sua vagina, a quel punto io la feci lentamente calare in modo da impalarla sul mio grosso cazzo. In pochi attimi le fui completamente dentro e iniziai a tirarla su e giù con le braccia, lasciando che il mio membro la penetrasse completamente.

“Porca puttana ogni volta che lo facciamo mi sembra sempre più grosso” mi sussurrò lei nell’orecchio.

Inizia a sollevarla e lasciarla scivolare giù con le mie braccia con movimenti sempre più ampi e veloci. Era molto faticoso ma l’eccitazione cancellava ogni traccia di stanchezza dal mio corpo.

Cercavo di muovermi a favore di finestrino del bagno, come fossi un attore che vuole permettere la migliore visione possibile al suo pubblico.

“Ti piace impalarti col mio cazzo eh? E quanto ti è piaciuta la mia piscia?” Domandai in preda all’eccitazione “Ora che so che ti piace tanto non te la farò mancare mai più”

Lei prese a mordermi il collo, strusciando i denti e leccandomi la pelle.

“Chi stai immaginando che ci guardi? Eh? Che porco che sei… Secondo me stai pensando a tua sorella. Ti scoperesti pure lei vero?”

Non risposi, non sapevo cosa rispondere. Ovviamente avrei dovuto dire no, ma “no” era la vera risposta. L’idea mi fece crescere ancora di più l’eccitazione.

La mia risposta allora fu un affondo ancora più lungo col mio cazzo, la lascia scivolare sulle mie braccia in modo che col suo stesso peso si impalasse la figa sul mio membro fino alle palle. Un suo gemito mi trasmise che avevo colpito nel segno. Quindi con le mani iniziai a manipolarle le natiche, arrivando con l’indice di ogni dito in prossimità dell’ano. Con la punta delle dita le lambivo il buchino, cercando di infilarmici appena, quanto bastava per fare in modo che ogni volta che la facevo calare, con l’allargarsi delle braccia le allargassi anche il culo.

“Mi vuoi rompere di nuovo il culo oggi?” Mi domandò tra un morso e un altro “non ti è bastato?”

“Non mi basta mai il tuo culo. Devo riempirtelo di sborra… Deve colarti tra le cosce per giorni tanto della sborra che ti ci devo schizzare dentro”

“Mi piace la tua sborra” rispose lei.

“Lo so, puttana” a noi era sempre piaciuto dirci porcate durante il sesso, e non potevano mancare nemmeno in quel momento, sotto la doccia all’aperto.

Portai le braccia più in alto con la mia ultima spinta, in modo che il culo di Claudia si sollevasse a sufficienza da fare uscire il cazzo dalla figa. Lei capì il gesto e con una mano se lo indirizzò nel culo.

Quando la calai di nuovo sentii il mio cazzo farsi largo nel suo ano. La cappella lo allargò e quindi la carne stretta del buco si strinse attorno alla corona e all’asta.

Ricominciai a farla salire e scendere rapidamente, facendo forza sulle braccia e le mani mentre lei si aiutava con lo slancio delle gambe per aumentare la profondità della penetrazione.

“Sei pronta a prenderti una sborrata enorme nel culo? Ho le palle stracolme, tutto per te…”

Continuai a pompare con forza sempre preoccupandomi che dalla finestrella del bagno fosse tutto visibile.

“Tranquillo, se qualcuno sta guardando se lo sta godendo bene lo spettacolo” mi tranquillizzò Claudia.

Proseguimmo ancora un po’, poi, mentre le braccia iniziavano a dolermi, finalmente il cazzo iniziò a pulsare e diversi schizzi di sborra le riempirono il culo.

Adoravo venirle nel culo perché ad ogni pulsazione sentivo la carne del suo ano stretta intorno al mio cazzo ancora di più.

Con un bacio appassionato suggellammo l’ultimo schizzo di sborra.

“È stata una bella giornata eh?” Domanda con un po’ di affanno.

“Da rifare” confermò lei.

Ma per me la giornata non era proprio finita, avevo un’ultima incombenza. Dopo la doccia tornai in camera a controllare il cellulare. C’era una ragazza con cui mi divertivo a giocare a distanza, senza esserci mai visti dal vivo. Non sapevo nemmeno il suo nome ne lei il mio. Mi limitavo a darle un ordine al giorno. L’ultimo era stato di non indossare le mutande per una settimana. La giornata di oggi mi aveva dato un’idea.

“Il mio nuovo ordine” le scrissi “è che non puoi più pisciare, dovrai trattenerti. Potrai ricominciare solo dopo aver ingoiato della sborra”

E inviai.

Il prossimo capitolo è già pubblicato su https://lenottidisanlorenzo.wordpress.com/ leggilo subito!

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