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VIAGGI IN PULLMAN (cap.4) L’ultima corsa

By 26 Febbraio 2020Aprile 2nd, 2020One Comment

I racconti di Silvia si facevano sempre più pesanti, aveva avuto un’esperienza sessuale… che quando tonavo la sera a casa mi eccitavo solo a pensare a ciò che la mia troia mi aveva raccontato.

Una mattina però salgo nel pullman, siedo vicino a lei, ma per tutto il tragitto non parlò, strano, anche se non aveva alcuna esperienza da raccontarmi comunque qualcosa mi diceva, quella mattina no. La sera fu lo stesso, tanto che scesi con lei dal pullman e la seguii fino a bloccarla sotto casa e parlarle.

Si scusò, ma mi disse che l’affare della casa da 1 milione e mezzo (la coppia super sexy) era una truffa, ed ora lo studio doveva pagare non so quanto di multa, così i suoi capi se l’erano presa con lei dicendole che si lascia sempre attrarre dagli uomini (e donne) fascinosi, facendosi fregare, così quello fu il suo ultimo giorno di lavoro, licenziata in tronco per “incapacità nello svolgere il suo lavoro”. Decise allora di raggiungere la sua amica a Milano, e lì iniziare una nuova vita, se io volevo potevo andare con lei, ma i rapporti a distanza no.

Dovetti rifiutare la sua proposta per motivi ben precisi, così ci vedemmo per un’ultima settimana prima che lei partisse.

Tornai a casa e non dormii tutta la notte, il giorno dopo dovevo andare in trasferta per tre giorni, così la chiamai e la feci venire con me (la mia ditta aveva un appartamentino lì dove dovevo andare, quindi avevamo casa solo per noi per tre giorni) Furono tre giorni da favola, vivevamo come una coppia a tutti gli effetti, liberamente senza timore di malelingue.

L’ultimo giorno finii per ora di pranzo, così tornai da Silvia con una bella bottiglia di vino, improvvisammo un pranzetto e poi pomeriggio di sesso sfrenato (un po’ brilli)

Non so quante volte venni in quelle ore, alla fine anche Silvia era sfinita, non aveva più la forza di succhiarmi il cazzo, ma anche se l’avesse avuta non sarebbe stata efficace: mi aveva svuotato tutto, aveva bevuto tanto di me, si era cosparsa tutto il corpo col mio sapore ed ora stesa sul letto mi teneva stretto a lei.

Stranamente una cosa che non aveva mai fatto era quella di vedere un filmo porno, così presi il mio hard disk e lo collegai al 40 pollici nel soggiorno, noi distesi sul divano a guardarlo. Silvia si applicò tanto, ma alla fine mi disse: “ma una storia di fondo non c’è”… ed io le dissi che non avevo mai visto un porno con una storia, per questo i racconti di Silvia mi eccitavano molto di più. “Però che invidia quella donna nel film che si scopava contemporaneamente i tre camionisti all’autogrill, poi con quel caldo nel camion, sai che puzza di sudore… eccitante”

Effettivamente le stava venendo la voglia di scoparsi tre uomini cazzuti, uno in bocca, uno nella figa ed uno in culo contemporaneamente… Anch’io avevo desiderio di godere di lei mentre altri due la facevano estasiare, volevo provare un suo pompino mentre godeva nella figa e nel culo. Bisognava trovare due “energumeni” disposti a ciò.

Il primo lo individuammo nel giardiniere di fronte (tuta da lavoro a salopette senza maglia, capelli arruffati e barba sfatta, che non faceva altro che grattarsi davanti e sul culo, con il sudore che da sotto le ascelle emanava un certo aroma…. ), l’altro chiamammo il macellaio del paese, una bestia di 2 metri per 150 chili, braccia grandi quanto quasi il mio corpo, anch’egli con un odore di carne da macello che d’estate era eccezionale.

Entrarono in casa, e Silvia si fece trovare dal giardiniere a cosce aperte senza slip, gli sfilò la tuta e dopo aver annusato il suo odore gli afferrò il bastone (niente male) e se lo portò nella figa senza troppi preliminari. Stesso mentre veniva scopata si voltò e fece in modo che l’uomo si trovasse seduto sul divano e lei sopra con il culo aperto all’aria.

Io accompagnai il macellaio dicendogli “ecco è tutto tuo quel bel pezzo di carne” e lui super arrapato non perse tempo a ingropparsi la bella troia penetrandola in un sol colpo. Allora io mi portai davanti a Silvia, mi abbassai i pantaloni e lei con le due mani si porò il mio cazzo in bocca… ad ogni movimento dei due sentivo la troia godere… quando spingeva il macellaio da dietro stringeva (per il dolore) la bocca introno al mio glande, quando invece il giardiniere entrava completamente allora si rilassava e lasciava la presa con la bocca, leccandomi la mazza…

Neppure a farlo a posta vennero entrambi contemporaneamente che Silvia non sapeva più come godere, mi guardò come a dire “dai tocca a te, loro hanno riempito il mio corpo dal di sotto, tu riempimelo dalla gola, ho voglia di assaporarlo tutto”, così fuoriesci dal mio cazzo una colata di sperma che completò l’opera.

I due uomini avevano goduto come non mai che all’atto di dargli una ricompensa rifiutarono: “magari alla prossima” dissero sperando in un altro incontro. Rimasti soli Silvia mi ringraziò di tutto, prese le sue cose e si diresse al treno, voleva chiudere così la nostra storia, avendo dentro di lei il gusto del mio seme.

Silvia, grande donna di vita, ora sicuramente starà a rallegrare gli istinti sessuali di qualcun altro, uomo, donna, gay, trans… tanto per lei basta che sia sesso.

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